I due aretini condannati per la morte della figlia Martina Rossi fuori dal carcere. É un'altra stazione del calvario che papà Bruno Rossi e mamma Franca Murialdo stanno vivendo da quasi 13 anni, da quando il 3 agosto 2011 furono avvertiti (confusamente all'inizio) del tragico volo della studentessa di architettura giù dal sesto piano di un grande albergo di Palma di Maiorca. Da allora i genitori ormai anziani, 84 anni lui, 77 lei, non si sono mai fermati nella loro corsa ad avere giustizia, ora interrotta dalla notizia di Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi (condannati in via definitiva a 3 anni per tentato stupro di gruppo) che ottengono l'affido in prova ai servizi sociali.
Bruno Rossi: «Grandissima amarezza, qualcosa era trapelato sul fatto che Vanneschi fosse già fuori, di Albertoni abbiamo saputo in queste ore. Così non è giustizia ed è inutile dire che non siamo affatto soddisfatti ma stringiamo i denti e non molliamo. Questi ragazzi non hanno mai mostrato alcun segno di pentimento, non hanno mai chiesto scusa, potrebbero ancora fare del male a qualcun altro».
Ancora Bruno Rossi: «Noi continuiamo a seguire con grande attenzione le cronache aretine. Abbiamo letto della baby-gang che aveva preso il nome di Montana, dal film con Al Pacino. É lo stesso personaggio al quale Albertoni e soprattutto Vanneschi avevano scritto su Facebook di ispirarsi. É il cattivo esempio che continua».
Insieme Bruno Rossi e Franca Murialdo: «No, secondo noi c'è stata un'interpretazione sbagliata della legge che richiede invece la resipiscenza, la presa di coscienza da parte di chi ha commesso il reato. Questi ragazzi in tanti anni non hanno mai mostrato di aver capito il male che avevano fatto, non ci hanno mai cercato, non hanno mai pagato neppure le spese legali cui li avevano condannati i giudici».
Quando si parla di accanimento Franca Murialdo si indigna: «Ma quale accanimento? A sentire questa parola io mi scandalizzo. Noi chiediamo soltanto giustizia, noi vogliamo che siano rispettate le regole. Questa scarcerazione diventa un cattivo esempio, soprattutto per i giovani, Io sono un ex insegnante, ho vissuto faccia a faccia con i ragazzi
Bruno Rossi: «Sì e spero di non trovarmeli mai davanti. Non so come potrei reagire. Non hanno mai cercato un contatto, non hanno mai espresso rammarico, hanno sempre seguito una linea di difesa che infangava Martina. Fino a quando hanno ipotizzato in sede civile un concorso di responsabilità di lei nella caduta. Un'aberrazione».
Sul possibile risarcimento da parte del Tribunale: «Abbiamo già creato una fondazione nel nome di nostra figlia, contro la violenza sulle donne. Tutto quello che dovessimo ottenere nella causa civile sarà destinato alla fondazione».
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