L'ultimo “taccuino” di viaggio di questa triste e sfortunata trasferta ateniese è dedicata alla Uefa e, ovviamente, si lega proprio alla città di Atene.
Una città come abbiamo provato a raccontare in questi giorni strana ma bella, contraddittoria ma affascinante. Colori, odori, persone, sensazioni. Un mix di realtà che convivono e che (appunto) fanno si che questo luogo gonfio di storia rappresenti una di quelle tappe che, almeno una volta nella vita, vanno affrontate.
Il problema, e così veniamo al tema che vogliamo affrontare, è che probabilmente non è pronto per ospitare un evento come la finale di una competizione europea. Un traffico ingestibile nella quotidianità che è diventato semplicemente folle nella giornata di ieri, una metro totalmente non all'altezza (i treni anche in una giornata del genere passavano ogni 8-10'), i pochissimi luoghi adatti ad accogliere (per ore) una tifoseria in trasferta. Basta pensare al meeting point o alla fan zone. Ci siamo stati, e possiamo dire che le proteste dei tifosi viola arrivati da Firenze sono assolutamente giustificabili.
Piazze piccole, senza un centimetro d'ombra e con pochissimi posti per sedersi. Per questo non possiamo che indicare nella Uefa la responsabile di quanto successo per aver scelto questa città come sede ospitante. E per fortuna che almeno lo stadio, quest'anno, era all'altezza. Non come un anno fa, quando quello di Praga si rivelò troppo piccolo per accogliere due tifoserie come quelle di West Ham e Fiorentina. Possiamo “prendercela” con Atene per l'organizzazione insomma (ma la gestione dell'ordine pubblico invece è stata quasi perfetta) ma anche in situazioni come queste, come in tutte quelle della vita, “puzza dalla testa”.
Una città come abbiamo provato a raccontare in questi giorni strana ma bella, contraddittoria ma affascinante. Colori, odori, persone, sensazioni. Un mix di realtà che convivono e che (appunto) fanno si che questo luogo gonfio di storia rappresenti una di quelle tappe che, almeno una volta nella vita, vanno affrontate.
Il problema, e così veniamo al tema che vogliamo affrontare, è che probabilmente non è pronto per ospitare un evento come la finale di una competizione europea. Un traffico ingestibile nella quotidianità che è diventato semplicemente folle nella giornata di ieri, una metro totalmente non all'altezza (i treni anche in una giornata del genere passavano ogni 8-10'), i pochissimi luoghi adatti ad accogliere (per ore) una tifoseria in trasferta. Basta pensare al meeting point o alla fan zone. Ci siamo stati, e possiamo dire che le proteste dei tifosi viola arrivati da Firenze sono assolutamente giustificabili.
Piazze piccole, senza un centimetro d'ombra e con pochissimi posti per sedersi. Per questo non possiamo che indicare nella Uefa la responsabile di quanto successo per aver scelto questa città come sede ospitante. E per fortuna che almeno lo stadio, quest'anno, era all'altezza. Non come un anno fa, quando quello di Praga si rivelò troppo piccolo per accogliere due tifoserie come quelle di West Ham e Fiorentina. Possiamo “prendercela” con Atene per l'organizzazione insomma (ma la gestione dell'ordine pubblico invece è stata quasi perfetta) ma anche in situazioni come queste, come in tutte quelle della vita, “puzza dalla testa”.
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