Proseguono serrati i contatti tra la Fiorentina e il Monza per Andrea Colpani. La negoziazione non ha subìto particolari scossoni in positivo, anzi, vive una fase di stallo legata in buona sostanza alla formula dell’operazione e alla decisione del club di Commisso non andare oltre certi limiti.
I viola hanno proposto il prestito con diritto di riscatto, ma i brianzoli non volendone sapere hanno spinto per la cessione a titolo definitivo. Allora la Fiorentina ha rilanciato offrendo l’obbligo condizionato, legato, cioè, al raggiungimento di sostanziosi obiettivi come il numero di presenze o di gol. Niente: il Monza è disposto ad accettare, tutt’al più, l’obbligo senza vincoli aggiuntivi. Che in buona sostanza è assimilabile a un pagamento in più soluzioni.
SOLUZIONI POSSIBILI. In settimana è atteso un incontro chiarificatore per definire i margini di manovra della trattativa. L’altro ostacolo riguarda la stima del cartellino visto che la Fiorentina lo valuta una cifra che non corrisponde ai voleri del Monza: la richiesta è di circa 18 milioni, l’offerta non supera i 13-14. Attualmente ballano 4-5 milioni.
Si può raggiungere la quadra ipotizzando di trovarsi a metà strada, magari inserendo una percentuale sulla futura rivendita del giocatore, nella speranza che la controparte abbassi le pretese economiche. In quel caso i viola potrebbero desistere offrendo l’obbligo non condizionato preteso dai biancorossi, pur di strappare una cifra meno onerosa per l’innesto del “Flaco”.
GALLIANI ENIGMATICO. Negli ultimi giorni l’amministratore delegato del Monza, Adriano Galliani, ha avuto modo di esprimersi in modo più o meno diretto sulla trattativa. Confermandone innanzitutto l’esistenza: «Colpani non è in dirittura d’uscita, poi nel mercato nel giro di cinque minuti cambia tutto, ma al momento non c’è nessuna trattativa molto avviata».
Niente di definito, insomma, ma l’antifona è chiara: lavori in corso. Tant’è che lo stesso Galliani ha aggiunto: «Trattativa calda? Chi lo sa, il mercato è mercato. Vediamo, c’è qualche discorso in atto, ma niente di concretizzato, promesso o definito». Che in “burocratese” suona tanto come una conferma del negoziato in atto, senza confonderla però con l’annuncio di una chiusura imminente. Non adesso almeno.
I viola hanno proposto il prestito con diritto di riscatto, ma i brianzoli non volendone sapere hanno spinto per la cessione a titolo definitivo. Allora la Fiorentina ha rilanciato offrendo l’obbligo condizionato, legato, cioè, al raggiungimento di sostanziosi obiettivi come il numero di presenze o di gol. Niente: il Monza è disposto ad accettare, tutt’al più, l’obbligo senza vincoli aggiuntivi. Che in buona sostanza è assimilabile a un pagamento in più soluzioni.
SOLUZIONI POSSIBILI. In settimana è atteso un incontro chiarificatore per definire i margini di manovra della trattativa. L’altro ostacolo riguarda la stima del cartellino visto che la Fiorentina lo valuta una cifra che non corrisponde ai voleri del Monza: la richiesta è di circa 18 milioni, l’offerta non supera i 13-14. Attualmente ballano 4-5 milioni.
Si può raggiungere la quadra ipotizzando di trovarsi a metà strada, magari inserendo una percentuale sulla futura rivendita del giocatore, nella speranza che la controparte abbassi le pretese economiche. In quel caso i viola potrebbero desistere offrendo l’obbligo non condizionato preteso dai biancorossi, pur di strappare una cifra meno onerosa per l’innesto del “Flaco”.
GALLIANI ENIGMATICO. Negli ultimi giorni l’amministratore delegato del Monza, Adriano Galliani, ha avuto modo di esprimersi in modo più o meno diretto sulla trattativa. Confermandone innanzitutto l’esistenza: «Colpani non è in dirittura d’uscita, poi nel mercato nel giro di cinque minuti cambia tutto, ma al momento non c’è nessuna trattativa molto avviata».
Niente di definito, insomma, ma l’antifona è chiara: lavori in corso. Tant’è che lo stesso Galliani ha aggiunto: «Trattativa calda? Chi lo sa, il mercato è mercato. Vediamo, c’è qualche discorso in atto, ma niente di concretizzato, promesso o definito». Che in “burocratese” suona tanto come una conferma del negoziato in atto, senza confonderla però con l’annuncio di una chiusura imminente. Non adesso almeno.
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