Il disturbo colpisce il 20% della popolazione in particolare quella femminile

Il disturbo dell’intestino irritabile colpisce il 20% della popolazione e in particolare quella femminile. Questo a causa della fermentazione di alcuni tipi di alimenti mal assorbiti all’interno dell’organismo chiamati “FODMAP”. Dato che molti degli eventi stressanti a livello psichico si riflettono sull'intestino, tra le cause possono esserci anche aspetti cognitivi ed emotivi.

Grazie però ad un corretto schema alimentare si può contrastare questo tipo di disturbo e migliorare il benessere del nostro intestino. A spiegarcelo è il dottor Giacomo Trallori, gastroenterelogo presso la Misericordia di Sesto Fiorentino e l’Istituto Medico Fanfani a Firenze.

“Si comincia con una dieta restrittiva di circa 3 settimane dove gli alimenti da prediligere sono il pane, pasta e dolci senza glutine o il grano saraceno che ne contiene una bassissima quantità. Latte e suoi derivati senza lattosio e per la frutta sono consentiti la banana, arancia e melone. I legumi solo quelli di stagione come i piselli,le fave e eventualmente ceci e fagioli in scatola ma non quelli secchi perchè quando vengono messi in ammollo assorbono tanta acqua che poi rimane nell’intestino” afferma Trallori.

Invece tra i cibi vietati i legumi, il latte e i suoi derivati. Per quanto riguarda la frutta invece, no a mele, pere e pesche. Aboliti anche tutta la famiglia dei cereali come pane, basta e biscotti e infine tra le verdure quelle a foglia verde come il cavolo, la verza oltre a cipolla, aglio e porri.

“Dopo le tre settimane che si segue il piano alimentare prescritto si reintroduce pian piano i cibi che hanno scatenano il disturbo per vedere cosa il nostro organismo riesce a tollerare e cosa invece deve essere eliminato definitivamente - continua il gastroenterologo-  Se si cerca però di mantenere l’intestino il più sano possibile, seguendo la dieta, non si esclude una reintroduzione di alcuni alimenti per far riabituare l’organismo.

Quindi l’obiettivo della dieta è ripulire l’intestino e riuscire così a far seguire e gestire al paziente in autonomia, il giusto schema alimentare  per poter stare meglio ed evitare così tutta una serie di sintomi fastidiosi.

Chiaramente come spiega Trallori, ogni dieta è personalizzata e fatta su misura sulla base delle esigenze e stili di vita del paziente. E sta al medico capire attraverso una serie di indagini se si tratta di colon irritabile o invece non siano presenti patologie di altra natura.

Il dottor Trallori terrà un incontro divulgativo aperto alla popolazione venerdì 23 maggio alle ore 21:00 al Circolo S.M.S Serpiolle per introdurre la dieta del colon irritabile e spiegarne i suoi benefici.

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