Da alcuni anni ogni domenica su “La Nazione” esce un racconto di Marco Vichi accompagnato dalle illustrazioni di Giancarlo Caligaris.
Tra i centosessanta racconti, alcuni in più puntate, usciti settimanalmente, Vichi ne ha scelti diciassette per il libro “Racconti brevi” (Magdalena Edizioni) presentato al Bar Garden Tre con Caligaris, l’editore Massimo Costantini, Maurizio Leopardi di Giorgi Libri e la Libreria La Gioberti.
La coppia di autore e illustratore ha dato vita a un volume in cui i disegni hanno dignità pari ai testi, non sono dei riempitivi ma una creazione con una storia a sé, un’altra possibilità di narrazione.
“La narrativa sul quotidiano mi piace tantissimo e ha una lunga tradizione”, spiega Vichi. “Come diceva Cechov, quando punti su qualcosa di breve devi avere una direzione verso la commedia o la tragedia”.
Come nascono le storie?
“Passo la mia vita stando attento a quello che ascolto, ad esempio al tavolo accanto al mio. Magari da un dialogo o da una piccola scena vista per la strada o da una frase o da un sogno nasce una storia. Prendo tutto quello che è narrabile cercando di costruirci un racconto e giocando molto sulla scrittura, con quale tono, punto di vista, atmosfera. È un allenamento eccezionale. A volte possono essere delle storie che non riescono a entrare in un romanzo”.
Come funziona il lavoro con Caligaris?
“Lui legge il racconto e non so cosa farà, lo scopro solo quando è pubblicato sul giornale. Deve tirare fuori un’immagine che non sveli nulla, ma sia dentro l’atmosfera di quel racconto. Con Caligaris ci siamo conosciuti trent’anni fa, sono sue le copertine dei miei romanzi su Guanda per cui tra di noi c’è una certa intesa”.
Caligaris non ha tanta voglia di parlare, ma è naturalmente d’accordo quando Vichi elogia l’editore: “Di solito non si pubblicano questi libri, perché sono complicati, costano, invece lui ha avuto il coraggio di usare le illustrazioni, che a volte sono dei bozzetti come tra l’altro per la copertina”.
Che cosa è la narrativa? “Raccontare tirandosi dietro la psicologia, l’azione, le emozioni, i sentimenti dei personaggi. Cerco sempre di evitare che il mestiere superi la passione della scrittura; anche le storie più semplici e leggere cerco di raccontarle con parole e sguardi in cui credo, con onestà e sincerità. La sensazione è che la storia si sviluppi davanti ai miei occhi e io sia lo scrivano che cerca di inseguirla con le parole. Scrivere è un magnifico disturbo”. Il prossimo Bordelli esce il 5 novembre.
Tra i centosessanta racconti, alcuni in più puntate, usciti settimanalmente, Vichi ne ha scelti diciassette per il libro “Racconti brevi” (Magdalena Edizioni) presentato al Bar Garden Tre con Caligaris, l’editore Massimo Costantini, Maurizio Leopardi di Giorgi Libri e la Libreria La Gioberti.
La coppia di autore e illustratore ha dato vita a un volume in cui i disegni hanno dignità pari ai testi, non sono dei riempitivi ma una creazione con una storia a sé, un’altra possibilità di narrazione.
“La narrativa sul quotidiano mi piace tantissimo e ha una lunga tradizione”, spiega Vichi. “Come diceva Cechov, quando punti su qualcosa di breve devi avere una direzione verso la commedia o la tragedia”.
Come nascono le storie?
“Passo la mia vita stando attento a quello che ascolto, ad esempio al tavolo accanto al mio. Magari da un dialogo o da una piccola scena vista per la strada o da una frase o da un sogno nasce una storia. Prendo tutto quello che è narrabile cercando di costruirci un racconto e giocando molto sulla scrittura, con quale tono, punto di vista, atmosfera. È un allenamento eccezionale. A volte possono essere delle storie che non riescono a entrare in un romanzo”.
Come funziona il lavoro con Caligaris?
“Lui legge il racconto e non so cosa farà, lo scopro solo quando è pubblicato sul giornale. Deve tirare fuori un’immagine che non sveli nulla, ma sia dentro l’atmosfera di quel racconto. Con Caligaris ci siamo conosciuti trent’anni fa, sono sue le copertine dei miei romanzi su Guanda per cui tra di noi c’è una certa intesa”.
Caligaris non ha tanta voglia di parlare, ma è naturalmente d’accordo quando Vichi elogia l’editore: “Di solito non si pubblicano questi libri, perché sono complicati, costano, invece lui ha avuto il coraggio di usare le illustrazioni, che a volte sono dei bozzetti come tra l’altro per la copertina”.
Che cosa è la narrativa? “Raccontare tirandosi dietro la psicologia, l’azione, le emozioni, i sentimenti dei personaggi. Cerco sempre di evitare che il mestiere superi la passione della scrittura; anche le storie più semplici e leggere cerco di raccontarle con parole e sguardi in cui credo, con onestà e sincerità. La sensazione è che la storia si sviluppi davanti ai miei occhi e io sia lo scrivano che cerca di inseguirla con le parole. Scrivere è un magnifico disturbo”. Il prossimo Bordelli esce il 5 novembre.
Nella foto dalla sinistra l'editore Massimo Costantini e Marco Vichi
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