La Conferenza Episcopale Toscana chiede alla Regione un passo indietro e di concentrare maggiori sforzi sul sistema sanitario regionale

Non solo il centrodestra in Consiglio regionale. Contro la proposta di legge sul fine vita, discussa e approvata dalla Commissione sanità del Consiglio regionale e pronta a sbarcare in aula, ha preso posizione anche la Conferenza Episcopale Toscana, riunita ieri a Livorno.

Il mondo cattolico tradizionalmente non vede di buon occhio la regolamentazione del suicidio medicalmente assistito e, in generale, la legge sul fine vita, preferendo il potenziamento dell’assistenza offerta alle persone con le cure palliative

Tuttavia, come riporta questa mattina il Corriere Fiorentino, il tono della Cet è stato più pacato di quanto ci si potesse aspettare, circostanza riporta il quotidiano, molto apprezzata dal Partito Democratico, che per il momento però ha preferito non replicare.

La Cet ha chiesto alle forze politiche di “non fare del tema una questione di mero schieramento” e di cogliere l’occasione per avviare una riflessione approfondita sulla questione del fine vita.

L’elemento che per la Conferenza Episcopale Toscana non può essere tenuto in subordine è però la grande storia e tradizione della Regione Toscana nella “cura delle persone con fragilità”, citando il ruolo pionieristico della Toscana per quel che riguarda l’apertura di ospedali, orfanotrofi, le Misericordie per la cura dei malati e la grande tradizione del volontariato.

“In un momento di crisi del sistema sanitario regionale più che alla redazione di leggi simbolo i legislatori” devono “dare la precedenza ad un rinnovato impegno riguardo alle cure palliative” e alla “valorizzazione di ogni sforzo di accompagnamento e di sostegno alle fragilità”.

La proposta di legge regionale sul fine vita dovrebbe approdare in Consiglio regionale nella prima metà di febbraio. Come ha ribadito qualche settimana fa il consigliere Pd Enrico Sostegni, presidente della Commissione sanità, “la norma sarà procedimentale, non interveniamo sulla sussistenza delle condizioni per accedere al diritto del suicidio assistito”.
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