Ad Atene dovrà essere esaltato il concetto di difesa, che è ben diverso da una difesa a oltranza o da una difesa fine a sé stessa, rinunciando al resto. Tutt’altro: significa trovare la miglior combinazione tra rendimento individuale e di reparto (con l’aiuto essenziale degli altri due), limitando al minimo gli errori e alzando il più possibile la qualità delle prestazioni.
Siccome un po’ di retorica da impresa non può mancare, ed evitando comunque di dire “clima infuocato” per non cadere nei luoghi comuni, consideriamo il possibile/probabile ambiente non esattamente semplicissimo per la spinta dei tifosi greci. Non segneranno gol, ma un effetto lo provocano. Ecco dunque servito l’obiettivo sul campo del Panathinaikos, su cui la Fiorentina può costruire la qualificazione ai quarti: primo, non prenderle.
Difendere i pali da tutti gli attacchi greci, impedire che il pallone superi la linea viola, salvaguardare a tutti i costi l’imbattibilità: così facendo, sarebbe come minimo – ma minimo – garantito il pareggio, e più probabilmente qualcosa in più, avendo la Fiorentina Kean e i greci no. Il tutto da mettere poi a frutto davanti al pubblico del Franchi giovedì 13, per ottimizzare il vantaggio di giocare la gara di ritorno in casa.
L’imbattibilità della porta non chiuderebbe definitivamente la contesa, questo no, ma la indirizzerebbe, oltre a dare un chiaro segnale di ritrovata solidità, che non guasta mai. Anzi. E non è una coincidenza che venerdì scorso la Fiorentina sia riuscita a interrompere la serie negativa di tre sconfitte consecutive in Serie A vincendo contro il Lecce, ma soprattutto permettendo a De Gea la soddisfazione di uscire dal campo senza aver incassato gol. Sempre non per caso, la partita precedente al filotto negativo era stata quella della clamorosa vittoria sull’Inter al Franchi, con praticamente undici giocatori contati nella squadra viola: senza reti al passivo, per uno squillante 3-0.
Condividi
Attiva i cookies