Gli utenti la apprezzano nel primo tratto, ma l’opera è rimasta incompiuta

La Nazione questa mattina traccia una vera e propria ricognizione sulla ciclovia Firenze-Prato: riporta il quotidiano che la pista fu annunciata nel 2021 dai sindaci delle due città, Dario Nardella e Matteo Biffoni, e successivamente realizzata ma solo in parte.

Attualmente, scrive il quotidiano, l’opera non è stata completata e mancano alcuni punti che sarebbero essenziali per la sua piena funzionalità.

Assieme a due ciclisti della Fiab (Federazione italiana ambiente e bicicletta) Lorenzo Sorace e Franco Grassini il quotidiano ha percorso il tracciato della ciclovia analizzandone punti di forza e debolezza.

Il primo tratto, da Firenze Nova a Viale XI agosto la ciclabile è in ottime condizioni e frequentata da molte persone dirette verso Sesto per studio o lavoro che preferiscono non prendere la macchina, potendo contare su un percorso rapido e tutto sommato, almeno in quel punto, ben tenuto.

L’attraversamento di viale XI agosto è reso più semplice dalla nuova sistemazione della strada e dei semafori, ma una volta entrati in via delle due Case, scrive il quotidiano, ci sono i primi problemi, dato che in quel tratto la ciclabile è solo in un senso (verso la città) e per di più poco illuminato, quindi chi lo attraversa durante i mesi più bui deve stare molto attento.

Si arriva così al Polo Scientifico di Sesto, una zona molto frequentata dalle due ruote e presso la quale molti utenti si fermano. Proseguire oltre, infatti, iniziano ad arrivare alcuni problemi, come l’attraversamento di via dell’Osmannoro, una strada molto trafficata: attraversare è però diventato più semplice grazie all’isola pedonale, scrive La Nazione.

Si prosegue quindi in via degli Artigiani con la moderna illuminazione a led che si intensifica al passaggio di qualcuno, ma arrivati all’altezza dall’A1 ci si ferma: manca infatti il ponte di attraversamento dell’autostrada, che ancora non è stato realizzato.

Proseguire è possibile seguendo però la viabilità alternativa, rendendo così più difficile (e più lungo) raggiungere Prato.
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