L’incendio sviluppatosi ieri su un treno fermo alla stazione di Lastra a Signa ha riacceso i riflettori sulla precaria condizione di ferrovie e convogli italiani.
Questa mattina La Nazione dedica ampio spazio alle voci dei pendolari che da ogni parte della Toscana prendono il treno per recarsi a Firenze a lavorare, studiare o anche solo per trascorrere una giornata in una delle città più affascinanti del mondo.
Così, molto negativo è il giudizio degli utenti per le tratte coperte dal servizio regionale, sul quale vengono periodicamente denunciati ritardi, disservizi, disagi, cancellazioni o blocchi dei convogli “in stazioni sperdute”: si tratta dei problemi con cui decine di migliaia di persone devono fare i conti pressoché quotidianamente recandosi sul proprio posto di lavoro o a scuola o all’università.
Il quadro che emerge è di una certa insofferenza per i continui problemi delle linee e dei treni, soprattutto per quel che riguarda le tratte che collegano Firenze alla costa (Pisa e poi Livorno) e il capoluogo a Siena, tanto che molti affermano di preferire l’automobile come mezzo di trasporto. Meno costosa (il viaggio, tra benzina e casello, costa meno di due biglietti per viaggiare sul treno) e più sicura, dato che le stazioni non godono certo di una buona fama.
Di tutt’altro avviso sono invece i passeggeri che utilizzano i treni dell’Alta Velocità, che tendenzialmente promuovono i convogli e i mezzi su cui viaggiano, il servizio e la puntualità.
Generalmente apprezzata è la professionalità dei lavoratori, disponibili e preparati.
Il tema del trasporto pubblico su rotaia è tornato al centro dell’attenzione dopo i moltissimi problemi che le ferrovie hanno dovuto affrontare nel corso del mese di novembre e dicembre, e dopo che nella giornata di domenica a Borgo San Lorenzo è stato lanciato il cosiddetto “Manifesto pe la ferrovia Faentina” per trovare una soluzione agli innumerevoli problemi che affliggono la ferrovia tosco-romagnola.
Questa mattina La Nazione dedica ampio spazio alle voci dei pendolari che da ogni parte della Toscana prendono il treno per recarsi a Firenze a lavorare, studiare o anche solo per trascorrere una giornata in una delle città più affascinanti del mondo.
Così, molto negativo è il giudizio degli utenti per le tratte coperte dal servizio regionale, sul quale vengono periodicamente denunciati ritardi, disservizi, disagi, cancellazioni o blocchi dei convogli “in stazioni sperdute”: si tratta dei problemi con cui decine di migliaia di persone devono fare i conti pressoché quotidianamente recandosi sul proprio posto di lavoro o a scuola o all’università.
Il quadro che emerge è di una certa insofferenza per i continui problemi delle linee e dei treni, soprattutto per quel che riguarda le tratte che collegano Firenze alla costa (Pisa e poi Livorno) e il capoluogo a Siena, tanto che molti affermano di preferire l’automobile come mezzo di trasporto. Meno costosa (il viaggio, tra benzina e casello, costa meno di due biglietti per viaggiare sul treno) e più sicura, dato che le stazioni non godono certo di una buona fama.
Di tutt’altro avviso sono invece i passeggeri che utilizzano i treni dell’Alta Velocità, che tendenzialmente promuovono i convogli e i mezzi su cui viaggiano, il servizio e la puntualità.
Generalmente apprezzata è la professionalità dei lavoratori, disponibili e preparati.
Il tema del trasporto pubblico su rotaia è tornato al centro dell’attenzione dopo i moltissimi problemi che le ferrovie hanno dovuto affrontare nel corso del mese di novembre e dicembre, e dopo che nella giornata di domenica a Borgo San Lorenzo è stato lanciato il cosiddetto “Manifesto pe la ferrovia Faentina” per trovare una soluzione agli innumerevoli problemi che affliggono la ferrovia tosco-romagnola.
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