Perso nel baratro della ludopatia, l’amato cantante è riuscito, grazie al sostegno della sua famiglia, a lasciarsi alle spalle quel vizio: ‘Non lasciare solo chi ci casca’

La ludopatia è una bestia tremenda, capace di distruggere la vita di chi ne è affetto e di avere conseguenze devastanti sulla famiglia e gli affetti dei giocatori.

La Nazione questa mattina contiene la toccante testimonianza di Pupo, nome d’arte di Enzo Ghinazzi, in passato giocatore d’azzardo accanito e oggi uomo completamente nuovo e ritrovato, dopo gli anni bui della dipendenza.

Al quotidiano, Pupo ha raccontato di aver iniziato a giocare d’azzardo in età piuttosto precoce, in adolescenza, e di aver fin da subito puntato ai soldi, tralasciando qualunque elemento di divertimento: e pian piano, il demone del gioco si è impadronito di lui fino a conquistarlo del tutto, intaccando il rapporto con le donne della sua famiglia, dalla madre alla sorella, la moglie e le figlie, rischiando di distruggere tutto ciò che lo circondava, arrivando anche a fargli pensare di commettere l’estremo gesto. Ma è stato in quel momento, racconta al quotidiano, che ha capito che doveva fare qualcosa, che ne doveva uscire e che per farlo aveva bisogno di aiuto.

E nel raccontare di come adesso sia una persona nuova, “risolto e sereno” anche grazie alla sua nipotina, al quotidiano Pupo lancia un potentissimo messaggio di solidarietà e vicinanza: chi è perso nelle mani della dipendenza non va lasciato solo, perché solo l’amore può aiutarlo a salvarsi.


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