Dal 22 al 30 novembre (con una preview domani e domenica) il Fabbricone, la storica sede di Balli il Lanificio nel cuore di Prato, apre le sue porte e ospita all'interno della Sala Experience la mostra 'Omaggio a Walter Albini', dedicata alla straordinaria creatività dello stilista, unanimemente considerato il padre del prêt-à-porter italiano. Un appuntamento ricco di fascino ma anche di fashion, aperto al grande pubblico e non solo agli addetti ai lavori, nato come spin-off di un ampio percorso espositivo sullo stesso Albini ideato e organizzato dal Museo del Tessuto di Prato e tuttora visitabile negli spazi del Polo Campolmi (Walter Albini, il talento, lo stilista 22 marzo - 30 novembre).
La mostra, ideata e co-curata per Balli dall'architetto Filippo Boretti, propone per la prima volta dodici disegni originali - di proprietà del Museo - immaginati dallo stilista per 'vestire' i protagonisti di Latina, opera noir scritta nel 1982 dall'autore e regista teatrale Luca Ronconi ma mai effettivamente andata in scena. Anche i costumi immaginati da Albini, di conseguenza, restarono all'epoca inespressi. Sono abiti sognati, ma mai cuciti né mai indossati. Almeno fino a oggi.
Partendo proprio da quei disegni, così eleganti nei loro tratti senza tempo, l'ufficio stile Balli, utilizzando i tessuti della sua ultima collezione, e con la preziosa consulenza del Museo del Tessuto, ha confezionato in esclusiva ben cinque di quei costumi. Un lavoro di alta sartoria capace di dar vita ai disegni di Albini sulla base delle caratteristiche dei personaggi della pièce di Ronconi ma con un occhio alla modernità, quasi fossero capi da indossare oggi. Il tutto, nel rispetto delle forme e dei volumi immaginati dallo stilista. Un cappotto donna, un completo Chanel in due pezzi, un giubbotto da bambino, una tunica, un vestito donna accompagnato dal suo soprabito senza maniche. Cinque prototipi che da un lato rendono omaggio al talento di un grande stilista e, dall'altro, dimostrano che si può fare cultura anche all'interno di un'azienda.
La mostra nasce dal desiderio di Balli il Lanificio di farsi portavoce di messaggi culturali capaci di divulgare in maniera diffusa i successi e i saperi del settore tessile italiano, nelle sue tante sfaccettature. L'artigianalità, la creatività, la passione e l'esperienza, ma anche l'attenzione al dettaglio, il legame al territorio, il recupero delle tradizioni, e tanti altri fattori che da sempre caratterizzano Balli, diventano così il fil rouge di un nuovo dialogo sui grandi temi culturali e sugli aspetti focali dell'industria del tessile.
La mostra, ideata e co-curata per Balli dall'architetto Filippo Boretti, propone per la prima volta dodici disegni originali - di proprietà del Museo - immaginati dallo stilista per 'vestire' i protagonisti di Latina, opera noir scritta nel 1982 dall'autore e regista teatrale Luca Ronconi ma mai effettivamente andata in scena. Anche i costumi immaginati da Albini, di conseguenza, restarono all'epoca inespressi. Sono abiti sognati, ma mai cuciti né mai indossati. Almeno fino a oggi.
Partendo proprio da quei disegni, così eleganti nei loro tratti senza tempo, l'ufficio stile Balli, utilizzando i tessuti della sua ultima collezione, e con la preziosa consulenza del Museo del Tessuto, ha confezionato in esclusiva ben cinque di quei costumi. Un lavoro di alta sartoria capace di dar vita ai disegni di Albini sulla base delle caratteristiche dei personaggi della pièce di Ronconi ma con un occhio alla modernità, quasi fossero capi da indossare oggi. Il tutto, nel rispetto delle forme e dei volumi immaginati dallo stilista. Un cappotto donna, un completo Chanel in due pezzi, un giubbotto da bambino, una tunica, un vestito donna accompagnato dal suo soprabito senza maniche. Cinque prototipi che da un lato rendono omaggio al talento di un grande stilista e, dall'altro, dimostrano che si può fare cultura anche all'interno di un'azienda.
La mostra nasce dal desiderio di Balli il Lanificio di farsi portavoce di messaggi culturali capaci di divulgare in maniera diffusa i successi e i saperi del settore tessile italiano, nelle sue tante sfaccettature. L'artigianalità, la creatività, la passione e l'esperienza, ma anche l'attenzione al dettaglio, il legame al territorio, il recupero delle tradizioni, e tanti altri fattori che da sempre caratterizzano Balli, diventano così il fil rouge di un nuovo dialogo sui grandi temi culturali e sugli aspetti focali dell'industria del tessile.
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