"Secondo i dati dell'Asl Toscana Centro da luglio a settembre 2023 sono stati vittime di violenza 142 operatori della sanità tra medici, infermieri e amministrativi. Io temo che questi numeri siano largamente sottostimati: c'è una sorta di assuefazione al fenomeno,purtroppo molti colleghi non denunciano nemmeno più e questo è un errore". Lo ha ricordato Pietro Dattolo, presidente dell'Ordine dei medici di Firenze, dopo l'aggressione di martedì a Coverciano contro il personale della Misericordia di Fiesole che aveva parcheggiato l'ambulanza davanti a un passo carrabile per soccorrere più velocemente una donna colpita da ischemia cerebrale.
Dattolo esprime "solidarietà e vicinanza al personale della Misericordia di Fiesole". "C'è un problema - aggiunge - di tipo culturale: i medici, gli infermieri e le altre figure professionali della sanità subiscono regolarmente violenze fisiche o verbali. Nuove leggi? Non ne abbiamo bisogno. Dobbiamo rispettare e far rispettare quelle vigenti".
"Contro le aggressioni negli ospedali - prosegue Dattolo - un deterrente forte sono i posti di polizia, ma purtroppo non tutte le strutture ne sono dotate. I medici e tutti gli operatori della sanità hanno il diritto di essere tutelati e lo stesso diritto ce l'hanno i tanti pazienti che aspettano di essere visitati senza dare in escandescenze e si relazionano in modo civile con noi".
"Il problema di fondo - conclude Dattolo - è che nell'immaginario di alcuni pazienti i medici vengono confusi con la malattia e il diritto alla cura è vissuto come diritto alla guarigione. Serve un nuovo 'patto' tra istituzioni, mondo della sanità e cittadini per sensibilizzare giovani e anche meno giovani al rispetto dei ruoli".
Dattolo esprime "solidarietà e vicinanza al personale della Misericordia di Fiesole". "C'è un problema - aggiunge - di tipo culturale: i medici, gli infermieri e le altre figure professionali della sanità subiscono regolarmente violenze fisiche o verbali. Nuove leggi? Non ne abbiamo bisogno. Dobbiamo rispettare e far rispettare quelle vigenti".
"Contro le aggressioni negli ospedali - prosegue Dattolo - un deterrente forte sono i posti di polizia, ma purtroppo non tutte le strutture ne sono dotate. I medici e tutti gli operatori della sanità hanno il diritto di essere tutelati e lo stesso diritto ce l'hanno i tanti pazienti che aspettano di essere visitati senza dare in escandescenze e si relazionano in modo civile con noi".
"Il problema di fondo - conclude Dattolo - è che nell'immaginario di alcuni pazienti i medici vengono confusi con la malattia e il diritto alla cura è vissuto come diritto alla guarigione. Serve un nuovo 'patto' tra istituzioni, mondo della sanità e cittadini per sensibilizzare giovani e anche meno giovani al rispetto dei ruoli".
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