Nei libri di storia a scuola è conosciuta per un episodio, ma è molto di più di quello, Matilde di Canossa. Paolo Ciampi prova a renderle giustizia. Lo fa a modo suo, mettendosi in cammino nei luoghi che le appartennero, sui sentieri dell’Emilia e della Toscana tra pievi, castelli, ostelli che ancora testimoniano la grandezza e la modernità di colei che fu detta “Signora d’Europa” e sconfisse l’Imperatore Enrico IV, ascoltandone i passi, dedicandole il libro “In cammino
con Matilde” (Mursia).
Ciampi lo presenta nello scenario suggestivo del Giardino delle Rose con Paola Facchina, in un evento a cura dell’associazione Febbre e Lancia in collaborazione con “I libri di Mompracem”. L’episodio famoso per cui è da tutti citata, quello con il Papa e l’Imperatore, viene chiamato il perdono o l’umiliazione di Canossa; di certo lei era la padrona del castello e, altrettanto sicuro, dice Ciampi, è che “la storia a volte l’hanno fatta le donne, ma l’hanno raccontata gli uomini.
Questo libro, non da storico, dimostra come si possano avere vari punti di vista, che a volte non ci aiutano ad avvicinarci alla verità, come nel caso di Matilde, sminuita e dimenticata.
È un libro sul piacere del viaggio lento che ci permette di porci le giuste domande e avere qualche risposta. È la storia di una donna che ci ha dato molto”. In un periodo come il Medioevo lei capovolge il prestabilito ruolo della donna subalterna all’uomo. Eppure, nonostante i suoi domini dall’Adriatico al Tirreno, dal lago di Garda alla Tuscia, su di lei pare calato il silenzio.
“È una donna straordinaria la Marchesa di Tuscia, padrona della pianura padana, signora del Po, dominatrice incontrastata di tutti i valichi appenninici; la consigliera più stretta di uno dei Papi più importanti della storia, nel mezzo della lotta per le investiture tra il potere della Chiesa e dell’Impero. Ed è intrigante perché quasi tutto quello che ha fatto non lo avrebbe voluto fare;
infatti lei incarna l’esempio di donna attiva nella società della Firenze medievale, quando il suo nome veniva dato a molte bambine, ma in realtà Matilde avrebbe preferito una vita contemplativa ritirandosi in un monastero, solo che il Papa non glielo permise, dandole responsabilità
di governo”.
Ciampi cammina con Matilde e con il lettore, percorrendo un tratto della via matildica in saliscendi collinari di realtà abitate e bei borghi, nel territorio del Lambrusco e del Parmigiano, al proprio passo, “perché le gambe ci aiutino a entrare nelle vite delle persone che ci hanno preceduto. Il cammino è una palestra di attenzione, con un senso di liberazione da tanti pensieri”.
con Matilde” (Mursia).
Ciampi lo presenta nello scenario suggestivo del Giardino delle Rose con Paola Facchina, in un evento a cura dell’associazione Febbre e Lancia in collaborazione con “I libri di Mompracem”. L’episodio famoso per cui è da tutti citata, quello con il Papa e l’Imperatore, viene chiamato il perdono o l’umiliazione di Canossa; di certo lei era la padrona del castello e, altrettanto sicuro, dice Ciampi, è che “la storia a volte l’hanno fatta le donne, ma l’hanno raccontata gli uomini.
Questo libro, non da storico, dimostra come si possano avere vari punti di vista, che a volte non ci aiutano ad avvicinarci alla verità, come nel caso di Matilde, sminuita e dimenticata.
È un libro sul piacere del viaggio lento che ci permette di porci le giuste domande e avere qualche risposta. È la storia di una donna che ci ha dato molto”. In un periodo come il Medioevo lei capovolge il prestabilito ruolo della donna subalterna all’uomo. Eppure, nonostante i suoi domini dall’Adriatico al Tirreno, dal lago di Garda alla Tuscia, su di lei pare calato il silenzio.
“È una donna straordinaria la Marchesa di Tuscia, padrona della pianura padana, signora del Po, dominatrice incontrastata di tutti i valichi appenninici; la consigliera più stretta di uno dei Papi più importanti della storia, nel mezzo della lotta per le investiture tra il potere della Chiesa e dell’Impero. Ed è intrigante perché quasi tutto quello che ha fatto non lo avrebbe voluto fare;
infatti lei incarna l’esempio di donna attiva nella società della Firenze medievale, quando il suo nome veniva dato a molte bambine, ma in realtà Matilde avrebbe preferito una vita contemplativa ritirandosi in un monastero, solo che il Papa non glielo permise, dandole responsabilità
di governo”.
Ciampi cammina con Matilde e con il lettore, percorrendo un tratto della via matildica in saliscendi collinari di realtà abitate e bei borghi, nel territorio del Lambrusco e del Parmigiano, al proprio passo, “perché le gambe ci aiutino a entrare nelle vite delle persone che ci hanno preceduto. Il cammino è una palestra di attenzione, con un senso di liberazione da tanti pensieri”.
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