L'84% dei toscani considera i volontari persone da ammirare, e due milioni di cittadini si dichiarano disponibili a fare volontariato, ma solo a determinate condizioni, mentre sono oltre 500mila coloro che già lo fanno: è quanto emerge dall'indagine realizzata da Sociometrica per Cesvot sul rapporto tra i cittadini toscani, la partecipazione civica e il terzo settore.
Solo il 36% degli intervistati esprime un giudizio positivo sulle istituzioni, con un dato ancora più basso per le aziende private (33,1%). Il 48,1% ritiene che oggi i cittadini partecipino meno alla vita politica rispetto al passato. Il 68,9% degli intervistati ritiene che negli ultimi anni i servizi di sanità, pensioni e assistenza sociale siano diventati meno accessibili o meno efficaci. Emerge un divario di fiducia tra gli organismi basati sulla gratuità e sul dono (famiglia e volontariato, con una media del 72,2% di fiducia) e quelli fondati su logiche istituzionali o di mercato (media del 34,6%).
"Valorizzare il terzo settore - spiega Luigi Paccosi, presidente di Cesvot - significa non solo sostenere il welfare, ma anche promuovere una cultura della partecipazione attiva e della fiducia reciproca. E' necessario sviluppare modelli innovativi di integrazione tra volontariato e istituzioni, affinché l'impegno civico diventi sempre più parte di un processo condiviso di costruzione del bene comune".
"Viviamo un momento delicatissimo, in Toscana e in Italia - sostiene il curatore della ricerca, Antonio Preiti (Sociometrica) - perché da un lato cresce la voglia di partecipare, dall'altro domina una sfiducia profonda verso ogni forma di rappresentanza collettiva. Dobbiamo credere nella spinta individuale al bene comune e trasformare questa fiducia in organizzazioni nuove, credibili, all'altezza del presente".
Secondo Elena Pampana, presidente di Acli Toscana, "il volontariato è senza dubbio un pilastro della nostra società e un'espressione fondamentale di solidarietà, ma non può essere l'unica risposta alla crescente sfiducia nelle istituzioni", quindi "le istituzioni devono rispondere con modelli di governance più inclusivi e trasparenti", creando "nuove forme di collaborazione tra cittadini, associazioni e istituzioni".
"Non possiamo ignorare tre sfide - sostiene Claudia Firenze, presidente di Avis Toscana -, quelle all'accessibilità e all'efficacia dei servizi, temi sollevati dalla ricerca e che richiedono una collaborazione più stretta tra il terzo settore e le istituzioni pubbliche. E neanche la sfida, per non dire il problema, dell'aggravio burocratico che alcune disposizioni del Registro unico del terzo settore hanno comportato per associazioni e volontari. Noi siamo stati e siamo assolutamente favorevoli ai principi della trasparenza che hanno ispirato la legge e la creazione del Runts, ma serve un po' di buonsenso quando si vanno a toccare meccanismi di organizzazioni che garantiscono servizi alla comunità contando per gran parte sul volontariato".
Solo il 36% degli intervistati esprime un giudizio positivo sulle istituzioni, con un dato ancora più basso per le aziende private (33,1%). Il 48,1% ritiene che oggi i cittadini partecipino meno alla vita politica rispetto al passato. Il 68,9% degli intervistati ritiene che negli ultimi anni i servizi di sanità, pensioni e assistenza sociale siano diventati meno accessibili o meno efficaci. Emerge un divario di fiducia tra gli organismi basati sulla gratuità e sul dono (famiglia e volontariato, con una media del 72,2% di fiducia) e quelli fondati su logiche istituzionali o di mercato (media del 34,6%).
"Valorizzare il terzo settore - spiega Luigi Paccosi, presidente di Cesvot - significa non solo sostenere il welfare, ma anche promuovere una cultura della partecipazione attiva e della fiducia reciproca. E' necessario sviluppare modelli innovativi di integrazione tra volontariato e istituzioni, affinché l'impegno civico diventi sempre più parte di un processo condiviso di costruzione del bene comune".
"Viviamo un momento delicatissimo, in Toscana e in Italia - sostiene il curatore della ricerca, Antonio Preiti (Sociometrica) - perché da un lato cresce la voglia di partecipare, dall'altro domina una sfiducia profonda verso ogni forma di rappresentanza collettiva. Dobbiamo credere nella spinta individuale al bene comune e trasformare questa fiducia in organizzazioni nuove, credibili, all'altezza del presente".
Secondo Elena Pampana, presidente di Acli Toscana, "il volontariato è senza dubbio un pilastro della nostra società e un'espressione fondamentale di solidarietà, ma non può essere l'unica risposta alla crescente sfiducia nelle istituzioni", quindi "le istituzioni devono rispondere con modelli di governance più inclusivi e trasparenti", creando "nuove forme di collaborazione tra cittadini, associazioni e istituzioni".
"Non possiamo ignorare tre sfide - sostiene Claudia Firenze, presidente di Avis Toscana -, quelle all'accessibilità e all'efficacia dei servizi, temi sollevati dalla ricerca e che richiedono una collaborazione più stretta tra il terzo settore e le istituzioni pubbliche. E neanche la sfida, per non dire il problema, dell'aggravio burocratico che alcune disposizioni del Registro unico del terzo settore hanno comportato per associazioni e volontari. Noi siamo stati e siamo assolutamente favorevoli ai principi della trasparenza che hanno ispirato la legge e la creazione del Runts, ma serve un po' di buonsenso quando si vanno a toccare meccanismi di organizzazioni che garantiscono servizi alla comunità contando per gran parte sul volontariato".
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