“Arginiamo gli sfruttamenti, le forme di schiavitù”

"Una socialità viva può contribuire a migliorare il funzionamento delle stesse istituzioni, ma anche a creare le condizioni per un lavoro dignitoso, per fermare le inaccettabili morti sul lavoro, per arginare gli sfruttamenti intollerabili e quelle vere e proprie forme di schiavitù del lavoro nero, sottopagato, ostaggio del caporalato, presenti anche nel nostro territorio toscano". Lo ha affermato il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, aprendo oggi il convegno 'Lavoro, mercato, crisi della socialità'.
    
"Per l'intera Generazione Z, per gran parte della generazione dei Millennials e per una parte della generazione X, il lavoro non è più il 'sovrano assoluto' delle proprie vite, come era stato per tutte le generazioni precedenti", ha detto Giuseppe Betori, sottolineando che "molti lavori spariranno e nasceranno lavori che ancora non conosciamo" con le trasformazioni prodotte dall'Intelligenza artificiale. "In tutto questo" processo, ha concluso, "le persone non vanno lasciate sole".
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