Fiorentina, a questo punto della stagione il margine di errore è zero

Nei prossimi quattro giorni si decide il futuro in campionato della squadra viola

La Fiorentina si avvicina alla trasferta contro il Cagliari con la necessità di imprimere una svolta al proprio rendimento offensivo. Dopo prove convincenti contro le grandi del campionato, la squadra viola ha spesso faticato contro avversarie meno quotate, e ora è chiamata a mostrare maggiore continuità, sia sotto il profilo dell’intensità che della qualità del gioco.Al centro dell’attacco ci sarà ancora Kean, figura chiave non solo sul campo, ma anche nei piani futuri del club. Il presidente Commisso, presente in Sardegna, ha discusso con l’attaccante della possibilità di proseguire insieme anche nella prossima stagione. Il confronto verrà approfondito nel fine settimana, prima del previsto ritorno del patron negli Stati Uniti.Il tecnico Palladino, dal canto suo, vuole un undici capace di pressare alto e muoversi in maniera compatta. Sarà fondamentale il contributo di Gudmundsson, che dovrà restare vicino alla punta, senza abbassarsi troppo. Beltran e Zaniolo restano alternative valide, con quest’ultimo utile soprattutto per aggiungere fisicità e dinamismo alla manovra offensiva. Serve una Fiorentina libera da pressioni mentali, determinata come quella vista contro Juventus, Milan, Inter, Roma, Lazio e Atalanta, e non come quella apparsa spenta contro Monza, Venezia, Parma ed Empoli. Per sperare nell’Europa, non si può più sbagliare.In mezzo al campo, il trio composto da Fagioli, Cataldi e Mandragora offre un buon equilibrio tra tecnica e grinta. Sulle corsie laterali spazio a Dodô e Gosens, anche se Parisi potrebbe essere un’alternativa sulla sinistra. In difesa toccherà a Pongracic, Pablo Marí e Ranieri proteggere i pali difesi da De Gea, il quale punta a scendere in campo nonostante un leggero problema muscolare. Con la stagione ormai agli sgoccioli, ogni partita conta e non sono concessi ulteriori passi falsi.

Fiorentina e la volata europea: tra calendario, scontri diretti e incognite di fine stagione

Il vantaggio negli scontri diretti non basta a compensare prestazioni altalenanti, soprattutto contro le “piccole”

Quando mancano sei giornate al termine del campionato, la corsa alle coppe europee entra nel vivo e si fa sempre più affollata. Un gruppo di sette squadre è racchiuso in una forbice di soli dieci punti, rendendo la lotta per un posto in Europa una delle più incerte degli ultimi anni. La Fiorentina, con 53 punti, si trova attualmente all’ottavo posto, nel cuore di questa battaglia che coinvolge anche Atalanta, Juventus, Bologna, Lazio, Roma e Milan.I viola inseguono un obiettivo ambizioso, ma alla portata, soprattutto alla luce di un calendario che, almeno sulla carta, presenta diversi ostacoli ma anche qualche opportunità. Il prossimo mese sarà determinante: ogni punto conquistato o perso potrebbe risultare decisivo, e la differenza la faranno tanto la continuità quanto la gestione delle energie, considerando anche gli impegni extra campionato.La Fiorentina affronterà nel finale squadre di diversa caratura e motivazione. Le prossime due partite vedranno i gigliati sfidare Cagliari ed Empoli, formazioni in piena lotta per non retrocedere. Questi impegni, spesso sottovalutati, nascondono pericoli maggiori rispetto a quanto suggerisca la classifica: il recente passo falso contro il Parma ha insegnato quanto le partite contro squadre affamate di punti possano risultare complesse.Dopo questi incontri, per la squadra di Palladino arriveranno sfide di ben altro spessore. I match contro Roma, Bologna, Udinese e Venezia definiranno in gran parte le ambizioni viola. In particolare, gli scontri diretti con le concorrenti dirette per l’Europa rappresentano dei veri e propri spartiacque. A rendere il cammino ancora più intricato c’è il fatto che, oltre agli impegni di Serie A, la Fiorentina è ancora in corsa anche in ambito europeo. Una programmazione fitta che richiederà rotazioni efficaci e lucidità mentale, specialmente nei momenti chiave.Uno dei fattori da tenere in considerazione in questa fase è la classifica avulsa, il criterio che potrebbe risultare determinante in caso di arrivo a pari punti. La Fiorentina si trova in posizione favorevole in questo senso, avendo raccolto risultati positivi negli scontri diretti con Lazio, Juventus, Milan e forse anche Roma, in attesa degli ultimi incroci.La situazione è invece meno favorevole rispetto all’Atalanta, che vanta una miglior differenza reti generale e un rendimento più costante contro le dirette concorrenti. È proprio su questo aspetto che i viola dovranno invertire la tendenza. Nella prima parte del campionato, infatti, la squadra ha ottenuto solo 8 punti contro le principali rivali per l’Europa, un bottino insufficiente per chi punta a un piazzamento tra le prime sette.L’aspetto che potrebbe ridisegnare completamente lo scenario riguarda gli incroci con le coppe, nazionali ed europee. La situazione di classifica del Milan, ad esempio, è da monitorare con attenzione: se i rossoneri dovessero aggiudicarsi la Coppa Italia partendo da una posizione fuori dalla zona europea, potrebbero sottrarre un posto utile attraverso il meccanismo delle competizioni UEFA. Lo stesso discorso vale per la Fiorentina stessa, che potrebbe garantirsi l’accesso alle coppe vincendo uno dei trofei stagionali ancora in palio.È dunque evidente come, mai come quest’anno, ogni competizione sia intrecciata con le altre. Riuscire a distribuire le forze senza compromettere nessun obiettivo sarà una delle sfide più complesse per Vincenzo Italiano e il suo staff.L’alternanza di prestazioni vista in questa stagione suggerisce che la Fiorentina non può permettersi alcuna distrazione. Contro le squadre di alta classifica, la squadra ha spesso mostrato qualità e intensità, salvo poi inciampare in partite contro avversari abbordabili. Questa discontinuità ha frenato il percorso dei viola, che tuttavia restano pienamente in corsa.Il valore della rosa, la varietà delle soluzioni offensive e la spinta di un pubblico sempre caloroso rappresentano elementi su cui far leva in questo finale incandescente. Serviranno concentrazione, determinazione e soprattutto una mentalità vincente per affrontare ogni incontro come una finale.Con sei gare ancora da giocare e tante incognite in ballo, il margine di errore è ridotto al minimo. Ogni passo falso può compromettere un’intera stagione, mentre una striscia positiva può proiettare i gigliati verso traguardi importanti.La lotta all’Europa è più che mai aperta, e la Fiorentina ha tutte le carte in regola per esserne protagonista. Ma per riuscirci servirà una versione solida, convinta e affamata, pronta a cambiare passo e a chiudere il campionato a tutta velocità.

Emergenza Conference: Palladino cambia modulo?

Viste le numerose assenze il tecnico potrebbe anche attingere dalla Primavera di Galloppa

La Fiorentina si trova ad affrontare una situazione particolarmente delicata in vista della sfida di giovedì in Conference League, a causa di una vera e propria emergenza sugli esterni. Le squalifiche rimediate da Dodô e Moreno nella gara d’andata contro il Celje hanno infatti lasciato scoperta la corsia di destra, privando il tecnico Palladino sia del titolare che della sua prima alternativa.Anche sul lato sinistro del campo lo scenario non è dei più rassicuranti. Gosens è ancora indisponibile poiché sta completando il recupero dall’infortunio, mentre Parisi convive con un fastidio alla caviglia che ne compromette l’utilizzo. A peggiorare ulteriormente la situazione, anche Zaniolo sarà costretto a guardare la partita dalla tribuna per via di una squalifica.Con un reparto esterni praticamente azzerato, Palladino si trova nella condizione di dover escogitare nuove soluzioni sul piano tattico. Al Viola Park lo staff tecnico sta vagliando diverse opzioni, tra adattamenti e tentativi di recupero, nella speranza che Parisi possa essere almeno parzialmente disponibile. Come se non bastasse, la lista UEFA non comprende né Pablo Marí né Ndour, due assenze che restringono ulteriormente le possibilità di scelta. In particolare, la mancanza del centrale spagnolo complica l’ipotesi di confermare il consueto modulo a tre dietro, considerato che i difensori centrali disponibili sono soltanto tre: Pongračić, Ranieri e Comuzzo.Una possibile soluzione arriva proprio da Comuzzo, che in passato ha già ricoperto il ruolo di terzino destro all'interno di una difesa a quattro. Palladino potrebbe puntare su di lui per tamponare l’emergenza sulla fascia destra. Tuttavia, restano forti dubbi su chi possa presidiare la corsia sinistra, qualora Parisi non dovesse farcela a scendere in campo.In definitiva, il match di giovedì rappresenterà un’importante prova di flessibilità e inventiva per l’allenatore viola, chiamato a fronteggiare una situazione al limite con soluzioni fuori dagli schemi abituali.

Fiorentina all-in sulla Conference dopo l'ennesimo stop in campionato

Il pareggio interno col Parma ha lasciato strascichi pesanti e Parisi è a rischio per giovedì

La Fiorentina si prepara a vivere un’altra notte europea carica di significato. Giovedì, allo stadio Artemio Franchi, i viola affronteranno il Celje nel match di ritorno dei quarti di finale di Conference League, con l’obiettivo di raggiungere la semifinale per la terza stagione consecutiva. Dopo il mezzo passo falso in Serie A contro il Parma, che ha lasciato qualche rimpianto, l’attenzione del gruppo guidato da Raffaele Palladino è ora totalmente rivolta alla competizione continentale.La vittoria per 2-1 ottenuta in terra slovena rappresenta una base solida, ma non sufficiente per abbassare la guardia. Il tecnico dovrà fare i conti con una serie di defezioni importanti, che complicano non poco la gestione della rosa in vista di un appuntamento così delicato. Ndour e Mari, esclusi dalla lista UEFA, non saranno della partita. A questi si aggiungono tre assenze pesanti: Moreno, Zaniolo e Dodò, tutti squalificati per accumulo di ammonizioni. La fascia destra, in particolare, si presenta come il punto più scoperto dell’undici fiorentino, obbligando l’allenatore a valutare soluzioni alternative.Due i possibili scenari tattici: uno prevede l’inserimento di Folorunsho nel ruolo di esterno nel consueto 3-5-2, l’altro suggerisce un cambio di modulo con il giovane Comuzzo impiegato come terzino destro in una retroguardia a quattro. Entrambe le opzioni sono al vaglio dello staff tecnico, che dovrà fare una scelta anche in base allo stato di forma dei singoli.Oltre alla posta sportiva, la sfida riveste un’importanza notevole anche sotto il profilo economico. In caso di qualificazione, infatti, la Fiorentina incasserebbe 2,5 milioni di euro come premio UEFA, una cifra non trascurabile in ottica bilancio. A rendere l’atmosfera ancora più intensa, c’è poi un aspetto emotivo: dovrebbe trattarsi dell’ultima apparizione allo stadio Franchi del presidente Rocco Commisso, prima del suo rientro negli Stati Uniti.Tutti questi elementi contribuiscono a fare della partita di giovedì non solo un crocevia della stagione europea, ma anche un momento chiave per rafforzare il morale della squadra e rilanciare le ambizioni del club.

Con la Conference inizia (e prosegue) l'operazione rilancio di Comuzzo e Parisi

I due sono chiamati ad essere protagonisti con le assenze forzate di Gosens e Marì

La Fiorentina deve fare i conti con un imprevisto pesante: Robin Gosens ha riportato un edema osseo al piatto tibiale e sarà costretto a saltare almeno tre incontri fondamentali. Il tedesco non sarà disponibile per il doppio confronto con il Celje in Conference League e per la delicata sfida di Serie A contro il Parma. La società viola spera in un rientro per la gara di Pasquetta contro il Cagliari, ma un recente post del giocatore su Instagram fa presagire che il recupero potrebbe richiedere più tempo del previsto.L’assenza di Gosens apre scenari interessanti per Fabiano Parisi, finora poco impiegato con regolarità nella formazione gigliata. Nato nel 2000, il terzino sinistro ha l’opportunità di mettersi in mostra in un periodo fitto di impegni: quattro partite distribuite su quattordici giorni che potrebbero rivelarsi decisive per il suo futuro a Firenze. Reduce da un infortunio subito contro il Milan, Parisi è tornato a disposizione e potrebbe ora occupare un ruolo centrale nella gestione delle rotazioni.Parallelamente, il tecnico Raffaele Palladino sta valutando un’opzione alternativa per la corsia mancina: Michael Folorunsho. Nonostante non sia la sua zona di campo abituale, l’ex centrocampista del Napoli ha mostrato spirito di sacrificio e disponibilità, adattandosi come esterno sinistro nei finali di gara contro Atalanta e Milan. In attesa che Gosens torni arruolabile, sarà quindi Parisi a contendersi il posto con Folorunsho nella fascia sinistra del 3-5-2 viola.E per quanto riguarda Pietro Comuzzo?  Il giovane difensore friulano, recentemente meno presente in campo, potrebbe presto tornare protagonista. L’esclusione di Pablo Marí dalla lista UEFA libera infatti uno spazio in Conference League, che Palladino sembra intenzionato ad affidare proprio a Comuzzo. Per il classe 2004 si tratta di un’opportunità concreta per rimettersi in luce e riconquistare fiducia, dopo un avvio di stagione sorprendente.Fino a gennaio, infatti, Comuzzo aveva collezionato 20 presenze in 22 giornate, giocando per intero ben 15 partite e attirando l’attenzione di club di primo piano, tra cui il Napoli. La dirigenza viola, però, ha deciso di trattenerlo, fissando una valutazione alta: 40 milioni di euro. Dalla seconda metà della stagione, però, il suo minutaggio è calato, complice una variazione tattica e un rendimento altalenante della squadra.Malgrado il periodo complicato, il difensore non ha mai fatto mancare professionalità e dedizione. Palladino lo ha più volte elogiato per il suo atteggiamento maturo, definendolo un “giovane-vecchio” per la capacità di restare sempre concentrato e coinvolto. Ora, con le sfide europee all’orizzonte, Comuzzo ha una nuova vetrina per rilanciarsi e provare a riconquistare spazio anche in campionato, riaccendendo quella luce che sembrava affievolita dopo un inizio di stagione brillante.

Gosens ancora out. Fiorentina preoccupata. Palladino fa turnover?

Le condizioni del tedesco e le scelte del tecnico in vista della gara di giovedì contro il Celje

Dopo la giornata di riposo accordata dal tecnico Palladino ai suoi giocatori la Fiorentina è tornata a lavorare in vista della trasferta contro il Celje. Mentre il campionato offre ancora molteplici scenari aperti, sui quali si tornerà a focalizzarsi a partire da venerdì (con la partita contro il Parma già nel mirino), il percorso in Conference League non tollera passi falsi in questa fase cruciale della competizione. Proprio per questo motivo, l'avversario sloveno del Celje, pur non brillando per qualità attuale e blasone storico, rappresenta un ostacolo da affrontare con estrema cautela. Le passate stagioni europee hanno ampiamente dimostrato alla Fiorentina quanto sia cruciale mantenere la massima concentrazione in ogni singolo incontro. Un calo di tensione, anche contro l'avversario sulla carta meno quotato, può generare problematiche inattese. Proprio da questa consapevolezza è ripartito mister Palladino. Individuato l'assetto tattico più congeniale, l'aspetto mentale dei giocatori rimane un elemento imprescindibile, sebbene i suoi ragazzi abbiano già mostrato una dedizione totale verso l'impegno continentale. La Conference League si configura come la via più diretta per centrare un duplice obiettivo di grande importanza: alzare finalmente un trofeo e guadagnarsi l'accesso alla prestigiosa Europa League. Parallelamente alle strategie di campo, l'allenatore Raffaele Palladino si trova a dover gestire l'infortunio che ha bloccato Gosens. L'auspicio condiviso da tutto l'ambiente fiorentino è di poter riabbracciare Robin Gosens sul terreno di gioco nel giro di un paio di settimane, ma all'interno del club viola serpeggia una palpabile preoccupazione riguardo le condizioni del ginocchio del difensore tedesco. La condizione fisica dell'esterno rappresenta la priorità dello staff medico, dopo che la società ha rilasciato comunicazioni ufficiali in merito all'entità dell'infortunio. Di conseguenza, appare quasi inevitabile ipotizzare l'assenza di Gosens per la doppia sfida contro il Celje e, con ogni probabilità, anche per i successivi due impegni di campionato contro Parma e Cagliari. Tuttavia, l'ipotesi di rivederlo in campo già per la gara di fine mese contro l'Empoli non è da escludere categoricamente, benché al momento si parli più che altro di una speranza. Gli aspetti positivi in gioco nella vicenda sono ad oggi la chiara comprensione della natura del problema e la forte volontà dello stesso Gosens di rendersi nuovamente disponibile per il rush finale della stagione. Al di là dell'attuale problematica fisica, non sussiste alcun dubbio sulla permanenza in maglia viola di Gosens, anche qualora non dovesse raggiungere il numero di presenze stabilito per rendere obbligatorio l'esercizio del diritto di riscatto (fissato a 7 milioni di euro) dall'Union Berlino. La dirigenza ha infatti già preso la decisione di confermare l'esterno, ritenendolo un elemento di valore non solo per le sue qualità tecniche sul campo, ma anche per le sue preziose doti umane all'interno dello spogliatoio.Detto questo, proviamo ad immaginare l’11 titolare che mister palladino dovrebbe schierare giovedì sera. Modulo confermato, non ci si schioda dal 3-5-1-1 che tante soddisfazioni ha regalato recentemente. In porta De Gea resta sicuro del posto ma Terracciano potrebbe avere di nuovo una chance in una di queste due gare europee, soprattutto qualora i viola riuscissero ad ipotecare il passaggio del turno nella gara di andata. In difesa marì è fuori dalla lista UEFA e si prevede un turno di riposo per Marin Pongracic. Spazio dunque a Moreno, Comuzzo e Ranieri. Sugli esterni confermatissimi Dodò e parisi, costretti agli straordinari per assenza di alternative di ruolo nella rosa, anche se Palladino sta lavorando sulla duttilità di Folorunsho cercando di renderlo un ''vice Parisi'' adattato in caso si ulteriore e prolungata assenza di Gosens. A centrocampo riposa soltanto fagioli, Adli sarà in campo al suo posto, confermati invece titolari Cataldi e Mandragora. Riposo quasi certo per Albert Gudmundsson che sarà sostituito dal volenteroso Beltràn. Davanti è quasi impossibile prescindere da Moise Kean, ma qualora Palladino dovesse fare una scelta di questo tipo, il suo vice è Zaniolo. Con l'ex Atalanta e Roma destinato comunque ad avere spazio a gara in corso.

Fiorentina, adesso la continuità: dopo le big serve fare punti con le piccole

È questo il tabù della squadra di Palladino in questa stagione

Ora la Fiorentina si trova di fronte a quella che, finora, è stata la sua più grande difficoltà nella corsa verso un piazzamento Champions: ottenere vittorie convincenti contro le squadre meno blasonate del campionato. È stato proprio questo il tallone d’Achille della squadra viola, che ha spesso perso punti preziosi contro avversari alla portata. Lo ha sottolineato anche Palladino nel post-partita di San Siro, dove ha evidenziato la differenza tra l’ottimo rendimento contro le big (Juventus, Atalanta, Milan) e le fatiche emerse invece contro le formazioni di seconda fascia.È arrivato dunque il momento di dimostrare maturità, capitalizzando al massimo le prossime sfide, che saranno determinanti per blindare una posizione in Europa League e, chissà, tenere aperto anche il sogno Champions nel caso in cui qualcuna tra le prime dovesse rallentare.Nel dettaglio, il calendario propone Parma ed Empoli al Franchi, con in mezzo la trasferta a Cagliari. L’obiettivo ideale è chiaro: conquistare nove punti su nove. Se la Fiorentina vuole concludere la stagione lanciando un segnale da grande squadra, è da questo trittico di gare che dovrà iniziare a costruire il suo sprint finale.Successivamente, il mese di maggio porterà con sé un ciclo impegnativo: quattro sfide, di cui tre lontano da casa (Roma, Venezia e Udine), oltre allo scontro diretto a Firenze contro il Bologna di Italiano, cruciale nella corsa europea. In questo caso, però, fare calcoli in anticipo sarebbe poco realistico: molto dipenderà dalle motivazioni delle avversarie, alcune delle quali (come Venezia e Udinese) potrebbero non avere più obiettivi concreti da inseguire. Ma il destino resta, comunque, nelle mani dei viola.È in queste situazioni che la Fiorentina ha spesso mostrato il proprio volto più incerto. Contro le squadre che si chiudono e concedono pochi spazi, la manovra viola è spesso andata in difficoltà. Al contrario, ha brillato quando ha potuto giocare di rimessa, sfruttando le ripartenze e gli spazi concessi da avversari più ambiziosi e propositivi. È emblematico il contrasto tra le prestazioni contro le big e quelle contro formazioni come Monza, Verona, Como e molte altre, che hanno imposto ai gigliati di fare gioco, scoprirsi e affrontare difese ben organizzate.Ecco perché la gara di domenica contro il Parma rappresenta più di una semplice partita: è un test di crescita, mentale e tattica. Serve un cambio di passo, un approccio diverso, ma soprattutto un risultato positivo. È da sfide come questa che passa la vera ambizione europea della Fiorentina.Palladino è ben consapevole dell’importanza di questo momento e lo ha riconosciuto con grande lucidità. Ora, però, è il campo che deve parlare. Perché il finale di stagione è ancora tutto da scrivere. E anche il traguardo più ambizioso, quello dell’ingresso in Champions League, resta lì, a portata di mano.

Gudmundsson, la Fiorentina si muove per il riscatto

I numeri di Albert parlano chiaro: segna più di Kean quando sta bene

Albert Gudmundsson sta vivendo un momento straordinario nella sua carriera, con prestazioni che lo hanno riportato al centro del progetto della Fiorentina. Il cambiamento è evidente, dentro e fuori dal campo: l’islandese ha ritrovato continuità e fiducia, lasciandosi alle spalle gli infortuni che ne avevano limitato il rendimento in passato. Ora il suo obiettivo è mantenere alta la qualità del suo gioco e confermare il suo valore fino alla fine della stagione, dove la squadra si gioca traguardi importanti sia in campionato che in Europa.  Uno degli elementi che ha favorito questa crescita è il nuovo assetto tattico voluto da Raffaele Palladino, che ha esaltato le qualità di Gudmundsson. Il feeling con Moise Kean sta regalando alla Fiorentina un attacco imprevedibile e concreto, come dimostrano i numeri: il trequartista viola ha una percentuale realizzativa del 27%, trasformando in gol più di un tiro su quattro. Sei reti in campionato con appena 22 tentativi totali, un dato che lo pone tra i migliori finalizzatori della Serie A, superato solo da Kolo Muani e Retegui.  Oltre alla precisione sotto porta, spicca anche la sua capacità di essere decisivo. Segna una rete ogni 133 minuti, un rendimento migliore persino di quello di Kean, che va a segno ogni 135 minuti. Una statistica che assume ancora più valore se si considera il suo ruolo, più propenso alla creazione del gioco che alla finalizzazione. Anche nel confronto con Lucas Beltrán emerge il suo impatto: l’attaccante argentino ha una media di un gol ogni 415 minuti, a dimostrazione di quanto Gudmundsson sia incisivo quando impiegato.  La sua presenza in campo ha portato risultati importanti alla Fiorentina. L’unico match in cui i viola non hanno ottenuto i tre punti con lui in campo è stato contro il Napoli, mentre in tutte le altre gare ha contribuito a vittorie pesanti. Dall’esordio contro la Lazio, quando ha segnato due rigori pochi minuti dopo il suo ingresso, fino al sigillo contro la Juventus nell’ultima gara casalinga, il numero 10 viola ha dimostrato di saper essere determinante nei momenti cruciali.  Di fronte a prestazioni così convincenti, la Fiorentina non ha più dubbi e si prepara a riscattarlo dal Genoa. La cifra fissata per il trasferimento definitivo è di 17 milioni di euro, un investimento considerato più che giustificato dai dirigenti viola. I contatti con il suo entourage sono costanti e la volontà di proseguire insieme è condivisa da entrambe le parti.  L’unica questione ancora aperta riguarda la vicenda giudiziaria che coinvolge Gudmundsson in Islanda. Sebbene sia stato assolto in due occasioni, il caso è stato riaperto dopo un ricorso e la sentenza definitiva potrebbe arrivare dopo l’estate. Tuttavia, il direttore sportivo Daniele Pradè ha assicurato che il club è ben informato sulla situazione e pronto ad affrontarla con la massima attenzione: "Abbiamo studiato tutto, sappiamo come operare".

Palladino prepara la gara contro il Milan

La ricerca dell'equilibrio è costante, ma squadra che vince non si cambia

La Fiorentina continua la preparazione al Viola Park in vista dell'importante sfida di sabato sera contro il Milan. La squadra lavora con intensità, ma senza rinunciare alla serenità, come testimoniano alcune immagini condivise dal club sui social. Restano ancora due sedute di allenamento prima della partenza per Milano, decisive per rifinire gli ultimi dettagli tattici e migliorare la condizione fisica, dato il fitto calendario che attende i viola tra campionato ed Europa.  Andrea Colpani è ancora ai box a causa dell'infortunio al piede rimediato contro il Como e punta a tornare in tempo per le sfide europee. Anche Robin Gosens ha svolto lavoro differenziato negli ultimi giorni, ma la sua situazione non preoccupa lo staff medico: si è trattato solo di una botta e già oggi dovrebbe tornare a disposizione del gruppo. La sua presenza tra i convocati per la gara di San Siro non è in dubbio, mentre il suo utilizzo dal primo minuto dipenderà dalle sue condizioni fisiche e dai prossimi impegni della squadra.  Mister Palladino dovrà gestire con attenzione le energie dei suoi uomini per evitare affaticamenti e possibili infortuni. Tuttavia, per la trasferta contro il Milan, si prevede che la Fiorentina scenda in campo con l'undici titolare. L’obiettivo è mantenere alto il livello delle prestazioni, trovando il giusto equilibrio tra intensità e gestione dello sforzo fisico in un periodo ricco di sfide decisive.  

Fagioli e Kean, il rilancio alla Fiorentina: da esuberi bianconeri a pilastri viola

La Fiorentina vuole tenere entrambi, ma le strade da percorrere saranno diverse

Nicolò Fagioli ha finalmente trovato la squadra giusta per esprimere tutto il suo potenziale. Dopo un addio sofferto alla Juventus, il centrocampista si è ritrovato alla Fiorentina, un ambiente che lo ha accolto a braccia aperte. Non è stato facile separarsi dal club in cui è cresciuto, e lo stesso Fagioli ha confessato di aver versato qualche lacrima al momento della cessione. Tuttavia, a Firenze ha trovato nuovi stimoli e un ruolo da protagonista, anche grazie alla presenza di un vecchio amico: Moise Kean.  I due, cresciuti nelle giovanili bianconere, hanno vissuto percorsi simili. Alla Juventus erano spesso visti come semplici giovani di prospettiva, ma alla Fiorentina stanno dimostrando il loro valore sul campo. Per Fagioli, la possibilità di giocare con continuità è stata fondamentale per ritrovare fiducia e maturità. La Viola lo ha preso in prestito per 2,5 milioni, con un riscatto fissato a 13,5 milioni: un investimento che potrebbe rivelarsi un affare, considerando i prezzi del mercato attuale. L’obiettivo del centrocampista è chiaro: aiutare la squadra a qualificarsi alle coppe europee, un traguardo che attiverebbe anche l’obbligo di riscatto e sancirebbe il suo futuro definitivo a Firenze.  Discorso simile per Moise Kean, che con la Fiorentina sta vivendo una delle stagioni migliori della sua carriera. L’attaccante, arrivato in estate per 13 milioni, è stato fortemente voluto dal tecnico Raffaele Palladino, che ha sempre creduto nelle sue qualità. Kean ha risposto sul campo, segnando con regolarità e imponendosi come uno dei migliori attaccanti del campionato.  A inizio stagione, il classe 2000 ha fissato una clausola rescissoria da 52 milioni, un segnale di grande ambizione. Adesso, con il sogno Europa sempre più concreto, il suo futuro potrebbe essere legato alla volontà della società e alle prospettive della squadra. La Fiorentina sa di avere tra le mani un talento puro e farà di tutto per trattenerlo.  La rivalità tra Fiorentina e Juventus è sempre stata accesa, ma questa volta il destino ha giocato un ruolo particolare: due ex bianconeri sono oggi tra i migliori giocatori della Viola. Fagioli e Kean si sono presi la scena, dimostrando che la loro cessione da parte della Juventus potrebbe essere stata un errore di valutazione.  I numeri di Kean parlano chiaro: è il primo italiano dai tempi di Giuseppe Rossi (2013-2014) a segnare più di 15 gol in Serie A con la maglia viola. Nei migliori cinque campionati europei, solo Erling Haaland ha fatto meglio tra i coetanei. Inoltre, con 21 reti stagionali in 35 presenze, Kean ha eguagliato il record di Dusan Vlahovic nella sua miglior annata a Firenze.  Ora il futuro dipende dalle ambizioni della Fiorentina. Con un centrocampo costruito attorno a Fagioli e un attacco guidato da Kean, la squadra ha il potenziale per diventare ancora più competitiva e puntare in alto. La Juventus, intanto, osserva da lontano e forse si starà chiedendo se aver lasciato andare questi due talenti sia stato un errore di cui pentirsi.  

Palladino ha scelto la strada per l'Europa e passa dal 3-5-2

Il tecnico scommette tutto sul modulo e si gioca la permanenza alla Fiorentina

La Fiorentina di Palladino ha finalmente trovato la sua identità, tornando al 3-5-2, il modulo con cui aveva dato inizio alla stagione, ma che inizialmente sembrava poco adatto alle caratteristiche dei giocatori. Dopo aver provato il 4-2-3-1 tra ottobre e dicembre con discreti risultati, il mercato invernale ha portato con sé nuove necessità tattiche, costringendo la squadra a un ulteriore adattamento. Il ritorno al 3-5-2, però, si è rivelato decisivo, anche se non privo di difficoltà iniziali che hanno comportato una leggera flessione in classifica.I vari aggiustamenti tattici hanno permesso a diversi elementi della squadra di emergere. Ad esempio, Pongracic, che in un primo momento sembrava non essere adatto a giocare nella difesa a tre, è diventato una colonna portante, relegando Comuzzo in panchina. L'arrivo di Pablo Marí ha conferito esperienza e solidità alla retroguardia, mentre il centrocampo, formato da Cataldi, Mandragora e Fagioli, ha offerto un perfetto mix di qualità e grinta. Gosens ha trovato finalmente la posizione ideale, mentre in attacco Gudmundsson si è rivelato il compagno ideale per Kean. Senza la necessità di ricorrere alle ali tradizionali come Sottil e Ikoné, la Fiorentina ha costruito un reparto offensivo più compatibile con il modulo scelto e con gli obiettivi stagionali.Il processo di adattamento non è stato immediato. Dalla partenza con il 3-4-2-1, che ha visto sperimentazioni tattiche e numerosi cambi di protagonisti, si è arrivati gradualmente al 3-5-2 definitivo. È stato necessario del tempo, ma alla fine i risultati sono arrivati. Le vittorie in Conference League e la prestazione convincente contro la Juventus hanno dato la fiducia necessaria alla squadra, che ora guarda con ottimismo all'Europa 2025-26 e al possibile trionfo nella competizione europea in corso.

Fiorentina, la svolta può arrivare dal centrocampo

Palladino studia un reparto eclettico tra equilibrio e qualità

Raffaele Palladino ha a disposizione una rosa di grande qualità, ma allo stesso tempo è chiamato a fare scelte equilibrate. Il centrocampo della Fiorentina potrebbe diventare l'elemento cruciale per dare una scossa alla squadra in questo finale di stagione, con i viola che si giocano ancora tutte le possibilità di successo.L'allenatore ha saputo individuare le necessità in ogni parte del campo, affiancando ai punti di riferimento come De Gea, Dodò, Gosens e Kean, che sono i pilastri su cui ruota tutto il sistema di gioco. Il passaggio al 3-5-2 di qualche settimana fa ha dato nuova vitalità, aumentando l'intensità, il ritmo e l'imprevedibilità del gioco.Il tecnico ha dimostrato grande capacità nel far emergere le qualità dei suoi giocatori, costruendo un centrocampo funzionale al tipo di gioco richiesto. Cataldi, che ha ritrovato la sua migliore forma, si è rivelato fondamentale con il suo contributo in fase difensiva e offensiva. Anche Fagioli sta recuperando terreno, mostrando un'ottima condizione fisica. Queste due evoluzioni sono state cruciali nel coprire le difficoltà dovute agli infortuni di Folorunsho e Adli, oltre a compensare le difficoltà di Richardson e l'adattamento di Ndour. Mandragora, ex Torino, completa un reparto che funziona perfettamente, assumendo un ruolo da leader con grande esperienza.Palladino avrà quindi numerose opzioni a sua disposizione, con il calendario che si fa sempre più fitto. La gestione degli interpreti sarà fondamentale per mantenere l'equilibrio della squadra, dosando le forze in vista di una stagione che finalmente sta regalando i frutti sperati. Tuttavia, sarà sempre il campo a dare l'ultima parola. La prossima sfida contro l'Atalanta, prevista per domenica, si preannuncia essere di alto livello.

Palladino ritrova Adli e Folorunsho. Adesso che succede?

Tante opzioni per il tecnico a centrocampo, ma adesso il sistema di gioco è cambiato

La Fiorentina si prepara alla sfida contro l’Atalanta con notizie confortanti per Raffaele Palladino. Il tecnico viola potrà contare nuovamente su Folorunsho e Adli, rientrati dopo i rispettivi infortuni, arricchendo così le soluzioni a centrocampo. La squadra ha ormai assimilato la difesa a tre, preferita rispetto al 4-2-3-1 utilizzato in passato, e può contare su un reparto mediano tra i più completi della Serie A.Attualmente, la linea centrale è formata da Cataldi, Fagioli e Mandragora, un trio che ha garantito equilibrio e solidità alla squadra. Cataldi ricopre il ruolo di regista, mentre Fagioli ha maggiore libertà di movimento e Mandragora offre intensità e collegamenti tra i reparti. Con il rientro di Adli e Folorunsho, Palladino avrà più margine per adattare la formazione: Adli potrà dare maggiore qualità alla manovra, mentre Folorunsho assicurerà fisicità e dinamismo, particolarmente utili in un modulo come il 3-5-2.Questa abbondanza di alternative consente alla Fiorentina di variare assetti e strategie, sia per il campionato che per le competizioni europee. Adli si è messo in luce nella prima parte della stagione con gol e assist preziosi, mentre Folorunsho garantisce versatilità e intensità. Con una rosa più completa, Palladino potrà gestire meglio le rotazioni nella fase cruciale della stagione.L’Atalanta, nel frattempo, monitora le condizioni dei propri giocatori in vista del match al Franchi. Mentre si attende il rientro di Hien, Kolasinac, Lookman ed Ederson dagli impegni con le rispettive nazionali, Gasperini continua a lavorare con il resto della squadra nel centro sportivo di Zingonia.Le principali preoccupazioni riguardano Retegui, alle prese con una lesione all’adduttore, e Cuadrado, fermato da un problema al bicipite femorale destro. Entrambi stanno provando a recuperare in tempo, ma al momento la loro presenza a Firenze appare in dubbio. Djimsiti, uscito al 67’ della gara tra Albania e Andorra per un fastidio alla caviglia, non sembra destare particolari preoccupazioni e dovrebbe essere regolarmente a disposizione.Situazione più incerta per Palomino, che ha accusato un risentimento al quadricipite sinistro durante un match con l’Under 21, mentre Sulemana sta smaltendo alcuni piccoli problemi fisici legati agli impegni internazionali.Con queste incognite, Gasperini dovrà valutare attentamente la formazione da schierare, cercando di gestire al meglio le forze disponibili in vista di una sfida che si preannuncia intensa.

La Fiorentina vuole blindare Kean: strategia chiara per il futuro

I viola si preparano a respingere gli assalti in arrivo soprattutto dai club di Premier League

La Fiorentina sta lavorando per trattenere Moise Kean e renderlo un elemento centrale del proprio progetto. L'attaccante azzurro è nel mirino di diversi club, ma chiunque voglia acquistarlo dovrà agire rapidamente e sborsare i 52 milioni di euro previsti dalla clausola rescissoria. Il messaggio sembra rivolto soprattutto alle società di Premier League, tra cui Newcastle, Arsenal e West Ham, tutte interessate al giocatore e in grado di sostenere economicamente un'operazione del genere. Tuttavia, il rendimento poco brillante di Kean in Inghilterra, dove con l’Everton ha segnato solo quattro reti in 39 presenze tra il 2019 e il 2021, potrebbe rappresentare un'incognita per il suo ritorno oltremanica.A Firenze, invece, il club viola ha un piano preciso: costruire attorno a Kean una squadra competitiva e garantirgli un ruolo centrale nel progetto tecnico. Per riuscirci, la società dovrà però rivedere il suo attuale ingaggio di 2,2 milioni di euro annui e valutare un possibile aumento della clausola rescissoria, così da scoraggiare le offerte dall’estero. La volontà di trattenere l’attaccante dipenderà comunque anche dai risultati della squadra e dalla sua capacità di crescere e competere ad alti livelli.Un aspetto determinante sarà il piazzamento europeo della Fiorentina nella prossima stagione. La qualificazione a una competizione prestigiosa, come la Champions League, potrebbe convincere Kean a restare e sposare il progetto viola a lungo termine. Al contrario, un’eventuale esclusione dalle coppe renderebbe più difficile resistere agli assalti dei grandi club. Il futuro dell’attaccante, quindi, si intreccia con le ambizioni della Fiorentina e con gli obiettivi che la società riuscirà a raggiungere nei prossimi mesi.

Dai prestiti potrebbero arrivare quasi 60 milioni per il mercato estivo

La Fiorentina si prepara ad un'altra rivoluzione in vista del finale di stagione

La Fiorentina si prepara a un'estate di valutazioni e possibili ritorni. In totale, i giocatori attualmente in prestito potrebbero rappresentare un patrimonio di 64,5 milioni di euro, una cifra che equivale a una squadra intera, riserve incluse. Oltre a pianificare le mosse di mercato per la rosa attuale, il club viola dovrà decidere il destino di chi ha cercato fortuna altrove.L'elenco dei calciatori in prestito è ampio e copre praticamente ogni ruolo, sebbene solo pochi stiano vivendo stagioni realmente positive. Al termine del campionato, la dirigenza dovrà stabilire chi confermare e chi cedere per generare liquidità. Gli incassi dalle cessioni estive e invernali potrebbero alleggerire il bilancio e offrire nuove opportunità di investimento a Rocco Commisso.Tra i casi più incerti c'è quello di Kayode, ceduto al Brentford con un'opzione di riscatto fissata a 17,5 milioni di euro. Tuttavia, il terzino ha giocato appena 30 minuti e ha subito un infortunio al ginocchio, rendendo improbabile la sua permanenza in Premier League. Anche Nzola, attaccante attualmente al Lens, difficilmente verrà riscattato per 9 milioni, complici un'espulsione contestata e le critiche del tecnico. Sorte simile per Sottil, il cui riscatto da parte del Milan per 10 milioni appare in bilico, visto il minutaggio ridotto.Al contrario, qualche segnale positivo arriva da Ikoné, che ha trovato il suo primo gol con il Como, mantenendo viva la possibilità di un incasso da 8 milioni. Biraghi, invece, sta giocando con continuità al Torino, ma il suo riscatto da parte dei granata, essendo simbolico, non porterà grandi guadagni. In Turchia, Barak e Brekalo stanno facendo bene con il Kasimpasa: le loro 20 presenze in Süper Lig potrebbero tradursi in un incasso complessivo di 9 milioni (6 per Barak e 3 per Brekalo).Situazione incerta per Infantino, in prestito all'Al Ain con un'opzione di riscatto da 7 milioni, mentre Sabiri ha già interrotto il prestito con l’Ajman Club e ora milita nell'Al-Taawoun in Arabia Saudita, rappresentando un altro dossier da esaminare.Dei 13 giocatori ceduti in prestito in questa stagione, solo quattro sono partiti con la formula del prestito secco: Christensen alla Salernitana, Valentini al Verona, Bianco al Monza e Kouamé all’Empoli. Per tutti gli altri, le decisioni delle società che li hanno accolti potrebbero incidere in modo significativo sulle finanze viola, determinando nuovi scenari per il futuro mercato della Fiorentina.

La Fiorentina punta tutto su Kean e Gudmundsson

La coppia gol può salvare Palladino e le ambizioni stagionali della società

Moise Kean e Albert Gudmundsson si stanno affermando come la coppia gol della Fiorentina, trascinando la squadra verso la zona Europa. Se Kean ha già dimostrato la sua efficacia sotto porta, l’islandese è la rivelazione delle ultime settimane, ripagando un’attesa durata mesi. Con 21 reti complessive, i due formano la terza coppia più prolifica della Serie A, dietro a Retegui-Lookman (34 gol) e Lautaro-Thuram (24 gol). Le 15 marcature di Kean e le 6 di Gudmundsson superano quelle di altre coppie come Lucca-Thauvin dell’Udinese o Orsolini-Castro del Bologna, confermando il loro impatto offensivo.Nonostante non siano ancora paragonabili a duetti storici come Baggio-Borgonovo o Batistuta-Baiano, Kean e Gudmundsson rappresentano una garanzia per il finale di stagione. Kean ha raggiunto Toni e Gilardino tra i marcatori viola con almeno 20 gol stagionali, mentre Gudmundsson, pur avendo affrontato diverse difficoltà fisiche, sta mostrando un’eccezionale efficienza sotto porta. La sua media realizzativa di un gol ogni 133 minuti è addirittura migliore di quella di Kean (135 minuti). Considerando il suo ruolo da trequartista, il rendimento di Gudmundsson è più vicino a quello di un attaccante puro, in linea con i numeri della scorsa stagione al Genoa.Dopo un periodo complicato, Gudmundsson ha conquistato la fiducia di Palladino, come dimostrano le sue tre recenti presenze da titolare. Da quando è rientrato dall’infortunio, ha giocato cinque partite e segnato tre gol decisivi, tra cui quello contro la Juventus. Intanto, Kean sta vivendo la stagione più prolifica della sua carriera e ha attirato l’interesse di club di Premier League, anche se il suo legame con Firenze e l’obiettivo Mondiale 2026 potrebbero trattenerlo. Con il possibile riscatto di Gudmundsson a fine stagione, la Fiorentina sembra aver già assicurato sia il presente che il futuro del suo reparto offensivo.

La Fiorentina oggi torna in campo (con tante assenze)

Palladino al lavoro per un finale di stagione all'altezza delle ambizioni della società

Dopo il successo ottenuto contro la Juventus, la Fiorentina ha approfittato di una giornata di totale riposo. Giocatori e staff hanno trascorso momenti di relax, dedicandosi alle proprie famiglie e, in alcuni casi, godendosi il mare della costa toscana. Tra questi, Fagioli ha scelto proprio il litorale per rilassarsi e recuperare energie.Oggi la squadra si ritroverà al Viola Park per dare il via alla preparazione di una fase determinante della stagione. Gli impegni si intensificano, con sfide ravvicinate tra campionato e competizioni europee.Questa pausa rappresenta l'ultima vera opportunità per ricaricare le energie prima del rush finale. Tra aprile e maggio, infatti, i viola potrebbero affrontare partite ogni tre giorni, specialmente se riusciranno a conquistare un posto in semifinale di Conference League, obiettivo ampiamente alla loro portata. La ripresa degli allenamenti avverrà senza i giocatori impegnati con le rispettive nazionali.Diverse pedine fondamentali della rosa sono state convocate dalle proprie selezioni: Kean e Comuzzo si sono uniti alla Nazionale maggiore a Coverciano, Gudmundsson ha raggiunto il ritiro dell'Islanda, mentre Pongracic è impegnato con la Croazia. Ndour è stato chiamato dall'Under 21, Caprini e Harder dall'Under 20, mentre Martinelli vestirà la maglia dell'Under 19.

La Fiorentina e il record di punti con Commisso: un segnale di crescita

Dopo 29 gare in campionato solo Paulo Sousa meglio di Palladino

La Fiorentina sta vivendo una stagione di assestamento, ma anche di crescita, sotto la gestione di Rocco Commisso. Per la prima volta da quando l'imprenditore italo-americano ha rilevato il club, la squadra viola ha raggiunto quota 48 punti dopo le prime 29 giornate di campionato. Un dato significativo, che evidenzia il percorso positivo intrapreso dalla società e dallo staff tecnico.L'ultimo campionato in cui la Fiorentina aveva fatto meglio nei primi 29 turni risale alla stagione 2015-16, quando Paulo Sousa guidava la squadra verso un entusiasmante quarto posto momentaneo con 54 punti. Quel gruppo, che includeva giocatori del calibro di Borja Valero, Gonzalo Rodríguez e Josip Iličić, esprimeva un calcio propositivo e spettacolare, anche se nella seconda parte della stagione calò di rendimento.Se consideriamo altre prime stagioni di allenatori alla guida della Fiorentina, il bilancio di Raffaele Palladino si colloca in una fascia intermedia. Al suo esordio in viola, l'attuale tecnico non andò oltre i 47 punti nelle prime 29 gare, mentre Montella nella stagione 2012-13 fece leggermente meglio con 51 punti. Il miglior debutto in assoluto, però, rimane quello di Cesare Prandelli nel 2005-06, quando la sua Fiorentina conquistò ben 57 punti, gettando le basi per la successiva qualificazione in Champions League.Il dato dei 48 punti raccolti quest'anno assume un valore particolare se si considera la crescita del progetto viola sotto la gestione Commisso. L'imprenditore italo-americano, sin dal suo arrivo, ha puntato su una strategia di consolidamento che ha visto la Fiorentina tornare a competere per l'Europa.Con 48 punti in 29 giornate, la Fiorentina si trova in una posizione favorevole per lottare per un piazzamento europeo. La concorrenza è agguerrita, con squadre come Lazio, Milan, Roma e Bologna che spingono per un posto nelle competizioni UEFA, ma la Viola ha dimostrato di poter competere ad alti livelli.L'Europa dei grandi rappresenterebbe un traguardo importante sia per la crescita tecnica della squadra sia per le ambizioni della società. Partecipare alle coppe europee piu prestigiose della Conference garantirebbe un'esperienza internazionale ai giocatori e aumenterebbe la visibilità del club, fattori essenziali per attrarre nuovi talenti e consolidare il progetto sportivo.Il traguardo dei 48 punti non è solo un dato statistico, ma un segnale di un progetto in crescita. La gestione Commisso sta portando risultati concreti e, con la giusta programmazione, la Fiorentina potrebbe tornare stabilmente tra le protagoniste del calcio italiano.*(Dati e statistiche citati da Violanews.com)*

La Fiorentina stanotte si gioca tutto. E Palladino anche

Testa alla Conference, ultimo obiettivo rimasto. In campionato sarà durissima

La Fiorentina si prepara a sfidare il Panathinaikos nel ritorno degli ottavi di finale di Conference League, in una partita che ha il sapore di una finale anticipata. La competizione europea rappresenta ormai l’obiettivo principale della stagione, rendendo questa gara decisiva per il futuro della squadra. Per accedere ai quarti di finale, la Fiorentina dovrà ribaltare la sconfitta per 3-2 subita ad Atene, imponendosi con almeno due reti di scarto. Sarà fondamentale dimostrare capacità di reazione, evitando gli errori del passato e ritrovando brillantezza nel gioco. L’obiettivo è chiaro: segnare, offrire una prestazione convincente e conquistare la qualificazione. Raffaele Palladino e i suoi giocatori sono chiamati a una prova di carattere per tenere vivo il sogno europeo e dare una svolta alla stagione.Il verdetto arriverà in una notte che potrebbe segnare il destino della squadra. Due gli scenari possibili: il primo è il passaggio del turno, con la concreta possibilità di competere per un trofeo e assicurarsi la qualificazione alle competizioni europee della prossima stagione; il secondo, l’eliminazione, che significherebbe un fallimento sportivo e un ambiente ancora più teso. Negli ultimi giorni, la società ha fatto quadrato attorno all’allenatore, consapevole dell’importanza di restare uniti in un momento così delicato. La Conference League rappresenta l’ultima occasione per dare significato a una stagione altalenante, segnata da risultati altalenanti e da una serie di sconfitte che hanno condizionato la classifica in campionato. Tuttavia, per il momento, tutta l’attenzione è rivolta alla coppa.Oltre alle ambizioni della squadra, in gioco c’è anche il futuro di Raffaele Palladino. L’allenatore vede nella sfida contro il Panathinaikos un’opportunità per rilanciare la Fiorentina e placare le tensioni. Consapevole dell’importanza dell’incontro, ha chiamato a raccolta i tifosi, definendolo una finale da vincere a ogni costo. Tuttavia, la risposta del pubblico è stata tiepida, con circa quindicimila biglietti venduti, un dato inferiore alle aspettative per un match così cruciale.Nel corso della conferenza stampa della vigilia, Palladino ha evitato di soffermarsi sul proprio futuro, pur sapendo che due risultati negativi contro Panathinaikos e Juventus potrebbero compromettere il suo percorso a Firenze. Il tecnico ha ribadito che la priorità resta il bene della squadra e ha minimizzato le speculazioni sulle sue scelte, compresa quella del portiere titolare, il cui nome sarà svelato solo al momento della formazione ufficiale.Infine, l’allenatore ha riconosciuto le difficoltà attraversate dalla squadra, con otto sconfitte nelle ultime quattordici gare di campionato, pur difendendo l’atteggiamento propositivo della Fiorentina. Gli infortuni hanno influito, ma non devono diventare un alibi. Ora, tutta la concentrazione è sulla Conference League, rimandando ogni pensiero al campionato fino a domenica.

Palladino progetta una Fiorentina ultra offensiva con il 3-4-3

In porta torna titolare David De Gea

Raffaele Palladino intende ripartire dalle indicazioni incoraggianti emerse nel secondo tempo della sfida contro il Napoli, puntando sull’assetto tattico del 3-4-3 o, in alternativa, sul 3-4-2-1 per affrontare il Panathinaikos. La Fiorentina si trova nella necessità di realizzare almeno una rete per ristabilire l’equilibrio nella corsa alla qualificazione e, successivamente, provare a segnare un secondo gol per dare un significato alla propria stagione. Per raggiungere questo obiettivo, il tecnico viola sta concentrando il proprio lavoro su una strategia offensiva più marcata, nella piena consapevolezza che servirà una squadra determinata e votata all’attacco per ribaltare l’attuale situazione.Dal punto di vista tattico, oltre alla consolidata impostazione del 3-5-2, già utilizzata nelle ultime gare, si sta valutando l’ipotesi di schierare due trequartisti a supporto della punta centrale, che sarà Moise Kean. Per quanto riguarda il reparto difensivo, le scelte potrebbero ricadere su Pongracic, Ranieri e uno tra Comuzzo e Moreno. A centrocampo, invece, le corsie esterne saranno affidate a Dodô e Gosens, mentre in mediana Mandragora, Cataldi e Fagioli si contenderanno due maglie da titolare. Sul fronte offensivo, il ballottaggio è aperto tra Gudmundsson, Zaniolo e Beltrán, con l’attaccante islandese che sembra in vantaggio grazie alla rete realizzata contro il Napoli.La filosofia di gioco di Palladino appare chiara: costruire una Fiorentina più intraprendente, capace di imporre il proprio ritmo e sfruttare fin dai primi minuti la qualità dei suoi interpreti. La scelta del modulo definitivo dipenderà dal tipo di compiti che il tecnico assegnerà ai due giocatori schierati dietro Kean, ma la direzione intrapresa è quella di un tridente offensivo che possa garantire un attacco efficace e ragionato. L’unico nodo da sciogliere resta legato alle condizioni fisiche di Gudmundsson: se l’islandese non dovesse garantire la giusta tenuta atletica, potrebbe lasciare spazio a Zaniolo. In ogni caso, la squadra si prepara a una gara d’assalto, consapevole della necessità di conquistare la qualificazione con una prestazione di alto livello.Se l’attenzione è rivolta principalmente ai dieci calciatori di movimento, altrettanto cruciale sarà la scelta di chi difenderà i pali in questa delicata sfida di ritorno di Conference League. La domanda è più che legittima: chi sarà il portiere titolare contro il Panathinaikos? Terracciano, protagonista sfortunato nella gara di andata, rappresenta un’incognita, mentre De Gea si configura come una certezza, avendo dimostrato di essere tra i migliori estremi difensori del campionato. L’ex portiere dell’Empoli non scendeva in campo da oltre due mesi e mezzo ed era stato designato come titolare per le sfide europee, ma ora la decisione si complica. La sua prestazione negativa in Grecia ha lasciato qualche dubbio e, all’interno della società, si sta riflettendo sull’importanza di proseguire il cammino in Conference League senza rischi.Nonostante abbia disputato un campionato di alto livello, De Gea ha commesso quello che si può considerare il suo primo errore significativo nella partita contro il Napoli, come dimostra la respinta non perfetta sul gol di Lukaku. Tuttavia, il resto della sua prestazione è stato di ottima fattura. Fino a questo momento, non è mai stato impiegato in Conference League, fatta eccezione per i turni preliminari contro il Puskás Akadémia, in cui è riuscito a mantenere la porta inviolata per ben otto volte. Alla fine, la scelta definitiva spetterà a Palladino, ma secondo alcune fonti vicine al club, l’ex portiere del Manchester United sembra il principale candidato per difendere la porta nella gara di ritorno. Questa mattina si svolgerà la rifinitura, durante la quale verrà presa la decisione finale.

Fiorentina, l'unica speranza è Gudmundsson

Con la sconfitta di Napoli il cammino in campionato è ormai compromesso. Palladino punta tutto sulla Conference

Nonostante la sconfitta contro il Napoli, la Fiorentina può cercare una nota positiva nella prestazione di Albert Gudmundsson. L'attaccante islandese, per la seconda volta in stagione in campo per tutti i 90 minuti, ha realizzato il suo quinto gol in campionato con un tiro preciso su assist di Kean. Questo risultato, unito al minutaggio accumulato, rappresenta un segnale positivo, anche se il suo coinvolgimento nel gioco della squadra potrebbe ancora migliorare.A Napoli, Gudmundsson ha registrato i suoi migliori dati stagionali in termini di tocchi e passaggi riusciti, confermandosi elemento fondamentale per la fase offensiva. È stato l’unico giocatore viola a centrare lo specchio della porta, dimostrando il suo valore. L’allenatore Palladino ha elogiato la sua prestazione, sottolineando l'importanza del suo rientro dopo una serie di infortuni, tra cui una frattura al coccige subita a febbraio.Con questo gol, il numero 10 viola diventa il secondo miglior marcatore della squadra dietro Kean, che ha segnato 15 reti. Tuttavia, i ripetuti infortuni hanno limitato il suo contributo, lasciando qualche rimpianto su ciò che avrebbe potuto offrire alla squadra. Nonostante questo, il suo talento e la sua creatività saranno fondamentali nel finale di stagione per spingere la Fiorentina verso l'obiettivo europeo.Dopo la sconfitta di Napoli, la squadra deve ora concentrarsi interamente sulla Conference League. Giovedì 13, alle 21, i viola torneranno in campo allo stadio Franchi per il ritorno degli ottavi di finale contro il Panathinaikos. L'obiettivo sarà ribaltare il 3-2 subito all'andata e conquistare i quarti di finale, dove affronteranno una tra Celje e Lugano.Anche il Panathinaikos, che porterà numerosi tifosi al seguito a Firenze, ha disputato la sua partita di campionato nella giornata di ieri. L'allenatore Rui Vitoria ha schierato gran parte dei titolari e ha potuto contare sul ritorno tra i convocati di due pedine importanti come Jedvaj e Pellistri, quest'ultimo ex compagno di De Gea al Manchester United. Per la Fiorentina, Palladino potrà nuovamente contare su Mandragora e Zaniolo, assenti per squalifica contro il Napoli, ma dovrà fare a meno di Pablo Marì e Ndour, esclusi dalla lista UEFA. Resta la speranza di recuperare Adli, convocato ma non impiegato a Napoli, oltre a Colpani e Folorunsho, per avere a disposizione la rosa al completo in vista della sfida decisiva.

La Fiorentina ha molti problemi difficili da risolvere ed interrogativi irrisolti

Dalla gara di ieri emerge tutta la fragilità del gruppo di Palladino

Ieri sera, dalla gara di Atene, è emersa in maniera definitiva una triste conferma: il vero problema è la Fiorentina, più ancora della sconfitta subita. La qualificazione è ancora possibile, poiché il Panathinaikos, pur vincendo, ha confermato di essere una squadra mediocre. Tuttavia, anche ad Atene i viola hanno mostrato una preoccupante involuzione. L’andata degli ottavi di finale di Conference League ha lasciato una pessima sensazione sotto il profilo tattico, tecnico e caratteriale.  Il primo tempo, chiuso sul punteggio di 2-2, è stato deludente e segnato dagli errori di Terracciano e di altri giocatori, ma almeno la Fiorentina ha avuto la forza di reagire al doppio svantaggio iniziale. La ripresa, invece, è stata persino peggiore, davvero disastrosa: la squadra non è riuscita a prendere in mano la partita e, dopo aver incassato il terzo gol, non ha creato alcuna occasione, dimostrandosi incapace di alzare il ritmo e impensierire gli avversari. E meno male che nella ripresa le reti subite non sono state più di tre, perché altrimenti la qualificazione sarebbe stata seriamente compromessa. Rimane comunque in bilico e si deciderà nel match di ritorno, in programma giovedì prossimo.  I numeri del secondo tempo parlano chiaro: solo tre tiri verso lo specchio della porta, un’unica vera occasione da gol, un indice di Expected Goals pari a 0,19% e un possesso palla del 42%. Ma, dopo la prestazione di ieri, restano ancora molte domande senza risposta. Eccone alcune:  - Perché i viola hanno sbagliato approccio alla gara due volte, sia nel primo che nel secondo tempo?  - Perché, dopo una reazione d’orgoglio e aver ripreso in mano la partita, la squadra si è spenta invece di continuare sulla scia dell’entusiasmo?  - Perché Palladino e i giocatori (Beltrán ieri è stato l’ennesimo caso) continuano a parlare di un problema mentale? Alla Fiorentina serve un allenatore o uno psicologo?  - Perché Terracciano, dopo mesi di inattività, è stato schierato titolare con un endorsement pesantissimo da parte del tecnico (che parla anche a nome della società)?  - Perché, se l’idea era quella di schierare Terracciano titolare, non è stato reinserito gradualmente per testarne la condizione nelle gare di campionato contro Como, Verona e Lecce, che sulla carta erano più abbordabili per la Fiorentina?  - Perché, in occasione del primo gol del Panathinaikos, un calciatore greco è riuscito a passare indenne tra ben quattro giocatori viola?  - Perché Ranieri marca l’avversario a tre metri di distanza?  - Perché Pietro Comuzzo, dopo il mercato di gennaio, non è più lo stesso e perché la sua gestione, come quella di Pongracic, appare cervellotica e inspiegabile?  - Perché Zaniolo, squalificato domenica contro il Napoli, non è sceso in campo nella gara di ieri sera?  - Perché Gudmundsson, recuperato miracolosamente dopo una settimana per una frattura al coccige, è stato mandato in campo in condizioni atletiche visibilmente non idonee, per di più in un momento in cui la Fiorentina avrebbe avuto bisogno di una forte spinta atletica, tecnica ed emotiva?  - Perché Fagioli non gioca dall’inizio?  Probabilmente abbiamo dimenticato qualcosa, ma queste sono solo alcune delle domande che restano, non solo dopo la gara di ieri sera, ma dopo l’intera stagione della Fiorentina fino a questo momento.  Ah no, scusate. Ne manca ancora una: chi giocherà in porta giovedì prossimo?

Torna la Conference, prima regola: non prendere gol

Il piano è sfruttare il ritorno di Kean e blindare la porta di De Gea in vista del ritorno

Ad Atene dovrà essere esaltato il concetto di difesa, che è ben diverso da una difesa a oltranza o da una difesa fine a sé stessa, rinunciando al resto. Tutt’altro: significa trovare la miglior combinazione tra rendimento individuale e di reparto (con l’aiuto essenziale degli altri due), limitando al minimo gli errori e alzando il più possibile la qualità delle prestazioni.Siccome un po’ di retorica da impresa non può mancare, ed evitando comunque di dire “clima infuocato” per non cadere nei luoghi comuni, consideriamo il possibile/probabile ambiente non esattamente semplicissimo per la spinta dei tifosi greci. Non segneranno gol, ma un effetto lo provocano. Ecco dunque servito l’obiettivo sul campo del Panathinaikos, su cui la Fiorentina può costruire la qualificazione ai quarti: primo, non prenderle.Difendere i pali da tutti gli attacchi greci, impedire che il pallone superi la linea viola, salvaguardare a tutti i costi l’imbattibilità: così facendo, sarebbe come minimo – ma minimo – garantito il pareggio, e più probabilmente qualcosa in più, avendo la Fiorentina Kean e i greci no. Il tutto da mettere poi a frutto davanti al pubblico del Franchi giovedì 13, per ottimizzare il vantaggio di giocare la gara di ritorno in casa.L’imbattibilità della porta non chiuderebbe definitivamente la contesa, questo no, ma la indirizzerebbe, oltre a dare un chiaro segnale di ritrovata solidità, che non guasta mai. Anzi. E non è una coincidenza che venerdì scorso la Fiorentina sia riuscita a interrompere la serie negativa di tre sconfitte consecutive in Serie A vincendo contro il Lecce, ma soprattutto permettendo a De Gea la soddisfazione di uscire dal campo senza aver incassato gol. Sempre non per caso, la partita precedente al filotto negativo era stata quella della clamorosa vittoria sull’Inter al Franchi, con praticamente undici giocatori contati nella squadra viola: senza reti al passivo, per uno squillante 3-0.

Fiorentina e Comune al lavoro per il futuro dello stadio Franchi

Obiettivo seguire il cronoprogramma e raggiungere una capienza adeguata per il centenario

La questione legata allo stadio Franchi entra in una fase decisiva. Nel corso dei prossimi mesi, verrà definito un cronoprogramma che si estenderà fino al 2026, stabilendo i tempi e le modalità dei lavori, la nuova convenzione per la stagione 2025-2026, e soprattutto, si discuterà del possibile coinvolgimento economico della Fiorentina nel completamento dell’opera. Questo tema diventerà ancor più centrale con l'imminente ritorno in Italia di Rocco Commisso, previsto tra marzo e aprile. In queste occasioni, il presidente della Fiorentina avrà incontri con il Comune di Firenze e con la sindaca Sara Funaro.I lavori di ristrutturazione dello stadio continuano, anche se con alcuni ritardi causati dal maltempo. Attualmente, la palificazione della tribuna Fiesole dovrebbe essere completata nelle prossime settimane, mentre il cantiere nella tribuna Maratona è già partito sotto la Torre. La maggior parte degli interventi, tuttavia, si concentrerà nel periodo compreso tra maggio e settembre, sfruttando la pausa estiva del campionato di calcio. Per la stagione 2024-2025, la capienza dello stadio resterà simile a quella attuale, con circa 24.000 spettatori, e la tribuna Fiesole rimarrà ancora inagibile.L’obiettivo a lungo termine, in vista del centenario della Fiorentina nell’agosto del 2026, è quello di arrivare a una capienza complessiva di 34.478 posti. Tuttavia, nonostante questo obiettivo ambizioso, è previsto che i lavori non siano completamente terminati entro quella data. Il nodo cruciale che deve essere risolto riguarda il finanziamento dell’opera. La Fiorentina si è dichiarata disponibile a investire tramite un progetto di project financing, ma con delle condizioni precise: una concessione di durata compresa tra i 20 e i 50 anni, oltre al controllo sulle opere rimanenti, che comprendono la copertura dello stadio, la nuova curva Ferrovia, la riqualificazione della tribuna Maratona, la realizzazione di aree VIP e spazi commerciali.In caso la Fiorentina non dovesse procedere con l’investimento, un’altra opzione possibile sarebbe quella di far diventare Firenze una delle città ospitanti per l’Europeo 2032. Attualmente, lo stadio Franchi è tra i cinque impianti italiani candidati, ma la decisione finale su quali stadi ospiteranno il torneo arriverà solo nell'ottobre del 2026.

Gudmundsson convocato a sorpresa. Palladino sceglie la difesa a 3

Il tecnico campano si gioca la permanenza sulla panchina viola nella sfida di stasera contro il Lecce

La Fiorentina di Raffaele Palladino è in cerca di riscatto dopo tre sconfitte consecutive che hanno deluso i tifosi. L'obiettivo è tornare alla vittoria contro il Lecce nell'anticipo del venerdì sera, per mantenere la propria posizione nella corsa europea. La Viola dovrà fare a meno di diversi giocatori, soprattutto in attacco, con Colpani e Moise Kean indisponibili. Il Lecce, dal canto suo, è ancora arrabbiato per il rigore che ha deciso la sconfitta contro l'Udinese e non può permettersi troppi passi falsi nella lotta per la salvezza.Palladino dovrà decidere il sistema di gioco, tra la difesa a quattro e quella a tre. Probabilmente opterà per la seconda, con Dodo e Gosens sulle fasce. La formazione in mezzo al campo è ancora da definire, con Cataldi, Ndour e Mandragora in lizza per un posto. Fagioli è in ballottaggio con l'ex PSG, mentre Zaniolo e Beltran sono sicuri del posto in attacco. Adli e Folorunsho sono ancora out, mentre Gudmundsson è tornato tra i convocati dopo l'infortunio al coccige. Il suo impiego dal primo minuto è però improbabile.Il Lecce, guidato da Giampaolo, dovrà affrontare le prime sette squadre della classifica nelle prossime dodici partite. La squadra pugliese ha scelto di allenarsi sul campo dell'Affrico per provare gli ultimi schemi. Marchwinski e Pierotti sono indisponibili, mentre Helgason, Gallo e Banda sono tornati da precedenti infortuni.

Palladino all-inn: il tecnico si gioca la panchina domani. Ecco le sue scelte

Col Lecce Palladino potrebbe proporre un 3-5-2 oppure tornare alla formazione conservativa vista nelle due recenti gare contro l'Inter

L'assenza di Kean costringerà Raffaele Palladino a rivedere l'assetto offensivo della squadra, con Beltran probabile terminale avanzato e Zaniolo a supporto. Tuttavia, l'argentino potrebbe arretrare a centrocampo per garantire maggiore copertura. Caprini potrebbe rimanere una soluzione dalla panchina, vista l'importanza della gara. Oltre alla questione attacco, si aggiunge un ulteriore nodo a centrocampo, complicato dalla squalifica di Richardson e dalle condizioni precarie di Adli, che cerca di rientrare dopo tre partite fuori per un infortunio alla caviglia, e di Folorunsho, alle prese con un problema muscolare.L'allenatore sta valutando due alternative tattiche: un 3-5-2 per dare solidità e spinta alla manovra oppure un più prudente 4-4-2, già adottato in emergenza contro l'Inter. La decisione dipenderà molto dall'esito delle ultime verifiche su Folorunsho, reduce da una gara difficile a Verona e non al meglio già nella sfida precedente contro il Como. Se riuscisse a recuperare, aumenterebbero le chance di vedere un centrocampo a tre, soluzione che garantirebbe un miglior equilibrio alla squadra. Tuttavia, il pessimismo rimane, anche se Ndour potrebbe emergere come alternativa per completare il reparto accanto a Mandragora o Cataldi, mentre Fagioli sembra destinato a partire titolare.In tal caso, si potrebbe vedere Fagioli in regia affiancato da due tra Mandragora, Ndour e Cataldi, con Dodo e Gosens a presidiare le fasce e dare profondità alla manovra. In difesa, Comuzzo sembra il prescelto per il ruolo sul centrodestra, completando il reparto con Pongracic e Ranieri. In avanti, Zaniolo e Beltran si spartirebbero i compiti offensivi, cercando di non far rimpiangere Kean.Se invece Folorunsho non dovesse farcela e Adli non fosse ritenuto pronto per scendere in campo, Palladino potrebbe optare per una formazione più conservativa, simile a quella vista contro l'Inter. Le alternative sarebbero limitate a Moreno, Pablo Marí, Cataldi o Mandragora, Ndour e Caprini, oltre ai portieri Terracciano e Martinelli. In questa ipotesi, il modulo più probabile sarebbe il 4-4-2, con Comuzzo, Pongracic, Ranieri e Parisi davanti a De Gea. A centrocampo, Dodo e Gosens (o Parisi, in base alle scelte tattiche) agirebbero sulle corsie laterali, mentre la coppia centrale sarebbe formata da due tra Fagioli, Mandragora e Cataldi. Davanti, Beltran resterebbe il riferimento principale con Zaniolo a sostegno o viceversa.Una situazione non ideale per una gara così delicata, ma l'allenatore ha assicurato che la squadra sta lavorando con determinazione per superare le difficoltà e affrontare la partita al meglio delle proprie possibilità. Nel frattempo, il risultato di domani sera potrebbe essere decisivo per il futuro di Palladino sulla panchina della Fiorentina.

Fiorentina, anatomia di una crisi: Palladino col Lecce si gioca la panchina

La sua squadra, piccola con le “piccole”, è affetta da molteplici problemi che appaiono senza soluzione

La Fiorentina è in difficoltà. Dopo la sconfitta contro il Verona, la squadra di Palladino ha dimostrato di avere problemi nel creare gioco contro squadre che si chiudono in difesa. Questo trend negativo si è già visto nelle partite contro Parma, Empoli, Venezia e Monza, dove la Fiorentina ha ottenuto solo 4 punti senza mai vincere. La prossima partita contro il Lecce sarà un test cruciale per cercare di invertire la rotta.La Fiorentina ha concesso ben 13 punti alle squadre in lotta per non retrocedere, un dato preoccupante che evidenzia la fragilità della squadra in queste sfide. La sconfitta contro il Verona ha confermato questa tendenza: i viola faticano a costruire il gioco contro avversari che si chiudono e ripartono in contropiede. Il problema è evidente fin dalla sconfitta contro il Como e si è aggravato nel 2025, con solo 7 punti in 7 partite. Il calendario non aiuta: dopo il Lecce, la Fiorentina affronterà Napoli, Juventus, Milan e Atalanta, un tour de force che metterà alla prova la squadra.La partita contro il Lecce sarà un banco di prova per capire se la Fiorentina è in grado di gestire meglio gli impegni contro le squadre di bassa classifica, fondamentali per la corsa all'Europa. Ma quale modulo adottare? Il 4-2-3-1 utilizzato a Verona non sembra adatto ai nuovi arrivati. La cessione di Sottil e Ikoné si è rivelata rischiosa, con Folorunsho e Zaniolo che non hanno la velocità necessaria per le fasce. Il centrocampo è un altro punto debole: Beltran, schierato come trequartista, offre copertura ma manca di incisività. Gudmundsson, invece, è un peso morto a causa degli infortuni e dell'adattamento incompleto. L'arrivo di Fagioli e Ndour doveva dare nuovo impulso alla mediana, ma Palladino li ha impiegati come trequartisti o esterni alti, senza mai dare loro un ruolo fisso in mezzo al campo.La difesa è un'altra area problematica. La Fiorentina subisce troppi gol e l'assenza di Kean aggrava la situazione in attacco. Dodò a destra non ha un ricambio adeguato, mentre Pongracic è stato utilizzato in modo discontinuo. Anche le scelte difensive di Palladino sono state discutibili, come l'inserimento di Mari a partita in corso contro il Verona. L'assenza di Kean rende ancora più difficile la situazione, visto che manca un'alternativa valida in attacco.La Fiorentina rischia di perdere terreno nella corsa all'Europa. I punti persi contro le squadre meno quotate pesano molto e un cambio di marcia è necessario per raggiungere l'obiettivo di un piazzamento prestigioso. 

Palladino confermato (per ora), ma con il Lecce si gioca tutto

Per Kean tempi di recupero ancora incerti, l'allenatore al lavoro per trovare una soluzione per i prossimi impegni

La Fiorentina ha subito la sua terza sconfitta consecutiva, un risultato che evidenzia un preoccupante calo di rendimento della squadra, che ha raccolto solamente 9 punti nelle ultime 12 giornate di campionato. Il gol di Bernede, segnato al '95, ha punito una formazione che si è dimostrata priva di idee e incisività, riuscendo a calciare verso la porta avversaria solo una volta nel secondo tempo. La mancanza di reazione da parte della squadra, unita all'incapacità di sfruttare le sconfitte di Bologna e Milan, rende la situazione in classifica ancora più critica, con la Roma pronta a ridurre ulteriormente il margine tra il sesto e il nono posto.Il tecnico Palladino ha preso su di sé la responsabilità di questo momento negativo, parlando di una mancanza di serenità all'interno del gruppo e della necessità di lavorare duramente per uscire dalla crisi attuale. I numeri parlano chiaro e sono impietosi: la Fiorentina ha ottenuto solo tre vittorie nelle ultime dodici partite, ha subito almeno un gol in sei trasferte consecutive e ha mostrato un crollo evidente rispetto alla brillante striscia di otto successi ottenuti in autunno. Nonostante la fiducia espressa dalla società, la posizione di Palladino appare sempre più sotto pressione e meno solida. La Fiorentina ha mostrato difficoltà soprattutto contro le squadre che si chiudono in difesa, evidenziando limiti nella costruzione del gioco e nell’imprevedibilità offensiva.Il club sta riflettendo attentamente sulla situazione, consapevole che le aspettative sono cresciute notevolmente dopo un mercato ambizioso. Palladino sta cercando di mantenere la calma, tentando di trasmettere tranquillità alla squadra per ritrovare risultati positivi. Tuttavia, la Fiorentina rischia di allontanarsi sempre di più dagli obiettivi stagionali, e il prossimo impegno contro il Lecce potrebbe rivelarsi decisivo per il futuro dell’allenatore, che si trova ora nel momento più delicato della sua avventura a Firenze.Palladino ha dichiarato di sentirsi il primo responsabile della situazione e ha chiesto scusa alla piazza e ai tifosi. Tuttavia, al triplice fischio finale si sono diffuse voci riguardanti un possibile esonero, che si sono tradotte in una conferma, almeno per il momento. La realtà, però, è che la Fiorentina ha subito la terza sconfitta consecutiva e la classifica rischia di far dimenticare la zona europea. Sul banco degli imputati, oltre alla squadra e al tecnico, c'è anche il gioco stesso. Da oggi si riparte, con il Lecce che arriverà venerdì, una gara che potrebbe rivelarsi chiave anche per lo stesso allenatore.Infine, come se non bastasse, la domenica è stata ulteriormente segnata dall'infortunio di Moise Kean. Durante la partita contro il Verona, Kean ha riportato un trauma cranico, ma gli esami effettuati hanno dato esito negativo, escludendo danni gravi. Nonostante il grande spavento causato dal violento scontro con Dawidowicz, il giocatore è rimasto cosciente ed è stato trasportato in ospedale per accertamenti, per poi essere dimesso nella notte. Dopo il colpo all’arcata sopraccigliare, Kean ha tentato di rientrare in campo, ma ha dovuto fermarsi e accasciarsi, rendendo necessario l’intervento dei soccorsi e l’uscita in barella. Le sue condizioni saranno monitorate quotidianamente, ma la sua presenza nella prossima partita contro il Lecce è fortemente a rischio.Questa assenza complica ulteriormente la situazione della Fiorentina, già priva di attaccanti di ruolo, con Gudmundsson e Colpani fuori per infortunio. Palladino, preoccupato per le condizioni di Kean, dovrà trovare soluzioni alternative in vista dei prossimi impegni, compreso il ritorno in Europa con la doppia sfida in Conference League contro i greci del Panathinaikos.

La Fiorentina cerca punti, gol e solidità difensiva sperando nel ritorno dei suoi uomini migliori

Le ambizioni in campionato e in Europa passano da Kean, Zaniolo e Comuzzo

Il doppio infortunio di Gudmundsson e Colpani ha aumentato notevolmente la pressione su Lucas Beltran, il quale finora ha mostrato un rendimento al di sotto delle aspettative. Nonostante abbia fornito 6 assist in 29 partite, il suo contributo in attacco è stato deludente, con solo 4 gol realizzati in campionato e appena 7 tiri in porta in 21 partite di Serie A. Beltran sta faticando a interpretare il ruolo di prima punta, dimostrando una maggiore efficacia quando gioca come trequartista o mezzala.Il suo rendimento in zona-gol è ben lontano da quello che aveva mostrato in Argentina, dove era riuscito a segnare 16 gol in una stagione con il River Plate. A 25 anni, Beltran non ha ancora trovato una specializzazione nel suo gioco, nonostante possieda alcune buone qualità, come la pulizia del palleggio e l'impegno che dimostra in campo. La nuova sfida per il tecnico Palladino sarà quella di riscoprire il Beltran attaccante, che finora è stato poco presente a Firenze, considerando che dietro Kean non ci sono altre opzioni valide. Il tecnico viola si aspetta da lui una maggiore incisività in fase offensiva.Per questo motivo, la Fiorentina ha un urgente bisogno dei suoi calciatori migliori, a cominciare da Moise Kean e Nicolò Zaniolo. Entrambi hanno vissuto un percorso simile: sono talenti precoci, messi sotto i riflettori troppo presto e chiamati a essere uomini quando erano ancora ragazzi. Hanno affrontato momenti difficili, tra aspettative non mantenute e atteggiamenti sopra le righe, ma il tempo li ha portati a maturare. Kean, ora alla Fiorentina, sta vivendo una stagione da protagonista, riuscendo a cancellare il passato negativo e diventando un pilastro per la squadra di Palladino.Zaniolo, d'altra parte, è arrivato a Firenze dopo un’esperienza a Bergamo che non ha brillato del tutto, ma che gli ha permesso di ritrovare la condizione fisica. Il suo esordio da prima punta contro il Como non è stato convincente, ma il destino gli ha subito offerto un’opportunità: l’infortunio di Gudmundsson ha aperto la strada alla sua convivenza in attacco con Kean. Questa è un’occasione che i due amici aspettavano da tempo.Oltre alla ricerca del gol e dei punti da accumulare in classifica, la Fiorentina deve affrontare anche il problema dei gol incassati. Infatti, dopo un brillante inizio di stagione sotto questo profilo, la difesa della Fiorentina ha subito un netto calo, tornando a numeri simili a quelli degli ultimi due campionati. Nelle ultime 11 partite, la squadra di Palladino ha incassato 17 gol, rispetto ai soli 10 subiti nelle prime 14 giornate. Dalla gara con il Bologna, solo Parma, Monza ed Empoli hanno subito più reti dei viola.Un elemento chiave per la solidità difensiva è Pietro Comuzzo, un giovane talento che, dopo un avvio da titolare indiscusso, ha vissuto un periodo di appannamento culminato con alcune prestazioni incerte, portando Palladino a preferirgli Pongracic. Tuttavia, con l’aumento del numero di partite tra Serie A e Conference League, il ritorno del difensore, frutto del vivaio viola, nelle rotazioni appare inevitabile. Possibili soluzioni tattiche includono un suo impiego nella difesa a tre o un’alternanza con Ranieri, che ha giocato senza sosta nelle ultime 12 partite.Per Comuzzo, reduce da un mercato movimentato con il corteggiamento del Napoli e la scelta di restare a Firenze, sarà fondamentale ritrovare continuità e dimostrare il valore che gli aveva garantito la chiamata in Nazionale lo scorso novembre. La Fiorentina ha bisogno di una difesa più solida e ritrovare il miglior Comuzzo potrebbe essere la chiave per tornare competitivi sia in Italia che in Europa.

Fiorentina riprenditi! Ora o mai più. Palladino è ad un bivio

I numeri parlano chiaro: bisogna invertire la rotta subito per evitare un finale di stagione anonimo

L'8 e il 15 dicembre 2024 rappresentano due date cruciali nel percorso della Fiorentina in Serie A. Da un 1-0 all'altro, si può notare un netto cambiamento nel cammino della squadra viola. La vittoria contro il Cagliari aveva portato la Fiorentina a una striscia di otto vittorie consecutive, ma la successiva sconfitta contro il Bologna ha dato il via a una serie di risultati negativi che hanno ridotto significativamente il vantaggio accumulato su molte delle rivali per un posto in Europa. Dopo il successo contro il Cagliari, i viola avevano raggiunto 31 punti in classifica, collocandosi al terzo posto insieme a Inter e Lazio, a un punto dal Napoli e a tre dalla capolista Atalanta. Inoltre, la squadra di Palladino, all'epoca con una partita in meno, aveva costruito un buon margine su Juventus (+4), Milan e Bologna (+9), e addirittura su Roma (+15).Tuttavia, la situazione è cambiata drasticamente, con le inseguitrici che hanno iniziato a recuperare terreno, avvicinandosi o superando la Fiorentina, che ha visto il suo bottino ridursi. Il confronto più significativo è con la Roma di Ranieri: dopo 15 giornate, i giallorossi erano distanti 15 punti dalla Fiorentina (con una partita in più giocata), ma ora, pur occupando il nono posto, sono a soli 5 punti dalla squadra di Palladino. La Roma ha ottenuto 21 punti nelle ultime 10 partite, mentre la Fiorentina ha raccolto solo 11 punti in 11 partite, inclusa la recente vittoria nel recupero contro l'Inter. Inoltre, la Fiorentina ha lasciato per strada 8 punti rispetto a Juventus, Milan e Bologna, che nelle ultime 10 partite hanno totalizzato 19 punti.Dalla metà di dicembre, i viola hanno vinto solo 3 delle 11 partite disputate, con 6 sconfitte, segnando 13 gol (di cui 6 realizzati da Kean) e subendone ben 17, mantenendo la porta inviolata solo in un'occasione, contro l'Inter. Hanno totalizzato 11 punti, gli stessi ottenuti da Cagliari e Verona, uno in meno del Lecce e due in meno del Como. La Fiorentina ha dimostrato di essere soggetta a repentini cambiamenti di risultati in questa stagione: adesso la lotta per le posizioni dal quarto al nono posto si è trasformata in un vero e proprio tumulto, con sei squadre racchiuse in soli 9 punti.

I dolori del giovane Gud, tra infortuni ed un atteggiamento non sempre impeccabile in campo

La Fiorentina ha bisogno di lui per coltivare ancora il sogno (ormai quasi utopia) Champions

L'annata di Albert Gudmundsson continua a essere segnata da una serie di problemi fisici che influiscono sulla sua condizione e sul suo morale. Recentemente, durante la partita contro il Como, ha subito un infortunio pochi minuti dopo il suo ingresso in campo. Un lungo passaggio di Strefezza è stato deviato da Mandragora, e mentre Gudmundsson saltava per colpire il pallone, un contatto con Caqueret lo ha sbilanciato, facendolo cadere pesantemente sull'osso sacro. Nonostante il tentativo di rimanere in campo, ha dovuto chiedere il cambio dopo soli diciannove minuti, coprendosi il volto con la maglia per nascondere la sua delusione.La sua partecipazione alla partita è stata breve, essendo entrato al 55' al posto di Zaniolo, nella speranza di portare quella scintilla tecnica che la squadra di Palladino non era riuscita a trovare. Era partito dalla panchina a causa di una settimana di febbre e tonsillite, come spiegato dal tecnico.Gudmundsson appare triste e a disagio, e le ragioni di questo stato d'animo sono difficili da individuare. Dal punto di vista fisico, non è mai riuscito a esprimere il suo potenziale. È arrivato a Firenze con un problema al polpaccio e ha dovuto attendere fino al 22 settembre per debuttare, entrando nella ripresa e contribuendo in modo decisivo alla vittoria contro la Lazio. Tuttavia, meno di un mese dopo, ha subito un altro infortunio a Lecce, che lo ha costretto a rimanere fuori fino ai primi di dicembre. Successivamente, ha affrontato una febbre con tonsillite che lo ha tenuto lontano dal campo nella sfida contro l'Inter, e ora si trova a dover affrontare un nuovo infortunio.In totale, ha collezionato diciotto presenze in tutte le competizioni, segnando cinque gol, ma ha giocato solo 820 minuti. A complicare ulteriormente la situazione ci sono stati anche pensieri extracampo che hanno influito sulla sua serenità. Il 10 ottobre, il tribunale distrettuale di Reykjavik lo ha dichiarato innocente in merito a un'accusa di cattiva condotta sessuale, ma il 4 novembre la Procura ha deciso di fare ricorso, il che significa che la questione potrebbe non risolversi prima di giugno 2025.La Fiorentina ha acquisito Gudmundsson dal Genoa con un prestito oneroso di 8 milioni e un diritto di riscatto fissato a 17 milioni più 3,5 di bonus, per un totale massimo di 28,5 milioni, rendendolo l'acquisto più costoso della storia del club. È difficile prevedere come si evolverà la situazione, ma i prossimi tre mesi saranno cruciali per il futuro di un giocatore che Palladino ha fortemente voluto. Ci si può chiedere cosa sarebbe potuta essere la Fiorentina con il suo miglior giocatore in piena forma, sperando che non sia troppo tardi per trovare risposte a queste domande.

I numeri del calvario di Albert Gudmundsson

L'islandese è il grande assente nella stagione viola e la Fiorentina adesso è in dubbio sul suo riscatto

Albert Gudmundsson sta affrontando un'annata difficile con la maglia della Fiorentina. Dopo il colpo subito durante la partita contro il Como, che lo ha costretto a lasciare il campo dopo meno di 20 minuti dal suo ingresso, la sua situazione è diventata ancora più complicata. In 25 partite di Serie A disputate dalla Fiorentina, Gudmundsson ha saltato 11 incontri a causa di vari infortuni.Nelle prime quattro giornate, ha dovuto recuperare da un problema al polpaccio che si era portato da prima del suo arrivo a Firenze. È rientrato nella ripresa della partita contro la Lazio alla quinta giornata, perdendo così i primi 360 minuti e i primi 45 della sfida con i laziali. Successivamente, ha subito un nuovo infortunio a Lecce dopo soli 9 minuti di gioco, disputando 45 minuti contro la Lazio, 71 contro l’Empoli e 77 contro il Milan. L'infortunio subito a Lecce lo ha costretto a rimanere fuori per cinque partite, accumulando altri 450 minuti di assenza. Dopo il rientro, ha giocato 23 minuti contro il Cagliari, 58 contro il Bologna, 28 contro l’Udinese, 59 contro la Juventus, non ha giocato contro il Napoli, ha disputato 45 minuti contro il Monza, 76 contro il Torino, 77 contro la Lazio, 90 contro il Genoa, è rimasto in panchina nella sconfitta per 3-0 contro l’Inter, ha giocato 10 minuti a San Siro e 19 contro il Como. Ha anche collezionato 118 minuti in Conference League e 15 in Coppa Italia.In totale, escludendo i recuperi, Gudmundsson ha registrato 18 presenze, di cui 10 da titolare, per un totale di 820 minuti. Dall'arrivo in viola il 16 agosto, la Fiorentina ha disputato 34 partite ufficiali, accumulando 3090 minuti di gioco (2250 in Serie A, 90 in Coppa Italia e 750 in Conference League). In percentuale, ha partecipato solo al 26,5% delle partite giocate dalla Fiorentina, rimanendo ai box o in panchina per il restante 73,5%.Al Genoa, Gudmundsson non aveva mai avuto problemi fisici significativi. Nella scorsa stagione, ha giocato 37 partite su 40, per un totale di 3157 minuti sui 3720 totali, risultando in campo per oltre l'85% dei minuti. L'anno precedente, ha collezionato 38 presenze su 40, per 2875 minuti su 3690, ovvero il 78% dei minuti giocabili. Nel suo primo anno in Italia, era arrivato a metà stagione, giocando 604 minuti su 1350, quindi il 45% dei minuti. Nel 2019-20, con l'AZ, ha saltato l'intera stagione a causa di un grave infortunio alla caviglia.Il suo calvario continua. Dopo il problema al polpaccio all'inizio della stagione, ha subito un infortunio al bicipite muscolare contro il Lecce, poi una tonsillite e ora un altro stop. Si spera che la contusione all'osso sacro rimediata contro il Como non lo costringa a ulteriori assenze e che riesca finalmente a trovare un po' di continuità nel suo rendimento.

Gudmundsson: col Como deve esserci, altrimenti si aprirà un caso

L'islandese al centro del progetto e fiore all'occhiello del mercato estivo adesso è in discussione

Ora all’appello manca solo Albert Gudmundsson. Moise Kean ha fatto centro da subito, superando le aspettative e le speranze, mentre tutti i nuovi acquisti, chi prima e chi dopo, hanno lasciato un segno. Per l’islandese, però, la doppietta contro la Lazio e l’acuto col Milan non sono stati sufficienti. Dopo un nuovo infortunio contro il Lecce, ha trascorso settimane lontano dal campo e, da allora, non è mai stato decisivo. Nel frattempo, Lucas Beltran ha preso il suo posto in squadra, dimostrandosi la spalla più adatta per Kean. L’argentino, pur essendo meno “bello” dal punto di vista calcistico rispetto all’islandese, offre una concretezza che è esattamente ciò di cui ha bisogno il gioco di Palladino.Nel Genoa, Gudmundsson, come ammesso dal suo ex tecnico Gilardino, non aveva un ruolo definito. Era libero di spaziare per il campo a suo piacimento. La vera domanda ora è: Gudmundsson può davvero adattarsi al gioco di Palladino? Spesso, il tecnico viola ha utilizzato lanci in profondità per cercare Kean, saltando la zona di campo dove normalmente agirebbe il fantasista islandese.Adesso, però, la rosa ha acquisito maggiore qualità, grazie agli arrivi di Fagioli, Folorunsho e Zaniolo. Ci sono quindi tutte le possibilità per un gioco che possa esaltare anche l’ex Genoa. Tuttavia, con l’aumento della concorrenza, sarà compito di Gudmundsson dimostrare di essere un giocatore adatto a rimanere nella Fiorentina.I viola hanno investito 8 milioni per il suo prestito, una cifra significativa, e il riscatto non sarebbe obbligatorio se non si raggiungono certe condizioni. È fondamentale che Gudmundsson dimostri il suo valore, poiché la decisione sul suo futuro si avvicina. Sarà più pesante aver sprecato 8 milioni per il prestito o rischiare di perderne altri 20 per il riscatto?La Fiorentina ha bisogno che Gudmundsson diventi un valore aggiunto per la squadra di Palladino, impegnata in una corsa verso un traguardo ambizioso. Per raggiungere questo obiettivo, è essenziale che i giocatori forti dimostrino il loro valore sul campo. L’ex Genoa ha avuto poche occasioni di brillare, a causa di infortuni e di una condizione atletica che non ha mai raggiunto i livelli necessari per esprimere il suo indiscusso talento. Questo spiega i suoi quattro gol in dodici partite di campionato, un numero inferiore rispetto ai nove gol realizzati con il Genoa a questo punto della scorsa stagione.Inoltre la Fiorentina tornata ad allenarsi in vista della gara contro il Como, ha subito un problema che coinvolge Gudmundsson: trovare un sostituto per Moise Kean, che sarà squalificato domenica. Nella rosa della Fiorentina non esiste un altro centravanti di ruolo puro come il numero 20 viola, e il tecnico Raffaele Palladino dovrà individuare la migliore soluzione alternativa. L’ipotesi più accreditata è quella di impiegare Nicolò Zaniolo in quel ruolo, visto che ha già ricoperto la posizione in caso di necessità all’Atalanta. Tuttavia, essendo arrivato da pochi giorni a Firenze, dovrà ancora assimilare gli schemi e i movimenti.Ci sono anche altre due opzioni. Una è affidarsi a Lucas Beltran, che è arrivato a Firenze come prima punta dal River Plate, anche se Palladino lo ha sempre visto come un giocatore da utilizzare sulla trequarti o come mezzala. L’emergenza, però, richiede soluzioni immediate. L’altra possibilità è Albert Gudmundsson, che ha dichiarato di poter ricoprire qualsiasi ruolo nel fronte offensivo. Potrebbero anche coesistere per cercare di rendere la manovra più imprevedibile. Se Gudmundsson dovesse essere escluso, sarà necessario considerare vari fattori, incluso il suo eventuale riscatto.

Dodô sempre più leader della Fiorentina. Si tratta per il rinnovo

Il terzino brasiliano, legato a doppio filo alla squadra ed alla città, sogna di restare stabilmente in nazionale grazie alle prestazioni in viola

Dodô, il terzino brasiliano arrivato alla Fiorentina nel 2022, si è rapidamente affermato nel calcio della Serie A, diventando da subito un elemento chiave per la squadra viola. La sua capacità di contribuire sia in fase difensiva che offensiva lo ha reso un giocatore fondamentale sia per Vincenzo Italiano che per il suo successore, Raffaele Palladino.Dodô ha collezionato ben 30 presenze stagionali, quasi tutte da titolare, dimostrando di essere un punto fermo nella formazione di Palladino. La sua costanza in campo è fondamentale per la stabilità della difesa, che ha trovato in lui un elemento affidabile e determinato. Nonostante non abbia ancora trovato la via del gol, Dodô ha già fornito 3 assist in questa stagione, dimostrando la sua capacità di supportare l'attacco e creare occasioni per i compagni. La sua propensione ad inserirsi in avanti e la sua precisione nei cross lo rendono un'arma pericolosa per le difese avversarie. In difesa, Dodô ha dimostrato di essere un giocatore aggressivo e determinato, come dimostrano i 7 cartellini gialli ricevuti. Tuttavia, è riuscito a mantenere la disciplina evitando espulsioni, un aspetto importante per la squadra. Dodô si è rivelato un acquisto prezioso per la Fiorentina. La sua versatilità e il suo impegno in campo lo rendono un giocatore fondamentale per il progetto di Raffaele Palladino. Con il passare delle partite, ci si aspetta che continui a migliorare e a contribuire in modo significativo sia in fase difensiva che offensiva.Dodo è sempre più un leader della Fiorentina. Il brasiliano è arrivato a Firenze nel luglio del 2022 dallo Shakhtar Donetsk. Oggi conta 155 presenze solo in Serie A, più 33 se consideriamo le coppe. Non per caso è stato uno dei primi ad annullare il tabù Champions League: “Qui ci sono tanti giocatori con lo stesso obiettivo: arrivare in Champions. Io so come è, giocare la Champions è una cosa unica, un onore. Io l’ho giocata con lo Shakhtar ed è veramente un bel torneo. Se continuiamo così possiamo raggiungere questo obiettivo ma mancano tante partite”, disse dopo il 3-0 rifilato all’Inter. Non solo entusiasmo, quindi, ma anche tanta dichiarata ambizione.C’è un’altra ragione per cui Dodo vuole dare il massimo: la propria rappresentativa. Il brasiliano ha provato tanta emozione lo scorso 30 ottobre quando è stato chiamato per la prima volta venendo inserito nella lista dei pre-convocati per le sfide contro Venezuela e Uruguay, e riuscendo laddove la sfortuna si era messa di traverso. Un anno prima, a settembre 2023, era stato contattato per la prima convocazione nella Nazionale maggiore brasiliana salvo infortunarsi due giorni dopo, nella trasferta di Udine. Acqua passata: ora è il momento di spingere sull’acceleratore. Da qui la volontà di rinnovare coi viola.Le parti si sono confrontate nel mese di dicembre per poi riaggiornarsi durante la finestra di mercato invernale con esiti più che positivi. Manca solo un ultimo via libera da parte dell’entourage del calciatore, ma ormai sembra tutto apparecchiato: il terzino brasiliano è pronto per rivisitare il proprio contratto con la Fiorentina che ad oggi è in scadenza nel 2027, ma che c’è la volontà di allungare di almeno altri due anni. Magari con opzione per il terzo, così da arrivare insieme fino al giugno del 2030. L’intenzione c’è, le condizioni anche.Il brasiliano non vede l’ora di mettere nero su bianco il nuovo accordo, con conseguente adeguamento dell’ingaggio. Che a oggi è pari a 1,6 milioni di euro netti a stagione. La volontà del classe ‘98 è di legarsi ai colori viola ancora per molto tempo. Dodô, con la sua grinta e la sua determinazione, è diventato un punto di riferimento per la Fiorentina. La sua crescita è evidente e la sua voglia di affermarsi a livello internazionale è palpabile. La sua ambizione, unita alla sua professionalità e alla sua capacità di adattarsi a diverse situazioni, lo rendono un giocatore di grande prospettiva. La Fiorentina ha fatto un ottimo acquisto, e Dodô è pronto a dare il massimo per ripagare la fiducia della società e dei tifosi.

Fiorentina a San Siro: rammarico e speranze per il futuro

Sconfitta che lascia spazio a riflessioni: un primo tempo deludente e un secondo tempo di qualità, ma la squadra non riesce a concretizzare

Il fischio finale di San Siro porta con sé un grande rammarico per i tifosi della Fiorentina, che, nonostante una seconda metà di gara più combattiva e incisiva, si arrendono all'Inter. Il risultato finale lascia la sensazione che la squadra non abbia sfruttato appieno le proprie potenzialità, complicandosi la vita da sola. Gli errori arbitrali, seppur evidenti, non sembrano essere l'unico fattore che ha determinato la sconfitta; la sensazione è che la Fiorentina, nel primo tempo, non sia riuscita a mettere in campo la giusta mentalità, mentre nella ripresa, pur mostrando segnali di miglioramento, non è riuscita a concretizzare il potenziale che sembrava essere lì, a portata di mano.La Fiorentina, nei primi 45 minuti di gioco, è sembrata una squadra senza mordente, incapace di affrontare con coraggio l'Inter. Il gioco era prevalentemente difensivo, con una trazione troppo indietro, che non permetteva alla squadra di salire con il giusto ritmo. Il centrocampo era lontano anni luce dal cuore della partita, e l'attacco praticamente inesistente. È vero che, alla fine del primo tempo, la Fiorentina ha iniziato a salire con maggiore convinzione, ma questo slancio è stato solo un’illusione, che si è concretizzata con il rigore procurato da un buon cross da destra a sinistra. Tuttavia, quel frangente non è riuscito a cambiare l'inerzia del match, che rimaneva ancora saldamente nelle mani della squadra di Inzaghi.La sensazione che si è avvertita in quei primi 45 minuti è che la Fiorentina fosse troppo passiva, quasi rassegnata a giocare sotto ritmi che non le appartenevano. La scelta di Palladino di schierare una formazione praticamente identica a quella del primo minuto nella ripresa non ha certo contribuito a cambiare il corso degli eventi. Al contrario, la passività della squadra ha concesso il raddoppio dell'Inter, che ha approfittato della situazione senza dover nemmeno spingere al massimo. L'Inter, pur non brillando in modo clamoroso, ha saputo capitalizzare le opportunità e sfruttare gli errori degli avversari.Fortunatamente, la Fiorentina ha mostrato una reazione nel secondo tempo, che è stata più promettente. La squadra ha cominciato a mostrare segni di qualità, in particolare con l’ingresso di alcuni nuovi giocatori che sembrano essere in grado di alzare il livello del gioco. Rispetto al primo tempo, c’è stata una maggiore intensità, una capacità di palleggio più raffinata, e un atteggiamento più aggressivo. Tuttavia, la qualità non è bastata per recuperare il risultato. Le occasioni create, infatti, sono state spesso mal gestite, e il gol che avrebbe riaperto il match è rimasto un miraggio.Questo passaggio dal primo al secondo tempo mostra una grande differenza nell'approccio della squadra. Il primo tempo ha evidenziato una Fiorentina troppo conservativa, con poca qualità nelle giocate, mentre nel secondo tempo la squadra ha messo in mostra sprazzi di gioco di livello, ma senza la necessaria continuità e concretezza per impensierire l'Inter in modo significativo. La sensazione è che la Fiorentina abbia potenziale, ma che le lacune, sia dal punto di vista mentale che tecnico, siano ancora troppo evidenti.Un aspetto che rimane da analizzare è il lavoro di mister Palladino. Nonostante la sconfitta, l'allenatore viola ha dimostrato di avere idee e qualità nell'affrontare gli avversari. Il suo lavoro sembra promettere bene per il futuro, anche se la gestione delle scelte durante la partita potrebbe essere migliorata. Probabilmente una via di mezzo tra il primo e il secondo tempo, con una formazione più equilibrata, avrebbe potuto portare a un risultato diverso. A San Siro, infatti, è sembrato che la Fiorentina avesse gli strumenti giusti per fare male all'Inter, ma la gestione tattica e le scelte di formazione sono state troppo conservative. Non si può ignorare, comunque, che il potenziale della Fiorentina, con l’arrivo di nuovi giocatori, è notevole. I nuovi acquisti, seppur con qualche sbavatura, hanno messo in mostra qualità importanti, e sembra che la squadra abbia tutte le carte in regola per essere competitiva. Certo, manca ancora quel “fuoriclasse” che avrebbe potuto elevare ulteriormente il livello della squadra, ma nella somma complessiva dei valori tecnici, la Fiorentina di Palladino appare più solida rispetto al passato. La Fiorentina esce da San Siro con un amaro in bocca, ma anche con la consapevolezza che c'è del buono su cui costruire. Il primo tempo ha mostrato limiti evidenti, ma il secondo ha dato segnali positivi, seppur con la consapevolezza che la squadra non è ancora riuscita a esprimersi al meglio. La gestione della gara da parte di Palladino e la crescita dei nuovi acquisti sono senza dubbio aspetti su cui lavorare, ma il potenziale per fare bene c'è. Rimane il rammarico per un’occasione che avrebbe potuto essere diversa, ma è anche una base su cui la Fiorentina potrà ripartire con rinnovato entusiasmo.

La Fiorentina si riscopre: i ‘riservisti’ diventano protagonisti

Parisi, Beltran, Richardson & co. salgono alla ribalta con il nuovo equilibrio della Fiorentina di Palladino

La Fiorentina di Raffaele Palladino sta vivendo un momento di grande trasformazione, con diversi giocatori che, dopo un periodo in panchina, stanno finalmente trovando spazio e mostrando il loro valore. La stagione è iniziata con un'idea di squadra ben precisa, con gerarchie consolidate e ruoli definiti. Ma il calcio, come sempre, ha riservato sorprese e, soprattutto, ha dimostrato che non è mai troppo tardi per ribaltare le prospettive.Un esempio lampante è quello di Parisi. Il terzino sinistro, arrivato dall'Empoli, ha faticato ad inserirsi nel nuovo contesto, trovando pochissimo spazio e rimanendo spesso in panchina. Le prestazioni non erano all'altezza delle aspettative e la sua permanenza a Firenze era messa in discussione. Tuttavia, la svolta è arrivata nell'ultima partita contro l'Inter. Parisi, schierato come ala sinistra, ha disputato una partita eccezionale, dimostrando di poter essere un'arma importante per la Fiorentina. La sua performance ha fatto pensare che il suo periodo di difficoltà sia finalmente alle spalle e si spera che adesso possa diventare un punto di riferimento per la squadra.Un'altra storia di riscatto è quella di Richardson. Il centrocampista marocchino, arrivato in estate per 10 milioni di euro, è stato inizialmente considerato un settimo centrocampista, destinato a un ruolo marginale. Le cose, però, si sono complicate per lui, con un periodo di difficoltà e un mercato di gennaio che lo ha visto protagonista di diversi tentativi di trasferimento. Alla fine, Richardson è rimasto a Firenze e adesso ha forse iniziato a mostrare il suo valore. Contro l'Inter, ha disputato una partita convincente, dimostrando di poter essere un'alternativa valida per il centrocampo viola. La sua versatilità e la sua capacità di recuperare palloni gli hanno permesso di conquistare un posto da titolare, mettendo in discussione la posizione di giocatori come Fagioli e Cataldi.Anche Pongracic ha vissuto un periodo di alti e bassi. Il difensore croato, arrivato come sostituto designato di Milenkovic, ha subito un infortunio che lo ha costretto a un lungo stop. Dopo un periodo di riabilitazione, ha trovato finalmente la sua forma migliore e nelle ultime partite ha dimostrato di essere un difensore affidabile e solido. La sua presenza in difesa è stata determinante per la Fiorentina, che ha trovato in lui un punto di riferimento.Un altro caso interessante è quello di Beltran. L'attaccante argentino, arrivato come centravanti, è stato utilizzato da Palladino come centrocampista aggiunto. Nonostante il ruolo diverso, Beltran ha dimostrato di essere un giocatore completo, capace di correre, difendere e segnare. La sua energia e la sua voglia di lottare gli hanno permesso di conquistare un posto importante nella squadra, mettendo in discussione il ruolo di Gudmundsson.La Fiorentina, quindi, sta dimostrando di avere una rosa profonda e ricca di talento. I giocatori che erano considerati riserve stanno finalmente trovando il loro spazio e stanno dimostrando di poter essere determinanti per il successo della squadra. La crescita di questi giocatori rappresenta un segnale positivo per il futuro della Fiorentina, che può contare su una rosa ricca di alternative e di giocatori pronti a dare il massimo.La Fiorentina, con il suo nuovo equilibrio, si sta preparando a sfide importanti, come quella di stasera contro l'Inter. La squadra di Palladino è consapevole del valore dei suoi giocatori e della loro capacità di sorprendere. La partita contro di stasera sarà un ulteriore banco di prova importante per la Fiorentina, che avrà l'occasione di dimostrare la sua forza e la sua capacità di competere con le grandi squadre.L'arrivo di nuovi giocatori, l'integrazione di elementi già presenti e la crescita di alcuni "riservisti" hanno portato la Fiorentina a un punto di svolta. La squadra è pronta a dare battaglia e a dimostrare di poter raggiungere obiettivi importanti. Il futuro è pieno di speranza e di entusiasmo, con la Fiorentina che si presenta come una squadra ambiziosa e pronta a dare il massimo per raggiungere i propri obiettivi che, a questo punto, potrebbero essere ben più ambiziosi del semplice ''migliorarsi'' rispetto alla scorsa stagione.

Fiorentina al giro di boa con un punteggio clamoroso, non succedeva dai tempi di Sousa

Lunedì con l'Inter inizia l'era dell'ambizione Champions

La Fiorentina ha concluso il girone d'andata con 35 punti, grazie ai tre punti conquistati nella gara contro l'Inter, un match che è stato considerato come parte del girone d'andata di campionato dato che si trattava di un recupero. Con questo punteggio, la squadra viola ha raggiunto la sua soglia più alta al termine dei primi 19 incontri negli ultimi nove anni. Per trovare un punteggio superiore, bisogna risalire alla stagione 2015-16, quando la Fiorentina, guidata da Paulo Sousa, terminò il girone d'andata con 38 punti, sfiorando di soli tre punti il titolo di "campione d'inverno".La Fiorentina sta attraversando, nuovamente, un ottimo momento di forma, con un risultato nell'ultima gara che ha impressionato molti. L’ultimo trionfo contro l’Inter, che fino a quel momento non aveva subito sconfitte in trasferta, è un chiaro esempio di come la squadra stia dando il massimo in campo. Il 3-0 rifilato ai nerazzurri rappresenta perfettamente la superiorità mostrata dalla Fiorentina in questa occasione. Il successo si aggiunge a una serie di ottimi risultati ottenuti anche contro altre big del campionato, come Lazio, Roma e Milan, con la squadra di Palladino che ha fatto un percorso quasi perfetto, impreziosito dalla vittoria all’Olimpico contro la Lazio e dal pareggio conquistato a Torino contro la Juventus, diventando la vera ammazzagrandi di questo campionato.Nel prossimo futuro, la Fiorentina avrà altre sfide impegnative, tra cui quelle contro Atalanta e Juventus in casa e contro Napoli, Roma e Milan in trasferta. Tuttavia, la solidità difensiva e l'organizzazione che la squadra ha dimostrato fino ad ora fanno ben sperare per il prosieguo della stagione. Un elemento fondamentale per il successo della Fiorentina è la solidità difensiva, che è stata particolarmente evidente nelle ultime gare. In queste partite, i viola hanno mostrato una difesa compatta e una grande capacità di ripartire in contropiede, un aspetto che ha caratterizzato il gioco della squadra fin da dopo il secondo tempo in casa con la Lazio e nelle ultime uscite, escluso il periodo di crisi con soli due punti in 6 partite. Palladino potrebbe nella gara di lunedì sfoderare anche una formula per mettere in campo una squadra ben organizzata e che includa i nuovi acquisti arrivati nel mercato di gennaio, mantenendo però le peculiarità che hanno contraddistinto lo stile della Fiorentina in questa stagione: una squadra capace di sfruttare ogni occasione per colpire l’avversario, senza mai compromettere l’equilibrio difensivo.Nel match contro l'Inter, la Fiorentina ha dimostrato un'altra faccia rispetto a quella vista in occasioni precedenti, come contro il Genoa o la Lazio. La squadra si è mostrata più convinta, attenta e determinata, riuscendo a battere un avversario molto forte, in una partita che ha suscitato speranze per il futuro. Questo risultato ha legittimato la convinzione che anche la prossima trasferta contro l’Inter, in programma lunedì a San Siro, possa riservare sorprese, con i viola che potrebbero giocarsi le proprie carte con maggiore fiducia rispetto a quanto si sarebbe pensato a inizio stagione. La squadra è sembrata inoltre anche molto più in palla dal punto di vista fisico.Ora l’obiettivo, o meglio il sogno, diventa quello di raggiungere la qualificazione per la Champions League, un traguardo che rappresenterebbe un salto di qualità decisivo per la squadra. La partecipazione alla Champions non è solo una questione di prestigio sportivo, ma anche una vera e propria opportunità economica. Ad esempio, il Bologna, che ha partecipato alla Champions League quest’anno, ha incassato ben 37 milioni di euro, nonostante abbia concluso il suo cammino con solo sei punti in otto partite. Questo è più del doppio rispetto ai guadagni della Fiorentina, che l’anno scorso, pur arrivando in finale di Conference League, ha ottenuto molto meno in termini di premi, nonostante abbia dovuto affrontare un numero di partite significativamente maggiore.La Fiorentina ha tutti gli ingredienti per riuscire a raggiungere questo obiettivo. La squadra ha mostrato segnali positivi, con il contributo fondamentale di nuovi innesti che si sono integrati bene nel gruppo. La consapevolezza di poter fare ancora di più è una motivazione in più per i giocatori, che sembrano essere pronti a spingersi oltre e contro l'Inter hanno dimostrato di essere un gruppo unito capace di andare anche oltre enormi difficoltà, siano queste di natura tecnica o umana. La prova di lunedì prossimo sarà una delle prime occasioni per vedere se la squadra riuscirà a confermare la propria solidità e a guadagnarsi il diritto di competere con le migliori, saggiando anche l'entità del contributo che gli innesti del mercato di gennaio potranno dare a questa Fiorentina.

Fiorentina in emergenza a centrocampo domenica contro il Genoa

Ancora fuori Cataldi. Adli squalificato. Palladino pensa ad una sorpresa

Raffaele Palladino sta valutando i giocatori a disposizione per la partita di domenica contro il Genoa. Danilo Cataldi rimane ancora fuori, così come il recente acquisto in difesa, Pablo Marì. Nella giornata di ieri, l’ex Lazio non ha svolto l’allenamento con i compagni, complicando ulteriormente la situazione per il tecnico. Palladino sta considerando due opzioni per affrontare l’assenza del classe '94 e di Adli: la prima prevede l’impiego di Folorunsho in mediana, mentre la seconda potrebbe portare al ritorno in campo di Richardson. È anche possibile che il mister decida di adattare qualche giocatore in quella posizione, sperimentando nuove soluzioni.Ci sono anche possibilità di recupero per Colpani, ma la situazione dell'ex Monza è ancora incerta e borderline. I provini delle prossime ore saranno determinanti per capire se potrà essere almeno convocato per la gara di domenica al Franchi.Per il match contro il Genoa al Franchi, sono già stati venduti oltre 18mila biglietti, con una capienza massima, a causa dei lavori di ristrutturazione, che sarà di poco superiore ai 20mila spettatori. In questa occasione, i ragazzi di Palladino indosseranno anche la nuova maglia, che sarà presentata ufficialmente oggi. Si tratta della quarta divisa della stagione, che presenta una combinazione di viola e nero, realizzata in collaborazione con LuisaViaRoma.Infine, un'ulteriore curiosità statistica riguarda il confronto tra i due allenatori: domenica sarà la prima volta da allenatore per Patrick Vieira contro la Fiorentina e contro Palladino. Per quest'ultimo, invece, sarà la quarta sfida contro il Genoa. Nella gara di andata, Palladino ha ottenuto una vittoria di misura per 1-0 a Marassi, con un gol di Robin Gosens e un miracolo di De Gea nel finale. Lo scorso anno, alla guida del Monza, Palladino ha ottenuto il massimo contro i rossoblu, vincendo 2-3 al Ferraris e 1-0 in Brianza. In totale, quindi, il bilancio dei precedenti parla di tre vittorie per Palladino in altrettante gare contro il Genoa.

Tzimas è la scommessa sul futuro della Fiorentina: tutto sul centravanti greco classe 2006

Ikoné al Como e Kouamé all'Empoli: ci siamo

La giornata di mercato di ieri per i dirigenti della Fiorentina è stata principalmente dedicata all'affare Tzimas, che ha preso piede domenica sera dopo la partita contro la Lazio.Le notizie riguardanti il giovane attaccante classe 2006, di proprietà del Paok Salonicco e attualmente in prestito al Norimberga nella seconda divisione tedesca, trovano conferma. La Fiorentina ha messo gli occhi su di lui da almeno due stagioni. Valentino Angeloni aveva provato a portarlo a Firenze senza successo, con una valutazione di circa un milione di euro all'epoca. Ora, per il classe 2006, la Fiorentina è pronta a investire oltre 20 milioni.Tzimas rappresenta il prototipo del centravanti moderno: fisicamente ben strutturato e capace di interagire con i compagni. È paragonabile a una versione in erba di Moise Kean. Perché proprio adesso? La Fiorentina è consapevole che è un'opportunità da cogliere al volo. Molti club, tra cui Chelsea, Liverpool e Brighton, hanno mostrato interesse per il giovane, e per questo motivo la Fiorentina ha deciso di accelerare i tempi.Per quanto riguarda le cifre, esiste già un accordo tra gli agenti di Tzimas e la Fiorentina fino al 2030. Questo è un passo importante, ma ora resta da soddisfare le richieste dei due club. La Fiorentina ha proposto 18 milioni al Paok, con un ulteriore 15% sulla rivendita, e un'indennità di 4-5 milioni al Norimberga, che non ha la forza di riscattare l'attaccante in estate. Questo rappresenta il tesoretto invernale che i dirigenti hanno deciso di investire in Tzimas.Sul fronte delle uscite, Jonathan Ikoné ha trovato un accordo con il Como, con il consenso della Fiorentina, che non è riuscita a cederlo a titolo definitivo. Il francese si trasferisce in prestito oneroso per 1 milione, con diritto di riscatto fissato a 8 milioni, più 1 ulteriore di bonus. Jorko, escluso dai convocati per le partite contro Torino e Lazio, lascia il club dopo 138 presenze, 16 gol e 14 assist.Anche per Kouame si attende un'accelerazione a breve. L'Empoli ha superato la concorrenza da giorni e i contatti tra i due club sono stati frequenti. La Fiorentina, con il consenso dell'attaccante, punta a un prestito con obbligo di riscatto, condizionato a determinate condizioni. L'Empoli preferirebbe un semplice prestito, ma sembra probabile che l'affare si concluderà. Al momento, il Torino è più defilato e sta considerando uno scambio alla pari con Sanabria.

Tutto il mercato: Pablo Marì è viola e resta anche Pongracic

Ikoné verso il Como, Fiorentina incartata tra la ricerca di un vice Keane la gestione di Kouamé

Pablo Marì arriverà oggi a Firenze e nelle prossime ore diventerà ufficialmente un calciatore della Fiorentina. L'accordo tra le due società è stato raggiunto per una cifra vicina ai due milioni di euro, somma che i viola verseranno nelle casse del Monza. Per il calciatore spagnolo, classe '93, che era in scadenza a giugno 2025, è stato effettuato un pagamento anticipato, evitando che si liberasse a zero nei prossimi mesi, considerando che non ha mai firmato il rinnovo proposto dai brianzoli. Nell'affare non sono state incluse contropartite tecniche, un'opzione che era stata valutata solo in una fase iniziale.Pablo Marì, che oggi intraprenderà il viaggio verso il capoluogo toscano, firmerà un contratto con la Fiorentina fino a giugno 2026, con un'opzione per un ulteriore anno. Il difensore è stato richiesto espressamente da Raffaele Palladino, che lo ha già avuto a Monza e lo considera un elemento altamente affidabile per il reparto difensivo. Ora Marì dovrà conquistarsi un posto in squadra, poiché in rosa ci sono già Marin Pongracic, che ha disputato una prestazione di alto livello contro la Lazio, e la coppia di giovani composta da Comuzzo e Ranieri, i quali si sono dimostrati protagonisti della prima parte della stagione. Inoltre, c'è Nicolas Valentini, bloccato in estate e arrivato il primo gennaio svincolato dal Boca Juniors, che aspetta ancora di debuttare, e Mati Moreno, che potrebbe essere adattato come terzino destro dopo la partenza di Kayode verso il Brentford. Moreno è stato già provato in questo ruolo durante gli allenamenti delle scorse settimane.Queste sono tutte dinamiche che dovranno essere comprese nelle prossime uscite, poiché non è escluso che il tecnico Palladino possa decidere di tornare alla difesa a tre, almeno per alcune partite, come accaduto sia all'inizio della stagione che recentemente nella sfida casalinga contro il Napoli. La dirigenza sta lavorando per offrire più soluzioni tattiche all'allenatore, che ha dimostrato di avere la predisposizione a cambiare sistema di gioco, sia all'inizio delle partite che durante il corso delle stesse.Per quanto riguarda Pongracic, sembra che il croato non si muoverà da Firenze, nonostante la presenza di molti difensori in rosa. La Fiorentina non ha intenzione di cedere Pongracic, e la sua prestazione contro la Lazio ha confermato la sua importanza come valore aggiunto per la squadra. Un'eventuale cessione del difensore avrebbe comportato un chiaro danno economico, considerando l'esborso estivo di oltre 15 milioni di euro; anche l'idea di un prestito non sembra percorribile. Tuttavia, il club non ha intenzione di prendere in considerazione proposte da parte del Napoli o di altri club per il suo centrale, che era rimasto un po' nell'ombra, avendo collezionato una sola presenza da titolare in campionato all'esordio contro il Parma, fino a ritornare in campo dal primo minuto all'Olimpico, dove ha disputato una partita molto solida.Con l'arrivo di Marì, la Fiorentina si prepara a rinforzare ulteriormente il proprio reparto difensivo, mentre Palladino ha a disposizione diverse opzioni per adattare la squadra alle diverse situazioni di gioco che si presenteranno. La competizione per un posto in difesa si intensificherà, ma questo potrebbe anche rappresentare un'opportunità per elevare il livello di prestazioni della squadra. La dirigenza viola è fiduciosa che questi movimenti possano contribuire a una seconda parte di stagione positiva, permettendo alla Fiorentina di tornare a competere ai massimi livelli e di raggiungere gli obiettivi prefissati. L'arrivo di Marì rappresenta un passo importante in questa direzione, e la sua integrazione nel gruppo sarà fondamentale per il successo della squadra nel corso delle prossime settimane e mesi.Se Pongracic resterà a Firenze, chi si prepara invece a cambiare aria è Ikoné. Il giocatore continua a non essere convocato per le gare, in attesa di una sistemazione definitiva. Il club viola non intende considerare un prestito, preferendo cercare una soluzione a titolo definitivo. Questa posizione ha bloccato l'interesse di alcuni club italiani, come Bologna e Torino, ma non ha fermato il Como, che si sta preparando a tornare alla carica per l'esterno. Restano valide alcune opzioni in Francia, ma nelle ultime ore il Como sembra aver preso il sopravvento, offrendo una formula per il trasferimento che dovrebbe prevedere un prestito con diritto di riscatto, in contrasto con l'obbligo di riscatto precedentemente discusso. Un altro giocatore che potrebbe lasciare Firenze in questa settimana è Kouame. L'Empoli sta facendo di tutto per portarlo alla corte di D'Aversa, ma il giocatore cerca rassicurazioni su un trasferimento a titolo definitivo, motivo per cui ha esitato anche con il Torino. La Fiorentina, nel caso di partenza di Kouame, si muoverà per cercare un vice Kean, con Sanabria del Torino non come unico nome in ballo. Tuttavia, la priorità rimane il centrocampo. I viola hanno raccolto informazioni su Fagioli, e la situazione potrebbe evolversi se la Juventus aprisse a un prestito. Inoltre, resta da monitorare la situazione di Cristante della Roma, un giocatore in grado di garantire la fisicità richiesta da Palladino.  

Pablo Marì ad un passo dalla Fiorentina. Che succede con Pongracic?

A centrocampo Cristante guadagna troppo. Concorrenza del Marsiglia per Fagioli, piace Fazzini

Il mercato della Fiorentina è particolarmente attivo, con la dirigenza concentrata su diversi obiettivi, a partire dalla difesa. Pablo Marì, centrale del Monza, è ormai più di un semplice interesse per la squadra viola. Il giocatore, che non è stato convocato per la sfida contro il Genoa, sembra propenso a trasferirsi a Firenze, soprattutto considerando che il suo contratto scade a giugno. Il Monza, dal canto suo, spera di monetizzare al meglio e ha fissato il prezzo a 3 milioni di euro. Tuttavia, si prevede che le trattative possano portare a un accordo per una cifra leggermente inferiore, senza l'inserimento di contropartite tecniche. Se tutto procederà secondo i piani, Palladino potrebbe avere Marì a disposizione già nei prossimi giorni.Negli ultimi giorni, sono stati riavviati i contatti con il Monza per discutere del trasferimento di Pablo Marì, che è atteso da Palladino per rinforzare il reparto difensivo. La Fiorentina sta cercando di aumentare le opzioni in difesa e, con Marì, potrebbe tornare a considerare una difesa a tre. Non ci sono contropartite in vista, poiché il club ha escluso il trasferimento di Moreno, considerato un sostituto di Kayode e un'alternativa a Dodò. La Fiorentina sta anche esplorando altre possibilità, come il terzino destro Buchanan, in prestito dall'Inter. Valentini, recentemente arrivato in viola, non si muoverà, il che porta la Fiorentina a mettere sul piatto un indennizzo per Marì, con l'obiettivo di chiudere la trattativa nei prossimi giorni.Oltre a Marì, la Fiorentina deve affrontare la situazione di Cristiano Biraghi, per il quale potrebbero aprirsi nuove opportunità, in particolare con il Napoli. Dopo che il Bologna ha mostrato solo un interesse iniziale, la squadra partenopea potrebbe tornare a bussare alla porta della Fiorentina. Inoltre, Pongracic è nei pensieri del Napoli come possibile rinforzo difensivo, visto che i partenopei hanno incontrato difficoltà nel raggiungere Danilo. Sarà interessante vedere se la Fiorentina deciderà di partecipare attivamente alle trattative o se adotterà un approccio più cauto.Passando al centrocampo, la Fiorentina ha ripreso a discutere del futuro di Fazzini, centrocampista dell’Empoli, il cui costo si aggira sui quindici milioni di euro. La dirigenza viola sta considerando anche Frendrup del Genoa, ma la richiesta di 30 milioni è ritenuta eccessiva. Inoltre, ci sono voci su Fagioli della Juventus, ma con il Marsiglia in vantaggio, la Fiorentina dovrà fare i conti con una concorrenza agguerrita. Per quanto riguarda Bryan Cristante, si stanno valutando opzioni di prestito oneroso con diritto di riscatto a fine stagione. Tuttavia, l’ingaggio di 3 milioni percepiti dal centrocampista rappresenta un ostacolo significativo.Infine, si sta considerando anche l'eventuale uscita di Richardson, che potrebbe liberare risorse per ulteriori rinforzi. Le prossime settimane saranno decisive per la Fiorentina, che deve muoversi rapidamente per chiudere le operazioni necessarie a rafforzare la squadra in vista del prosieguo della stagione. La dirigenza è sotto pressione per garantire che la squadra possa affrontare le sfide future con un organico competitivo e ben strutturato. Con il mercato che avanza, le decisioni da prendere sono molte e i tifosi attendono con ansia i possibili sviluppi.

Pongracic verso il rilancio, eppure è ad un passo dal Napoli

La Fiorentina preferisce la cessione definitiva del croato anziché il prestito

Pongracic è rimasto a lungo fuori a causa di infortuni, ma ora sta lavorando con continuità. "Crediamo in lui e, appena avrà l’occasione, si metterà in mostra," ha dichiarato Raffaele Palladino domenica scorsa rispondendo a una domanda sull’ex difensore del Lecce. Quell’occasione potrebbe essere finalmente arrivata o, almeno, sembrano esserci le condizioni per il suo rilancio. Il calo, comprensibile, di Comuzzo potrebbe spingere il tecnico a concedere al ventenne friulano un turno di riposo domenica sera contro la Lazio, lasciando spazio proprio a Pongracic. Da qualche settimana, a Firenze in molti si chiedono cosa aspettarsi dal difensore croato, acquistato in estate per sedici milioni ma finora quasi mai visto in campo. Gli infortuni lo hanno frenato, ma dal 23 dicembre, dal match contro l’Udinese, è sempre stato convocato.Nelle intenzioni iniziali della Fiorentina, Pongracic doveva essere un punto fermo, un titolare fisso per sostituire Milenkovic. Tuttavia, le difficoltà di adattamento alla difesa a tre – lui che si è sempre trovato meglio in una linea a quattro – insieme all’esplosione di Comuzzo e ai problemi fisici lo hanno fatto scivolare nelle gerarchie. Tuttavia, molto dipenderà anche da lui. Dovrà cogliere l’occasione, dimostrare di valere l’investimento e di poter essere parte di una Fiorentina sempre più ambiziosa. Certo, l’inizio della sua avventura non è stato facile: forse ha sentito il peso della nuova maglia, come dimostrano i cartellini gialli nella doppia sfida contro il Puskas e la doppia ammonizione alla prima di campionato contro il Parma. Ma ora può davvero cominciare una nuova stagione. La sua ultima apparizione da titolare risale al 29 novembre in Conference League contro il Pafos, mentre in campionato l’ultima presenza risale al 24 novembre, quando ha giocato solo nove minuti contro il Como. È passato del tempo e servirebbero alcune partite consecutive per recuperare ritmo e fiducia, ma il tempo non è illimitato. A Pongracic serve uno scatto d’orgoglio per allontanare l’etichetta di “oggetto misterioso” che gli è stata affibbiata.Eppure, proprio ora che sembra arrivato il momento del suo rilancio, Pongracic potrebbe lasciare la Fiorentina, e non in prestito, ma a titolo definitivo. Il Napoli, infatti, avrebbe chiesto il difensore croato in prestito. Dopo aver perso l’occasione di ingaggiare Danilo, il club partenopeo è alla ricerca di un difensore che possa offrire valide alternative ai titolari, nonostante il rientro di Buongiorno sia imminente. Rafa Marin è diretto al Villarreal, in attesa dell’ok del tecnico al trasferimento, ma la situazione in entrata per il Napoli è attualmente bloccata. Per questo motivo è tornata l’idea Pongracic, già seguito in estate prima che firmasse con la Fiorentina. Il problema, però, resta la formula: il Napoli lo vorrebbe in prestito, mentre la Fiorentina sarebbe disposta a cederlo solo a titolo definitivo. La trattativa è aperta, anche perché i rapporti tra i due club sono ricchi di intrecci.

Il Napoli punta su Pongracic, possibile inserimento di Ngonge nell'affare?

Pradè torna alla carica per Pablo Marì. Cristante pista concreta

Dopo la fumata nera per Danilo, il Napoli ha individuato in Marin Pongracic della Fiorentina la sua principale opzione per rinforzare la difesa. Il centrale croato, che ha già avuto esperienze significative a Lecce e ha partecipato all'ultimo Europeo con la sua nazionale, ha accumulato finora solo 101 minuti in campionato. Da fine novembre, Pongracic non ha più calpestato il campo, sia a causa di alcuni problemi fisici che per le scelte tecniche del tecnico Raffaele Palladino. Il ds del Napoli, Cristiano Giuntoli, aveva già seguito il giocatore durante l'estate, prima che questo decidesse di trasferirsi alla Fiorentina. Ora, il club partenopeo ha ricominciato a monitorare la situazione, ma c'è un ostacolo da superare: il Napoli ha richiesto Pongracic in prestito, mentre la Fiorentina preferirebbe cederlo a titolo definitivo. La trattativa è aperta, e le due società, con una storia di affari reciproci, potrebbero trovare un accordo.Un altro giocatore che interessa alla Fiorentina è Cyril Ngonge. L'attaccante ha suscitato l'interesse di diversi club, ma la sua partenza è vincolata all'arrivo di un sostituto. Ngonge è particolarmente apprezzato dalla dirigenza viola e ha ricevuto attenzioni anche da club francesi. Inoltre, ci sono stati contatti con il Bologna e il suo nome è stato annotato anche dalla Lazio. In questo caso, un possibile scambio con Isaksen appare come l'opzione più probabile, considerando che la Lazio ha chiesto un conguaglio economico di 2-3 milioni di euro oltre al cartellino del giocatore.Sul fronte difensivo, la Fiorentina ha intensificato le trattative per Pablo Marì, difensore attualmente in forza al Monza. La dirigenza viola sta cercando di portare il centrale brianzolo a Firenze, rafforzando così il reparto arretrato. Per quanto riguarda il centrocampo, resta viva l'idea di ingaggiare Bryan Cristante dalla Roma. Gli ultimi giorni di mercato potrebbero rivelarsi decisivi per il trasferimento del centrocampista, che potrebbe portare maggiore qualità e solidità al centro del campo viola.Parallelamente, il mercato in uscita della Fiorentina propone la situazione di Christian Kouame. L'attaccante ivoriano è stato richiesto dall'Empoli, che sta dialogando con il suo entourage per valutare la fattibilità dell'operazione. Un trasferimento a Empoli porterebbe Kouame a giocare in una squadra non distante da Firenze, ma non è l'unica opzione sul tavolo. Infatti, la Fiorentina ha discusso la possibilità di uno scambio con il Torino, in cui Kouame andrebbe a vestire la maglia granata in cambio di Antonio Sanabria. Sanabria ha mostrato interesse per questa opportunità, ma Kouame ha preso qualche giorno per riflettere. La sua priorità rimane quella di aumentare il minutaggio, un obiettivo che potrebbe essere più difficile da raggiungere a Torino, dove la concorrenza è agguerrita. La Fiorentina, quindi, si trova in una posizione delicata: da una parte deve cercare di rinforzare la squadra con innesti mirati, dall'altra deve gestire le uscite in modo strategico per non indebolire ulteriormente il proprio organico.La dirigenza sta lavorando per trovare le giuste soluzioni che possano garantire al club un futuro più competitivo e soddisfacente. Con la chiusura del mercato che si avvicina, le prossime settimane saranno fondamentali per definire il destino di molti giocatori e il rafforzamento della squadra.

Palladino vuole un altro centrocampista: tutti i nomi

Addio Luiz Henrique, altra occasione persa. In uscita tutto si complica e Palladino deve gestire uno spogliatoio esplosivo

Raffaele Palladino, tecnico della Fiorentina, ha in mente di ampliare la rosa della squadra oltre all'acquisto di un esterno offensivo. Dopo l'arrivo di Folorunsho, il focus si sposta su un ulteriore centrocampista che possa apportare corsa e struttura al gioco. Tra i nomi più gettonati, Frendrup del Genoa continua a rappresentare un sogno per la dirigenza viola, mentre Cristante della Roma emerge come l'opzione più concreta. Un altro nome che sta guadagnando attenzione è quello di Cher Ndour, un giovane classe 2004 attualmente in forza al Beşiktaş, ma di proprietà del Paris Saint-Germain.Fino ad ora, la Fiorentina ha effettuato soltanto un sondaggio per Ndour, senza però avanzare proposte ufficiali. Il calciatore, di origini senegalesi, ha collezionato 12 presenze nel campionato turco, segnando 1 gol e fornendo 1 assist. Considerando anche le competizioni europee, il totale delle sue apparizioni sale a 21. Un altro profilo da monitorare è Bryan Cristante, attualmente alla Roma, anche se l'ostacolo principale per il trasferimento è rappresentato dal suo ingaggio di 3 milioni di euro. Warren Bondo del Monza è un ulteriore talento che la Fiorentina ha messo nel mirino, ma su di lui c'è anche una forte concorrenza proveniente da club come Milan, Atalanta e Inter.Per quanto riguarda il mercato degli esterni, la Fiorentina ha perso la corsa per Luiz Henrique, che è ufficialmente diventato un nuovo calciatore dello Zenit San Pietroburgo. Il club russo ha versato al Botafogo un importo di 35 milioni di euro, oltre al cartellino dell'attaccante Artur. In seguito a questa cessione, i viola concentrano ora i loro sforzi su Dennis Man del Parma. Nelle ultime ore, ci sono stati nuovi contatti tra le due società, ma il club emiliano ha alzato la richiesta, chiedendo una cifra vicina ai 20 milioni di euro. Nonostante questo, la Fiorentina è pronta a negoziare partendo da una base di circa 12 milioni di euro. La trattativa è in fase avanzata, e il giocatore rumeno ha manifestato il suo interesse a trasferirsi a Firenze, dove gli verrebbe offerto uno stipendio superiore agli 1,5 milioni attualmente percepiti.Infine, il mercato in uscita presenta diverse situazioni da monitorare. Cristiano Biraghi, Ikoné, Kouame e Kayode sono tutti potenziali partenti dalla Fiorentina. Per quanto riguarda Ikoné, è sempre viva l’ipotesi di un trasferimento al Paris FC. Il giovane terzino Kayode potrebbe invece finire in prestito al Brentford, con un diritto di riscatto fissato a 18 milioni, oppure all'Ajax. Kouame, invece, è al centro di un possibile scambio con Sanabria del Torino, anche se il giocatore sembra riluttante a lasciare Firenze.

Mercato Viola: oltre Folorunsho c'è di più

Pradè insegue sul mercato un esterno, un centrocampista ed un difensore

La Fiorentina non si ferma ai recenti acquisti di Folorunsho e Valentini. I viola sono attivamente alla ricerca di un esterno offensivo e di un ulteriore centrocampista, con la possibilità di apportare modifiche anche alla linea difensiva. Una delle piste più calde è quella che porta a Luiz Henrique, sebbene le difficoltà siano evidenti. La Fiorentina non abbandona del tutto questa opzione finché ci sarà una speranza di assicurarsi il talento sudamericano, attualmente in forza al Botafogo. Il proprietario del Botafogo, John Textor, punta a monetizzare al massimo la cessione di Luiz Henrique, con l’intenzione di piazzarlo in Premier League, dove le offerte potrebbero superare i 30 milioni di euro richiesti. Al contrario, la Fiorentina sarebbe disposta a offrire poco più di 20 milioni, bonus inclusi. Un’alternativa potrebbe essere un prestito gratuito al Lione, club che condivide la stessa proprietà, ma il mercato in entrata del Lione è attualmente bloccato per limiti finanziari. Un altro nome che circola tra le opzioni viola è quello di Dennis Man del Parma. La Fiorentina è pronta a investire tra i 12 e 15 milioni di euro per il giocatore, che è richiesto specificamente dal tecnico Palladino. Tuttavia, il Parma non accetterà meno di 15 milioni per la cessione. Man, attualmente autore di quattro reti in campionato, non ha ricevuto proposte dai viola e, in caso di trasferimento, richiederebbe un adeguamento del suo ingaggio, attualmente fissato a 1,5 milioni. Al Parma piace Michael Kayode, terzino classe 2004 che potrebbe rappresentare un'importante pedina di scambio. Inoltre al Parma serve un giocatore in quel ruolo per sostituire Coulibaly, recentemente passato al Leicester.Sul fronte delle cessioni, la Fiorentina sta considerando anche Amir Richardson, che ha trovato poco spazio in squadra. Il giocatore, infatti, non ha sfruttato al meglio le occasioni avute, come nella recente partita contro il Monza. La Fiorentina è aperta a trattative per chi cerca maggiore minutaggio, a patto di trovare una soluzione vantaggiosa per tutte le parti coinvolte.Tra i nomi in uscita ci sono anche Kouame e Ikoné, entrambi con proposte provenienti da club italiani e internazionali, in particolare dalla Ligue 1 e dall’MLS. Infine, si segnala anche la situazione di Cristiano Biraghi, che cerca una sistemazione più consona alle sue aspettative, e di Oliver Christensen, portiere danese mai utilizzato, che sembrava a un passo da un trasferimento in Germania. La Fiorentina si muove quindi su diversi fronti, pronta a rinforzare la squadra e a valutare le opportunità che il mercato offre. Sarà interessante vedere come si evolveranno queste trattative nei prossimi giorni.

Fiorentina al lavoro sul mercato: obiettivi, trattative e futuro dei Viola

Dalla caccia a un centrocampista di intensità al destino di Mandragora e Spinazzola: il punto sulle mosse di mercato della Fiorentina

La Fiorentina è in piena attività sul mercato e sta cercando di rinforzare ulteriormente il proprio centrocampo con giocatori capaci di garantire dinamismo e intensità. Dopo l’arrivo di Michael Folorunsho, i viola hanno messo gli occhi su Warren Bondo, giovane talento del Monza, classe 2003. Nonostante il contratto del giocatore sia stato rinnovato lo scorso febbraio fino al 2027, Bondo sembrerebbe intenzionato a lasciare il club brianzolo. La Fiorentina ha già effettuato un primo sondaggio, e il Monza avrebbe fissato il prezzo a 15 milioni di euro, anche se la cifra potrebbe essere oggetto di trattativa.Nel frattempo, le discussioni tra le due società non si fermano qui: sul tavolo c’è anche l’ipotesi di un trasferimento di Pablo Marí, con una possibile contropartita in prestito, Moreno, che farebbe il percorso inverso. Nonostante le dichiarazioni del direttore generale viola, Alessandro Ferrari, che ha negato contatti ufficiali, le voci sul possibile accordo restano insistenti. La trattativa potrebbe concludersi a breve, come già accaduto per Folorunsho, complice l’intensificarsi dei rapporti tra Firenze e Monza.Un altro nome che la Fiorentina sta monitorando per il centrocampo è quello di Nemanja Matić, esperto mediano 36enne attualmente in forza al Lione. Il giocatore serbo, con contratto fino al 2026, è seguito anche da Como, Napoli e Ipswich Town, con quest’ultimo club che sembrerebbe al momento in vantaggio. L’interesse viola rappresenta un’opzione intrigante, ma la concorrenza è agguerrita.Sul fronte degli esterni, i riflettori si accendono su Leonardo Spinazzola, già accostato da tempo alla Fiorentina. Ieri sera, il suo procuratore Davide Lippi è stato avvistato a Napoli, precisamente all’Hotel Parker’s, uno degli epicentri delle trattative di mercato partenopee. Questo potrebbe preludere a sviluppi sia per il Napoli di Antonio Conte sia per i viola, che continuano a seguire il terzino azzurro con interesse.Per quanto riguarda le uscite, la Fiorentina sta portando avanti una politica di rinnovamento, ma non tutti i giocatori sono intenzionati a lasciare Firenze. Rolando Mandragora, pur attirando l’attenzione di diversi club esteri, sembra deciso a rimanere. Il centrocampista è stato richiesto da squadre spagnole, russe e turche, tra cui il Besiktas, ma ha declinato un’offerta proprio alla fine dell’ultima sessione di mercato estivo. Nonostante ciò, Mandragora appare determinato a proseguire il suo percorso in maglia viola, salvo offerte davvero irrinunciabili. Al termine della stagione, è previsto un incontro con la dirigenza per definire i piani futuri.

Folorunsho ci siamo. Ikoné ai saluti?

Oggi o domani le visite per il centrocampista in arrivo dal Napoli. Italiano rivuole Ikoné, ma i rapporti...

La Fiorentina sta intensificando gli sforzi per assicurarsi Luiz Henrique, attaccante del Botafogo, nonostante la concorrenza della Premier League renda il percorso particolarmente complicato. Due club inglesi hanno mostrato forte interesse per il giocatore, aumentando la difficoltà dell’operazione. Tuttavia, il club viola non si arrende e ha rilanciato con un’offerta di circa 20 milioni di euro più bonus, accompagnata da una percentuale sulla futura rivendita.  Dal Brasile trapela che questa cifra potrebbe non essere sufficiente, ma la Fiorentina conta sulla volontà del giocatore per orientare la trattativa verso Firenze. Nel frattempo, il direttore sportivo Daniele Pradè non si ferma: parallelamente, lavora su un’altra trattativa per un profilo di alto livello, la cui identità è al momento riservata. Non si tratterebbe comunque di una semplice alternativa, ma di un obiettivo primario, coerente con la strategia di rinforzare la rosa con pochi ma mirati innesti, funzionali al gioco di Raffaele Palladino.Il Bologna, dal canto suo, sta cercando di rinforzarsi e guarda con interesse a Jonathan Ikoné, esterno francese della Fiorentina. L’allenatore Vincenzo Italiano, che ben conosce il giocatore per averlo allenato nelle passate stagioni, lo ritiene una pedina adatta al suo progetto tattico. Nonostante le indiscutibili doti tecniche di Ikoné, il francese non è riuscito a imporsi a Firenze, mostrando limiti nella finalizzazione. Anche Como e Trabzonspor si sono interessati al giocatore, ma la Fiorentina ha fissato una condizione chiara: Ikoné può partire solo con la formula del prestito con obbligo di riscatto.Infine, la Fiorentina è vicina a chiudere l’operazione per Michael Folorunsho, centrocampista del Napoli. L’accordo prevede un prestito oneroso da un milione di euro, con diritto di riscatto fissato a otto milioni che diventerà obbligo al verificarsi di condizioni facilmente raggiungibili. Il classe ’98, che firmerà un contratto fino al 2029, era atteso a Firenze nei giorni scorsi, ma il trasferimento è stato rallentato dal Napoli, che voleva assicurarsi prima un sostituto.  L’arrivo imminente di Philip Billing dal Bournemouth sbloccherà la situazione, permettendo a Folorunsho di unirsi alla rosa viola. Le visite mediche sono previste per oggi o domani, con l’obiettivo di averlo disponibile già per la trasferta di lunedì contro il Monza.  

Fiorentina in evoluzione: mercato in fermento e rivoluzione in rosa

Tra partenze illustri e riduzione del monte ingaggi, il club viola si prepara a una sessione di mercato decisiva per il futuro

La Fiorentina si appresta a vivere una sessione di mercato invernale che potrebbe portare a cambiamenti significativi nella rosa. La strategia del club viola sembra chiara: per ogni nuovo innesto, ci saranno partenze equivalenti, anche tra i giocatori più insospettabili. Questo scenario rappresenta una sfida per mister Palladino, chiamato a gestire non solo il turnover tecnico, ma anche le inevitabili ripercussioni sul morale del gruppo.  Tra i nomi in uscita spiccano quelli di giocatori che, per motivi tecnici o economici, sembrano destinati a lasciare Firenze. È il caso di Pongracic, arrivato con grandi aspettative ma mai realmente incisivo. Il suo ingaggio stagionale supera i 2 milioni di euro, cifra pesante per le casse del club. Anche Cristiano Biraghi (certo partente) e Martinez Quarta (già tornato in argentina) si trovano in una situazione simile: entrambi guadagnano e guadagnavano alla Fiorentina oltre 1,5 milioni netti all’anno. Altri profili con la valigia in mano sono Ikoné, Kouame e Kayode. Il Como si è già fatto avanti per Ikoné, con un’offerta di prestito secco, mentre la Fiorentina preferirebbe inserire un obbligo di riscatto. In alternativa, il francese potrebbe approdare in Turchia, con il Trabzonspor particolarmente interessato. Kouame, nonostante la sua duttilità apprezzata dall’allenatore, è frenato dal suo ingaggio, che dissuade potenziali acquirenti come il Torino. Per Kayode, invece, si registrano attenzioni da parte di club inglesi, oltre a Parma e Roma.  La lista delle partenze non si ferma qui: Terracciano e Christensen, rispettivamente con stipendi da 900mila e 500mila euro netti, potrebbero lasciare spazio a nuove opzioni tra i pali. Christensen è già vicino a un prestito al Paderborn, mentre Terracciano potrebbe valutare altre destinazioni. A completare il quadro, anche Fabiano Parisi, uno dei giovani più promettenti in rosa, potrebbe partire per trovare maggiore continuità. Dal punto di vista finanziario, queste cessioni consentirebbero alla Fiorentina di ridurre il monte ingaggi di circa 12,6 milioni netti all’anno (20 milioni lordi), una cifra considerevole che il club potrebbe reinvestire sul mercato. Tra i possibili rinforzi, l’obiettivo principale sembra essere un esterno di valore, con il nome di Luiz Henrique in cima alla lista dei desideri.  Una strategia di snellimento e rinnovamento rappresenta un’occasione importante per la Fiorentina di riorganizzare la rosa, puntando su nuovi talenti e consolidando un progetto sostenibile. Tuttavia, l’equilibrio tra cessioni e nuovi innesti sarà cruciale per evitare ripercussioni negative sul campo e preservare la competitività della squadra. Gennaio si preannuncia, dunque, un mese caldo per il mercato viola, con decisioni che potrebbero delineare il futuro del club.

Fiorentina scatenata sul mercato, ma il sogno resta Luiz Henrique

Trattative tra Sud Americas, Cipro e Germania. Venerdì arriva Folorunsho

Michael Folorunsho è in attesa di essere liberato dal Napoli per completare le visite mediche con la Fiorentina, un passaggio che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni, probabilmente venerdì. Gli azzurri, seguendo le direttive di Antonio Conte, stanno aspettando di individuare il centrocampista giusto per sostituirlo. L'entourage del classe '98 sta spingendo affinché la società partenopea autorizzi la sua partenza. Il contratto con la Fiorentina è già pronto: un accordo quadriennale e mezzo, con un trasferimento che prevede il pagamento di 9 milioni di euro al Napoli per il diritto di riscatto, che diventerà obbligatorio al verificarsi di determinate condizioni. Sembra dunque questione di ore per il suo approdo a Firenze.Parallelamente, la Fiorentina sta sondando il terreno per l’acquisto di Senou Coulibaly, difensore dell’Omonia Nicosia nato nel 1994. Il giocatore è legato al club cipriota da un contratto in scadenza a giugno 2025, ma sono in corso trattative per un possibile rinnovo di altre due stagioni. Sul centrale maliano ci sarebbe anche l’interesse di club come Tottenham e West Ham. L’agente del giocatore, molto richiesto sul mercato, sta valutando le opzioni migliori, che includono sia un rinnovo contrattuale con l’Omonia sia un eventuale trasferimento. Il valore del cartellino si aggira intorno ai 750mila euro.Un altro nome sul taccuino della Fiorentina è quello di Jacopo Sardo, giovane centrocampista classe 2005 attualmente in forza al Saarbrucken ma di proprietà della Lazio. Secondo quanto riportato dalla BILD, il ragazzo ha trovato poco spazio in Germania e potrebbe tornare in Italia. La Fiorentina, che aveva già mostrato interesse per lui nel 2021 quando militava nell’Ostia Mare, potrebbe presentare un’offerta durante questa sessione di mercato.Infine, il grande obiettivo per l’attacco rimane Luiz Henrique, talento classe 2001 del Botafogo. Il dt viola Roberto Goretti segue il giocatore da circa due mesi, e la Fiorentina ha già messo sul tavolo un’offerta di 16 milioni più 2 di bonus, respinta però dal Botafogo, che chiede una cifra non inferiore ai 30 milioni. Il presidente del club brasiliano, John Textor, ha un piano preciso per il giocatore, puntando a trasferirlo al Lione, di cui è proprietario, replicando quanto fatto con Thiago Almada. La Fiorentina potrebbe provare a convincere il Botafogo offrendo una percentuale sulla futura rivendita del calciatore, ma per ora si tratta solo di un’ipotesi. Luiz Henrique, dal canto suo, desidera tornare in Europa, con una preferenza per Spagna e Italia, e ha iniziato a fare pressioni sul club brasiliano dopo aver saputo dell’interesse dei viola.

Fiorentina: un girone di andata tra “altissimi” e bassi

Il percorso della squadra di Palladino tra picchi, cali di rendimento e prospettive europee

Con 32 punti in 18 partite e una gara da recuperare contro l'Inter, la Fiorentina di Raffaele Palladino chiude il girone di andata con una media di 1,78 punti a partita. Un ritmo che, proiettato sull'intero campionato, potrebbe garantire un bottino di 67-68 punti, sufficiente per un piazzamento in Europa League. Attualmente sesti in classifica, i viola condividono il punteggio con la Juventus ma sono penalizzati dalla peggior differenza reti.La stagione viola è stata segnata da fasi ben distinte. Dopo un avvio sottotono, con soli 5 gol segnati e 6 subiti nelle prime quattro giornate, la Fiorentina ha trovato continuità tra la quinta e la quattordicesima giornata: otto vittorie consecutive, 23 gol fatti e appena 4 subiti. Questo filotto li ha portati nelle zone alte della classifica, ma le ultime quattro gare del girone hanno registrato un netto calo di rendimento, con soli 3 gol segnati e 8 subiti.Nonostante le fluttuazioni, il numero di gol subiti è identico a quello dello scorso anno: 18 reti al passivo dopo 18 giornate. Tuttavia, la Fiorentina ha raccolto un punto in meno rispetto al girone di andata 2023/24, quando si trovava quarta in classifica con 33 punti. La squadra di Palladino si distingue per l’efficacia offensiva: è la migliore del campionato per percentuale di tiri in porta sul totale delle conclusioni (35,9%). Inoltre, i viola sono terzi in Serie A per passaggi lunghi (oltre 25 metri), dimostrando un gioco diretto e verticale. Kean è il trascinatore dell’attacco con 11 gol sui 31 totali della squadra, pari al 35% delle marcature. Questa dipendenza realizzativa dal centravanti è un punto di forza ma potrebbe rappresentare una vulnerabilità nel lungo termine. Dal punto di vista tattico, si registra un calo nel possesso palla rispetto alla scorsa stagione (51,9% contro 57,4%). Questa scelta sembra riflettere un approccio più pragmatico, privilegiando la verticalità rispetto al controllo del gioco.Il tecnico Palladino ha definito il bilancio parziale “positivo, ma con rammarico”. L’ottima fase centrale del girone non è bastata per mantenere il quarto posto, ma le basi per una stagione di successo sono solide.  Il girone di ritorno sarà decisivo per consolidare il piazzamento europeo. La priorità sarà ritrovare equilibrio tra fase difensiva e offensiva, diversificando le fonti di gol per ridurre la dipendenza da Kean. Con continuità e adattamenti tattici, la Fiorentina ha le carte in regola per confermarsi tra le migliori sei della Serie A.

Fiorentina in crisi: dubbi tattici e scelte di mercato sotto esame

Dal calo di rendimento alla gestione degli investimenti: Palladino cerca soluzioni per invertire la rotta

La sconfitta contro il Napoli rappresenta un momento delicato per la Fiorentina, passata dall'entusiasmo del terzo posto alla preoccupazione per un bottino di appena un punto nelle ultime quattro giornate di campionato. Un trend negativo che, nell'ultimo mese, vede solo il Monza fare peggio.  La partita contro il Napoli ha sollevato interrogativi tattici difficili da ignorare: perché tornare alla difesa a tre, abbandonando il più solido assetto a quattro che aveva garantito stabilità e risultati? Contro una squadra che, priva dei suoi esterni titolari, non sembrava richiedere soluzioni così drastiche, l'adozione della linea a tre ha finito per creare più problemi che vantaggi. Dei tre centrali, uno doveva allargarsi per supportare Dodo e Parisi o intervenire sulle mezzali avversarie, generando confusione. Un meccanismo nuovo, mai del tutto assimilato dalla squadra.  Le scelte di Palladino non si sono limitate a questo. L'esordio in campionato di Moreno al posto di un difensore più esperto come Pongracic ha lasciato spazio a ulteriori dubbi, soprattutto sulla condizione fisica del croato. E poi c'è l'assenza di Edoardo Bove, che ha mostrato quanto l'ex romanista sia essenziale per il delicato equilibrio viola. La sua fisicità, energia e dinamismo erano fondamentali per un centrocampo tecnico ma vulnerabile contro avversari più strutturati.  In arrivo, però, c’è Folorunsho, un rinforzo che potrebbe colmare alcune lacune grazie alla sua capacità di interdizione e appoggio alla manovra, oltre a garantire centimetri e forza fisica. Nel frattempo, Palladino cerca nuove soluzioni tattiche per ritrovare certezze: il 3-4-2-1 visto contro il Napoli potrebbe evolvere in un 3-5-2 o tornare al 4-3-2-1. Grazie all'assenza di impegni infrasettimanali, il tecnico ha potuto sfruttare il tempo a Viola Park per testare alternative.  Un altro capitolo delicato riguarda gli investimenti. Il rendimento di Gudmundsson, arrivato con un esborso significativo, non è ancora all’altezza delle aspettative. Con sole 14 presenze complessive, di cui appena 8 in Serie A per un totale di 370 minuti giocati, il suo impatto è stato minimo. Dopo una prova opaca contro la Juventus, l’assenza contro il Napoli è stata giustificata da un problema alla caviglia. Tuttavia, il tempo stringe: giugno, con l'obbligo di riscatto fissato a 17 milioni, non è lontano.  Anche l’investimento su Colpani, fortemente voluto da Palladino, è sotto esame. Il "Flaco" ha avuto più spazio rispetto agli altri, ma il suo contributo è stato deludente, con appena due gol segnati contro il Lecce. La richiesta del Monza per il riscatto – 12 milioni – appare al momento eccessiva rispetto alle prestazioni offerte.  La Fiorentina è chiamata a invertire la rotta, sia sul campo che nella gestione delle risorse, per evitare che una stagione promettente si trasformi in una delusione.

Fiorentina, tra mercato e strategie: le nuove priorità di gennaio

Dalle necessità a centrocampo agli addii imminenti, fino ai nomi caldi per l’attacco: i viola ridisegnano il futuro

La Fiorentina sta ridisegnando le sue priorità di mercato. Se inizialmente sembrava urgente trovare un vice-Kean per rinforzare l’attacco, ora l’attenzione si è spostata sul centrocampo. L’obiettivo è individuare un giocatore con caratteristiche simili a Edoardo Bove, che sarà costretto ai box ancora a lungo.  Sul fronte delle uscite, Cristiano Biraghi è ormai ai margini della squadra e potrebbe lasciare già all’inizio del nuovo anno. Mentre le voci di un trasferimento in Turchia non hanno trovato conferme, si sta delineando un’opzione con il Napoli. La pista partenopea potrebbe decollare nei prossimi giorni, anche perché il terzino sinistro potrebbe essere inserito in uno scambio. Oltre a Biraghi, un’altra pedina interessante per il club di De Laurentiis potrebbe essere Lucas Martínez Quarta. L’imminente arrivo di Valentini in difesa, atteso per i prossimi giorni, potrebbe innescare un effetto domino sul reparto arretrato.  Tra i nomi in entrata spunta quello di Michael Folorunsho, centrocampista del Napoli dotato di grande duttilità tattica. L’ex giocatore del Verona è valutato circa 10 milioni di euro, una cifra che per ora tiene la Fiorentina in una posizione di attesa. Stessa situazione per il danese del Genoa Morten Frendrup, per il quale i liguri chiedono una cifra vicina ai 20 milioni. Anche la mezzala dell’Empoli, Tommaso Baldanzi, classe 2003, rappresenta un’opzione, ma la richiesta di 15 milioni da parte del club toscano rende la trattativa complessa.  In attacco, il nome più vicino a lasciare Firenze è quello di Jonathan Ikoné. Nonostante non siano ancora arrivate offerte ufficiali, la Fiorentina sta valutando di liberarsi dell’esterno francese. Dopo aver rifiutato proposte dal Qatar e aver sfiorato un trasferimento all’Ajax in estate, Ikoné potrebbe partire con la formula del prestito con diritto di riscatto. Parallelamente, la Fiorentina valuta anche soluzioni per sfoltire ulteriormente la fascia, dove è stato proposto il polacco Sebastian Szymański del Fenerbahçe.  In uscita, Christian Kouamé ha attirato diversi estimatori, ma il club viola non sembra intenzionato a privarsi di lui. Per quanto riguarda il vice-Kean, l’ultimo nome accostato alla Fiorentina è quello di Dominic Calvert-Lewin, attaccante dell’Everton. L’inglese appare un’opzione più percorribile rispetto a Stiven Shpendi del Cesena, anche se i costi e la fattibilità restano elementi da valutare con attenzione.  Il mercato della Fiorentina si preannuncia, dunque, ricco di incroci e opportunità. Tra rinforzi necessari, possibili cessioni e trattative da imbastire, il club toscano si prepara a un gennaio intenso per mantenere competitività e solidità in tutti i reparti.  

Guimarães si prepara per la sfida: atmosfera calda per la Fiorentina al D. Afonso Henriques

Il Vitória Guimarães punta a difendere il secondo posto nel girone contro i viola

Domani sera il ‘Estádio D. Afonso Henriques’ di Guimarães ospiterà una partita decisiva per il girone di Conference League. La Fiorentina sarà accolta da un’atmosfera calda e da un Vitória determinato a difendere la seconda posizione nel gruppo. Lo stadio, che può contenere circa 30.000 spettatori, non è ancora sold out, ma si prevede comunque un forte supporto da parte dei tifosi locali.  Il Vitória Guimarães, con una rosa valutata intorno ai 47 milioni di euro, si presenta come un avversario ostico. Tra i giocatori spicca Tomás Händel, mediano austriaco classe 2000, valutato circa 10 milioni di euro, e il brasiliano Kaio Cesar, un esterno destro classe 2004 che ha già messo a segno 3 gol e 5 assist in stagione. L’attacco sarà guidato da Nelson Oliveira, esperto centravanti di 33 anni, autore di 5 gol e 4 assist fino ad ora. Il capitano della squadra è il portiere Bruno Varela, leader carismatico e punto di riferimento del gruppo. La formazione di Guimarães adotta un modulo 4-3-3, che fa degli esterni offensivi un’arma pericolosa per le difese avversarie.  In campionato, dopo 14 giornate, il Vitória occupa il sesto posto con 22 punti, a cinque lunghezze dalla zona europea. Nonostante ciò, ha faticato a ottenere risultati contro le squadre che lo precedono in classifica, eccezion fatta per una vittoria di prestigio contro il Braga. In Europa, invece, il rendimento è eccellente: con 13 punti conquistati nel girone, il Vitória ha ottenuto quattro vittorie e un pareggio, qualificandosi con anticipo tra le migliori otto della competizione. L’ultima vittoria contro il San Gallo ha confermato la solidità della squadra a livello internazionale.  La Fiorentina, invece, si presenta all’appuntamento consapevole dell’importanza del risultato, ma con alcuni dubbi di formazione. Cristiano Biraghi e Danilo Cataldi non si sono allenati con i compagni, mentre Dodo sarà regolarmente in campo per visto che dovra scontare la squalifica in campionato contro l'Udinese. Sulla fascia sinistra dovrebbe agire Fabiano Parisi, mentre al centro della difesa scalpita Martinez Quarta, che potrebbe essere affiancato da uno tra Ranieri e Comuzzo.  A centrocampo, Mandragora e Richardson sembrano pronti a prendere il posto di Adli e Cataldi, mentre in attacco cresce la possibilità di vedere Sottil titolare dal primo minuto. La staffetta tra Gudmundsson e Beltran rimane un’opzione concreta, ma il favorito per guidare l’attacco viola è Kouame, con Kean che potrebbe entrare a partita in corso.  La sfida di domani si preannuncia combattuta: il Vitória, già qualificato, giocherà senza pressione, mentre la Fiorentina sarà chiamata a dare il massimo per confermare le proprie ambizioni europee. L’atmosfera dello stadio e la qualità della squadra lusitana renderanno la serata insidiosa per i viola, che dovranno dimostrare carattere e concentrazione per portare a casa un risultato positivo. 

La Fiorentina inciampa a Bologna cercando un nuovo equilibrio: un ko “prezioso” da analizzare

Tra assenze, sperimentazioni e scelte tattiche, la squadra di Palladino guarda già alla Conference ed alla gara con l'Udinese

Prima o poi doveva accadere. La sconfitta di Bologna interrompe la striscia positiva della Fiorentina, ma non scalfisce l’ottimo percorso compiuto finora. I 31 punti raccolti in 15 giornate restano un bottino di tutto rispetto, che testimonia il lavoro straordinario fatto dalla squadra. È una battuta d’arresto da analizzare con lucidità, senza allarmismi eccessivi. Va ricordato, infatti, che la domenica in Emilia è stata segnata da un grave lutto per mister Palladino, anima del gruppo, e la squadra ne ha risentito inevitabilmente in termini di atteggiamento e intensità.In campo, la Fiorentina ha mostrato due volti. Nel primo tempo ha giocato un buon calcio, ma non è riuscita a concretizzare le occasioni create. Nella ripresa, il Bologna ha preso fiducia e terreno grazie a una mossa tattica vincente: Ferguson spostato trequartista, Odgaard largo a sinistra e Dominguez a destra. Questo cambio ha sorpreso i viola, che non hanno saputo trovare una risposta adeguata. La capacità di leggere “in diretta” le partite è uno dei punti di forza di Palladino, e la sua assenza in panchina si è fatta sentire, nonostante l’impegno e la competenza di Stefano Citterio, figura fondamentale dello staff tecnico.Un altro fattore chiave è stata l’assenza di Bove, un giocatore che si è rivelato insostituibile per il suo equilibrio tattico. Schierato esterno a sinistra, Bove sapeva garantire copertura difensiva e incisività offensiva. Senza di lui, la Fiorentina ha tentato alcune soluzioni temporanee, ma servirà una risposta più duratura. La società è già al lavoro per gennaio, con l’intento di intervenire sul mercato e colmare questa lacuna tecnica. Nel frattempo, Sottil sta offrendo prestazioni di buon livello a sinistra, ma con un calendario così fitto, serviranno alternative per garantire freschezza e varietà tattica.A Bologna si è anche visto l’esperimento Gudmundsson-Beltran, un tandem tecnico atteso da tempo. La loro presenza contemporanea in campo ha offerto sprazzi di talento, ma ha evidenziato anche alcune difficoltà. Gudmundsson ha mostrato la sua qualità superiore, pur non essendo ancora al meglio fisicamente. Beltran, invece, schierato più largo, ha perso efficacia: è brillante nel fraseggio stretto, ma fatica a coprire e a trovare spazi in profondità. Questo esperimento, pur interessante, andrà dosato con attenzione, adattandolo a partite e situazioni specifiche.La voragine lasciata da Bove è evidente in certi contesti, e se Sottil può essere una soluzione temporanea, in altre situazioni servirà un centrocampista in più. La rosa attuale offre pochi giocatori con caratteristiche simili a quelle di Bove, e la soluzione più realistica sembra essere un intervento mirato sul mercato. Tuttavia, un’altra opzione potrebbe essere un cambio di sistema di gioco. Palladino, infatti, ha già accennato alla possibilità di adottare un 4-3-2-1: una variante che offrirebbe maggiore equilibrio a centrocampo, adattando magari Colpani come mezzala, e permetterebbe di far coesistere Gudmundsson e Beltran. Anche il 4-4-2, visto contro il LASK, potrebbe tornare utile in determinate partite. Nella mente del tecnico viola qualcosa bolle in pentola, e presto potrebbero arrivare novità.La sconfitta di Bologna non è un dramma, ma rappresenta un’occasione per crescere e migliorare. La Fiorentina ha tutte le carte in regola per ritrovare l’equilibrio e proseguire il suo percorso con fiducia.

Fiorentina una sconfitta che invita a riflettere, ma che non fa (troppo) male

Dopo un ottimo primo tempo, la squadra viola si perde nella ripresa: un centrocampo fragile e un modulo forse da rivedere

La partita tra Fiorentina e Bologna ha messo in evidenza una squadra viola incapace di mantenere lo stesso livello di gioco per tutti i novanta minuti. Dopo un primo tempo convincente, caratterizzato da aggressività e compattezza, la Fiorentina è improvvisamente crollata, lasciando spazio al gioco dei rossoblù e uscendo dal campo con una meritata sconfitta. Ma cos'è successo tra il primo e il secondo tempo? La chiave sembra risiedere nella tenuta fisica e tattica della squadra, soprattutto a centrocampo.Con l'avanzare della gara e l'aumento dei ritmi, la coppia Cataldi-Adli in mezzo al campo ha mostrato evidenti difficoltà a contenere il palleggio avversario. Nel recente passato era stato Bove, con la sua capacità di coprire spazi e dare equilibrio, a garantire solidità al 4-2-3-1 viola. Senza di lui, il sistema sembra vacillare, soprattutto contro squadre dotate di tecnica e qualità nel possesso palla. Inoltre, la presenza contemporanea in campo di giocatori offensivi come Colpani, Beltran e Gudmundsson potrebbe rappresentare un lusso che la squadra non sempre può permettersi. In alcuni casi, uno dei tre rischia di essere di troppo, e questa situazione solleva interrogativi sulla sostenibilità del modulo adottato.Raffaele Palladino, nel corso della settimana, aveva messo in guardia dai momenti difficili, dichiarando: «Arriveranno anche i momenti complicati, e allora avremo bisogno dell'aiuto di tutti». Una dichiarazione che si è rivelata profetica. Con il vento in poppa grazie alle otto vittorie consecutive, molti tifosi si aspettavano una prestazione all'altezza anche a Bologna, sfruttando le difficoltà difensive ben note della squadra di Italiano. Tuttavia, la partita ha preso una piega diversa.Dopo un buon avvio, la Fiorentina è sembrata progressivamente perdere energia e lucidità, complice anche l'assenza di alcuni elementi chiave. Il Bologna, dal canto suo, è cresciuto minuto dopo minuto, trascinato dal carisma e dalla qualità di Ferguson, vero leader in campo. La sconfitta è stata accolta con un'esultanza fragorosa da parte di Italiano, che ha ritrovato la sua squadra in un momento di crescita, e ha persino affrontato un confronto acceso con il direttore sportivo viola Daniele Pradè a fine partita.Nonostante questa battuta d'arresto, la classifica sorride ancora alla Fiorentina, che resta saldamente in zona Champions. Il Bologna, con questa vittoria, riduce il distacco a sei punti dai viola, con entrambe le squadre che devono ancora recuperare una partita. Il sogno del record di vittorie consecutive è sfumato, ma il campionato è ancora lungo, e i conti si faranno solo alla fine.Questa sconfitta non deve però essere motivo di drammi. Finora, la Fiorentina ha infatti disputato finora una stagione straordinaria, ben al di sopra delle aspettative. Una battuta d'arresto, per quanto dolorosa, non può offuscare quanto di buono fatto dalla squadra. Resta però la necessità di riflettere su alcune fragilità emerse, soprattutto nella gestione tattica e nella distribuzione delle energie. Il futuro è ancora nelle mani della Fiorentina, ma serviranno concentrazione e continuità per mantenere vivo il sogno europeo.

Fiorentina travolgente: sette gol per un passo verso gli ottavi

La squadra di Palladino domina il Lask con una mentalità offensiva e chiude (quasi) il discorso qualificazione in Conference League

Vincere era fondamentale, come sottolineato da mister Palladino, ma segnare tanti gol era altrettanto importante, considerando che la differenza reti potrebbe rivelarsi decisiva per accedere alle prime otto della Conference League. Il Lask, avversario tecnicamente modesto, sembrava la vittima perfetta, ma ciò non significava che fosse disposto a cedere facilmente. Eppure, è proprio il risultato rotondo, con sette reti segnate, a dare alla prestazione della Fiorentina il suo peso specifico nella corsa europea.Affrontare una squadra fragile come quella austriaca è stato relativamente semplice, ma ciò che ha fatto la differenza è stata la mentalità della squadra di Palladino, decisa a spingere fino all’ultimo minuto. Rinunciando a rotazioni massicce per evitare sorprese, il tecnico ha trasmesso l’idea che ogni partita conta, e i risultati gli danno ragione. Sebbene la qualificazione agli ottavi non sia ancora garantita matematicamente – la Fiorentina dovrà vincere anche nell’ultima giornata contro il Vitoria Guimaraes – i viola restano tra le prime otto e continuano a salire posizioni in classifica.Unico rammarico è che una prestazione così brillante si sia svolta in uno stadio semideserto, ancora un cantiere. I tifosi della curva Fiesole, trasferiti alla Ferrovia, hanno cercato di colmare il vuoto con il loro sostegno, ma resta il desiderio di vedere questa Fiorentina protagonista in un contesto più prestigioso, come l’Europa League (almeno). Tuttavia, ciò che conta è che la squadra abbia disputato un’altra partita impeccabile, senza errori e con un’incisività offensiva straordinaria. Dal magro 1-0 contro il Cagliari ai sette gol segnati ieri, la Fiorentina ha raggiunto un altro record: la sua prima vittoria così netta in una competizione europea.La partita contro il Lask è stata un dominio assoluto. Gli avversari, innocui e quasi remissivi, hanno reso il compito più facile per i viola, ma ciò non toglie meriti alla squadra, capace di eccellere indipendentemente dagli interpreti in campo. Ogni gol ha rappresentato un passo avanti verso l’obiettivo della qualificazione, e il +11 di differenza reti è un patrimonio prezioso in vista della trasferta decisiva contro il Vitoria Guimaraes. Gli ottavi sono sempre più vicini.Protagonista della serata è stato Riccardo Sottil, autore di una doppietta e decisivo con la punizione che ha portato al primo gol viola di Richardson. Palladino ha optato per un modulo ultra offensivo, un 4-2-4 che ha visto Kouame affiancare Kean al centro dell’attacco, con Sottil e Ikoné sulle fasce. Questa scelta, sebbene rischiosa, si è rivelata efficace e potrebbe essere riproposta in futuro. Le occasioni non sono mancate, e l’unico assente alla festa del gol è stato Kean: il suo gol iniziale è stato annullato per un fallo di mano, e ha sfiorato la rete con un tiro che ha colpito l’incrocio.La Fiorentina esce da questa serata con nuove certezze, un’energia ritrovata e un passo decisivo verso la qualificazione. Il cammino in Conference League continua, con l’ottimismo di chi sa di poter puntare in alto.

Tensioni in casa Fiorentina: rottura con Giuffredi e futuro incerto per Biraghi

La crisi tra il club viola e il procuratore Mario Giuffredi si acuisce: Biraghi verso l’addio, mentre si cerca di ricucire con Parisi

La tensione tra la Fiorentina e Mario Giuffredi, procuratore di Cristiano Biraghi e Fabiano Parisi, sembra essere arrivata a un punto di non ritorno. Le problematiche, maturate nel corso degli ultimi mesi, hanno trovato un nuovo picco con gli avvenimenti recenti, complicando ulteriormente la situazione del capitano viola.  Secondo indiscrezioni, l’allenatore Vincenzo Italiano sarebbe rimasto deluso da alcuni atteggiamenti di Biraghi, ritenuti non in linea con il ruolo di capitano. L’ultimo episodio di dissidio sarebbe avvenuto in seguito alla decisione del tecnico di non schierare il giocatore nella gara di Conference League. La reazione dell’agente Giuffredi, che ha espresso pubblicamente il suo malcontento, non ha fatto altro che aggravare una situazione già delicata.  Le radici di questa crisi risalgono però all’estate scorsa. Il procuratore ritiene che i dirigenti viola avessero dato assicurazioni sul fatto che non sarebbe stato acquistato un nuovo terzino sinistro, un’intesa che sembrava smentita dall’arrivo di Robin Gosens nell’ultimo giorno di mercato, su esplicita richiesta di Italiano. Questo evento ha segnato l’inizio di una frattura tra Biraghi e la società, culminata recentemente in un acceso scontro verbale tra il giocatore e il tecnico.  Non è la prima volta che tensioni simili si verificano tra Giuffredi e una società di Serie A. In passato, il procuratore ha avuto contrasti anche con il Napoli, in particolare per la gestione di Giovanni Di Lorenzo, capitano degli azzurri. Tuttavia, il caso Fiorentina appare ancora più complesso, soprattutto per la posizione di Biraghi, il cui contratto scadrà a giugno.  Il rapporto tra il giocatore e la Fiorentina sembra ormai logorato, come dimostrano altri episodi di tensione, tra cui una reazione negativa di Biraghi durante una sostituzione nella partita di Nicosia. La società viola, da parte sua, sembra orientata a voltare pagina. Anche altri membri del vecchio gruppo, come il portiere Terracciano, sono sempre più ai margini del progetto tecnico.  Per gennaio si profilano due scenari distinti. Da un lato, la società di Rocco Commisso potrebbe cercare di ricucire il rapporto con Parisi, considerato un talento su cui puntare a lungo termine. Dall’altro, sembra inevitabile la separazione con Biraghi, che potrebbe chiudere la sua avventura in maglia viola dopo quasi sette anni. Tra le possibili destinazioni per il terzino classe ’92, il Fenerbahçe di José Mourinho appare una pista concreta.  La Fiorentina, fedele alla linea di Commisso, difficilmente cederà ai diktat degli agenti, ma gestire una situazione così intricata richiederà grande attenzione. Il futuro prossimo del club potrebbe dipendere dalle scelte fatte nelle prossime settimane, tra conferme strategiche e inevitabili addii.

La Fiorentina è una fortezza difensiva: numeri da record in Serie A

Il segreto del successo viola che finora passa anche da una difesa impenetrabile

La Fiorentina di Raffaele Palladino sta riscrivendo la tradizione difensiva italiana grazie a prestazioni straordinarie. Con soli 10 gol subiti, la squadra viola è la meno battuta in Serie A, al pari di Napoli e Juventus. Ma non è tutto: nei top 5 campionati europei nessun club ha fatto meglio. Questo impressionante rendimento si riflette in una serie di record che evidenziano la solidità e la concentrazione della squadra.  Un dato spicca su tutti: nessun gol subito tra il 60’ e il 90’, a dimostrazione della capacità della Fiorentina di mantenere altissima l’attenzione nei momenti cruciali. Inoltre, con 7 partite concluse senza subire reti, i viola sono terzi in Serie A, dietro a Juventus (10) e Napoli (9). La percentuale è eloquente: il 50% dei match giocati ha visto la Fiorentina mantenere la porta inviolata.  La svolta difensiva è arrivata dal secondo tempo della sfida contro la Lazio, quando Palladino ha deciso di passare a una difesa a quattro. Da quel momento, la Fiorentina ha subito solo 3 gol in 9 partite e mezzo, con una media di 0,3 reti a partita. Questo cambiamento ha portato a una serie di 8 vittorie consecutive in campionato, record che mancava da 64 anni.  Il quartetto difensivo composto da Dodô, Comuzzo, Ranieri e Gosens ha trovato rapidamente affiatamento, giocando quasi sempre insieme. Un ruolo chiave è stato svolto anche da David De Gea, che si è confermato il miglior portiere del campionato, con 6 clean sheet personali. L’intesa del reparto arretrato si è rafforzata partita dopo partita, come dimostrano le celebrazioni di gruppo dopo ogni intervento decisivo.  Ma il successo della Fiorentina non si limita alla difesa: la mentalità di sacrificio permea l’intera squadra. Giocatori come Beltrán, sempre pronto a rincorrere gli avversari, e Kean, con il suo spirito di squadra, hanno dato un contributo fondamentale. Anche Gudmundsson e Kouamé si sono distinti per il supporto costante ai compagni, sottolineando come il successo sia frutto di uno sforzo collettivo.  Con 31 punti in 15 partite e una gara da recuperare, la Fiorentina è vicina al miglior rendimento della sua storia nell’era dei tre punti. Le prossime sfide saranno decisive per confermare questa straordinaria crescita, ma la strada intrapresa lascia ben sperare i tifosi viola.

Lucas Beltran, il Jolly della Fiorentina

Trequartista, assistman e leader tattico: il nuovo volto del numero nove viola

Dopo un anno e mezzo di alti e bassi, Lucas Beltran si è finalmente rivelato nella sua vera essenza: più un centrocampista avanzato che una prima punta tradizionale. Questa trasformazione è stata gradualmente affinata da Vincenzo Italiano, ma ha trovato la sua massima espressione tattica sotto la guida di Raffaele Palladino. Quest’ultimo ha confezionato per Beltran un ruolo su misura: trequartista nel 4-2-3-1, capace di agire come primo difensore, attaccante e rifinitore.  Il suo contributo è diventato cruciale per il recente successo della Fiorentina. Con movimenti intelligenti in area, ricezioni precise e scarichi funzionali, Beltran ha dato vita a combinazioni decisive per la squadra. Due esempi lampanti si sono visti contro Como e Cagliari: al Sinigaglia ha servito Adli, mentre nella sfida contro i sardi è stato Cataldi a beneficiare della sua visione di gioco. Queste giocate, ormai codificate, hanno fruttato sei punti in due gare e sono la firma distintiva del numero nove viola.  Beltran non è solo un assistman emergente – con cinque assist stagionali, è tra i migliori in Serie A, dietro solo a Nuno Tavares (8) e Marcus Thuram (6) – ma anche un elemento fondamentale nel pressing e nella protezione del pallone. Tuttavia, la sua relazione con il gol resta complicata: solo una rete segnata finora e una media di 0,58 tiri in porta a partita dimostrano le difficoltà che incontra in zona offensiva.  L’ascesa di Beltran pone però un dilemma: come reintegrare Albert Gudmundsson? Il numero dieci viola, fermo da fine ottobre per un infortunio, è stato sostituito brillantemente proprio da Beltran. Domenica scorsa, Palladino ha accennato a una possibile convivenza tra i due nel finale di gara, schierando un quartetto offensivo con Colpani, Gudmundsson, Beltran e Kean. Questo esperimento, pur breve, potrebbe essere riproposto, magari a partita in corso.  Per il momento, l’allenatore studia un modulo che sfrutti al massimo il talento a disposizione. L’idea dell’“albero di Natale”, un 4-3-2-1 con due trequartisti e un centrocampista in più, potrebbe essere la soluzione ideale. In questa configurazione, Gudmundsson e Beltran sarebbero liberi di muoversi dietro Kean, creando una rete di passaggi e movimenti che metterebbe in crisi le difese avversarie.  La sfida è trovare l’equilibrio giusto tra la solidità tattica e la libertà creativa necessaria per esaltare i talenti individuali. Con un Beltran in forma smagliante e Gudmundsson pronto al rientro, la Fiorentina sembra avere tutte le carte in regola per affrontare con ambizione le prossime sfide. 

Palladino riparte da Gudmundsson e Adli, immaginando un nuovo equilibrio per la Fiorentina

Il tecnico dovrà far fronte all'assenza di Bove, un elemento cardine in questa prima parte della stagione

In Coppa Italia contro l’Empoli, Albert Gudmundsson ha fatto il suo ritorno in campo, seppur per pochi minuti. Per il tecnico della Fiorentina, Raffaele Palladino, è stato un primo passo importante ma da gestire con attenzione. Anche nella sfida di domenica contro il Cagliari, l’attaccante islandese dovrebbe scendere in campo per un breve spezzone, probabilmente una mezz’ora, così da aumentare gradualmente il suo minutaggio. Non si vogliono correre rischi, e l’obiettivo è quello di integrarlo progressivamente per rafforzare il reparto offensivo viola.Oltre a Gudmundsson, ci sono altri giocatori chiave per la Fiorentina, tra cui De Gea, Kean, Dodo e Gosens, ma un ruolo cruciale è ricoperto da Yacine Adli. Il centrocampista francese è il fulcro del gioco della squadra di Palladino. Quando Adli manca, la Fiorentina fatica a esprimere il suo potenziale. Dopo un piccolo problema fisico riscontrato nella partita contro il Como, è stato gestito con prudenza e non ha giocato contro l’Empoli, anche a causa di un attacco influenzale. Per domenica dovrebbe però tornare a disposizione. La sua importanza è indiscutibile: con 3 gol e 3 assist all’attivo, abbina qualità tecniche, personalità e capacità di dettare i ritmi. La sua assenza si fa sentire, e in rosa non ci sono alternative che possano sostituirlo efficacemente. Cataldi, Richardson e Mandragora possono adattarsi, ma offrono un tipo di contributo diverso.Un’altra questione per Palladino sarà la mancanza di Edoardo Bove, un giocatore estremamente versatile che ha ricoperto diversi ruoli con ottimi risultati. La soluzione più logica sembra quella di affidarsi a Riccardo Sottil, che ha mostrato segnali di crescita nelle ultime partite. Già contro l’Empoli, Sottil è stato impiegato sulla sinistra, e questa scelta potrebbe essere confermata contro il Cagliari.In attacco, la Fiorentina sta puntando su due elementi fondamentali: Gudmundsson, al rientro dopo l’infortunio, e Lucas Beltran, che sta vivendo un momento di grande forma. L’islandese, ancora non pronto per partire titolare, potrebbe trovare spazio gradualmente, candidandosi a diventare uno dei protagonisti del reparto offensivo. Il 4-2-3-1 è il modulo che meglio si adatta alle sue caratteristiche, permettendogli di giocare sia nei tre dietro la punta sia a sinistra, come mostrato contro l’Empoli.Palladino sta valutando diverse opzioni per integrare Gudmundsson e mantenere alta la resa di Beltran. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di schierarli insieme in un tridente con Colpani, oppure utilizzarli in un modulo diverso che preveda Gudmundsson e Beltran dietro Kean come terminale offensivo. Un’alternativa ancora più creativa potrebbe vedere Gudmundsson affiancare Kean, con Beltran schierato da trequartista.

La realtà della Fiorentina oltre l'angoscia per Bove: questione stadio e Coppa Italia

Oggi incontro tra il club ed il comune per il futuro del Franchi (e non solo), domani l'Empoli a Firenze per la Coppa Italia

La questione stadio continua a essere centrale in casa Fiorentina. L'obiettivo condiviso tra il club e il Comune di Firenze è accelerare i lavori di ristrutturazione del Franchi, previsti non prima del 2029, sebbene manchi ancora un cronoprogramma definito. Oggi, in prefettura, si terrà un vertice richiesto dalla sindaca Sara Funaro alla prefetta Francesca Ferrandino per affrontare le criticità legate ai cantieri dello stadio.All'incontro parteciperanno, oltre al Comune e alla Fiorentina, il governatore Eugenio Giani, rappresentanti della Lega calcio, il nuovo sindaco di Empoli, Alessio Mantellassi, e delegati del club azzurro. Saranno discussi i tempi e i costi dei lavori. La scorsa settimana, la Fiorentina ha richiesto al Comune il dossier sul Franchi per valutare l'investimento necessario. Si ipotizza che il club possa contribuire economicamente alla copertura della tribuna maratona e della Ferrovia, oltre ad altri interventi strutturali. Tuttavia, la società chiede garanzie sul controllo dello stadio e una concessione a lungo termine.La possibilità di disputare alcune gare al Castellani di Empoli sembra esclusa. Il Comune empolese ha ribadito la sua posizione, citando difficoltà legate alla gestione dell'ordine pubblico e ai lavori di restyling previsti per lo stadio, che inizieranno a settembre. Tutte queste questioni saranno affrontate nel vertice odierno.Sul fronte sportivo, la squadra è ancora scossa dal grave incidente che ha coinvolto Edoardo Bove. Tuttavia, domani la Fiorentina tornerà in campo per la Coppa Italia contro l’Empoli. È stato proprio Bove, dal letto d’ospedale, a incoraggiare i compagni a proseguire, mostrando segnali di miglioramento e intervenendo in videochiamata durante un confronto tra giocatori e dirigenza al Viola Park.La partita di Coppa Italia sarà una sfida delicata, non solo sul piano tecnico, ma soprattutto mentale, dato che si giocherà nello stesso luogo dove Bove ha rischiato la vita. La squadra, guidata da Raffaele Palladino, cercherà di trasformare il dolore in motivazione, ribadendo la propria vicinanza a Bove anche sul campo.Dopo il grande spavento, il gruppo viola ha ripreso ad allenarsi, mostrando determinazione e coesione. La vicenda ha unito ulteriormente i giocatori, che ora vogliono lottare non solo per i propri obiettivi sportivi, ma anche per onorare Edoardo. In attesa di conoscere il futuro del giovane calciatore, la squadra trova in lui una ragione in più per dare il massimo.

Fiorentina tra Serie A ed Europa: Cinismo in Casa, Sprechi in Trasferta

La squadra di Palladino eccelle in campionato, ma fatica a concretizzare nelle competizioni europee. Il turnover per il Pafos e lo scontro diretto con l’Inter saranno decisivi

La Fiorentina di Raffaele Palladino si presenta con due facce ben distinte, evidenti anche a un’analisi superficiale. In Serie A, i viola viaggiano a un ritmo travolgente, mostrando un cinismo che li rende tra i più letali in campionato. Tuttavia, in Europa, e in particolare nella fase a gironi della Conference League, la squadra perde parte della sua efficacia, faticando a trasformare le occasioni in gol con la stessa efficienza.Nel campionato italiano, la Fiorentina ha messo in mostra un’efficienza realizzativa del 15,2%, seconda solo all’Atalanta, che guida questa classifica con il 16%. La capacità di concretizzare si traduce in gol spesso alla prima occasione utile, come visto nei match contro Como, Lecce e Torino. Questo cinismo ha portato la squadra a segnare 27 gol in 13 giornate, con una media di 2,1 reti a partita, posizionandola tra le migliori del torneo.Il quadro cambia se si guarda alla Conference League. Durante la fase a gironi, la Fiorentina ha tentato ben 67 conclusioni, centrando lo specchio 30 volte e segnando solo 7 reti, per una percentuale realizzativa che scende al 10,4%. Il dato evidenzia una difficoltà nel tradurre le numerose occasioni in gol, una lacuna che pesa in un contesto europeo dove il margine d’errore è ridotto. La differenza di rendimento tra campionato e competizioni internazionali si riflette anche nella prestazione dei singoli, con Moise Kean in evidenza in Serie A grazie alla sua capacità di finalizzare ogni occasione, come accaduto contro Como e Torino.Da ieri, la Fiorentina ha spostato l’attenzione sulla sfida di giovedì contro il Pafos. I ciprioti, pur senza un nome altisonante, rappresentano un avversario insidioso: primi nel loro campionato e con due successi europei alle spalle, arriveranno a Firenze con l’intento di giocarsi la partita dell’anno. Palladino sta valutando una rotazione importante della formazione per preservare le energie in vista dello scontro diretto di domenica sera contro l’Inter, un match che potrebbe avere un impatto cruciale sulla corsa scudetto.La gestione della rosa sarà determinante. Giocatori come Kayode, Parisi, Pongracic, Quarta e Mandragora sperano in una chance per mettersi in mostra, ma le scelte dipenderanno dal bilancio tra necessità di turnover e mantenimento della competitività. L’incognita più grande riguarda Moise Kean: farlo riposare potrebbe essere utile per preservarlo per la sfida contro l’Inter, ma la sua assenza potrebbe rendere più difficile mantenere il cinismo necessario contro il Pafos.La Fiorentina si trova dunque davanti a un doppio obiettivo: confermare la propria forza in campionato senza trascurare l’Europa. La capacità di trovare un equilibrio tra efficienza realizzativa e gestione delle risorse sarà cruciale per affrontare le sfide ravvicinate e confermarsi ai vertici sia in Italia che in Europa.

Fiorentina: sogni di gloria attraverso la concretezza targata Palladino

Una rivoluzione di tre mesi che ha dato identità a una squadra che sembrava informe: e siamo solo all'inizio.

La Fiorentina sta vivendo una stagione da sogno sotto la guida di Raffaele Palladino, trasformando lo scetticismo iniziale in entusiasmo collettivo. La squadra viola, grazie a un approccio tattico innovativo e una gestione ottimale del gruppo, sta sorprendendo tutti nel campionato di Serie A, mostrando un mix vincente di personalità e pragmatismo.L’allenatore sta costruendo il successo della Fiorentina su cinque principi fondamentali: semplicità, responsabilità, condivisione, pragmatismo e personalità. Dopo aver iniziato la stagione schierando la squadra con una difesa a tre e applicando rigorosamente il principio della costruzione dal basso, Palladino ha saputo adattarsi, passando a un gioco più diretto e verticale con una difesa a quattro, dimostrando grande flessibilità tattica. La chiave è stata il dialogo costante con i giocatori, che ha permesso di creare un ambiente coeso e di responsabilizzare gli interpreti in campo.Il cambio di mentalità ha portato risultati eccezionali, con una media di 2,06 punti a partita, la più alta nella storia del club nell’era dei tre punti per gara, superando anche figure iconiche come Trapattoni e Ranieri. Questo dato non solo sottolinea il valore tattico dell’allenatore, ma conferma anche il potenziale della squadra per ambizioni a lungo termine, inclusa una qualificazione alla Champions League.La Fiorentina è diventata prima un simbolo di bellezza, poi di concretezza in campo, come dimostrato dalle vittorie contro Roma e Milan e dalle successive gare vinte dai viola in maniera "sporca", con scarti di gol minimi rispetto agli avversari e mantenendo spesso la rete inviolata. Questo, grazie a un centrocampo che garantisce filtro alla difesa e qualità nel gioco, oltre agli exploit personali di Comuzzo, seguito da Ranieri, e dallo straordinario rendimento del fuoriclasse spagnolo tra i pali: David De Gea.Con altri giocatori chiave come Kean, Dodo, Gosens, Adli, Bove e Cataldi (alcuni di loro tornati o diventati protagonisti in Nazionale), il progetto Fiorentina guarda con ambizione all’Europa. La qualificazione alla Champions League è un obiettivo concreto, considerando l'attuale media punti. Un sogno alimentato non solo dai risultati, ma anche dalla visione a lungo termine del club. L’entusiasmo dei tifosi, unito alla crescente fiducia dell’ambiente, rende oggi la Fiorentina un esempio di rinascita calcistica nel panorama italiano.La Fiorentina di Palladino rappresenta un connubio perfetto tra modernità e tradizione, con una guida tecnica innovativa e una rosa che cresce sia tecnicamente sia mentalmente. Il sogno europeo non è più una chimera, ma una prospettiva concreta. E stavolta non si parla di Conference League, e forse nemmeno di Europa League. Firenze sogna, e con buone ragioni, citando spesso e volentieri la parola con la "S". Da questo noi, per pudore e deontologia professionale, ci asteniamo. Ma sognare non costa nulla, e dopo anni di finali perse e un latente anonimato in Serie A, è giusto che i tifosi si lascino andare, immaginando orizzonti sempre più gloriosi per la loro amata Fiorentina.  

Cataldi e Gudmundsson pronti a tornare: la Fiorentina si prepara al tour de force

Il centrocampista recuperato e l’attaccante islandese quasi pronto: Palladino pianifica le scelte in vista di una fitta serie di impegni

Danilo Cataldi è pronto a tornare in campo. Il centrocampista della Fiorentina ha superato l’infortunio al polpaccio che lo aveva costretto a lasciare anzitempo la sfida contro la Roma, dopo 56 minuti di gioco. Il suo pieno recupero arriva in un momento cruciale per la squadra di Raffaele Palladino, che domani affronterà il Como e dovrà affrontare un fitto calendario tra campionato e coppe. Cataldi è destinato a riprendere il suo posto da titolare e a garantire quell’equilibrio indispensabile al centrocampo viola, soprattutto considerando l’assenza prolungata di Richardson, fermo ai box per infortunio.Con il ritorno di Cataldi, Palladino potrà ridisegnare la mediana: l’ex Lazio agirà al fianco di Adli, mentre Bove sarà dirottato nuovamente sulla fascia sinistra. Questo permetterà al tecnico di sfruttare al meglio le caratteristiche dei suoi giocatori e di affrontare le prossime sfide con una maggiore solidità. L’allenatore aveva anche testato Lucas Martinez Quarta in un ruolo inedito, ma il recupero del regista titolare riporta ordine nelle gerarchie.Oltre al centrocampo, Palladino deve fare i conti con la gestione degli esterni di difesa, soprattutto in vista della sfida contro il Como e del doppio impegno contro il Pafos in Conference League e l’Inter in Serie A. Le condizioni di Dodo e Gosens, entrambi reduci dagli impegni con le rispettive nazionali, saranno monitorate attentamente. In caso di necessità, Kayode e Biraghi sono pronti a subentrare. Nessun dubbio, invece, per la coppia centrale di difesa: davanti a De Gea ci saranno Comuzzo e Ranieri, ormai pilastri della retroguardia viola.Buone notizie arrivano anche per Albert Gudmundsson. L’attaccante islandese ha ripreso ad allenarsi con i compagni al Viola Park, dimostrando di essere quasi del tutto ristabilito dalla lesione al bicipite femorale destro subita lo scorso 20 ottobre a Lecce. Sebbene difficilmente sarà disponibile dal primo minuto contro il Como, Gudmundsson potrebbe essere convocato e magari accumulare qualche minuto in campo per ritrovare ritmo gara. Il vero obiettivo è il match contro l’Inter del 1° dicembre, per il quale Palladino conta di avere l’islandese pienamente recuperato e pronto a partire titolare.La Fiorentina si trova quindi a gestire un periodo particolarmente intenso, con gare ogni tre giorni fino alla fine dell’anno. La rosa sarà chiamata a dare il massimo per affrontare una serie di impegni fondamentali per il prosieguo della stagione. Con Cataldi e Gudmundsson sulla via del pieno recupero, Palladino potrà contare su due pedine fondamentali per consolidare i progressi della sua squadra.

La Fiorentina segna a ripetizione e “supera” la matematica

Dal gioco corale ai numeri record i viola sorprendono in Serie A con gol decisivi e un rendimento oltre le aspettative

La Fiorentina dimostra che il gol è un affare di squadra. Con undici marcatori diversi in campionato, i viola hanno trasformato la versatilità offensiva in una risorsa fondamentale per restare agganciati al ritmo Champions. Se Moise Kean è il trascinatore con 8 reti in 11 presenze, altri dieci giocatori hanno già lasciato il segno almeno una volta in Serie A.  Il secondo miglior realizzatore è Albert Gudmundsson, autore di 3 gol in appena 202 minuti giocati, con una media straordinaria di una rete ogni 67 minuti. L'islandese è stato decisivo con i suoi gol contro Lazio e Milan, ma la continuità è stata frenata dagli infortuni, che gli hanno fatto saltare otto delle prime dodici partite.  Alle sue spalle, con due gol ciascuno, ci sono Andrea Colpani, Danilo Cataldi, Robin Gosens e Lucas Beltrán. La differenza tra loro è nel minutaggio: Colpani e Gosens sono pilastri della rosa con quasi 900 minuti giocati, mentre Cataldi e Beltrán hanno avuto meno spazio, rispettivamente 510 e 471 minuti. Anche i giovani Adli e Bove si sono aggiunti alla lista dei marcatori, con il primo che ha avuto meno opportunità rispetto al secondo.  Persino la difesa ha dato il suo contributo con le reti di Biraghi, Parisi e Quarta, mentre sul fronte internazionale Ikoné e Sottil hanno segnato rispettivamente 3 e 1 gol, ma aspettano ancora la gioia in campionato. Tra gli assenti dall’elenco c’è Kouamé, che non è ancora riuscito a sbloccarsi e punta a invertire la rotta.  Oltre ai gol, c’è un altro dato che rende questa Fiorentina straordinaria: i sei punti in più ottenuti rispetto alle previsioni del modello matematico elaborato dal CIES. Questo sistema analizza le occasioni create e concesse in base ai tiri effettuati da una posizione privilegiata (“danger zone”) e i viola sono risultati i più efficienti della Serie A.  Con una media di 5,25 tiri “facili” tentati a partita e 4,17 concessi, il saldo positivo di +1,08 non dovrebbe garantire un vantaggio così marcato. Eppure, la squadra di Palladino riesce a trasformare queste situazioni in oro, arrivando a un eccellente differenziale reti di +15 (25 gol fatti, 10 subiti), secondo solo all’Atalanta (+16).  Un risultato che trova pochi paragoni nella storia del club: andando indietro fino al primo scudetto, la Fiorentina 1955-56 vantava un differenziale di +17 dopo 12 giornate. Anche la Fiorentina del 1958-59 di Lajos Czeizler e quella del 2015-16 di Paulo Sousa si avvicinano a questa impresa.  Con un gioco corale e una solidità che ha radici profonde, la Fiorentina sta riscrivendo la sua storia e candidandosi come protagonista assoluta di questa Serie A. 

Fiorentina verso il Natale: tra sfide decisive e rincorsa ai vertici

Una squadra in piena forma, nove partite cruciali e il ritorno graduale di Gudmundsson per consolidare un sogno chiamato alta classifica

La Fiorentina punta a chiudere l’anno a tutto gas, con un calendario serrato che la porterà a sfidare avversari su più fronti fino a Natale. In attesa del mercato di gennaio e della pausa che arriverà dopo il match contro il Napoli, la squadra viola si prepara ad affrontare nove incontri cruciali, tra Serie A, Coppa Italia e Conference League.  Questa sosta, inedita e anomala, ha concesso ai giocatori un’intera settimana di riposo: una scelta che testimonia la fiducia dell’allenatore e dello staff nei confronti del gruppo. I calciatori, tra viaggi e momenti in famiglia, hanno avuto l’obbligo di mantenere la forma con allenamenti individuali. La sfida è chiara: restare competitivi in campionato, superare il girone di Conference e battere l’Empoli negli ottavi di Coppa Italia, con l’obiettivo di conquistare un quarto di finale affascinante contro la Juventus.  Il tecnico Palladino ha ribadito l’importanza dell’intera rosa: nessuno sarà lasciato indietro. È un’opportunità per chi ha avuto meno spazio di ribaltare gerarchie, anche se i “titolarissimi” difficilmente cederanno il passo.  La Fiorentina arriva a questo momento con una scia positiva impressionante: 22 punti nelle ultime otto giornate, un bottino superiore persino a quello di squadre blasonate come Atalanta (19 punti) e Lazio (18 punti). Se mantenesse questo ritmo, potrebbe chiudere il girone d’andata con ben 41 punti, un traguardo insperato a inizio stagione. Con una media di 2,75 punti a partita negli ultimi due mesi, la squadra viola ha dimostrato una continuità straordinaria, vincendo le ultime sei partite di fila.  Un altro tassello importante per il prosieguo sarà il ritorno in campo di Gudmundsson. L’islandese, fermo da un mese a causa di un infortunio rimediato a Lecce, ha ripreso ad allenarsi al Viola Park da dieci giorni. Tuttavia, il suo rientro sarà gestito con estrema cautela. Non è previsto il suo impiego già nella trasferta di Como, ma potrebbe tornare disponibile il 28 novembre contro il Pafos, magari con uno spezzone più consistente contro l’Inter il 1° dicembre.  La Fiorentina è pronta per una cavalcata che potrebbe regalarle grandi soddisfazioni. La parola d’ordine, però, resta una sola: calma.

Kayode e le gerarchie viola: tra sogni di riscatto e mercato in bilico

Il giovane talento della Fiorentina fatica a trovare spazio nella stagione 2023-2024. Tra competizioni parallele e un mercato in fermento, il futuro resta tutto da scrivere

Michael Kayode, rivelazione della stagione scorsa, rappresenta oggi uno dei paradossi della Fiorentina. A dodici giornate dalla Serie A 2022-2023, aveva già collezionato 473 minuti in campo, ma quest’anno si ferma a soli 25 minuti complessivi, distribuiti in appena tre presenze. Numeri che raccontano un’involuzione evidente, sebbene influenzata dal ritorno in grande forma di Dodô, ora punto fermo della squadra e convocato anche in nazionale brasiliana.  Eppure, lo scorso mercato estivo aveva visto il giovane difensore al centro di un vivo interesse europeo. Aston Villa, Brentford, Newcastle e persino club italiani come Milan e Arsenal avevano sondato il terreno, con offerte significative rifiutate dalla società viola, determinata a trattenerlo. Ma oggi lo scenario potrebbe cambiare: con il mercato di gennaio alle porte, Kayode e il suo entourage potrebbero valutare nuove opzioni per non arrestare il suo percorso di crescita.  La gestione delle gerarchie da parte di mister Palladino aggiunge un ulteriore elemento di riflessione. Dopo un turnover iniziale, l’allenatore ha stabilito ruoli ben definiti, creando una netta distinzione tra i titolari della Serie A e le seconde linee utilizzate principalmente in Conference League. Questo ha portato a una distribuzione disomogenea del minutaggio, con giocatori come Kayode, Ikonè e Biraghi che trovano più spazio in Europa che in campionato.  Le prestazioni non sempre convincenti nelle competizioni internazionali, però, non hanno aiutato i giocatori meno impiegati a scalare le gerarchie. La partita contro il Como, in programma nei prossimi giorni, potrebbe rappresentare una delle ultime occasioni per Kayode di impressionare lo staff tecnico e guadagnarsi un ruolo più importante nel gruppo.  Il finale di 2024 si preannuncia intenso per la Fiorentina, con dieci partite in trentacinque giorni. Un calendario fitto che richiederà un contributo decisivo anche da parte delle seconde linee. Kayode, dal canto suo, rimane fiducioso: “Non sono assolutamente deluso. Il mister mi tiene in considerazione e quando c’è spazio, come in coppa, mi fa giocare.” Tuttavia, la voglia di crescere e ritagliarsi un ruolo da protagonista potrebbe spingere il giovane talento a cercare nuove opportunità altrove.  Che sia in prestito o in modo definitivo, il futuro di Michael Kayode resta un’incognita. Ma una cosa è certa: la sua determinazione non è in discussione.

Dodò realizza il sogno: prima convocazione nella Nazionale brasiliana

Il terzino della Fiorentina chiamato dal CT Dorival Junior dopo l’assenza di Vanderson. Possibile esordio contro l’Uruguay

La prima convocazione con la Nazionale brasiliana è finalmente arrivata per Dodò, terzino della Fiorentina. Dopo essere stato inizialmente escluso dalla lista ufficiale, il giocatore è stato richiamato dal CT Dorival Junior a seguito della squalifica di Vanderson, ammonito durante il match contro il Venezuela terminato 1-1. Una chiamata inaspettata ma meritata, che riflette il desiderio di molti tifosi verdeoro di vedere volti nuovi in squadra, soprattutto considerando le non perfette condizioni del veterano Danilo.  Dodò, partito stamattina alla volta del Brasile con uno scalo a Lisbona, raggiungerà i compagni in vista dell’importante sfida contro l’Uruguay, in programma nella notte italiana tra martedì e mercoledì. Il match sarà decisivo per le qualificazioni ai Mondiali, e non è escluso che il giocatore possa ottenere la sua prima presenza con la Seleção.  La chiamata in Nazionale rappresenta un momento di svolta nella carriera del difensore, che ha iniziato la stagione in modo brillante con la Fiorentina. Dopo il grave infortunio dello scorso anno, Dodò ha lavorato duramente per tornare in forma, conquistando la fiducia del tecnico Vincenzo Italiano e risultando spesso decisivo sulla fascia destra. Con un mix di tecnica, velocità e determinazione, il terzino ha dimostrato di essere un elemento fondamentale per la squadra viola, attirando anche l’attenzione del Brasile.  Per Dodò, questa convocazione è molto più di una semplice chiamata dell’ultimo minuto: è la realizzazione di un sogno coltivato fin da bambino. Anche se il suo ruolo in squadra resta da definire, condividere lo spogliatoio con alcuni dei migliori giocatori brasiliani sarà già un’esperienza indimenticabile.  Nonostante l’impegno in Nazionale lo costringerà a rientrare a Firenze solo giovedì, l’opportunità di indossare la maglia del Brasile ripaga ogni sacrificio. Il giocatore, sempre sorridente e determinato, si prepara ora a vivere un momento speciale della sua carriera, con la possibilità di scrivere una nuova pagina importante sia per sé stesso che per il calcio brasiliano.  In attesa del verdetto del campo, Dodò può già festeggiare: il sogno è diventato realtà.  

Fiorentina, gennaio tra entrate e uscite: caccia al vice-Kean e non solo

Shpendi nel mirino, Djuric e Petagna opzioni alternative. Si valutano cessioni per Kouame e difensori in esubero

Con l'avvicinarsi della finestra di mercato invernale, la Fiorentina si prepara a intervenire per affinare la rosa a disposizione di Palladino. Il focus principale è un rinforzo offensivo: un vice-Moise Kean, capace di integrarsi nel sistema di gioco e offrire soluzioni alternative al giovane titolarissimo viola. Il profilo più monitorato è quello di Cristian Shpendi, giovane talento del Cesena, autore di 10 gol in 15 presenze tra campionato e Coppa Italia. Il classe 2003 si è distinto per tecnica e capacità di puntare l’uomo, qualità che lo rendono un attaccante moderno e versatile. Sebbene la Fiorentina sembri intenzionata a bloccare il giocatore già a gennaio, l’ipotesi più probabile è lasciarlo in prestito fino a giugno, considerando il valore richiesto dal Cesena (15 milioni di euro). Tra le alternative emergono Milan Djuric e Andrea Petagna, entrambi legati al Monza e dal profilo esperto, perfetti per offrire profondità alla rosa. Più complicato, invece, il ritorno di Giovanni Simeone, poco fattibile sia per costi che per dinamiche di mercato.  Le entrate in attacco potrebbero essere facilitate da una cessione eccellente: quella di Christian Kouame. Nonostante il recente rinnovo fino al 2027, l’ivoriano non ha brillato in questa stagione e potrebbe lasciare Firenze già a gennaio. Il Torino lo tiene d’occhio, considerandolo un’alternativa a Joaquin Correa, mentre altre squadre potrebbero inserirsi nella corsa nelle prossime settimane.  La rosa viola potrebbe essere sfoltita anche in difesa. Con l’arrivo di Valentini e la crescita dell’intesa tra Ranieri e Comuzzo, giocatori come Lucas Martinez Quarta stanno trovando meno spazio. Situazione simile per i terzini mancini: Cristiano Biraghi e Fabiano Parisi sono scivolati dietro a Robin Gosens nelle gerarchie di Palladino. Entrambi potrebbero essere ceduti, lasciando alla Fiorentina margine per reinvestire sul mercato.  A meno di due mesi dall’apertura ufficiale delle trattative, la Fiorentina si muove con cautela, bilanciando necessità tecniche e opportunità finanziarie. L’eventuale acquisizione di Shpendi rappresenterebbe un investimento di prospettiva, mentre le operazioni in uscita permetterebbero di snellire una rosa affollata e non sempre efficace. Sarà cruciale per il direttore sportivo Pradè trovare il giusto equilibrio, per permettere alla squadra di affrontare la seconda metà della stagione con rinnovate ambizioni. 

Tutti i numeri della Fiorentina di Palladino

Il momento d'oro della squadra viola fotografato dai numeri del rendimento record

Il momento d'oro della Fiorentina di Raffaele Palladino continua. Grazie ai risultati ottenuti fino alla sosta, i viola sono al secondo posto in Serie A, a un solo punto dalla capolista, e vi rimarranno fino al 24 novembre. La classifica è molto corta: nelle prime sei posizioni ci sono solo due punti di distanza.Palladino ha sempre evitato di fissare obiettivi precisi, ma la Fiorentina è in piena corsa per un piazzamento europeo. Se oggi finisse il campionato, il quinto posto non garantirebbe la Champions League, ma la Fiorentina ha battuto squadre di alto livello come Lazio, Roma e Milan, il che potrebbe fare la differenza in caso di arrivo a pari punti.In casa, la Fiorentina è imbattuta, con 14 punti in 6 partite, dietro solo a Lazio, Atalanta e Napoli. In trasferta ha conquistato 11 punti in 6 gare, con Juventus e Inter che hanno fatto meglio. Palladino vanta una media di 2,08 punti a partita, superiore a quella dei suoi predecessori, Cesare Prandelli e Vincenzo Montella. La Fiorentina è anche tra le squadre con il maggior numero di marcatore diversi, 11, al pari di Lazio, Verona e Milan.Con 25 gol segnati, la Fiorentina ha il terzo miglior attacco del campionato, con una percentuale di realizzazione del 14%, la più alta delle ultime stagioni. Il dato xG (expected goals) è di 21,81, ma la squadra ha segnato 25 gol, indicando una maggiore efficacia offensiva. Inoltre, i viola sono la squadra con più reti da calcio piazzato, ben 7. Moise Kean, con 8 gol, è il secondo miglior marcatore della Serie A, con una media di un gol ogni 114 minuti.In difesa, la Fiorentina ha subito solo 10 gol, il terzo miglior dato del campionato. Ha mantenuto la porta inviolata in 5 partite, di cui 4 in trasferta. Nonostante un xG di 13,34, la squadra ha concesso solo 10 gol, merito anche delle ottime prestazioni di David De Gea, protagonista in partite cruciali come quelle contro Genoa e Milan.Anche se i numeri sono parziali, dato che sono state giocate solo 12 giornate, è importante sottolineare che dopo la sosta la Fiorentina potrà contare sul ritorno di Gudmundsson, che finora ha giocato solo 202 minuti in Serie A. La squadra non cambierà nei prossimi 15 giorni, ma sarà interessante vedere se questi numeri straordinari verranno confermati nella seconda parte della stagione.

Sottil: Continuità e determinazione per conquistare la Fiorentina

L'esterno ha trovato costanza e incisività in campo, ma cerca ancora il gol

La stagione 2024/25 ha visto Sottil collezionare finora 9 presenze in campionato, di cui 3 da titolare, per un totale di 346 minuti giocati. Nonostante l’impegno, il giovane calciatore non ha ancora trovato la via del gol né ha servito assist, ma ha comunque mostrato notevoli progressi sul piano del gioco e della continuità.Nel complesso, Sottil ha messo a segno 7 tiri, con 3 tentativi indirizzati verso la porta avversaria. Con una precisione dell'82% nei passaggi e 6 passaggi chiave all'attivo, l'esterno sta migliorando la propria efficienza nel creare occasioni pericolose. Un aspetto particolarmente positivo è la sua capacità di vincere i duelli individuali: ne ha vinti 22 su 38, dimostrando tenacia e fisicità. Dal punto di vista disciplinare, non ha ricevuto cartellini né ammonizioni, segnale di un atteggiamento equilibrato e concentrato.Anche in UEFA Conference League, Sottil ha collezionato 143 minuti in due partite. Pur senza gol e assist, ha mostrato costanza nella costruzione del gioco, completando 47 dei 56 passaggi tentati (84% di precisione) e contribuendo a mantenere la pressione offensiva con 8 tiri complessivi. Ha dimostrato inoltre un buon approccio nella fase difensiva, subendo 4 falli e mostrando un’evoluzione che lo sta trasformando in un giocatore più completo.Sottil stesso ha sottolineato quanto sia importante la continuità per un calciatore e quanto sia complesso esprimersi al meglio giocando solo spezzoni di partita: “Non è facile, non siamo robot: abbiamo dei sentimenti e delle problematiche”, ha spiegato. Questa continuità, però, è essenziale per migliorare anche nella fase difensiva, un aspetto su cui il mister Vincenzo Italiano lo ha spinto a lavorare intensamente. Sottil ha espresso soddisfazione per il rapporto con Italiano, che ha contribuito alla sua crescita e alla sua capacità di supportare la squadra anche nei ripiegamenti difensivi. "Sono felice perché nel calcio bisogna fare al meglio le due fasi, e io ci sto riuscendo", ha dichiarato con orgoglio.Alla domanda su cosa manchi per fare il definitivo salto di qualità, Sottil ha menzionato la “capacità di essere decisivo nell’ultimo passaggio”, un elemento che molti tifosi si aspettano da lui. Sottil è consapevole delle aspettative, ma si dice convinto che la costanza e il lavoro pagheranno, permettendogli di raggiungere quello che lui chiama “l'ultimo pezzettino” per diventare un giocatore decisivo.

La Fiorentina a Cipro per il record: sfida all’Apoel con le seconde linee

Con un turn-over mirato, Palladino cerca l’ottava vittoria consecutiva in Conference League, proiettando i titolari verso la Serie A

Alla vigilia della terza partita della fase a gironi di Conference League, la Fiorentina si prepara a sfidare l’Apoel a Cipro. L’obiettivo è mantenere il ritmo positivo e puntare all’ottavo successo consecutivo tra campionato e coppa. L’allenatore Raffaele Palladino ha scelto di dare spazio a un’ampia rotazione, mantenendo freschi i titolari in vista della prossima sfida di Serie A contro il Verona. Sarà infatti un undici in buona parte rinnovato rispetto alla squadra vista a Torino, che domenica scorsa ha conquistato tre punti importanti.La formazione prevista per domani sera riprende le scelte fatte per l’ultima gara europea contro il San Gallo. In porta, David De Gea si accomoderà in panchina, lasciando spazio a Pietro Terracciano, mentre in difesa si prevede l’ingresso di Kayode a destra al posto di Dodo e il ritorno di Biraghi a sinistra, permettendo a Gosens di recuperare energie per il campionato. Al centro, accanto a Martinez Quarta, l’allenatore potrebbe schierare Moreno.A centrocampo Palladino sembra orientato verso una coppia con Mandragora e Richardson, che aveva ben figurato nell’ultima partita di coppa, mentre sulla trequarti potrebbe esserci un ballottaggio. Beltran parte favorito per il ruolo di centrocampista avanzato, anche se Bove e Adli potrebbero giocarsi una maglia in base alla condizione fisica. In attacco, il tecnico punta su Ikoné, che ha già segnato una doppietta contro il San Gallo, e su Sottil, giocatore in crescita e sempre più apprezzato dal gruppo e dallo staff tecnico. Il ruolo di centravanti potrebbe essere affidato a Kouame, che dovrebbe quasi certamente rimpiazzare Kean per questa sfida internazionale.La Fiorentina affronta l’Apoel con grande entusiasmo e una forte spinta motivazionale. Con sette vittorie consecutive, la squadra viola è in piena corsa per eguagliare il record delle nove vittorie ottenute nell’aprile 2023, durante la gestione di Italiano. Palladino, pur evitando dichiarazioni altisonanti sugli obiettivi stagionali, lascia intendere che il gruppo è determinato a proseguire questa striscia di risultati positivi.Con ben otto possibili cambi rispetto all’undici visto contro il Torino, la Fiorentina si dimostra pronta a gestire le risorse, senza abbassare l’intensità. L’allenatore conta sulla freschezza dei subentranti per mantenere alta la competitività e regalare ai tifosi l’ennesima gioia europea.

Rinascita Viola: La Fiorentina di Palladino tra sogni e pragmatismo

Dalla gestione Sousa a Palladino, il ritorno della Fiorentina ai vertici grazie a un mix di semplicità, leadership e gioco efficace

Dopo quasi un decennio, la Fiorentina si ritrova nuovamente tra le protagoniste della Serie A, grazie all’ottimo avvio di stagione sotto la guida di Raffaele Palladino. Questo momento storico richiama inevitabilmente alla mente il campionato 2015-2016, quando la squadra di Paulo Sousa entusiasmava con un calcio brillante, chiudendo le prime 11 giornate in vetta insieme all’Inter. Oggi, con 22 punti conquistati, Palladino ha firmato il secondo miglior avvio viola degli ultimi anni, mettendo la Fiorentina a soli tre punti dalla vetta e riaccendendo tra i tifosi il sogno Champions.Le analogie tra i due allenatori non mancano. Entrambi hanno preso le redini della squadra in un momento delicato: Sousa dopo la fine dell'era Montella e Palladino dopo anni di delusioni culminate con finali perse e ottavi posti. Sostenuti dal direttore sportivo Daniele Pradé, entrambi hanno saputo rinnovare il gruppo e riportare entusiasmo a Firenze. I numeri parlano chiaro: Paulo Sousa aveva collezionato 8 vittorie e 3 sconfitte, mentre Palladino ha registrato 6 successi, 4 pareggi e una sola sconfitta.Palladino, però, ha saputo portare una ventata di innovazione, basandosi su cinque pilastri fondamentali: gestione, semplicità, condivisione, pragmatismo e personalità. Uno degli aspetti chiave del suo metodo è stato il dialogo costante con i giocatori. Ha compreso che un approccio meno teorico e più pratico fosse la soluzione ideale, simile a quanto fatto da Spalletti con la Nazionale italiana. Ha quindi abbandonato la difesa a tre in favore di una linea a quattro, rispondendo a una richiesta diretta della squadra e migliorando l’equilibrio tattico.La semplicità è stata la sua forza: poche istruzioni chiare, piuttosto che schemi complessi. Questo approccio ha permesso alla squadra di esprimere un gioco diretto ed efficace, come testimoniato dalle cinque vittorie consecutive contro squadre come Milan, Roma e Torino. E poi c’è la responsabilità in campo: Palladino spinge i suoi uomini a trovare soluzioni autonomamente. Tuttavia, affinché questa filosofia funzioni, servono calciatori dotati di personalità, e il mister non ha esitato a richiederli nella sessione di mercato.L'attuale stagione rappresenta un ritorno della Fiorentina ai vertici della Serie A, grazie a una gestione tecnica che ha saputo fondere esperienza, semplicità e una profonda connessione con il gruppo. Il prossimo impegno contro il Verona potrebbe rappresentare un ulteriore slancio prima della pausa, mentre la sfida contro l’Inter potrebbe segnare un momento decisivo nella corsa alla vetta. Se Palladino riuscirà a mantenere la rotta, il sogno Champions, che sembrava lontano, potrebbe diventare realtà.

Fiorentina inarrestabile: l'ambizione adesso c'è

Con questa squadra i tifosi possono sognare l'Europa, quella che conta davvero

La Fiorentina sta vivendo un momento di forma straordinario, dimostrando capacità di adattamento e concretezza. Dopo aver espugnato Genova, i viola hanno ripetuto l'impresa a Torino contro i granata, collezionando la quinta vittoria consecutiva in campionato e la settima se si considera anche la Conference League. Il filotto di successi consolida la posizione in classifica a soli tre punti dal Napoli capolista, accendendo l'entusiasmo dei tifosi che iniziano a sognare una qualificazione in Champions League.La partita contro il Torino ha messo in evidenza la solidità della squadra allenata da Italiano, capace di sfruttare le debolezze difensive avversarie. L'approccio mentale della Fiorentina è risultato determinante, mostrando una condizione morale che va oltre la fatica accumulata. I viola non solo segnano con regolarità – 21 reti nelle ultime sette partite vinte – ma hanno anche affinato un sistema di gioco che li rende efficaci, anche in presenza di assenze significative.La Fiorentina ha evidenziato la sua capacità di adattamento e una solidità che la rende una vera squadra, non solo un gruppo di individualità. Anche senza elementi chiave come Cataldi e Gudmundsson, e con giocatori non al meglio come Adli, la compagine viola è stata in grado di reggere difensivamente e mettere pressione. I recenti successi e l'approccio determinato consolidano l'idea di una Fiorentina che punta non solo a rimanere nelle posizioni alte della classifica ma a giocarsi un ruolo da protagonista anche in Europa. La continuità e la compattezza sono elementi che promettono una stagione da ricordare per i tifosi, ora più che mai pronti a sognare.

La rivoluzione di Palladino, dopo tanti problemi una squadra che vince sempre

Fiorentina, una macchina da gol: 12 reti nelle ultime tre gare ufficiali

La Fiorentina ha vissuto una vera e propria svolta nella stagione, iniziata simbolicamente nell'intervallo della gara interna contro la Lazio del 22 settembre scorso. In quel momento, la squadra viola, che faticava a imporsi nonostante la qualità della rosa, ha trovato una nuova dimensione di gioco grazie all'intuizione del tecnico Raffaele Palladino. Questa trasformazione ha portato i viola a risultati impressionanti, con una serie di vittorie e un'incredibile prolificità offensiva: 12 reti nelle ultime 3 gare ufficiali.Il cambiamento non è stato casuale, ma il frutto di una rivoluzione tattica mirata. Palladino ha abbandonato l'eccesso di possesso palla, puntando invece su verticalizzazioni rapide e su una disposizione più dinamica dei singoli in campo. La squadra è diventata più imprevedibile, con nuovi ruoli per alcuni giocatori e una struttura che punta alla rapidità e alla concretezza. Edoardo Bove è diventato il simbolo di questa trasformazione: un giovane che interpreta perfettamente il nuovo gioco di Palladino, dinamico e propositivo.I risultati non hanno tardato a manifestarsi. La Fiorentina ha raccolto dieci punti nelle ultime quattro partite di campionato e ha vinto due gare su due in Conference League. Ma è il numero di gol realizzati che impressiona maggiormente: 14 reti in tutte le competizioni dall'inizio della nuova fase. Nelle ultime tre gare, la squadra viola ha travolto il Lecce con 6 gol e il San Gallo in trasferta con 4 reti, e ha battuto il Milan segnando 2 gol, dimostrando una capacità di andare a segno quasi incontenibile. Questa vena realizzativa è un ottimo segnale per il proseguimento della stagione. La Fiorentina, infatti, si trova di fronte a sfide importanti, come la prossima gara contro la Roma al Franchi, che rappresenterà un altro banco di prova per misurare il reale salto di qualità della squadra. La capacità di Palladino di gestire al meglio le risorse della rosa, adattando il sistema di gioco alle caratteristiche dei singoli, potrebbe consentire ai viola di puntare a traguardi importanti sia in campionato che in Europa.Dopo un inizio di stagione difficile, la Fiorentina sembra aver trovato la propria strada, una via che combina pragmatismo e creatività, con l'obiettivo di diventare protagonista e puntare a una posizione di prestigio in classifica.

Fiorentina, tanto turnover contro un San Gallo da non sottovalutare

Ultima chiamata per Ikoné e Sottil. Torna Biraghi capitano. Beltran deve confermarsi dopo Lecce

La Fiorentina si appresta ad affrontare il San Gallo in Conference League questa sera con un turnover significativo operato da mister Raffaele Palladino. La squadra viola è in un momento positivo, avendo ottenuto dieci punti nelle ultime quattro partite di Serie A e vincendo all’esordio nel girone di Conference League. Tuttavia, per mantenere alta la competitività in tutte le competizioni, Palladino ha deciso di ruotare diversi giocatori, offrendo nuove opportunità a chi finora ha avuto meno spazio.Uno dei protagonisti della serata sarà Cristiano Biraghi, che tornerà a vestire la fascia da capitano, guidando una difesa che vedrà Kayode e Quarta tra i titolari. Il turnover coinvolgerà anche altri reparti, con Richardson, Ikoné, Sottil e Beltran pronti a dare il loro contributo, sostituendo i titolari abituali come Gudmundsson.Palladino, nel parlare della gestione della squadra, ha ribadito l'importanza dell'equilibrio, sia nella rotazione dei giocatori sia nel mantenere alta la concentrazione. "Non ascolto e non leggo le critiche", ha affermato, sottolineando come l’esperienza gli abbia insegnato a mantenere un atteggiamento bilanciato nonostante le pressioni. Il tecnico punta a dare continuità ai risultati positivi, senza perdere l'umiltà e l'attenzione ai dettagli.Questa sfida rappresenta un’occasione importante soprattutto per quei giocatori che finora non hanno brillato nelle occasioni precedenti, come Riccardo Sottil, Jonathan Ikoné e Christian Kouamé. Nel primo match contro i gallesi del The New Saints, i tre non sono riusciti a imporsi, ma la gara di oggi offre loro una seconda chance per convincere Palladino e guadagnare spazio nelle future rotazioni.Sottil, in particolare, è un giocatore che ha mostrato grande velocità sulla fascia sinistra, ma spesso manca di concretezza nell'ultimo passaggio. Nonostante ciò, nell’ultima partita contro il Lecce ha contribuito con una giocata decisiva che ha portato al gol di Beltran. Ora, l’ala dovrà dimostrare di poter essere incisivo anche in campo europeo, sfruttando la sua velocità per creare pericoli costanti.Ikoné, invece, ha un’ottima capacità di dribbling, ma a volte eccede, complicando le giocate semplici. L'ala francese dovrà cercare un equilibrio tra creatività e concretezza per poter fare la differenza. Anche Kouamé, chiamato a sostituire Kean, è atteso a una prestazione più convincente: finora non è riuscito a essere determinante, ma stasera ha l’opportunità di invertire la rotta.Lucas Beltran, che ha già dimostrato di poter essere un titolare aggiunto, sarà nuovamente al centro dell’attacco, pronto a sfruttare ogni occasione per consolidare la sua posizione all'interno della squadra.Con 10 partite di Serie A, 5 di Conference League e un ottavo di Coppa Italia da giocare entro la fine dell’anno, la gestione delle risorse sarà cruciale per la Fiorentina. Palladino ha dimostrato di avere la personalità per affrontare queste sfide, ma saranno le risposte sul campo, soprattutto da parte di chi ha avuto meno spazio, a fare la differenza.

Fiorentina senza Kean e Gud, Palladino deve inventarsi un nuovo attacco

Attenzione al; San Gallo, squadra in difficoltà ma con tanto entusiamo e un attaccante molto pericoloso

Domani sera la Fiorentina di Palladino affronterà il San Gallo in una sfida di Conference League, ma lo farà senza Moise Kean, fermato da un infortunio alla caviglia. Il tecnico viola, già preoccupato per la mancanza di un sostituto naturale di Kean, dovrà ora trovare nuove soluzioni in attacco. L’argentino Lucas Beltran sarà il primo a dover dimostrare di essere all'altezza della situazione, con l’obiettivo di sostituire non solo l'attaccante ex Juventus, ma anche Gudmundsson, che sarà assente per un periodo più lungo.L'assenza di Kean mette Palladino davanti a una sfida tattica: trovare una nuova identità offensiva senza una punta di ruolo con le caratteristiche fisiche di Kean. Lucas Beltran, pur essendo un numero nove solo di maglia, ha già dimostrato di trovarsi meglio in posizioni decentrate, come visto nella partita contro il Lecce, dove ha faticato a giocare spalle alla porta. Christian Kouame rappresenta un’altra opzione, ma è noto per il suo calo di incisività quando si avvicina alla zona gol. La partita contro il San Gallo sarà quindi un banco di prova non solo per studiare un "piano B" in attacco, ma anche per testare la capacità della Fiorentina di adattarsi senza il suo bomber di riferimento.Dal lato avversario, il San Gallo arriva alla sfida con uno stato d'animo contrastante. Dopo una sconfitta beffarda all’ultimo secondo contro il Basilea, i tifosi sono vicini alla contestazione, delusi da una stagione fin qui sotto le aspettative. L’addio in estate del tecnico Peter Zeidler ha lasciato un vuoto non solo in panchina, ma anche in termini di identità di gioco, visto che il nuovo allenatore fatica a ottenere risultati concreti. Tuttavia, la gara contro la Fiorentina rappresenta per i tifosi svizzeri un'occasione speciale, paragonabile a una partita di Champions League, e il supporto sarà certamente caloroso.Nonostante i problemi difensivi, il San Gallo resta pericoloso in attacco. La loro punta di diamante, Willem Geubbels, ha già segnato sette gol in questa stagione e sarà il principale pericolo per la difesa viola. Accanto a lui, Jordi Quintillà, un centrocampista cresciuto nella cantera del Barcellona, fornirà la qualità necessaria per innescare le azioni offensive. La Fiorentina dovrà fare attenzione a non sottovalutare una squadra che, sebbene in difficoltà, può creare problemi con il suo potenziale offensivo.Il Kybunpark sarà gremito non solo da tifosi svizzeri, ma anche da circa 1.100 sostenitori viola provenienti da tutta Europa, pronti a spingere la squadra verso una vittoria fondamentale per il cammino in Conference League. Palladino e i suoi sanno che non sarà una partita facile, ma il sostegno dei tifosi e la necessità di rispondere alla mancanza di Kean potranno dare la giusta motivazione per portare a casa un risultato positivo.

Ansia per Gudmundsson, Kean ci prova per domenica. Palladino giovedì farà ampio turnover

Le condizioni dei due top player viola e le scelte del tecnico verso la sfida di Conference League contro il San Gallo

Le condizioni fisiche di Moise Kean e Albert Gudmundsson, due pedine fondamentali per la Fiorentina, stanno tenendo in apprensione lo staff tecnico in vista dei prossimi impegni. Tuttavia, entrambe le situazioni sembrano destinate a svilupparsi in modo diverso, influenzando anche le scelte di Raffaele Palladino per la partita di Conference League contro il San Gallo, dove è atteso un turnover significativo.Partendo da Albert Gudmundsson, l'islandese si è infortunato al flessore della coscia destra durante la partita tra Lecce e Fiorentina, uscendo dal campo dopo appena sei minuti. Gli esami per valutare l'entità del problema, inizialmente previsti per lunedì, sono stati rimandati a mercoledì a causa di un edema che persiste nella zona interessata. Questo ritardo negli accertamenti lascia spazio a diverse interpretazioni, ma sarà solo con gli esami di domani che si potrà stabilire con precisione il tempo di recupero del giocatore. In base ai risultati, si capirà se Gudmundsson potrà tornare a disposizione per la difficile sfida di campionato contro la Roma, o se dovrà attendere oltre.Per quanto riguarda Moise Kean, la situazione appare meno preoccupante. L'attaccante è uscito durante l'intervallo dell'ultima gara a causa di una distorsione alla caviglia, ma ha comunque continuato a giocare per un breve periodo dopo l'infortunio. Al momento, non sono previsti esami specifici per lui, il che rappresenta un segnale positivo. Kean salterà sicuramente la trasferta in Svizzera, ma il suo obiettivo è recuperare per il match di domenica sera contro la Roma. Tuttavia, non si correranno rischi: se la caviglia non dovesse rispondere bene alle sollecitazioni, il suo rientro potrebbe essere posticipato alla trasferta di Genova nel turno infrasettimanale.Con l’assenza di entrambi i giocatori chiave, Palladino dovrà gestire al meglio la rosa, e la partita contro il San Gallo rappresenta l’occasione ideale per un ampio turnover. Diversi giocatori che hanno trovato meno spazio in campionato avranno l'opportunità di mettersi in mostra. Tra questi, Terracciano dovrebbe partire titolare tra i pali, mentre in difesa potrebbero scendere in campo Kayode, Quarta, Biraghi e Parisi. A centrocampo si profila una chance per Richardson, mentre in attacco Ikoné, Sottil e Kouame avranno l’occasione di prendere minuti importanti.La rotazione programmata permette di preservare i giocatori più utilizzati in vista dei prossimi impegni in Serie A, ma potrebbe anche rappresentare un'opportunità per testare alcune alternative in grado di offrire soluzioni diverse al tecnico. Un esempio potrebbe essere l’impiego di Beltran, le cui quotazioni sembrano in crescita per prendere il posto di Gudmundsson nella partita di domenica contro la Roma.

A Lecce con gli stessi undici che hanno battuto il Milan. Kean recuperato e pronto a fare la differenza

Palladino ha deciso: il turnover ci sarà ma solo in Conference League

In vista della delicata trasferta di domenica contro il Lecce, la Fiorentina si prepara a confermare il suo assetto vincente, mantenendo intatta la formazione che ha sconfitto il Milan prima della pausa per le nazionali. Raffaele Palladino, il tecnico dei viola, sembra intenzionato a riproporre gli stessi undici titolari, fedeli al principio calcistico che "squadra che vince non si cambia". L'undici che ha trionfato contro il Milan comprendeva De Gea, Dodo, Comuzzo, Ranieri, Gosens, Adli, Cataldi, Colpani, Gudmundsson, Bove e Kean. La continuità di formazione diventa fondamentale per Palladino, che vuole evitare stravolgimenti e dare stabilità alla squadra, soprattutto in una fase così cruciale della stagione.In particolare, si attende con grande interesse il recupero di Moise Kean, uno dei protagonisti assoluti di questo inizio di stagione viola. L'attaccante ha vissuto giorni difficili a causa di una lombalgia che lo ha costretto al riposo durante la pausa internazionale, ma già da mercoledì è tornato ad allenarsi regolarmente con i compagni. La sua determinazione a scendere in campo domenica è stata evidente, con un impegno che ha impressionato lo staff tecnico. Kean, nonostante il fastidio alla schiena, era stato trascinante già contro il Milan, contribuendo in modo significativo alla vittoria.Il feeling tra Kean e Gudmundsson, il suo partner d'attacco, continua a crescere, rendendo questa coppia una delle più promettenti della Serie A. Se da un lato Kean apporta una forza fisica impressionante, dall'altro Gudmundsson si distingue per la qualità e l’eleganza delle sue giocate. I due hanno già collezionato complessivamente otto gol tra campionato e coppe, e il loro apporto sarà fondamentale per i prossimi impegni.La partita contro il Lecce rappresenta un ulteriore banco di prova per valutare la maturità della Fiorentina, che nelle prossime settimane sarà impegnata in un tour de force tra Serie A ed Europa. Palladino, consapevole dell'importanza della continuità e della necessità di accumulare punti anche in sfide meno affascinanti, ha lavorato duramente con la squadra per mantenere alta la concentrazione. Il turnover, infatti, sarà probabilmente riservato alle gare di Conference League, mentre contro il Lecce si punterà su chi ha già dimostrato di poter fare la differenza.La Fiorentina sembra aver trovato la quadratura del cerchio con questa formazione, e Palladino sa che la sfida di domenica sarà fondamentale per mantenere il passo sia in campionato che in Europa. Kean sarà il fulcro dell'attacco, pronto a confermare il suo stato di forma e a contribuire ancora una volta con la sua forza e il suo talento, cercando di sfruttare il crescente affiatamento con Gudmundsson. Con la conferma degli undici titolari e il recupero di Kean, la Fiorentina si presenta al "Via del Mare" con tutte le carte in regola per continuare la sua marcia positiva.

Fiorentina: le difficoltà delle seconde linee di Palladino

Sottil, Kouame, Ikoné e Beltran sotto esame aspettando il mercato di gennaio

In casa Fiorentina, l'allenatore Raffaele Palladino si trova di fronte a una sfida non da poco. Nonostante non ami definire alcuni giocatori come "seconde linee", preferendo considerarli tutti titolari, i risultati non sembrano supportare questa visione. Alcuni dei giocatori che avrebbero dovuto rappresentare alternative valide non stanno offrendo il rendimento atteso. Sono in particolare quattro i giocatori che, finora, non sono riusciti a lasciare un segno tangibile: Riccardo Sottil, Christian Kouame, Jonathan Ikoné e Lucas Beltran. Nel gruppo non consideriamo Kayode che, rispetto agli altri calciatori citati, ha avuto a disposizione un minutaggio nettamente inferiore per dimostrare le sue qualità.Nelle prime dieci partite della stagione, Palladino ha dato a questi giocatori quasi 1.200 minuti di gioco complessivi, ma i risultati in termini offensivi sono stati decisamente deludenti. Tra questi, solo Riccardo Sottil è riuscito a segnare un gol, che risale ormai a due mesi fa, in una partita di Conference League contro la Puskás Akadémia. Nonostante tre presenze da titolare su dieci partite, nessuna delle quali in Serie A, Sottil continua a rimanere intrappolato in una sorta di equivoco esistenziale (non è più abbastanza giovane da essere definito tale, e allo stesso tempo è un giocatore che potrebbe avere ancora grandi potenzialità), caratterizzato da prestazioni altalenanti e frequenti infortuni. Con 25 anni sulle spalle e 120 presenze in maglia viola, il tempo sembra stia scadendo per quello che una volta era considerato una giovane promessa.Anche per Christian Kouame la situazione non appare più rosea. Arrivato a Firenze nel gennaio 2020, l'ivoriano si è sempre distinto per la sua dedizione e spirito di sacrificio. Tuttavia, i numeri non mentono: in oltre 130 partite con la Fiorentina, Kouame ha segnato solo dieci gol, e negli ultimi 12 mesi ne ha messi a segno appena due. Nonostante ciò, Palladino continua a dargli fiducia, come dimostrano i 466 minuti giocati, che lo rendono il settimo giocatore più utilizzato in rosa. Tuttavia, le evidenti difficoltà tecniche e di finalizzazione nel ruolo di centravanti rendono complicato per lui affermarsi in modo decisivo. Inoltre, c'è la situazione legata al suo contratto, diventato altissimo (2,2 milioni a stagione) per una clausola. Domani è previsto un incontro per spalmare l'ingaggio attuale con un rinnovo fino al 2027.Le difficoltà maggiori, però, riguardano Jonathan Ikoné e Lucas Beltran, due giocatori che, nonostante il talento e l'investimento fatto su di loro, non sono riusciti a esprimere quasi nulla del loro potenziale. Ikoné, in particolare, ha alternato prestazioni anonime a errori decisivi durante i suoi 30 mesi in Italia. Nonostante le sue 116 presenze in maglia viola, sono pochi gli episodi degni di nota da ricordare. Per Lucas Beltran, il discorso è simile: considerato un giovane di grande prospettiva, fatica a trovare continuità di rendimento.Con il passare del tempo, l'orizzonte per questi giocatori diventa sempre più incerto. Se da una parte Palladino cerca di sfruttare ogni occasione per rilanciare questi atleti, dall’altra la pazienza della società e dei tifosi, che attendono segnali decisivi da questi calciatori, si sta riducendo. Il mese di gennaio, con l'apertura del mercato invernale, potrebbe rappresentare un punto di svolta cruciale per capire se ci sarà ancora spazio per loro nella Fiorentina o se sarà necessario voltare pagina.

Fiorentina in allarme: possibili assenze di Kean e Pongracic contro il Lecce

Il centravanti viola ancora alle prese con la lombalgia, mentre il difensore croato fatica a recuperare dopo un infortunio muscolare. Decisivi i prossimi giorni per capire se saranno a disposizione di Palladino

Le assenze di Moise Kean e Marin Pongracic potrebbero complicare i piani della Fiorentina in vista della delicata trasferta contro il Lecce. Entrambi i giocatori, voluti in estate da Palladino, stanno affrontando problematiche fisiche che mettono in dubbio la loro convocazione per la gara al “Via del Mare”.Moise Kean, che già aveva dovuto saltare gli impegni con la Nazionale a causa di una lombalgia, non è ancora riuscito a recuperare completamente. Alla ripresa degli allenamenti, dopo i quattro giorni di riposo concessi alla squadra, il centravanti ha continuato a lavorare a parte seguendo un programma personalizzato. Tuttavia, la situazione rimane incerta, e la decisione sull’impiego di Kean dipenderà da come risponderà al lavoro fisico nei prossimi giorni. Sebbene la convocazione sembri non essere in pericolo, il suo utilizzo in campo è ancora da valutare con cautela.Anche per Marin Pongracic la situazione è complicata. Il difensore croato, acquistato in estate con grandi aspettative, non è riuscito a trovare continuità. Dopo un inizio di stagione difficile, costellato da errori e cartellini, Pongracic ha subito un infortunio muscolare alla vigilia del match contro la Lazio, lo scorso 21 settembre. Da quel momento, non è più sceso in campo, rimanendo fuori dalle convocazioni per diverse partite. Nonostante un parziale ritorno agli allenamenti, le sue condizioni non offrono garanzie di recupero per la trasferta a Lecce. La situazione resta in bilico e Palladino dovrà attendere fino all'ultimo per capire se il croato sarà disponibile.

Rinascita Viola: Palladino cambia marcia e rivoluziona la squadra

Dalla crisi al successo: come un cambio tattico e scelte coraggiose stanno trasformando la stagione della Fiorentina

La Fiorentina sembrava sull’orlo di una crisi dopo un primo tempo disastroso contro la Lazio, sotto di un gol e con una squadra impaurita e inefficace. Tuttavia, proprio in quel momento, l'allenatore Raffaele Palladino ha saputo cambiare marcia, rivoluzionando non solo la formazione ma anche l’atteggiamento della squadra, portando a una serie di risultati positivi che stanno ridefinendo l'inizio della stagione 2024-25. Il punto di svolta è arrivato nel secondo tempo contro la Lazio. Palladino ha abbandonato il modulo iniziale, il 3-4-2-1, optando per un più solido 4-2-3-1. Il cambiamento ha avuto un impatto immediato, permettendo alla Fiorentina di ribaltare il risultato e guadagnare fiducia. Dopo quel match, la squadra ha continuato a raccogliere punti: pareggio contro l’Empoli e vittorie fondamentali contro i New Saints in Conference League e il Milan, quest'ultimo un successo di grande prestigio. Anche se non sempre accompagnato da prestazioni brillanti, questo filotto ha rilanciato la Fiorentina, con Palladino a guadagnarsi, giustamente, la sua porzione di merito.La chiave di questo cambiamento non è stata solo il modulo, ma anche una maggiore flessibilità tattica e scelte coraggiose da parte del tecnico. Palladino ha dimostrato una buona dose di coraggio nel prendere decisioni che potevano sembrare azzardate, come escludere giocatori di grande peso nello spogliatoio. Esempi significativi sono le esclusioni di Quarta e Biraghi, due pedine importanti della rosa viola, lasciati in panchina sia contro l'Empoli che contro il Milan. Nonostante il potenziale malumore che queste scelte avrebbero potuto causare, la squadra ha risposto in modo positivo, confermando l'efficacia delle decisioni del tecnico.Un altro aspetto cruciale è stato il miglioramento della fase difensiva. Il passaggio dalla difesa a tre a una linea difensiva a quattro ha reso la squadra molto più solida. Nelle ultime tre partite e mezzo, la Fiorentina ha subito solo un gol, quello di Pulisic, e ha mantenuto la porta inviolata nel resto delle gare, un segnale di grande compattezza difensiva. Questo risultato è particolarmente significativo, considerando le difficoltà iniziali della squadra nel trovare una stabilità difensiva.Tuttavia, non si tratta solo di numeri o moduli. Palladino sembra aver trovato una nuova direzione strategica per la sua squadra, puntando su una linea difensiva bassa, un atteggiamento attendista e rapidi contrattacchi. Questo approccio ha funzionato alla perfezione contro squadre più aperte come il Milan, mentre ha mostrato qualche limite contro formazioni più difensive come l’Empoli. La sfida ora sarà trovare un equilibrio che permetta alla Fiorentina di affrontare con successo diversi tipi di avversari. Palladino ha dimostrato di avere il controllo della situazione, anche nei momenti più difficili. La sfida più grande per lui e per la Fiorentina sarà mantenere la rotta e continuare a crescere, consolidando i risultati ottenuti e migliorando le prestazioni, per far sognare i tifosi viola in questa stagione.

Moise Kean: l'attaccante chiave della Fiorentina tanto letale quanto impreciso

Senza di lui Palladino non ha alternative: Kouamé e Beltran non sono all'altezza

Moise Kean si sta rivelando una pedina centrale per la Fiorentina in questa stagione, confermando il suo ruolo di riferimento in attacco partita dopo partita. Arrivato in estate con grande aspettative, nonostante una stagione precedente senza reti, Kean ha saputo rispondere alle critiche con prestazioni convincenti. Il suo impatto è stato immediato e fragoroso, tanto che l'allenatore Raffaele Palladino gli ha dato subito fiducia, affidandogli il compito di guidare l'attacco viola.I numeri non mentono e, pur con qualche limite, confermano l'importanza di Kean nella manovra offensiva della squadra. Il dato più impressionante riguarda gli expected goals (xG), che misurano la qualità e la quantità delle occasioni create da un attaccante. Kean guida questa speciale classifica in Serie A con 7,29 xG, davanti anche a un grande bomber come Dusan Vlahovic. Questo significa che Kean riesce a creare costantemente situazioni da gol, generando le premesse per segnare almeno una rete per partita.Tuttavia, a questo dato incoraggiante si affianca una criticità: la scarsa precisione sotto porta. Nonostante i numerosi tiri tentati, Kean ha segnato solo due gol in campionato, con un tasso di conversione negativo di -5,29 rispetto agli xG attesi. Questo significa che, sebbene crei tante opportunità, non riesce a concretizzarle con la stessa efficacia. Con 28 tiri totali, di cui solo 7 hanno centrato lo specchio della porta, il giovane attaccante italiano è uno dei giocatori che hanno sprecato più occasioni in Serie A. Tuttavia, se si guarda al complesso delle competizioni, Kean ha già segnato 5 gol tra Serie A e coppe, oltre a una rete in Nazionale, dimostrando di avere comunque una buona capacità realizzativa.Un ulteriore fattore da considerare è lo stato fisico di Kean. Nei giorni scorsi, l’attaccante ha accusato problemi di lombalgia, una fastidiosa condizione che lo sta tormentando da qualche settimana. Già prima della sfida contro il Milan, Kean aveva mostrato segni di sofferenza, e di recente si è sottoposto a terapie per alleviare il dolore. Nonostante ciò, Kean non vuole mancare l'importante sfida contro il Lecce, e salvo sorprese, sarà regolarmente in campo come riferimento offensivo della Fiorentina.Il problema fisico, però, mette in luce una questione più ampia: la mancanza di un vero sostituto naturale per Kean. Palladino ha Kouamé come vice, ma non lo considera una vera prima punta, e lo stesso discorso vale per Beltran. Quest'ultimo, arrivato con alte aspettative, ha trovato poco spazio finora e potrebbe lasciare Firenze già a gennaio. Mentre in Argentina si parla di un possibile ritorno al River Plate, la Fiorentina valuterà con attenzione se cercare un nuovo centravanti nel mercato invernale.

Lucas Beltran: un “colpo” da 20 milioni ai margini della rosa

L'attaccante argentino fatica a trovare spazio in campo e rischia di diventare un problema per la Fiorentina

La Fiorentina rischia di vedere sfumare un investimento importante, un colpo da quasi 20 milioni di euro realizzato poco più di un anno fa. Lucas Beltran, giunto alla sua seconda stagione in Serie A, fatica a imporsi e non è riuscito a diventare un fattore determinante per la squadra. Con appena 191 minuti di gioco accumulati e una sola presenza da titolare in campionato, l’attaccante argentino è attualmente il giocatore offensivo meno utilizzato da Palladino.Come accaduto con il suo predecessore Italiano, anche Palladino sta incontrando difficoltà nel trovare un ruolo adatto per Beltran. Nonostante il talento maturato nella prestigiosa scuola calcistica del River Plate, il giovane argentino sembra essere ai margini del progetto tecnico della Fiorentina. La sua ultima occasione da titolare è arrivata nella partita di Conference League contro i gallesi del New Saints, ma non ha lasciato il segno nemmeno in quella che sembrava la partita ideale per rilanciarsi. Il match si è rivelato invece un’occasione persa, con Beltran incapace di fare la differenza in una serata che doveva essere il suo trampolino di lancio.Beltran è conosciuto con il soprannome di 'Vichingo', un nickname che, tuttavia, sembra non rispecchiare la sua fisicità. Nella sua prima stagione in Italia, l'argentino ha mostrato limiti sotto l'aspetto tecnico oltre che fisico, faticando a imporsi in una squadra in cui la concorrenza, soprattutto adesso, è alta. Palladino, infatti, gli ha spesso preferito giocatori come Kouame, Ikoné e Sottil, che sembrano offrire maggiore garanzia di rendimento. Questo ad oggi potrebbe portare la dirigenza viola a interrogarsi seriamente sul futuro di Lucas Beltran e sul reale valore del giocatore.Nonostante le difficoltà in campo, dal punto di vista economico l’argentino continua a essere un asset importante per la Fiorentina. Secondo una classifica stilata dal CIES (Centro Internazionale di Studi sullo Sport), che tiene conto di variabili come età e durata del contratto, Beltran è il giocatore di maggior valore nella rosa della Fiorentina. A soli 23 anni, il suo prezzo di mercato attuale si aggira tra i 34 e i 48 milioni di euro. Questo lo colloca tra i giocatori più costosi della Serie A, dietro a grandi nomi come Lautaro Martinez, Rafael Leao, Khvicha Kvaratskhelia, Giorgio Scalvini, Artem Dovbyk e Kenan Yildiz.Dopo la sosta di campionato e prima del mercato di Gennaio ci saranno altre chance per Beltran per cercare di attestarsi finalmente sul livello che tutti si aspettano da lui ed invertire finalmente la rotta della sua avventura in viola fino ad oggi. Rotta che ad oggi racconta appunto di un giocatore che ha avuto enormi difficoltà ad emergere sotto molti punti di vista. Per la Fiorentina arriverà prima o poi il momento di decidere se Lucas Beltran potrà diventare finalmente un elemento fondamentale del progetto tecnico o se sarà necessario trovare una soluzione sul mercato per evitare di svalutare ulteriormente un investimento significativo.

La Fiorentina e la fascia da capitano “girevole”: un simbolo condiviso tra più giocatori

Addio a romanticismo e tradizione, il capitano ormai può farlo chiunque (o quasi)

Il capitano della Fiorentina è Cristiano Biraghi, che ha assunto questo ruolo a partire dalla stagione 2021/2022, raccogliendo l'eredità di Germán Pezzella. Tuttavia, le recenti scelte tattiche del tecnico Palladino, che ha lasciato Biraghi in panchina in alcune occasioni, hanno visto l'alternarsi di diversi giocatori con la fascia al braccio. Finora, tre alternative hanno indossato la fascia: Martinez Quarta nel playoff europeo contro l'Akademia Puskas, Christian Kouame nella trasferta contro l'Empoli e Luca Ranieri nella vittoria contro il Milan al Franchi.Se la decisione di affidare la fascia a Kouame poco prima del fischio d'inizio nel derby contro l'Empoli aveva sollevato qualche dubbio, forse legato alla qualità delle prestazioni complessive del giocatore, Ranieri ha dimostrato di essere all'altezza del compito nella trionfale serata contro il Milan offrendo una prestazione degna del ruolo ricoperto.Ormai nel calcio moderno non ci sono più certezze, ed anche un ruolo simbolo come quello del capitano (spesso affidato al giocatore di maggior talento, di più lunga militanza nel club o ancora più spesso di maggior personalità all'interno dello spogliatoio) è diventato soltanto l'ennesimo tassello da incasellare e spersonalizzare in un calcio sempre più folle. E pensare che in passato molti ''capitani'' storici del passato avevano personalizzato la propria fascia.Il fatto è che il tema della fascia da capitano ha un peso particolare a Firenze, soprattutto dopo la scomparsa del capitano Davide Astori nel 2018. Fino alla fine della stagione 2020/2021, la Fiorentina ha goduto di una deroga che permetteva ai giocatori di indossare una fascia commemorativa, caratterizzata dai quattro colori del calcio storico fiorentino. Successivamente, la Lega Calcio ha imposto una fascia uguale per tutti i capitani, una decisione che aveva già sollevato critiche in passato, come nel caso di Daniele De Rossi a Roma. A Firenze, la tradizione dei grandi capitani è lunga e prestigiosa. Dai campioni degli scudetti come Rosetta e De Sisti, passando per icone come Giancarlo Antognoni, Roberto Baggio, Gabriel Batistuta e Rui Costa, fino ai leader più recenti come Angelo Di Livio, Dario Dainelli e Gonzalo Rodriguez, la fascia da capitano ha sempre portato con sé una grande responsabilità. Oggi, Palladino sembra voler dividere questo peso tra più giocatori, forse cercando di responsabilizzare un gruppo più ampio di uomini chiave della sua rosa. Con Biraghi che rimane formalmente il capitano, la gestione della fascia in casa viola appare più fluida che mai, aprendo una nuova fase nella lunga storia di questo simbolo per la Fiorentina ed introducendo un ulteriore elemento anti-romantico in un calcio moderno sempre più veloce, privo di memoria e valori.

Fiorentina e Nazionali: solo sei convocati, ma Kean torna per infortunio

L'attaccante viola lascia Coverciano, situazione da monitorare

La Fiorentina affronta la seconda sosta per le Nazionali di ottobre senza subire un esodo massiccio dei propri giocatori. Anche questa volta, il tecnico Raffale Palladino potrà tirare un sospiro di sollievo: saranno infatti solo sei i giocatori che lasceranno il Viola Park per unirsi alle rispettive selezioni, un numero inferiore rispetto agli otto convocati durante la pausa di settembre. Le esclusioni di Pongracic dalla Croazia e di Richardson dal Marocco, rispettivamente per condizione fisica non ottimale e per scarso impiego in squadra, consentiranno al tecnico di continuare a lavorare con un gruppo ampio, utile per preparare il prossimo ciclo di partite di campionato.Dei sei convocati, ben cinque sono italiani. Moise Kean, attaccante della Fiorentina, ha raggiunto già ieri Coverciano per lavorare con la Nazionale maggiore in vista delle due sfide di UEFA Nations League contro Belgio e Israele. Tuttavia, una nota della Federazione ha comunicato questa mattina che Kean ha dovuto abbandonare il ritiro a causa di una lombalgia. L'attaccante farà quindi ritorno al club per sottoporsi alle cure necessarie. Al suo posto, il ct Spalletti ha convocato Lorenzo Lucca, alla sua seconda chiamata in Nazionale.Altri giocatori della Fiorentina vestiranno la maglia azzurra, ma in diverse categorie. Edoardo Bove e Michael Kayode saranno impegnati con l'Italia Under-21 nella partita di qualificazione all'Europeo di categoria contro la Norvegia il 15 ottobre. Nell'Under-20, troviamo il giovane Comuzzo e il compagno di Primavera Harder, che sfideranno Inghilterra e Portogallo nella fase élite dell'Europeo. Martinelli e Kouadio, infine, rappresenteranno l’Italia Under-19 in due amichevoli contro il Galles.L'unico giocatore viola a volare fuori dall'Europa sarà Christian Kouamé. L’attaccante ivoriano è stato convocato all’ultimo dal ct Jean-Louis Gasset per le due partite di qualificazione alla Coppa d’Africa contro la Sierra Leone, previste per l’11 e il 15 ottobre. Kouamé sarà l’ultimo a tornare a Firenze, con il suo rientro atteso poco prima della ripresa del campionato.Con questo ridotto numero di convocati ed il ritorno di Kean al Viola Park a causa dell’infortunio, Palladino potrà contare su una rosa di giocatori comunque ben fornita durante la pausa, il che rappresenta un’opportunità per continuare a lavorare in vista delle sfide cruciali che attendono la Fiorentina nelle prossime settimane.

Fiorentina, tra emergenza difensiva e la chance di Sottil: una serata chiave in Conference League

Palladino cerca soluzioni in difesa e punta sul talento dell’esterno per il futuro della Viola

La Fiorentina si appresta a fare il suo debutto ufficiale in Conference League con una situazione delicata, soprattutto in difesa, ma anche con l'opportunità di rilanciare un talento atteso da tempo: Riccardo Sottil. Il tecnico Raffaele Palladino, al timone della squadra dopo il suo arrivo a fine giugno, si trova di fronte a un doppio compito: arginare i problemi difensivi causati da diverse assenze e trovare la chiave per far emergere il potenziale di Sottil.In conferenza stampa, Palladino non ha usato mezzi termini parlando di "emergenza" per descrivere la situazione della difesa. La Fiorentina dovrà fare a meno di tre centrali, Ranieri, Comuzzo e Quarta, tutti fuori per squalifica, oltre a Pongracic, non ancora al meglio nonostante sia tornato ad allenarsi con il gruppo. Per far fronte a queste assenze, il tecnico ha convocato i giovani Kouadio e Baroncelli, provenienti dalla Primavera, pronti a dare il loro contributo in caso di necessità. A partire titolari saranno Kayode e Biraghi, adattati nel ruolo di centrali, mentre Moreno, al debutto stagionale, completerà la linea difensiva davanti al portiere di coppa Terracciano.Ma se la difesa rappresenta una preoccupazione, l'attacco offre spunti interessanti, soprattutto con il ritorno da titolare di Sottil. L'esterno viola, dopo una buona preparazione, ha faticato a trovare spazio in campionato, accumulando solo pochi minuti in sei gare. Tuttavia, Palladino ha sempre manifestato grande fiducia nel giocatore, dichiarando fin dal suo arrivo: "Ha tutto per essere un calciatore di grande livello, starà a me trovare la chiave giusta". La partita di questa sera contro il modesto New Saints rappresenta un'opportunità importante per Sottil, sia per dimostrare il suo valore sia per scalare le gerarchie in vista del match di campionato contro il Milan.Nel play-off contro il Puskas Akademia, Sottil aveva già mostrato segnali incoraggianti, giocando da titolare e segnando un gol. Ora è chiamato a confermarsi e a dimostrare continuità, uno degli aspetti che gli è mancato finora per imporsi stabilmente tra i titolari. Palladino lo ha "spoilerato" come titolare nella sfida odierna, e l'allenatore spera che questa possa essere la svolta per il giocatore, in un attacco che vedrà anche la presenza di Beltran, in cerca di ritrovare il feeling con il gol.Oltre a Sottil, Palladino dovrà sciogliere gli ultimi dubbi a centrocampo, dove è probabile che Dodo e Parisi giochino sulle fasce, con Adli sicuro del posto al centro. Resta da decidere chi lo affiancherà, con Richardson in leggero vantaggio su Bove e Mandragora.La sfida di questa sera ha dunque un duplice significato per la Fiorentina: da un lato, gestire un'emergenza difensiva senza compromettere l'esordio in Conference League, dall'altro, sfruttare l'occasione per far emergere giovani talenti come Sottil, che potrebbero diventare risorse fondamentali per il prosieguo della stagione.--

Fiorentina in Conference League: La Sfida per il Riscatto di Beltran, Kayode e Adli

Contro i gallesi del The New Saints, i viola cercano la vittoria per iniziare al meglio il cammino europeo, puntando su chi finora ha avuto poco spazio

La partita contro The New Saints rappresenta un momento cruciale per la Fiorentina, chiamata a vincere per iniziare il girone di Conference League con il piede giusto. Oltre all'importanza del risultato, l'incontro offre l'opportunità di vedere in campo alcuni giocatori finora ai margini delle scelte di Raffaele Palladino, come Lucas Beltran, Michael Kayode e Yacine Adli.Lucas Beltran, l'attaccante argentino arrivato in estate dal River Plate, ha finora collezionato solo 133 minuti in campo, distribuiti tra una partita da titolare contro la Puskas Akademia e un’ora contro il Monza. Nonostante l’investimento di 18,5 milioni di euro per il suo acquisto, il giocatore non ha ancora trovato continuità nelle gerarchie della squadra. Con Moise Kean che si è imposto come centravanti titolare grazie alle sue prestazioni, Beltran è finito ai margini, ma la partita di Conference League potrebbe rappresentare un'occasione importante per dimostrare il suo valore e rilanciare la sua stagione.Michael Kayode, giovane esterno destro classe 2004, ha vissuto una situazione simile. Dopo 99 minuti di gioco stagionali, di cui l’ultima apparizione risale al 29 agosto contro la Puskas Akademia, Kayode non ha più visto il campo. Nonostante l'interesse estivo del Brentford, che aveva offerto oltre 20 milioni per il giocatore, la Fiorentina ha deciso di puntare su di lui. Tuttavia, l'incontro contro i gallesi potrebbe essere una delle ultime chance per guadagnarsi la fiducia di Palladino e rientrare stabilmente nelle rotazioni della squadra.Non meno importante è la situazione di Yacine Adli, arrivato in estate dal Milan. Il centrocampista francese, noto per le sue capacità tecniche e la sua visione di gioco, non è ancora riuscito a ritagliarsi uno spazio da protagonista. Finora ha accumulato solo 63 minuti in Serie A, sempre da subentrato, ma ha già dato un assaggio del suo talento con l’assist decisivo contro il Monza. Palladino ha espresso fiducia nel giocatore, sottolineando come Adli stia crescendo e migliorando la sua condizione fisica, lasciando intendere che presto potrebbe trovare più spazio anche da titolare.La partita contro il The New Saints rappresenta quindi una prova fondamentale non solo per l’esito del girone di Conference League, ma anche per le sorti di questi tre giocatori. Fiorentina e Palladino attendono segnali di riscatto da Beltran, Kayode e Adli, in vista anche del big match di campionato contro il Milan. Una buona prestazione in Europa potrebbe riaprire per loro le porte del campo anche in Serie A, diventando pedine fondamentali per il resto della stagione viola.

Kouamè duro con la squadra. A chi si riferiva l'attaccante viola?

Le parole dell'ex Genoa colpiscono lo spogliatoio della Fiorentina

Christian Kouamé ha espresso un forte messaggio a fine partita, analizzando il pareggio della Fiorentina contro l'Empoli. Ha sottolineato la necessità di giocare insieme, evidenziando che sia lui che i suoi compagni devono lavorare come squadra, piuttosto che concentrarsi su singole prestazioni individuali. Si è riferito principalmente ai compagni di attacco, come Kean e Gudmundsson, il quale ha mostrato troppa insistenza nel voler calciare punizioni, creando conflitti interni che danneggiano l'armonia della squadra.Palladino, l'allenatore, deve intervenire per stabilire ruoli chiari e mantenere l'equilibrio. Nonostante l'energia di Kean, è fondamentale che i giocatori capiscano che la Fiorentina deve vincere come un'unità. Le prestazioni individuali, come quella di Colpani e le difficoltà di Gudmundsson e Kean, sono segnali d'allerta che richiedono una riflessione collettiva. Kouamé ha messo in evidenza che nella Fiorentina non c'è spazio per l'egoismo; l'importante è il successo del gruppo.

Fiorentina in crisi di identità: tra difesa solida e attacco sterile

La Viola fatica a trovare equilibrio tra fase difensiva e offensiva, mentre l'Empoli si conferma una squadra compatta e imbattuta

La Fiorentina esce dal derby toscano contro l'Empoli con un altro pareggio, uno 0-0 che evidenzia le difficoltà della squadra di Palladino nel trovare il giusto equilibrio tra difesa e attacco. La partita del "Castellani" ha messo in luce una Viola che, pur dominando il possesso palla, non è riuscita a trasformare la supremazia territoriale in occasioni concrete. Lo zero alla voce "tiri in porta" è un dato che parla da sé, e certifica una crisi offensiva che rischia di compromettere il percorso in campionato.Il problema principale della Fiorentina sembra essere la mancanza di idee in fase avanzata. Contro l'Empoli, Kean non ha mai ricevuto un pallone giocabile in grado di metterlo in condizione di impensierire la difesa avversaria. E mentre la squadra avversaria si accontentava di mantenere l'imbattibilità, era la Viola a dover prendere l'iniziativa, ma lo ha fatto senza mai accelerare il ritmo o creare veri pericoli. Vasquez, il portiere dell’Empoli, non è stato mai seriamente impegnato, mentre De Gea, dall'altra parte, ha almeno dovuto effettuare un paio di interventi di routine. Questo evidenzia come il problema della Fiorentina non risieda solo nella fase di finalizzazione, ma anche nella costruzione del gioco.Il modulo 4-2-3-1 adottato da Palladino, che sulla carta dovrebbe garantire una propensione offensiva, si è rivelato invece sterile. Colpani, schierato largo a destra, ha mostrato evidenti difficoltà nel trovare spazi e creare pericoli. Nonostante la buona tenuta difensiva, con Comuzzo e Gosens che hanno offerto una prestazione solida, la Fiorentina è apparsa incapace di trasformare la sua supremazia in qualcosa di concreto. La mancanza di un regista di qualità in mezzo al campo si è fatta sentire: né Bove né Cataldi sembrano in grado di fornire quella geometria necessaria a far funzionare il modulo.D'altro canto, l'Empoli ha saputo interpretare la partita alla perfezione. La squadra di D'Aversa, imbattuta in campionato e con una delle migliori difese della Serie A, ha saputo chiudere gli spazi e pressare alto, impedendo alla Fiorentina di sviluppare un gioco fluido. Con una difesa solida, capace di subire solo due reti in sei partite, e una prestazione impeccabile del capitano, Grassi, che ha annullato Gudmundsson, l'Empoli ha dimostrato di essere una squadra compatta e difficile da battere.Questo pareggio è il quarto in campionato. La squadra, che sembrava aver trovato la sua dimensione dopo la vittoria contro la Lazio, si ritrova ora ad affrontare una crisi di identità, incapace di trovare il giusto equilibrio tra difesa e attacco. Senza una svolta tattica e mentale, la Fiorentina rischia di rimanere intrappolata in una mediocrità che non riflette il suo potenziale.Ora Palladino dovrà lavorare duramente per risolvere questi problemi e ridare fiducia a una squadra che sembra aver perso la bussola. Il tempo stringe, e la Fiorentina non può permettersi di perdere altro terreno in campionato.

Verso Empoli: Palladino prepara la svolta con il tridente d'attacco

Colpani, Gudmundsson e Kean: la chiave per risalire la classifica e puntare all'Europa

Domenica, a Empoli, potrebbe finalmente realizzarsi ciò che Raffaele Palladino ha immaginato per tutta l’estate: un tridente d’attacco con Andrea Colpani e Albert Gudmundsson alle spalle di Moise Kean, un trio in grado di valorizzare le qualità individuali e collettive del reparto offensivo. Questa soluzione tattica ha già mostrato qualche segnale promettente nel recente incontro contro la Lazio, e ora potrebbe rappresentare la chiave per risalire la classifica e iniziare a guardare con più convinzione all'Europa. Fino a oggi, Palladino non ha mai potuto schierare questo terzetto dal primo minuto a causa di diversi impedimenti: Gudmundsson è stato limitato prima da un problema al polpaccio e poi dall’udienza del processo che ha dovuto affrontare in Islanda. Tuttavia, per la sfida contro l'Empoli, non ci sono più ostacoli: l’islandese sembra pronto a scendere in campo fin dal primo minuto. Palladino potrebbe dunque optare per il suo modulo preferito, il 3-4-2-1, con Gudmundsson e Colpani a supporto di Kean nel ruolo di punta centrale. Se invece l’allenatore decidesse di proseguire con lo schema visto nel finale della scorsa partita, potrebbe aggiungere un quarto elemento offensivo, probabilmente uno tra Sottil e Koaume, per dare ancora più imprevedibilità all’attacco. Questo assetto offensivo rappresenta una grande opportunità per Kean, già autore di quattro gol tra campionato e coppa, di incrementare il suo bottino e confermarsi come punto di riferimento dell’attacco. Colpani e Gudmundsson, schierati da trequartisti, avranno il compito di creare spazi e occasioni, sfruttando la loro abilità nel dribbling e nel servire palloni filtranti per il centravanti.Sul fronte della formazione, restano però altri dubbi da sciogliere. Pongracic e Mandragora, entrambi alle prese con problemi fisici, hanno lavorato a parte e rischiano di dover saltare la partita. La decisione definitiva verrà presa tra oggi e domani, ma è probabile che Palladino debba fare a meno di loro. In difesa, al netto di queste assenze, si conferma come certezza De Gea tra i pali, una presenza fondamentale per la solidità della retroguardia. La difesa potrebbe schierarsi sia a tre che a quattro, con un possibile ballottaggio sulla sinistra tra Gosens e Biraghi. Al centro Martinez Quarta e Ranieri sembrano sicuri del posto, mentre Dodo dovrebbe essere confermato come terzino destro. A centrocampo, Cataldi è pronto a prendere il posto di Mandragora se quest'ultimo non dovesse recuperare, mentre Richardson potrebbe affiancarlo nella costruzione del gioco.In vista della sfida di domenica, Palladino spera che questa nuova formula offensiva possa dare i frutti sperati. Il tridente Colpani-Gudmundsson-Kean, con le giuste alchimie, potrebbe non solo aiutare la squadra a superare l'Empoli, ma anche lanciare un segnale importante alle rivali in ottica europea.

Albert Gudmundsson e la Nuova Fiorentina: Un Salto di Qualità Imminente

Come l'islandese può trasformare il progetto viola e dare nuove certezze a Palladino

In soli 45 minuti, Albert Gudmundsson ha regalato a Fiorentina e al suo tecnico Palladino una certezza: il salto di qualità che il club attendeva da tempo è finalmente a portata di mano. L’impatto dell'islandese, rientrato dopo un periodo di assenza, non solo ha confermato il suo potenziale, ma ha anche segnato l'inizio di un nuovo capitolo per la squadra viola. Senza voler attribuire al giocatore troppe responsabilità, il suo ritorno in campo è stato un segnale inequivocabile che il progetto Fiorentina è finalmente decollato.  L'esordio contro la Lazio ha messo in luce tutte le qualità di Gudmundsson, che si è distinto come un mix tra attaccante e centrocampista. Non si tratta solo di abilità tecniche, ma di un insieme di velocità di pensiero e di esecuzione, oltre a un modo di correre e muoversi in campo che, sebbene non sempre esteticamente piacevole, è tremendamente efficace. Il suo baricentro basso e la corsa busto eretto e in avanti lo rendono un giocatore difficile da contrastare. Le sue sterzate rapide e improvvise, come quella che ha portato al fallo di Guendouzi nel primo rigore contro la Lazio, dimostrano quanto sia in grado di disorientare gli avversari.Gudmundsson sembra fare tutto con una naturalezza sorprendente. Il rigore conquistato poco dopo il suo ingresso in campo e la freddezza con cui ha insistito per batterlo, sottraendo il pallone a Kean senza alcuna prepotenza ma con grande personalità, testimoniano la sua fiducia nei propri mezzi. Questo episodio richiama alla mente un’azione simile contro il Genoa, quando prese il pallone dalle mani di Retegui per eseguire lui stesso il penalty. Nonostante la pressione, non ha mai esitato, dimostrando di non avere paura di ripetersi. Il suo impatto sulla Fiorentina è stato immediato e potente. La squadra, che fino a quel momento appariva insicura e priva di identità, ha ritrovato una nuova consapevolezza grazie all'islandese. Palladino e il suo staff si sono trovati di fronte a una squadra timorosa, piena di dubbi e alla ricerca di un’identità. Ma Gudmundsson ha contribuito a cambiare l'inerzia della partita, dimostrando che anche i difetti possono essere trasformati in virtù, se affrontati con la giusta mentalità.La strada per una trasformazione completa della Fiorentina è ancora lunga, ma ora Palladino ha una nuova certezza: può contare su un giocatore capace di fare la differenza in situazioni cruciali. Questo nuovo spirito è stato evidente nei secondi 45 minuti contro la Lazio, quando la squadra ha mostrato segni di crescita e una rinnovata fiducia nei propri mezzi. Ora, la grande domanda è: come ripartirà la Fiorentina nel prossimo match contro l’Empoli? Il modulo adottato nella ripresa contro la Lazio verrà confermato, o si tornerà al 3-5-1-1 più classico? L'ipotesi più probabile è che Palladino confermi la formazione già vista nelle ultime partite, a partire dal match contro l’Atalanta e riproposta contro i laziali. Il 3-5-1-1 sembra essere il modulo di riferimento per questa Fiorentina, ma l’ascesa di Gudmundsson apre nuove possibilità.Non sarà necessario abbandonare il modulo di base, ma ora Palladino ha un’alternativa tattica da sfruttare in momenti specifici. La flessibilità tattica offerta da Gudmundsson può essere utilizzata non solo in situazioni di emergenza, come contro la Lazio, ma anche per affrontare avversari di alto livello o partite particolarmente complesse.

Incontro al Viola Park: Disgelo tra Fiorentina e Istituzioni, ma restano dubbi sul Restyling del Franchi

Rocco Commisso ed Eugenio Giani si incontrano: migliorano i rapporti, ma il futuro dello stadio resta incerto

L’incontro avvenuto ieri al Viola Park tra il presidente della Fiorentina Rocco Commisso e il governatore della Regione Toscana Eugenio Giani segna una svolta nei rapporti tra il club e le istituzioni locali. Il pranzo, durato circa un’ora e mezza, ha permesso di superare le tensioni del passato, soprattutto dopo la fine della giunta Nardella, con cui le relazioni erano piuttosto tese. Le frizioni tra Commisso e Giani si erano intensificate in occasione dell’inaugurazione del Viola Park, a cui Giani non era stato inizialmente invitato, segnale di un evidente deterioramento dei rapporti. Tuttavia, l’incontro recente ha riaperto il dialogo, favorendo un clima di cooperazione più sereno tra le parti. Questo miglioramento dei rapporti con la Regione Toscana è significativo per la Fiorentina, che negli ultimi anni ha avuto difficoltà a trovare un equilibrio con le istituzioni locali. Tuttavia, nonostante la distensione, restano nodi importanti da risolvere, primo fra tutti quello del restyling dello stadio Artemio Franchi.Se il clima tra Fiorentina e Regione sembra più disteso, non si può dire lo stesso per la questione del restyling del Franchi. La Fiorentina ha già espresso preoccupazioni in un precedente incontro a Palazzo Vecchio con la sindaca Sara Funaro e la dirigenza del club. La preoccupazione maggiore riguarda le tempistiche dei lavori e le risorse economiche disponibili. Attualmente, i lavori sullo stadio hanno raggiunto solo il 2,5% di avanzamento (dati al 30 giugno scorso), rendendo quasi impossibile rispettare la scadenza del 2026. Secondo le stime più realistiche, il completamento potrebbe slittare al 2028, ultimo termine previsto dal governo. Questa situazione sta creando incertezze sia per il club che per i tifosi. Un aspetto cruciale che Comune e Fiorentina dovranno affrontare nelle prossime settimane è la definizione di un cronoprogramma preciso. Al momento, le parti stanno lavorando su una bozza, ma un incontro previsto per questa settimana potrebbe portare a un accordo più concreto.Un’altra questione critica è la gestione della capienza dello stadio durante i lavori. Attualmente, lo stadio può ospitare poco meno di 25mila spettatori, ma questo numero potrebbe scendere a 10mila se si iniziasse a lavorare sulla Ferrovia, con la curva Fiesole non agibile. Per evitare un crollo così drastico nella capienza, una possibile soluzione sarebbe quella di completare e collaudare prima la nuova curva Fiesole, per poi trasferirvi i tifosi della Ferrovia e iniziare la seconda fase dei lavori. Tuttavia, questa soluzione richiede una pianificazione dettagliata e tempi di realizzazione certi, che al momento non sono ancora stati fissati.Il dialogo tra il club e le istituzioni proseguirà nelle prossime settimane, ma sarà fondamentale concordare un cronoprogramma chiaro e garantire le risorse necessarie per rispettare le scadenze. Solo così il restyling del Franchi potrà diventare una realtà entro il termine ultimo del 2028.

Fiorentina: la svolta tattica di Palladino e la rinascita con Gudmundsson

Dopo un inizio di stagione altalenante, la Fiorentina ritrova equilibrio e speranza grazie a una mossa tattica decisiva e alla classe di Albert Gudmundsson

La Fiorentina in questa stagione ha vissuto un inizio tutt'altro che promettente. Difensivamente fragile, con un assetto tattico incerto e prestazioni poco convincenti, la squadra di Palladino ha dovuto affrontare diverse sfide, culminate nella difficile partita contro la Lazio. Tuttavia, è proprio in questo match che si è intravista la possibile svolta della stagione.La prima frazione di gioco contro la Lazio è stata l’emblema delle difficoltà che la squadra stava vivendo. Malgrado un legno colpito da Colpani, i viola faticavano a trovare il giusto equilibrio, e la difesa continuava a mostrare crepe evidenti. L'assenza di Pongracic, fuori per un problema fisico, ha costretto Palladino a rivedere i suoi piani. Al centro della retroguardia si sono schierati Comuzzo, al suo esordio da titolare, e Quarta, affiancati da Biraghi in un ruolo non congeniale. Le difficoltà della Fiorentina erano evidenti: la squadra non riusciva a controllare le folate offensive della Lazio, che riusciva spesso a impensierire il portiere viola. Anche il capitano Biraghi, ammonito nel primo tempo, sembrava soffrire nel nuovo ruolo di terzo centrale, evidenziando la necessità di un cambiamento tattico per evitare il tracollo.È stato all’intervallo che Palladino ha preso la decisione cruciale. La scelta di passare dal 3-5-2 iniziale a un più compatto 4-2-3-1 ha segnato la svolta. Biraghi e Quarta sono stati sostituiti, con Dodò e Gosens larghi in difesa e Comuzzo e Ranieri centrali. In mezzo al campo, Cataldi e Bove hanno preso in mano il gioco, permettendo alla squadra di ritrovare equilibrio. Ma è stato l'inserimento di Albert Gudmundsson a cambiare radicalmente il corso della partita.L’islandese, già protagonista di prestazioni brillanti nella sua precedente esperienza al Genoa, ha dato quella scossa offensiva che mancava ai viola. Con Gudmundsson sulla trequarti, la squadra ha cominciato a creare più occasioni, guadagnando campo e, soprattutto, fiducia. Il pressing alto ha iniziato a dare i suoi frutti, con la Lazio sempre più in difficoltà nel costruire azioni pericolose.Albert Gudmundsson non è solo un giocatore di talento, ma sembra essere anche una sorta di talismano per le squadre in cui gioca. Nella sua carriera in Serie A, l’islandese ha dimostrato di avere un impatto decisivo sui risultati. Con la doppietta messa a segno contro la Lazio, Gudmundsson ha raggiunto la sua seconda doppietta nella massima serie, confermando la sua capacità di incidere nei momenti chiave. I numeri parlano chiaro: nelle 15 partite in cui ha trovato la rete, le sue squadre hanno ottenuto ben 8 vittorie, 5 pareggi e solo 2 sconfitte. Un record impressionante che dimostra come i gol di Gudmundsson non solo garantiscano spettacolo, ma anche punti preziosi. La sua prestazione contro la Lazio ha dato ossigeno a una Fiorentina che, fino a quel momento, sembrava navigare nella nebbia.Adesso la Fiorentina ha bisogno di continuità, e la vittoria contro la Lazio è il primo passo in questa direzione. Se Palladino riuscirà a mantenere questa rotta, sfruttando al meglio i talenti a disposizione e trovando il giusto equilibrio tra fase difensiva e offensiva, la squadra potrà tornare a lottare per obiettivi ambiziosi.

Fiorentina: La difesa da ritrovare, un centrocampo da decifrare e l'impatto devastante di Gosens

Palladino cerca l'equilibrio tattico tra gerarchie in mediana e la brillantezza di nuovi innesti come Gudmundsson e Gosens

La Fiorentina di Raffaele Palladino si trova ad affrontare un inizio di stagione caratterizzato da diverse sfide, tra cui la necessità di stabilire gerarchie chiare in mezzo al campo e risolvere i problemi difensivi che stanno penalizzando il rendimento della squadra. A questo si aggiunge la graduale integrazione di nuovi acquisti come Gudmundsson e l'impatto già tangibile di Robin Gosens, che si sta rivelando un rinforzo cruciale. Questi elementi stanno contribuendo a definire il percorso della squadra viola, tra incognite tattiche e certezze da consolidare.L’abbondanza di centrocampisti a disposizione di Palladino rappresenta un'opportunità, ma allo stesso tempo anche una sfida. Fino al trasferimento di Sofyan Amrabat in Turchia, il marocchino era un punto fermo del centrocampo, giocando quasi sempre al fianco di Mandragora o Richardson. Con il mercato estivo che ha portato a Firenze ulteriori rinforzi come Cataldi, Bove e Adli, il numero di soluzioni per Palladino è cresciuto notevolmente. Tuttavia, questa pluralità di scelte non ha ancora prodotto una chiara gerarchia tra i titolari.Nell'ultima partita contro l'Atalanta, Palladino ha sperimentato con un centrocampo a tre, dimostrando che diverse soluzioni possono essere adottate nel modulo 3-4-2-1. Le combinazioni possibili sono numerose: sulla carta, si potrebbero comporre almeno dieci coppie di centrocampisti, mentre le opzioni per un terzetto sono ancora più ampie. Tuttavia, la squadra viola deve ancora trovare un equilibrio tattico che possa dare stabilità al gioco e, soprattutto, evitare le pericolose amnesie difensive che hanno contraddistinto alcune delle ultime prestazioni.L’idea di base di Palladino sembra essere quella di considerare Adli e Cataldi come i "cervelli" della squadra, due giocatori dalle caratteristiche complementari. Adli, con la sua visione di gioco e capacità di gestire il possesso palla, sarà fondamentale nelle partite dove la Fiorentina potrà dominare la scena con il possesso prolungato. Al contrario, Cataldi, noto per la sua corsa e l'abilità nel recupero palla, sarà decisivo nei match più intensi, dove sarà necessario rincorrere gli avversari e garantire copertura difensiva. Intorno a loro, Mandragora, Bove e Richardson sono destinati a ruotare, offrendo soluzioni diverse a seconda delle necessità tattiche del momento.

La Fiorentina di Palladino non ha più tempo per sbagliare

Tra difesa in crisi e l’ascesa di Moise Kean, la squadra viola è chiamata a risollevarsi dopo un avvio di stagione pessimo

La Fiorentina di Raffaele Palladino sta attraversando uno dei momenti più complicati della sua storia recente. Reduce da sei partite stagionali senza vittorie e con dieci gol incassati, la squadra toscana si trova a fare i conti con gravi problemi difensivi e la necessità di dare una svolta decisa alla sua stagione. Se l'inizio del campionato è stato caratterizzato da un'incredibile fragilità difensiva, la Fiorentina si appresta ad affrontare un calendario che non concede sconti, con Lazio, Empoli e Milan all'orizzonte. La pressione su Palladino cresce, e l'allenatore viola dovrà fornire risposte immediate, soprattutto in un reparto difensivo che finora si è rivelato il vero tallone d'Achille della squadra.Analizzando nel dettaglio la situazione difensiva, emerge chiaramente che è qui che si concentrano i problemi maggiori della Fiorentina. Finora solo squadre come Venezia, Como e Bologna hanno subito più gol. Anche l'Atalanta, che pure ha incassato numerose reti, è riuscita a segnarne una in più rispetto ai gol subiti, dimostrando di poter compensare con l'efficacia offensiva. La Fiorentina, al contrario, non riesce a trovare un equilibrio né davanti né dietro.Palladino ha dichiarato di essere soddisfatto della fase difensiva della sua squadra, nonostante le numerose critiche ricevute. Ha affermato di aver concesso poco all'Atalanta, una squadra notoriamente forte in attacco, ma la realtà racconta una storia diversa. Oltre ai tre gol subiti, i viola hanno concesso agli avversari almeno quattro occasioni nitide, soprattutto nel secondo tempo, quando la Fiorentina è stata completamente travolta dai contropiedi atalantini senza riuscire a creare nulla di significativo in attacco.In mezzo a questo scenario desolante, c'è però una nota positiva: Moise Kean. L'attaccante della Fiorentina sta vivendo uno dei momenti migliori della sua carriera, con quattro gol segnati nelle prime sei partite della stagione. Un rendimento simile a quello che aveva mostrato durante il suo prestito al Paris Saint-Germain nella stagione 2020-2021, quando aveva realizzato lo stesso numero di reti in altrettante partite, anche se all'epoca grazie a due doppiette.La sua capacità di fare la differenza sia in campionato che in Conference League rappresenta una delle poche certezze su cui Palladino può fare affidamento in questo momento. Se la Fiorentina vuole risalire la china, dovrà necessariamente passare dai piedi e dai gol di Kean, un giocatore che sembra aver trovato la sua dimensione in questa squadra e che ha ancora margini di miglioramento significativi.

Fragilità e Speranze: La Fiorentina Tra Sogni di Grandezza e Limiti Difensivi

Una squadra in cerca di equilibrio e identità si scontra con l’Atalanta: tra errori difensivi e qualche sprazzo di bel gioco, Palladino affronta un percorso in salita verso la maturità tattica

Il calcio è un gioco di equilibri, e la Fiorentina, nella sua recente sconfitta contro l'Atalanta, ha mostrato di avere ancora molto da imparare. Dopo una serie di pareggi che avevano mantenuto la squadra imbattuta, la prima sconfitta stagionale ha messo in evidenza le fragilità che continuano a tormentare la formazione viola, specialmente sul piano difensivo. Nonostante un buon primo tempo, in cui la squadra di Palladino ha mostrato momenti di gioco promettenti, le solite incertezze in fase arretrata hanno permesso ai bergamaschi di ribaltare il risultato, lasciando alla Fiorentina solo rimpianti e interrogativi.Il primo tempo della sfida ha raccontato una storia ben diversa da quella che il risultato finale potrebbe suggerire. La Fiorentina ha mostrato determinazione e solidità a centrocampo, merito di una disposizione tattica che Palladino aveva disegnato con cura. La scelta di schierare una mediana a cinque, con Dodò e Gosens larghi e Mandragora, Cataldi e Bove a dare sostanza al centro, ha dato i suoi frutti. La squadra ha saputo tenere testa all’Atalanta, creando gioco e, soprattutto, portandosi in vantaggio grazie a una zampata di Quarta sugli sviluppi di un calcio d’angolo di Biraghi. Tuttavia, nonostante il predominio temporaneo, la Fiorentina non è riuscita a consolidare il vantaggio. Un problema noto, quello della gestione delle fasi di gara. L’Atalanta, squadra abituata a sfruttare ogni minimo errore avversario, ha colto l’opportunità al volo, ribaltando il risultato con De Ketelaere e Lookman in pochi minuti. La difesa viola, incapace di reagire con la necessaria prontezza, ha dimostrato una fragilità che sembra diventare un marchio di fabbrica della squadra.L'elemento più preoccupante della prestazione viola è stata senza dubbio la difesa. Anche in questo match, come in molti altri della stagione, la retroguardia ha mostrato limiti evidenti. Palladino ha cercato di migliorare la fase difensiva nelle settimane di allenamento, ma i risultati, purtroppo, non sono arrivati. Pongracic, uno dei principali acquisti estivi, è rimasto a lungo in panchina, entrando solo nel finale, mentre Biraghi è stato nuovamente adattato come terzo di sinistra, soluzione che non ha convinto. Ranieri, che si è fatto anticipare da De Ketelaere in occasione del primo gol atalantino, ha confermato la sua difficoltà nel reggere il confronto con attaccanti più fisici e veloci. La sensazione che ogni azione avversaria potesse tradursi in una rete subita è stata palpabile per tutta la partita. Un cross, una punizione, un’azione personale: ogni avanzata dell’Atalanta sembrava mettere in crisi la difesa viola, incapace di opporsi in modo efficace. Questo trend, che continua ormai da diverse stagioni, solleva dubbi sulla qualità individuale dei difensori, più che sulle disposizioni tattiche. La mancanza di un intervento deciso durante il mercato estivo per rinforzare il reparto arretrato è una scelta che potrebbe pesare sul prosieguo della stagione.Nonostante il risultato negativo, non tutto è da buttare per la Fiorentina. Per circa 30 minuti, la squadra è riuscita a giocare alla pari con un avversario di grande qualità come l’Atalanta, dimostrando di poter competere su un campo difficile come quello di Bergamo. La mediana, ben strutturata e propositiva, ha mostrato una buona capacità di costruzione del gioco, e l'inserimento di Gosens, decisivo in entrambe le reti viola, ha portato dinamismo sulla fascia. Anche l’impiego di giovani come Richardson e l’introduzione di Ikoné nella ripresa sono stati tentativi da parte di Palladino di dare nuova linfa alla squadra. Tuttavia, se da una parte si sono visti sprazzi di buon gioco e una Fiorentina capace di accendere qualche scintilla offensiva, dall’altra è emersa chiaramente la necessità di lavorare ancora molto per trovare un’identità definita. Il modulo 3-4-2-1, sperimentato nella parte finale del match per cercare di recuperare lo svantaggio, si è rivelato troppo sbilanciato per una squadra che non può permettersi di esporsi troppo in difesa. Solo grazie alle imprecisioni sotto porta dell’Atalanta la Fiorentina è riuscita a evitare una sconfitta più pesante.La partita contro l’Atalanta ha confermato che la Fiorentina è una squadra in costruzione, ancora lontana dalla maturità tattica necessaria per competere ad alti livelli. Il tempo, come spesso accade nel calcio, è una variabile fondamentale. Se Palladino avrà il tempo necessario per lavorare sui punti deboli della squadra, specialmente in difesa, allora la Fiorentina potrebbe ambire a risultati più importanti. Tuttavia, i risultati sul campo influenzano direttamente la pazienza dei tifosi e della dirigenza. Le prossime sfide contro Lazio ed Empoli saranno decisive per capire quanto spazio avrà ancora Palladino per sperimentare e correggere gli errori. Le prossime settimane saranno cruciali per capire se la Fiorentina sarà in grado di superare le sue difficoltà e tornare a competere ai livelli che le competono. Il tempo, come detto, può essere un alleato prezioso, ma solo se accompagnato da risultati concreti. Il cammino verso la maturità è ancora lungo, ma Palladino e i suoi uomini dovranno affrontarlo con determinazione e consapevolezza, perché nel calcio, come nella vita, solo chi è capace di adattarsi e imparare dai propri errori può aspirare a traguardi importanti.

Palladino contro il maestro Gasperini

Gosens l'arma segreta a disposizione della Fiorentina

Nel mondo del calcio italiano, ci sono storie di incontri e scontri che vanno oltre il rettangolo verde. Quella tra Raffaele Palladino e Gian Piero Gasperini è una di queste. Due figure che, pur rappresentando generazioni diverse, hanno legato le loro carriere in vari momenti e ora si ritrovano avversari in panchina. La prossima partita tra Atalanta e Fiorentina vedrà nuovamente l'ex maestro e allievo sfidarsi, in un contesto in cui entrambi hanno dimostrato di saper plasmare squadre competitive e giocatori di talento.Il rapporto tra Raffaele Palladino e Gian Piero Gasperini nasce nel lontano 2003, quando il giovane Palladino giocava nella primavera della Juventus e Gasperini ne era l'allenatore. Fu un anno memorabile, culminato con la vittoria del prestigioso Torneo di Viareggio, un trofeo che resta un punto di riferimento per i giovani talenti italiani. Quel successo fu il primo punto di contatto tra i due, ma non sarebbe stato l’ultimo. Dopo quel trionfo giovanile, il destino ha voluto che Palladino e Gasperini si incontrassero nuovamente tra il 2008 e il 2010 al Genoa. Gasperini, sempre più affermato come tecnico, guidava il club ligure, mentre Palladino cercava di affermarsi come attaccante versatile. Insieme, riuscirono a raggiungere un traguardo storico per il Grifone: la qualificazione all’Europa League, una conquista che segnò uno dei momenti più alti della carriera di entrambi in quella fase.Da quei giorni, molto è cambiato. Oggi, Palladino e Gasperini si sfidano da allenatori, con il primo al timone della Fiorentina e il secondo a guidare l'Atalanta, dove è diventato una figura iconica del calcio italiano. Una delle caratteristiche che li accomuna è la preferenza per lo stesso sistema tattico: il 3-4-2-1. Questo modulo, che consente un grande equilibrio tra fase difensiva e offensiva, è stato uno dei marchi di fabbrica di Gasperini nel corso della sua carriera e Palladino, suo allievo, ha adottato una filosofia tattica simile nella sua giovane carriera da allenatore.Nonostante le somiglianze nel modulo e nella mentalità di gioco, il bilancio delle sfide dirette tra i due tecnici pende fortemente a favore del più esperto Gasperini. Le statistiche parlano chiaro: tre incontri tra Monza e Atalanta, tre vittorie per Gasperini con ben 9 gol segnati e solo 3 subiti. In particolare, fu proprio una sconfitta contro la formazione di Gasperini che spinse l'allora amministratore delegato del Monza, Adriano Galliani, a esonerare l'allenatore Giovanni Stroppa, promuovendo Palladino a capo allenatore. Una decisione che segnò una svolta per la carriera di Palladino, ma che al tempo stesso ribadì il dominio del maestro sul suo allievo.In questo intreccio di storie e carriere, c’è un altro giocatore che rappresenta un ponte ideale tra il passato e il presente di Gasperini e Palladino: Robin Gosens. L'esterno tedesco, che ha avuto una crescita esponenziale sotto la guida di Gasperini all'Atalanta, ora si trova ad essere allenato da Palladino alla Fiorentina. Gosens, infatti, è stato recentemente presentato ufficialmente dalla Fiorentina durante una conferenza stampa al Viola Park, dopo aver già fatto vedere ai suoi nuovi tifosi di cosa è capace, segnando un gol decisivo nel recupero contro il Monza nella sua prima apparizione. Cresciuto tatticamente sotto Gasperini, il tedesco ha definito il suo ex allenatore un "genio", elogiando le sue capacità di trasformare i giocatori e farli rendere al massimo. Ora, Gosens si aspetta lo stesso tipo di crescita sotto Palladino, il quale, pur essendo ancora agli inizi della sua carriera da allenatore, ha già dimostrato di avere grandi qualità nel motivare e valorizzare i giocatori a sua disposizione.

Fiorentina contro Atalanta: una partita lunga anni

Palladino alla ricerca di una vittoria per interrompere 186 giorni di digiuno

La sfida tra Atalanta e Fiorentina, in programma domenica alle ore 15:00 al Gewiss Stadium, si prospetta come un banco di prova cruciale per entrambe le squadre. Dopo un'estate di mercato infuocata, caratterizzata da trattative e incroci fra i due club, la partita rappresenta anche un'occasione di riscatto per i gigliati di Raffaele Palladino, in astinenza da vittorie da diversi mesi. La Fiorentina arriva a questo appuntamento con cinque pareggi consecutivi e la necessità impellente di tornare a conquistare i tre punti. Dall'altra parte, l'Atalanta si presenta come una squadra solida e organizzata, pronta a sfruttare ogni debolezza dei viola.In una fase così delicata della stagione, in cui la Fiorentina è ancora alla ricerca della sua identità, il contributo dei veterani sarà fondamentale. Giocatori come Pietro Terracciano, che però potrebbe cedere il posto al nuovo acquisto David De Gea, Cristiano Biraghi, Lucas Martinez Quarta, Rolando Mandragora e Riccardo Sottil dovranno prendersi la responsabilità di guidare i nuovi arrivati. Questi calciatori, che costituiscono la cosiddetta "vecchia guardia", conoscono bene l’ambiente e hanno accumulato esperienza con la maglia viola, elemento essenziale per aiutare i compagni a integrarsi nel sistema di gioco di Palladino.tecnico viola che non vive un grande momento dal punto di vista dei risultati: cinque pareggi consecutivi iniziano a pesare non solo per la classifica, ma anche per l’umore dello spogliatoio. L’ultimo successo di Raffaele Palladino risale addirittura al 13 marzo scorso, quando il suo Monza si impose per 1-0 contro il Cagliari. Da quel momento, la carriera dell’attuale tecnico viola è stata caratterizzata da una serie di risultati deludenti, con tre pareggi e sei sconfitte consecutive che ne hanno compromesso il cammino. La partita di domenica rappresenta quindi un’occasione per interrompere questo lungo digiuno, che si protrae ormai da 186 giorni.Palladino è consapevole che una vittoria potrebbe non solo risollevare la squadra dal punto di vista tecnico e morale, ma anche ridare fiducia a un ambiente che sta iniziando a mostrare segni di stanchezza. Un eventuale ulteriore pareggio o, peggio, una sconfitta, potrebbe mettere in discussione non solo la sua posizione, ma anche la capacità della Fiorentina di competere ai massimi livelli in questa stagione.Ma il match tra Atalanta e Fiorentina non si limita soltanto a una rivalità sul campo, ma affonda le radici anche nelle trattative di mercato che hanno visto i due club protagonisti durante l'estate. Zaniolo, Brescianini, Retegui e Musso sono solo alcuni dei nomi che hanno fatto da sfondo a un duello continuo fra le due società. In questo gioco di intrecci, l'Atalanta sembra aver avuto la meglio su più fronti, soprattutto nel caso di Zaniolo, anche se il calciatore non ha ancora offerto le risposte attese dai tifosi bergamaschi.La Fiorentina, d’altro canto, si è assicurata un colpo importante con l'acquisto di Robin Gosens, un ex nerazzurro che ha già lasciato il segno nel suo debutto, segnando il gol del pareggio contro il Monza nell'ultima uscita prima della sosta. L'ex terzino dell'Atalanta ha una grande esperienza in Serie A e conosce bene l'ambiente bergamasco, motivo per cui il suo apporto potrebbe rivelarsi decisivo nella sfida di domenica. Un altro tema che animerà la partita sarà il duello tra le punte: Moise Kean da una parte e Mateo Retegui dall'altra, entrambi reduci dagli impegni con la Nazionale nella Nations League. La loro condizione fisica e mentale sarà fondamentale per l'equilibrio della partita, con entrambi gli attaccanti pronti a prendersi la scena in una sfida che potrebbe essere decisa proprio dalle loro giocate.Dunque, se da una parte la Fiorentina dovrà affidarsi ai suoi veterani e a giocatori esperti come Gosens, dall'altra Palladino potrebbe recuperare una pedina fondamentale per l’attacco: Albert Gudmundsson. L’islandese, impegnato in patria per vicende legali, tornerà in Italia solo venerdì, a meno di 48 ore dalla partita. Sebbene il giocatore non abbia ancora minuti nelle gambe, ha risolto i problemi fisici che lo avevano tenuto fuori nelle ultime settimane. Palladino spera di schierarlo già domenica, anche solo per uno spezzone di gara, in una posizione simile a quella che ricopriva al Genoa sotto la guida di Gilardino. Il rientro di Gudmundsson darebbe alla Fiorentina una marcia in più nella fase offensiva, con il tecnico che potrebbe affidargli le chiavi della manovra d'attacco, sfruttando la sua velocità e abilità nel creare occasioni per i compagni. Al contrario, Andrea Colpani, un altro elemento importante della rosa viola, non è ancora in condizione ottimale e potrebbe essere costretto a partire dalla panchina.

Palladino ha molto su cui lavorare, ma con Gudmundsson sarà più facile

Dalla Turchia offerte per Beltran e Brekalo

La Fiorentina si trova in una fase delicata e cruciale della stagione, una fase in cui è chiamata a dimostrare di che pasta è fatta dopo un inizio incerto e al di sotto delle aspettative. Dopo il deludente esordio contro il Parma, la squadra viola ha ottenuto tre pareggi consecutivi al Franchi, contro avversari che avrebbero dovuto essere battuti, come Puskas Akademia, Venezia e Monza. A questi risultati si aggiunge una prestazione poco convincente in Ungheria, che ha suscitato perplessità e critiche. Tuttavia, è importante ricordare che la Fiorentina è ancora in una fase di transizione, avendo intrapreso una rivoluzione totale a livello di rosa e tattica. Per questo motivo, la pazienza è fondamentale, e sarebbe prematuro trarre conclusioni affrettate.Il tecnico Raffaele Palladino è consapevole delle sfide che attendono la sua squadra e ha già identificato cinque aspetti chiave su cui lavorare per portare la Fiorentina ai livelli desiderati. In primo luogo, la fase difensiva necessita di miglioramenti significativi: la squadra deve imparare a gestire meglio il gioco senza palla e a ridurre le occasioni concesse agli avversari. Inoltre, Palladino punta ad aumentare i minuti in cui la Fiorentina controlla il gioco e il possesso palla, un aspetto cruciale per imporre il proprio stile di gioco e mantenere l'iniziativa. Un'altra priorità è accelerare il processo di integrazione dei nuovi acquisti, affinché possano trovare rapidamente l'intesa e la coesione necessarie per esprimere al meglio il loro potenziale. Non meno importante è il perfezionamento della condizione fisica e mentale dei singoli giocatori, un fattore determinante per affrontare le sfide future con la giusta intensità e concentrazione. Infine, la squadra dovrà recuperare Albert Gudmundsson, che rappresenta il talento più brillante e promettente della rosa.Gudmundsson, acquistato dal Genoa durante il mercato estivo, è considerato un elemento fondamentale per la Fiorentina. Tuttavia, il giocatore islandese si trova attualmente a dover affrontare diverse difficoltà. Innanzitutto, un infortunio al polpaccio lo ha tenuto lontano dal campo, impedendogli di partecipare alle ultime partite. Solo recentemente ha ripreso ad allenarsi con il gruppo, ma il suo ritorno in campo sarà graduale. A complicare ulteriormente la situazione, c'è un problema legale che lo vede coinvolto in Islanda. Gudmundsson dovrà infatti recarsi a Reykjavik per affrontare un processo per “cattiva condotta sessuale”, a seguito di una denuncia risalente all'estate del 2023. Il caso, inizialmente archiviato, è stato riaperto dopo un ricorso e ora si avvicina l'udienza decisiva. Questo procedimento non solo lo terrà lontano dagli allenamenti, ma potrebbe avere ripercussioni sulla sua carriera e sulla sua permanenza alla Fiorentina, in caso di condanna. Il club viola, comunque, ha cercato di tutelarsi inserendo nell'accordo con il Genoa una clausola che permette di rescindere l'obbligo di riscatto in caso di un verdetto sfavorevole.Sul fronte del mercato, la Fiorentina ha ancora delle questioni aperte, soprattutto in relazione ad alcuni giocatori che non hanno ancora trovato la loro collocazione ideale in squadra. Lucas Beltran, per esempio, ha faticato a inserirsi nei meccanismi della squadra, apparendo spesso fuori dal contesto di gioco sia come prima punta sia come trequartista. Nonostante ciò, il giocatore ha attirato l'attenzione di diversi club, l'ultimo dei quali è il Galatasaray, che ha mostrato interesse per l'argentino. Tuttavia, la Fiorentina ha rifiutato fermamente qualsiasi offerta, dimostrando di voler puntare su di lui per il futuro. Un altro giocatore destinato a lasciare Firenze sembra essere Josip Brekalo, che è vicino a un trasferimento in prestito al Kasimpasa, in Turchia. Il giocatore ha già accettato la destinazione e si appresta a svolgere le visite mediche.In conclusione, la Fiorentina si trova di fronte a una serie di sfide complesse, sia in campo sia fuori. L'abilità di Palladino nel gestire questi aspetti sarà cruciale per determinare il successo della stagione viola. I tifosi, nel frattempo, sono chiamati a dimostrare pazienza e supporto, consapevoli che la vera Fiorentina, quella voluta dalla dirigenza e dal tecnico, potrà emergere solo con il tempo.

Una sosta “benedetta” per far trovare a Palladino la sua vera Fiorentina

Confermata la difesa a 3. Kean scommessa vinta, Parisi è un caso

La Fiorentina di Raffaele Palladino si trova in un momento delicato della stagione, con la pausa di campionato che arriva forse nel momento più opportuno per permettere al tecnico di affrontare e risolvere una serie di problemi che hanno caratterizzato questo inizio di stagione. Nonostante le aspettative, infatti, la squadra non è riuscita a convincere appieno, lasciando i tifosi con molte domande sul futuro.Dopo le prime tre giornate di campionato, la Fiorentina si trova tra le delusioni insieme al Bologna, con soli tre punti raccolti e una serie di prestazioni poco brillanti. Cinque pareggi su cinque partite ufficiali, inclusa la Conference League, evidenziano una squadra ancora lontana dal trovare la propria identità. Il passaggio alla difesa a tre, fortemente voluto da Palladino, ha mostrato più ombre che luci, lasciando emergere una mancanza di solidità difensiva che non è passata inosservata. La squadra sembra soffrire eccessivamente la manovra avversaria, mostrando segni di reazione solo timidamente e troppo tardi durante le partite, quando queste ormai rischiano di risultare ormai già compromesse. Uno dei principali problemi emersi è la scarsa qualità del gioco, soprattutto a centrocampo, dove manca quella luce e creatività necessaria per costruire azioni pericolose e sostenere l'attacco. L'assenza di un vero leader in campo si fa sentire, e sebbene gli acquisti di Cataldi e Bove abbiano aggiunto quantità e fisicità al reparto, non si è ancora trovata la giusta alchimia per far funzionare il sistema di gioco. A ciò si aggiunge il momento poco brillante di alcuni singoli, come Colpani, ancora irriconoscibile rispetto alle aspettative.L'attacco, che sulla carta doveva essere il punto di forza della Fiorentina, ha finora deluso le aspettative. Con un gioco che fatica a svilupparsi, la squadra rischia di appoggiarsi eccessivamente sulle spalle di Kean, il nuovo attaccante arrivato dalla Juventus con il compito di sostituire, con anni di ritardo, Vlahovic. Nonostante un inizio positivo con 3 gol in 5 partite, c'è la sensazione che l'attacco manchi ancora di varietà e imprevedibilità, elementi necessari per affrontare le tre competizioni in cui la Fiorentina è impegnata.Un'altra delle note dolenti di questo inizio di stagione è stata la necessità per Palladino di schierare ben 25 giocatori nelle prime partite, nel tentativo di valutare al meglio la rosa a sua disposizione. Questa scelta, se da un lato era inevitabile, dall'altro ha contribuito a creare un certo caos tattico, rallentando il processo di costruzione di un'identità di squadra. La difesa, in particolare, è apparsa in grande difficoltà, con Pongracic che non riesce a trovare il ritmo giusto e la solidità necessaria per guidare il reparto.Per quanto riguarda i singoli, se da una parte Kean può essere considerato una scommessa vinta, dall'altra emerge il caso di Fabiano Parisi. Il terzino, nonostante un'estate passata a cercare di convincere Palladino delle sue qualità, non è riuscito a ritagliarsi un ruolo da protagonista, venendo anzi superato nelle gerarchie dal desiderio del tecnico di avere un nuovo esterno di riferimento, come Robin Gosens. Per Parisi, la prospettiva di un'altra stagione da comprimario non è accettabile, e si preannuncia un gennaio di riflessioni sul suo futuro.In conclusione, la pausa di campionato rappresenta un'opportunità per Palladino e la sua Fiorentina di riorganizzarsi e lavorare sui tanti aspetti che non hanno funzionato finora. I tifosi aspettano una squadra diversa alla ripresa, più solida e con un gioco più convincente, perché le ambizioni di inizio stagione non possono essere abbandonate così presto. Palladino dovrà trovare la giusta formula per far emergere il potenziale di una rosa costruita per competere su tre fronti, ma che finora non ha ancora mostrato il suo vero valore.

Fiorentina, tutto il mercato delle ultime ore

Ecco le trattative in sospeso: chi parte, chi resta e tutti i dubbi della società

Negli ultimi giorni del mercato estivo, la Fiorentina si trova a dover prendere importanti decisioni per rafforzare la squadra. Uno dei temi caldi è la possibile acquisizione di un nuovo attaccante che possa affiancare Moise Kean, data la difficoltà di Lucas Beltran ad adattarsi come punta centrale. L'allenatore Palladino ha chiesto alla dirigenza di considerare un profilo simile a Milan Djuric, già conosciuto ai tempi del Monza, e disponibile per una cifra accessibile.Un altro punto cruciale riguarda Sofyan Amrabat, che potrebbe lasciare la Fiorentina per trasferirsi al Fenerbahce. La spinta per questa operazione arriva da José Mourinho, che vede in Amrabat il centrocampista ideale per il suo progetto di gioco. Tuttavia, nonostante l'interesse del Manchester United sia sfumato, Amrabat continua a valutare altre opzioni, incluso un possibile trasferimento al Napoli, sebbene solo in prestito e a determinate condizioni.Nel frattempo, la Fiorentina ha già concluso gli acquisti di Adli e Moreno, e sta valutando se investire ulteriormente per rinforzare la fascia sinistra, nonostante le trattative per Filip Kostic e Robin Gosens siano naufragate. Fabiano Parisi rimarrà in squadra e si giocherà il posto con Cristiano Biraghi, dimostrando la volontà del club di valorizzare l'investimento fatto l'anno precedente.Infine, Michael Kayode potrebbe essere al centro di un'offerta dal Brentford, ma l'eventuale partenza del terzino comporterebbe la necessità per la Fiorentina di trovare un sostituto per la fascia destra. Il mercato viola è dunque ancora in fermento, con diverse operazioni in corso che potrebbero definire gli equilibri della squadra per la stagione.

Intrigo Nico - Juventus, Kostić è la chiave?

Palladino apre al suo arrivo, Biraghi dirottato in difesa

Juventus e Fiorentina continuano a ''trattare'' per Nico Gonzalez. E l'uso delle virgolette è d'obbligo, dato che la richiesta dei viola resta ferma a circa 40 milioni di euro ed i bianconeri (che nel frattempo trattano anche Koopmeiners con l'Atalanta) fermi ad una proposta di circa 30 milioni più bonus. Risultato: Nico si allena a parte ed è sostanzialmente fuori squadra.La novità delle ultime ore però è rappresentata dall' interesse della Fiorentina per Filip Kostić, esterno mancino della Juventus. Pedina ideale per il 3-4-2-1 di mister Palladino, che però in quella zona di campo è già ampiamente coperto dalla presenza in rosa di capitan Biraghi e Fabio Parisi. Inoltre il serbo non è di primo pelo (31 anni) e percepisce uno stipendio annuale netto di almeno 2,5 milioni.E allora perché questo interesse nei suoi confronti? Semplice: la Fiorentina cerca almeno due difensori sul mercato in questo momento, ossia un centrale che sappia impostare il gioco ed un ''braccetto'' polivalente per la sua difesa a 3. L'arrivo di Kostić permetterebbe a Palladino di alzare il livello sulla fascia sinistra e allo stesso tempo alla società di risolvere un problema sul mercato, dato che a quel punto Cristiano Biraghi diventerebbe il nuovo braccetto di sinistra della difesa a 3 con Parisi ed il serbo a giocarsi una maglia sulla fascia sinistra.I proverbiali ''due piccioni con una fava'', anche se il salto di qualità sulla sinistra resta tutto da dimostrare dato che Kostić negli ultimi mesi è apparso in netta fase calante. Viceversa il suo arrivo potrebbe parzialmente sbloccare la situazione legata a Nico Gonzalez e alla cifra richiesta dalla Fiorentina al momento ritenuta non congrua dalla Juventus.

Palladino all'esame Conference: obiettivo raggiungere ancora la finale

De Gea domani possibile titolare

Raffaele Palladino si prepara a fare il suo debutto europeo come allenatore, affrontando per la prima volta la Conference League. Questa competizione, che Vincenzo Italiano ha sfiorato negli ultimi due anni senza riuscire a conquistare il trofeo, rappresenta una nuova sfida per il tecnico viola, il cui primo test sarà contro gli ungheresi della Puskas Akademy domani sera. Oggi, nella conferenza stampa della vigilia, l’allenatore viola ha chiarito alcuni punti fondamentali per tracciare il percorso europeo della sua squadra.“Ovvio che c’è emozione, adrenalina. Dobbiamo essere concentrati, siamo molto carichi e motivati, partita molto importante. Siamo pronti, abbiamo lavorato bene e siamo pronti, ho visto in tutti grande atteggiamento. Per noi la Conference è importantissima, sia per me, i ragazzi e la società. Ci teniamo a fare bene, passare il turno. L’affronteremo nel miglior modo possibile, è importante portare entusiasmo a Firenze. I ragazzi hanno fatto un grande lavoro negli anni passati, poi le finali si possono vincere o perdere. Per ora è fondamentale affrontare queste gare nel migliore dei modi”. C’è poco da aggiungere circa l’importanza di questa competizione per tutta la Fiorentina: la Conference resta la principale chance di alzare un trofeo in questa stagione.Mister palladino potrà contare su un mix di nuovi acquisti e veterani. Giocatori come Moise Kean sono pronti a lasciare il segno in questa nuova avventura, mentre i pilastri della squadra, come il capitano Biraghi, Beltran, Sottil e altri, sono determinati a riscattarsi dopo le gioie e le delusioni della scorsa stagione. Senza dimenticare il possibile debutto di De Gea che, con la sua esperienza, può offrire ampie garanzie. “Ovvio che è arrivato dopo, aveva bisogno di tempo perché si è allenato per un anno da solo. Ha portato tanta personalità, si è calato bene, ha fatto tanti allenamenti extra. L’ho visto bene, è un gran professionista. Potrebbe partire domani dall’inizio”.Le scelte di Palladino saranno osservate con grande interesse, poiché potrebbero rivelare se il tecnico opterà per una rotazione ampia tra campionato e coppa o se preferirà mantenere una maggiore continuità nell’undici iniziale. 

Nico al braccio di ferro: si allena da solo e ha scelto la Juve. Commisso chiede 40 milioni

Anche l'Atalanta resta in corsa per l'argentino

Fiorentina ancora alle prese con il suo caso di mercato dell'estate: Nico Gonzalez sembra essere sempre più vicino alla Juventus, eppure ci sono ancora molti aspetti da sistemare prima della sua cessione. Giuntoli ha offerto 30 milioni, ma la proposta non è considerata all’altezza dal presidente Commisso che chiede almeno 40 milioni per il cartellino dell'argentino. Se dovesse ottenere la cifra richiesta, il presidente Commisso avrebbe scucito alla famiglia Agnelli qualcosa come 180 milioni nei suoi cinque anni di presidenza.Il prezzo richiesto dalla Fiorentina rappresenta un ostacolo non da poco per Giuntoli, che ha già stanziato una cifra tra i 55 e i 57 milioni per strappare Koopmeiners all'Atalanta. Atalanta che sta perdendo anche Lookman e ha già ceduto El Bilal Touré allo Stoccarda e che potrebbe tornare a sua volta alla carica proprio per Nico Gonzalez. Il che ci porterebbe indietro alla situazione che si era creata a fine luglio: Juve e Atalanta forti sullo stesso obiettivo, con il destino di Koop messo in discussione da rapporti non proprio distesi tra Torino e Bergamo. Situazione che in casa bianconera si vorrebbe assolutamente evitare, ed ecco perché Giuntoli vuole chiudere in fretta la pratica Koop con l’Atalanta prima di sfidare eventualmente la Dea per Nico, evitando ricatti di mercato.Intanto anche la situazione in casa Fiorentina appare tutto meno che distesa. Nico Gonzalez vuole andarsene il prima possibile e sta andando al braccio di ferro con la Fiorentina. L'argentino ha chiesto al club di allenarsi da solo in questi giorni chiamandosi fuori dalle partite  ufficiali di questi giorni. A questo punto il desiderio di tutti è di terminare il prima possibile questa vicenda. Lo stesso Commisso, inizialmente dubbioso, si è convinto a cederlo, ma per una cifra non inferiore a 40 milioni. Ciò che maggiormente ferisce i tifosi viola tuttavia è che il ragazzo che ha dato priorità assoluta alla Juventus di Thiago Motta.

Clamoroso: Nico Gonzalez vuole l'Atalanta. Pradè tratta la cessione

Cedere l'argentino a Gasperini sarebbe l'ennesimo smacco per i tifosi viola

La notizia ha del clamoroso, eppure è tutto vero. L'Atalanta vuole Nico Gonzalez ed il calciatore avrebbe aperto al trasferimento alla corte di Gasperini. Un colpo durissimo per i tifosi viola, che pure si erano sforzati dopo l'arrivo di Colpani in viola di essere ottimisti e non di credere alle voci di una imminente cessione del giocatore. La cosa peggiore sarebbe però cedere il calciatore ad ''diretta concorrente'' come l'Atalanta, o meglio ad una di quelle squadre che con un progetto solido tecnico la Fiorentina dovrebbe ambire a superare nel medio-lungo periodo. Si era sempre parlato di Inghilterra, con il Newcastle protagonista degli ultimi rumors di radio mercato, invece Nico andra' probabilmente a rinforzare la compagine del tanto amato Gasperini. La Fiorentina non scende sotto i 35 milioni, la dea si fa forte della volonta' del calciatore di trasferirsi a Bergamo. Nell'operazione potrebbe giocare un ruolo fondamentale il portiere Musso, pedina di scambio che interessa molto ai viola. Tuttavia Pradè e Goretti sono a caccia di liquidita' e potrebbero preferire denaro contante ad una contropartita tecnica, per quanto gradita e di riconosciuto valore. Il club bergamasco offre circa 28-30 milioni, più 2-3 milioni di bonus. La proverbiale goccia che rischia di far traboccare il vaso, con i tifosi viola che hanno vissuto questa sessione di mercato con sbalzi di umore da montagne russe. Prima la promessa di un attaccante solido e dai numeri impeccabili per garantire a mister Palladino la sicurezza di 20 gol a stagione ed il conseguente arrivo di Kean (che di gol ne ha segnati zero lo scorso anno) che ha accontentato alcuni e infastidito altro, poi l'arrivo di Colpani vissuto da tutti con grande entusiasmo ma destinato a ridimensionarsi proprio alla luce della futura (e forse imminente) cessione di Nico Gonzalez all'Atalanta.Risuonano oggi beffardamente nelle orecchie dei tifosi della Fiorentina le parole pronunciate qualche settimana fa in conferenza stampa del direttore sportivo Daniele  Pradè: ''Nico resterà con noi al 99%''. Evidentemente nel mercato anche un misero 1% basta e avanza ad alimentare dubbi, paure e dietrologie, soprattutto alla luce dei fatti attualmente in corso di svolgimento. Persino Mister Palladino dopo la gara di ieri sera contro l'Hull City ha mostrato i primi segni di insofferenza per l'andamento lento del mercato, facendo l'elenco di tutti i calciatori che sono partiti dal 30 di giugno.Insomma, mala tempora currunt sed peiora parantur. Il mercato e' ancora lungo ed il tempo per ribattere a critica e sfiducia non manca, ma adesso la Fiorentina deve comprare calciatori forti e deve farlo anche alla svelta perché il 17 agosto si va in campo per la Serie A e poi c'e' il playoff di Europa Conference League, prima tappa decisiva della stagione viola. 

Fiorentina, per comprare prima bisogna vendere. Il mercato è bloccato

Potrebbero partire sei calciatori. Pradè punta a mettere insieme un “tesoretto” da 30 milioni

La Fiorentina non deve vendere prima di acquistare, parole di Pradè e Ferrari. Eppure ogni singola trattativa di mercato sembra intopparsi per una manciata di milioni che mancano o comunque sempre per questioni di tipo economico. Ecco allora che nella rosa viola alcuni calciatori in uscita potrebbero sbloccare con la loro cessione l'arrivo in viola di altri giocatori.Sono sei i calciatori in esubero per i quali Pradè cerca acquirenti. Tra chi è totalmente fuori dal progetto e chi se ne vuole andare a tutti i costi i nomi principali sono quelli di M’Bala Nzola, Jonathan Ikoné, Josip Brekalo, Christian Kouame, Abdelhamid Sabiri e Sofyan Amrabat. Da questi sei giocatori potrebbe arrivare un ''tesoretto'' da investire su un centrocampista, manche due, ed un calciatore da schierare alle spalle di Moise Kean (Ogni riferimento a Colpani non è puramente casuale). Facendo il proverbiale conto della serva nella migliore delle ipotesi, se la Fiorentina riuscisse a piazzarli tutti sul mercato, da queste cessioni potrebbero arrivare anche 30 milioni. Inoltre ci sarebbe da considerare l'abbassamento ulteriore del monte ingaggi le cui risorse potrebbero essere ridistribuite su eventuali nuovi acquisti.Un esempio, parlando delle cessioni, è quello di Kouame. Un giocatore che per mister Palladino potrebbe rimanere tranquillamente, ma che ha come problematica l'ingaggio. L'opzione fatta scattare dalla Fiorentina fino al 2025 ha portato l'ingaggio del calciatore fino ai 2 milioni netti a stagione. Troppi per i viola e per chi ha mostrato interesse nei suoi confronti. In più la richiesta della Fiorentina, circa 10 milioni, ha spaventato alcune squadre (per esempio il Maiorca) che erano interessate all'ivoriano.In entrata invece una situazione che testimonia le difficoltà della Fiorentina nel fare acquisti è quella legata alla trattativa per Cesare Casadei, classe 2003 del Chelsea prelevato due anni fa dall’Inter per poi essere girato in prestito a Reading e Leicester. I viola stanno cercando un accordo per il prestito con diritto di riscatto, ma il Chelsea è fermo sulla sua posizione e accetta solo la cessione a titolo definitivo (o presumibilmente, al massimo, la formula del prestito ma con obbligo di riscatto). Per vendere il suo gioiellino italiano Maresca parte da una base di 15 milioni di euro. L’interesse da parte dei viola esiste, il giocatore piace e il sondaggio c’è stato, ma al momento l’operazione è complicata per l'esborso economico che non è nelle possibilità della casse viola. Così la Fiorentina rischia di essere superata da altre concorrenti, vedi il Torino, che si sono interessate al giocatore e che potrebbero accettare le condizioni imposte al momento dal club inglese.

Il centrocampo è ancora tutto da rifare, ma spuntano due nomi nuovi

Fiorentina alle prese anche con i ''casi'' Amrabat e Colpani

In questa settimana la Fiorentina deve necessariamente accelerare sul mercato e chiudere un paio di colpi per dare a mister Raffaele Palladino un paio di elementi (almeno) per rinforzare la rosa e, in particolar modo, rinforzare il settore del centrocampo. Reparto, ad oggi, ancora spoglio dei potenziali titolari a meno di un mese dall'inizio della prossima stagione.I nomi finora più a lungo chiacchierati sono stati quelli di Thorstvedt (che pare non convincere fino in fondo) e Vranckx (il Wolsfburg non scende sotto i 12 milioni). Forse i primi nomi usciti come obiettivi, sicuramente tra i calciatori più vicini a vestirsi di viola, ma in questo momento le trattative che li riguardano sembrano essere entrambe in standby. Di Cardoso e Lovric, invece, dopo i primi contatti si sono perse le tracce. In particolare per il calciatore sloveno di proprietà dell'Udinese continua a esserci una distanza considerevole (circa 6 milioni) tra la richiesta dei friulani e l'offerta viola. Evidentemente, nell'idea della Fiorentina e di Pradè nessuno tra questi è mai stato davvero una prima scelta per il reparto, oppure dopo aver fatto una scelta di carattere tecnico i dirigenti viola si sono scontrati con ostacoli di natura economica, almeno fino ad oggi, insormontabili.Ecco spuntare allora dal calderone del mercato un paio di alternative. La società viola sarebbe ad un passo dal chiudere la trattativa per il talento croato classe 2008 Matko Boskovic. Difensore centrale di proprietà dell'HNK Cibalia che nelle prossime ore dovrebbe firmare con la società viola. Una piccola curiosità è legata alla propria agenzia di procuratori, la BOLA Sports Group, che è la stessa di Josip Brekalo, annunciato ieri come nuovo giocatore della "famiglia BOLA". Di tutt'altra portata e nettamente più interessante invece è la pista di mercato legata a Cesare Casadei, centrocampista classe 2003 in rotta con il Chelsea. Il nuovo allenatore dei "Blues" Enzo Maresca non lo ha convocato per il ritiro negli Stati Uniti e il giovane ex Inter nei prossimi giorni cercherà una nuova sistemazione. Al momento le opzioni per acquistarlo sarebbero due: la cessione a titolo definitivo, ipotesi che appare al momento piuttosto remota (il prezzo del cartellino oscilla tra i 10 e i 12 milioni), oppure un prestito. In Francia sarebbe molto interessato a lui lo Strasburgo (club controllato dallo stesso consorzio americano del Chelsea), mentre in Italia lo vorrebbe anche il Torino. Nei mesi scorsi si erano invece registrati sondaggi da parte della Juventus e del Genoa.Ma a centrocampo i problemi per la Fiorentina non sono soltanto in entrata, ma anche in uscita, con la situazione legata al futuro di Sofyan Amrabat che rischia di diventare un vero e proprio caso dell'estate viola. Il suo contratto dice questo: Sofyan Amrabat torna a disposizione della Fiorentina a cui è legato da un accordo in scadenza nel giugno del 2025. Ma la realtà delle cose appare ben più complicata, visto che il calciatore non è a disposizione di Palladino e difficilmente si presenterà al Viola Park nei prossimi giorni. L'interesse del tecnico nei confronti del calciatore marocchino appare quanto mai ''tiepido'', inoltre per quanto Amrabat abbia ancora un certo mercato sembra difficile accontentare sia il suo desiderio di restare in Premier League sia la necessità della Fiorentina di incassare una cifra prossima ai 20 milioni che i viola avrebbero percepito nel caso in cui il Manchester United lo avesse riscattato. Tuttavia i Red Devils potrebbero essere ancora interessati a lui, ma stanno mettendo in atto una strategia di mercato piuttosto rischiosa. Gli inglesi vorrebbero acquistare Amrabat a una cifra ben più bassa di quanto prevedeva il riscatto (13 milioni o poco più), o in alternativa chiedere il giocatore in prestito con un riscatto prefissato a giugno 2025. Ovviamente la Fiorentina preferirebbe monetizzare la cessione immediatamente e scriverla a bilancio, la speranza in questo senso è che le voci di un interesse del Napoli di Conte e del Fenerbahce di Mourinho siano concrete.Altro caso di mercato, stavolta in entrata e che esula dal centrocampo, è quello legato alla situazione di Andrea Colpani. Il calciatore del Monza era stato vicinissimo alla Fiorentina nelle ultime ore, poi qualcosa si è improvvisamente messo di traverso rallentando il suo arrivo a Firenze. Speriamo non in modo definitivo. Ancora un po’ di distanza tra le parti c’è e con Adriano Galliani bisogna stare attenti a non tirare troppo la corda. La Fiorentina propone un prestito oneroso con diritto di riscatto, che può diventare obbligo al raggiungimento di determinate condizioni. E sono proprio queste ''condizioni'' a non convincere fino in fondo Galliani ed il Monza, dato che per i brianzoli queste dovranno essere estremamente facili da raggiungere (poco più che una formalità). Anche se in fondo la cosa migliore per Galliani sarebbe inserire nella formula direttamente l'obbligo e non il diritto di riscatto. Su questo si continua a lavorare in queste ore, con una valutazione complessiva dell’affare che si aggirerebbe poco sotto i 20 milioni di euro.

Adesso tocca al centrocampo: Jhonny Cardoso obiettivo numero uno

Sistemata la difesa con Pongracic ora si punta a rimpolpare il centrocampo

La Fiorentina continua a organizzare i piani per ricostruire il centrocampo, reparto falcidiato e anzi svuotato dalle numerose partenze a parametro zero. Sistemata la difesa con l'arrivo di Pongracic, Pradè deve anche chiudere al più presto per qualche nome a centrocampo per dare a mister Palladino la possibilità di sperimentare un assetto tattico altrimenti ''monco''. Il primo sulla lista, al di là di Manuel Locatelli che piace tantissimo, è Jhonny Cardoso del Betis Siviglia. Al solito il problema resta la sua valutazione: 20 milioni di euro.Le alternative al momento restano: Thorstvedt del Sassuolo e Bove della Roma. Carnevali non molla di un centimetro sul prezzo del centrocampista col quale la Fiorentina ha già raggiunto un'intesa di massima, mentre la Roma continua a valutare Bove 20 milioni di euro. Cifra che al momento la Fiorentina non pare disposta a sborsare. Intanto, spunta anche il nome di Lovric dell'Udinese, per cui la Fiorentina ha già imbastito una vera e propria trattativa. Sullo sfondo rimane anche Andrea Colpani, pupillo di Palladino e per cui il Monza chiede circa 18 milioni di euro. La formula potrà essere decisiva nell'affondo finale, con Galliani che ha già respinto una prima offerta di prestito con diritto di riscatto. E poi c'è Vranckx: il calciatore ha espresso forte gradimento per la Fiorentina e vorrebbe tornare nel calcio italiano, ma il Wolfsburg non si schioda dalla sua richiesta di 12 milioni di euro (ritenuta eccessiva dal club viola).Infine una notizia su Gaetano Castrovilli che riparte dalla Lazio di Baroni. Dopo l'addio a zero dalla Fiorentina, il centrocampista cerca un rilancio per la sua carriera a Roma dove firmerà un contratto annuale più opzione per il secondo a 2 milioni. Tuttavia l'accoglienza del tifo laziale non è stata molto calorosa, anzi. Nella Roma sponda biancoceleste è un momento di forte contestazione contro Lotito e l'acquisto di Castrovilli non sembra aver migliorato la situazione visti i molti punti interrogativi sulla condizione fisica di Castrovilli che hanno alimentato lo scetticismo dell'ambiente. Baroni però stravedere per il giocatore, tanto che la Lazio ha fatto di tutto per superare la concorrenza del Bologna di Vincenzo Italiano.

Fiorentina, addio Milenkovic e benvenuto Pongracic!

Chi è e quanto costerà il nuovo difensore centrale a disposizione di Mister Palladino

Fino a pochi giorni fa, la difesa viola era l’unico reparto che sembrava poter ripartire da tre punti fermi: Quarta, Milenkovic e Ranieri. Certo, sarebbe stato necessario aggiungere almeno un innesto di pari livello, ma con i numerosi giovani promettenti a disposizione di mister Palladino il reparto era pressoché già completato. E invece anche la difesa della Fiorentina, come il centrocampo e l’attacco, è destinata a diventare nel giro delle prossime ore un cantiere aperto. Tutto dovuto ''all'improvvisa'' partenza direzione Nottingham di Nikola Milenkovic. Difficilmente il serbo sarà rimpiazzato prima della partenza per la tournée in Inghilterra, dove Palladino contava già di testare nelle amichevoli più probanti il nuovo assetto arretrato. Invece è tutto da rifare. Le uniche certezze in questo momento sono rappresentate da Martinez Quarta e Ranieri. L’argentino però, fresco campione di Copa America, tornerà a Firenze solo nella prima settimana di agosto e dovrà bruciare le tappe per diventare quel play arretrato nel quale il tecnico vorrebbe trasformare l’ex River. Ranieri invece è già oggi un perno intoccabile: si parla già di un suo rinnovo. Per quanto riguarda le gerarchie all'interno del reparto, a questo punto diventano indispensabili i giovani Lucchesi e Comuzzo.Le idee per sostituire Nikola Milenkovic non mancano, ma la vera sfida per i dirigenti viola sarà farlo nel minor tempo possibile. Il nome principale, se non l'unico a questo punto, è quello di Marin Pongracic. Classe '97 nel giro della nazionale croata, ha iniziato la carriera in Germania, tra Borussia Dortmund e Wolfsburg. In quegli anni si è pure guadagnato un simpatico soprannome: "skandal-profi", ossia "il professionista dello scandalo". Questo il soprannome affibbiatogli dalla prestigiosa testata sportiva de la Bild. Insomma, uno che si faceva notare più fuori che dentro il campo. Questo soprattutto per varie vicende avvenute durante il periodo del lockdown, nel quale il croato è diventato protagonista, in negativo, sulle pagine dei giornali. Proprio la ‘Bild’ racconta che è stato pizzicato più volte in pubblico senza dispositivi di protezione (obbligatori all'epoca), e ha persino partecipato ad una festa privata, riprendendo il tutto e pubblicandolo sui social (nulla che anche Jovic non abbia già fatto). Anche in campo tuttavia si è fatto valere: alla seconda partita ufficiale gomitata a Morales del Fortuna Düsseldorf, calci ai cuscini a bordo campo, rimprovero pubblico dei compagni e ben tre giornate di squalifica.Dopo una breve parentesi al Borussia Dortmund, durata un anno in prestito, su di lui è piombato Pantaleo Corvino, il quale ha acquistato Pongracic nell'agosto del 2022 dal Wolfsburg con la formula del prestito con diritto di riscatto a 1,6 milioni, esercitato poi il primo luglio del 2023. Pongracic è stato uno degli assoluti protagonisti dell'ultima salvezza del Lecce, sotto la guida prima di D'Aversa, e successivamente di Gotti. Il muro salentino, con 36 presenze da titolare su 38 partite in campionato, ha guidato la difesa del Lecce, portandola a una salvezza piuttosto tranquilla. Rispetto a Milenkovic segna molto meno. In carriera ha siglato solamente 3 gol in 211 partite.La Fiorentina resta fiduciosa di aver fatto il blitz decisivo per assicurarsi le sue prestazioni pareggiando l'offerta economica del Rennes al Lecce e offre uno stipendio più alto al calciatore: contratto fino al 2029 a 2,1 milioni di euro a stagione, a fronte dell'accordo a 1,8 per cinque stagioni che aveva raggiunto il calciatore con il club francese. I francesi tuttavia hanno fissato le visite mediche per la giornata di oggi e restano fiduciosi. La Fiorentina attende invece in giornata la risposta definitiva di Pongracic, mentre il Lecce non si espone e resta a guardare l'evolversi della situazione sicuro di incassare una notevolissima plusvalenza.Se Pongracic accettasse l'offerta viola, ecco che il croato diverrebbe uno degli acquisti più onerosi della storia della Fiorentina. Il primo rimane Nicolas Gonzalez prelevato dallo Stoccarda nell’estate 2021 per una cifra vicina ai 24,5 milioni (bonus esclusi), ma nella top ten ci sarebbe pure lui al fianco di Alfred Duncan (per il quale l’esborso nel gennaio 2020 fu di 15 milioni pagati al Sassuolo). Sul podio anche Juan Cuadrado (20 milioni) e Sofyan Amrabat (19,5)". Per la stessa cifra il difensore che sostituirà Milenkovic occuperà il settimo posto di questa particolare graduatoria.

Nico Gonzalez: lacrime di gioia e dolore nel trionfo dell’Argentina, pronto per una nuova sfida con la Fiorentina

Il numero dieci viola è protagonista nella Copa América e si prepara a tornare a Firenze, dove il nuovo allenatore Palladino conta su di lui per guidare l’attacco

Il sorriso, le lacrime di gioia e un futuro ancora incerto. C'è una significativa presenza viola nel trionfo dell’Argentina nella Copa América di domenica notte, con la vittoria ai supplementari grazie a un altro gol decisivo di Lautaro Martinez, che ha affondato la Colombia, consacrando una squadra ai vertici mondiali. Questo è il lavoro del ct Lionel Scaloni, che in tre anni ha collezionato vittorie: due Copa America, la Finalissima contro l’Italia e il Mondiale in Qatar. Non solo Messi: nella notte di Miami, il capitano ha dovuto lasciare il campo al minuto 66 per un infortunio alla caviglia, rivelando il lato più umano del campione. Le lacrime, questa volta di dolore, hanno visto l'ingresso in campo di Nico Gonzalez, il numero dieci della Fiorentina, al posto di Messi.Qualità, pressing, spinta e dialogo con gli attaccanti: queste le caratteristiche che Gonzalez ha portato in campo. Lacrime di gioia lo hanno accompagnato nell'abbraccio con Lautaro alla fine della partita. Poi, la foto con i trofei e la lunga festa dentro e fuori dagli spogliatoi. Con l’addio di Angel Di Maria alla Selección, Nico sarà sempre più una figura chiave per il presente e il futuro di un gruppo entrato nella storia. Scaloni ha sempre puntato su di lui, vedendolo come titolare o primo sostituto in un sistema di gioco fluido che sfrutta le fasce, con incursioni centrali, estro e fantasia. Nico è indispensabile per Scaloni, sia a destra che a sinistra, a centrocampo o in altre posizioni. Poche settimane fa, il ct lo ha schierato come terzino sinistro nella difesa a quattro. Nonostante alcune critiche, Gonzalez ha saputo dissipare ogni dubbio con le sue prestazioni. Il sogno con la Nazionale rimane il Mondiale, un traguardo mancato due anni fa a causa di un infortunio che lo costrinse a rinunciare poche ore prima della partenza per il Qatar. Altre lacrime.Ora è tempo di vacanze: tre settimane per ricaricarsi prima di tornare a Firenze, dove sarà a disposizione del nuovo allenatore Raffaele Palladino. Nel 3-4-2-1, il suo è un ruolo chiave, quasi fatto su misura per esprimere tutta la sua qualità. Libero di agire alle spalle dell’attaccante, in coppia con Beltran o Sottil, con licenza di muoversi, svariare, inserirsi e provare la conclusione. Il talento ha bisogno di spazio e tempo per esprimersi al meglio. Nico potrebbe anche anticipare il rientro al Viola Park per prepararsi al meglio all’inizio della nuova stagione.Pradè ha dichiarato che l’argentino è incedibile "al 99 per cento". Mai dire mai, anche se il contratto fino al 2028 tranquillizza la Fiorentina rispetto a eventuali offerte. Tuttavia, un'offerta significativa potrebbe essere valutata. Recentemente, Alessandro Moggi, agente del giocatore, ha rivelato che la Fiorentina ha rifiutato un’importante offerta dalla Premier League di 42 milioni, sottolineando l’importanza e il simbolismo di Nico per il club.Gonzalez si trova bene a Firenze, dove è diventato un leader, concludendo la scorsa stagione con 16 reti e 5 assist in tutte le competizioni. La Fiorentina resta vigile e sta cercando un trequartista per completare il reparto: Zaniolo è sfumato, ma Colpani rimane un obiettivo concreto. Giocatori di qualità, ancora in fase di maturità, che possano aiutare Palladino a plasmare un attacco senza punti di riferimento fissi, esprimendo al massimo il suo potenziale dopo alcune stagioni difficili post cessione di Vlahovic. Sono giorni dolci per Nico, che presto tornerà al Viola Park. Palladino lo aspetta a braccia aperte: la Fiorentina ha bisogno del suo numero dieci.

Il Nottingham Forest piomba su Milenkovic, Fiorentina alla caccia di un difensore

Tutti i nomi e le strategie di mercato della società viola

Pensavamo tutti che la cessione illustre sarebbe stata quella di Nico Gonzalez. E invece no. Nikola Milenkovic si allontana dalla Fiorentina. Il Nottingham Forest avrebbe offerto 15 milioni per il difensore serbo. La Fiorentina non ha chiuso alla possibilità di cedere il giocatore e anzi ha rilanciato chiedendone ben 20. Milenkovic potrebbe dunque lasciare la Fiorentina dopo 7 anni in viola e quindi a mister Raffaele Palladino adesso serve subito un difensore forte. Molto forte. Il che potrebbe scombinare i piani di mercato di Pradè e Goretti.Chi al suo posto? Le ipotesi sono molte, le idee forse anche. Ma quanto chiare? In Serie A, la Fiorentina segue da tempo Bijol dell'Udinese anche se il giocatore piace a molti club in Europa e la trattativa non sarà delle più semplici. E adesso, con le voci relative alla cessione di Milenkovic, il prezzo del giocatore è destinato a salire ulteriormente. Da monitorare anche la soluzione Nehuen Perez, nome già accostato alla Fiorentina in passato. Attenzione anche alla pista che porta a Theate, ex Bologna, dopo che il suo trasferimento in Arabia è saltato. Anche lui è un vecchio pallino di Daniele Pradè.Dall'estero invece i nomi sono soprattutto quelli di Logan Costa e Martin Vitik. Costa, difensore francese di nascita ma con passaporto di Capo Verde, milita in Francia nel Tolosa. Classe 2001, nell'ultima stagione è stato un titolare sia in campionato che in Europa League, con 38 presenze complessive. Vitik Difensore centrale classe 2003, Martin Vitik ha ricoperto nelle ultime stagioni principalmente il ruolo di braccetto destro nella difesa a tre di Brian Priske, tecnico che ha lasciato lo Sparta Praga per sedersi sulla panchina del Feyenoord. Bravo tecnicamente e abile nell’impostazione, può giocare in una difesa a quarto nel ruolo di centrale di destra. Per lui La Fiorentina avrebbe presentato un’offerta da 10 milioni di euro più bonus. Una proposta che al momento è ritenuta ancora bassa dallo Sparta Praga che considera il difensore importante per il club.Come ultima risorsa, la Fiorentina potrebbe anche decidere di accelerare i tempi di arrivo a Firenze di Nicolas Valentini, ma prima serve trovare l'accordo col Boca Juniors che vuole un indennizzo in denaro troppo alto a fronte di una clausola rescissoria di 9.5 milioni inserita nel contratto del giocatore.

Centrocampo, tutti i nomi trattati dalla Fiorentina

Thorstvedt primo obiettivo, ma non è ad un passo. Nome nuovo dal Sudamerica

Dopo l'acquisto di Moise Kean e dopo aver sistemato l'emergenza in attacco e preso (pare per gennaio) il difensore Nicolas Valentini, gli uomini mercato della Fiorentina sono adesso concentrati sul centrocampo. Un reparto in cui arriveranno almeno due pedine importanti, salvo capire quale valore riconoscerà mister Palladino a due come Bianco ed Amatucci. Qualora l'allenatore viola non dovesse riconoscere all'altezza nessuno dei due, gli acquisti in quel settore del campo potrebbero essere anche di più. Ma veniamo ai nomi degli obiettivi ed allo stato dell'arte delle trattative.Kristian ThorstvedtI viola avrebbero individuato ormai tempo nel centrocampista norvegese la pedina perfetta per il nuovo scacchiere tattico creato da Raffaele Palladino. Per caratteristiche, qualità e duttilità sembra essere lui l'obiettivo numero uno del mercato viola a centrocampo. Accordo già trovato tra la Fiorentina ed il calciatore, il Sassuolo chiede 9/10 milioni per il calciatore mentre i viola ne offrono 6/7. Una distanza che francamente appare tutto meno che incolmabile. Secondo alcune fonti però la trattativa non sarebbe in stato così avanzato. L'interesse gigliato per il centrocampista del Sassuolo è reale, così come il gradimento del calciatore per una piazza come Firenze. I contatti sono continui, ma al momento l'operazione non è in fase di definizione. Infine, occhio alla concorrenza del Bologna.Aster VranckxLa trattativa per il belga prosegue seppure si sia complicata con il passare delle settimane, complice la scelta del Wolfsburg di non abbassare minimamente le pretese di 10-12 milioni di euro. La Fiorentina punta forte questo calciatore ormai da un paio di sessioni di mercato e lo ritiene la giusta ''aggiunta muscolare'' al reparto di centrocampo. Nemmeno l'interferenza, prima forte e poi timida, del Crystal Palace è riuscita a scalfire la voglia di Vranckx di vestirsi di viola. LA sensazione dunque è che la Fiorentina abbia letteralmente in mano il giocatore e stia aspettando che i tedeschi si arrendano e smettano di arroccarsi sulla loro posizione.Edoardo Bove e Florian NeuhausEntrambi meno chiacchierati rispetto ai primi due, che restano i principali obiettivi viola, sono comunque nomi da non escludere. Bove piace tantissimo, per capacità attuali e prospettive, ma la richiesta di 20 milioni da parte della Roma ha spaventato la Fiorentina. I giallorossi puntano ad incassare quella cifra dalla cessione del centrocampista per poi aggredire altri nomi sul mercato con liquidità a disposizione (probabilmente Sorloth, ex obiettivo anche della Fiorentina).Per quanto riguarda Neuhaus c'è poco da dire. Si tratta di un giocatore in netto calo negli ultimi anni e falcidiato da numerosi infortuni, La sensazione è che sia stato più il suo entourage a proporlo alla Fiorentina che non la squadra viola a cercarlo. Potrebbe diventare un obiettivo sensibile solo qualora le condizioni economiche si facessero particolarmente vantaggiose, ma la richiesta attuale del Borussia M'gladbach è, ad oggi, decisamente troppo esosa.Il nome nuovoNicolas Valentini potrebbe non essere il solo calciatore in arrivo alla Fiorentina dal Sudamerica in questa sessione di calciomercato. Avrebbero infatti fondamento le voci che vorrebbero la Fiorentina su Richard Rios, mediano classe 2000 del Palmeiras (impegnato con la sua Colombia nella finale di Copa America contro l'Argentina). I brasiliani chiedono 20 milioni, un prezzo decisamente importante. Attenzione anche alla concorrenza in Serie A di due club importanti come Roma e Milan. Il calciatore ha un contratto fino al 31 dicembre 2026 e ha una clausola rescissoria da ben 30 milioni di euro.

Nicolas Valentini è della Fiorentina

Ecco chi è il nuovo acquisto viola e quando può arrivare

Nicolas Valentini è molto vicino a vestire la maglia viola. Anzi di più. Virtualmente è già un calciatore della Fiorentina. Resta da capire solo quando e come potrà farlo. Pradè e Goretti hanno raggiunto un'intesa di massima con il calciatore, sorpassando anche la Roma nelle ultime ore, che si svincolerà dal club argentino il prossimo 31 dicembre. La Fiorentina offre a Valentini un contratto di 4 anni e mezzo, quindi fino a giugno 2029. Ma il suo arrivo a parametro zero non è l'unica opzione possibile. Anzi. La Fiorentina vorrebbe avere subito il giocatore e c'è ottimismo sul fatto che questo possa accadere. Il Boca Juniors per liberarlo adesso chiede un indennizzo alla Fiorentina ed in virtù della volontà di mantenere buoni rapporti con una società importante i viola si stanno dimostrando tutto meno che chiusi a tale richiesta (era già successo col passaggio di Brekalo dal Wolfsburg). Il difensore ha una clausola nel suo contratto da 9,3 milioni e la richiesta del Boca sarebbe di 5 milioni di euro. Cifra che, ovviamente, la Fiorentina punta a limare di almeno un paio di milioni.Ma se la Fiorentina accontenterà il Boca Juniors, quando arriverà Valentini a Firenze? Sicuramente prima di Beltran, dato che non parteciperà alle prossime Olimpiadi. Anche Valentini ha fatto parte del gruppo dell'U23 fino al torneo preolimpico invernale, dopo di che il ct Mascherano ha fatto altre scelte. Abbiamo poi detto della Roma che era praticamente riuscita a prenderlo, ma il giocatore in passato è stato seguito anche da alcuni top club italiani: Lazio ed Inter su tutti. I nerazzurri in particolare furono vicini ad ingaggiarlo sotto consiglio di un altro grandissimo ex difensore come Walter Samuel, suo connazionale. Fu proprio "The Wall" a tessere le lodi del classe 2001 a Javier Zanetti. Ma Valentini, avendo anche passaporto italiano oltre che argentino, era anche rientrato nelle mire del ct Mancini che lo aveva fatto seguire per una eventuale convocazione con la nazionale maggiore.Comunque con Walter Samuel Valentini condividi una grande prestanza fisica. Il classe 2001 ha una struttura fisica imponente. Altezza 1 metro e 87 cm. Di piede mancino. Molto bravo nella marcatura, ma è il classico difensore sudamericano che rischia spesso l'anticipo. Almeno per questo aspetto, ma non solo, sarà necessario dargli il tempo di ambientarsi nel nostro calcio e nel nostro campionato. Ottimo sia nei colpi di testa che nei passaggi corti, non si tratta però di un calciatore abile ad impostare l'azione. Parliamo di un difensore puro, ruvido. Non fa della tecnica di base il suo punto di forza, ma tende a giocare molto con il portiere.Nonostante la mole che lo accompagna pare sia bravo nelle scivolate. Il classe 2001 può giocare sia da centrale che da terzo a sinistra nella difesa a tre che ha in mente Palladino. Un giocatore duttile che potrebbe far molto comodo alla Fiorentina sin da subito, rientrando nelle turnazioni alle spalle di Milenkovic, Quarta e Ranieri e davanti al quinto difensore che Palladino sceglierà tra i giovani a sua disposizione in questi giorni al Viola Park.

Kean è viola. Thorstvedt quasi. Colpani prossimo obiettivo

Ma Adriano Galliani smentisce ogni trattativa con la Fiorentina

È arrivata l'ufficialità per quanto riguarda il passaggio Moise Kean alla Fiorentina. L'ex calciatore del PSG ha messo la sua firma su un contratto quinquennale da circa 2,2 milioni a stagione e sarà da subito a disposizione di Raffaele Palladino per questa prima fase del ritiro al Viola Park. Per quanto riguarda le cifre del suo passaggio in viola è la stessa Juventus a fare chiarezza in un comunicato ufficiale nel quale le cifre sono espresse con la massima trasparenza poiché la società bianconera è quotata in borsa. La Fiorentina sborsa dunque alla Juventus per Kean un corrispettivo di 13 milioni di euro, pagabili in quattro esercizi, oltre a premi variabili fino ad un massimo di 5 milioni.Risolta, anche se parzialmente, l'urgenza sul fronte offensivo adesso la Fiorentina deve concentrarsi sul centrocampo, reparto completamente da ristrutturare e rimpinguare il prima possibile per dare a mister Palladino la possibilità di programmare gli allenamenti. I dirigenti della Fiorentina stanno lavorando da tempo per Thorstvedt del Sassuolo. Per il norvegese nelle ultime ore c'è stata una forte accelerazione e sembra quasi tutto fatto: infatti c'è l'accordo col giocatore e adesso rimane solo da convincere il club emiliano che al momento non si muove dalla richiesta di 9 milioni, mentre l'offerta viola sarebbe di circa a 6-7 milioni (più ulteriori bonus). Una distanza minima da colmare che, unità alla volontà di tutte le parti coinvolte (soprattutto quella di Thorstvedt) di risolvere la situazione il prima possibile, induce oggi all'ottimismo.Infine, dopo aver perso Zaniolo, la Fiorentina si è gettata a capofitto sul cosiddetto ''piano b'': Andrea Colpani. Il calciatore del Monza è reduce da annate importanti in Serie A e porterebbe in dote un discreto numero di gol, cosa assai gradita, ed è un fedelissimo di Palladino. Oggi però l'AD del Monza Adriano Galliani è intervenuto in conferenza stampa durante la presentazione del nuovo tecnico Alessandro Nesta ed ha "raffreddato" questa pista di mercato. Secondo Galliani non ci sarebbe, al momento, alcuna trattativa in atto tra Monza e Fiorentina per Colpani. Verità o strategia? Difficile a dirsi. Tuttavia Galliani ha aggiunto che il mercato è ancora lungo e che da qui al 30 di agosto tutto può succedere. Staremo a vedere.

Fiorentina, tutto sul centrocampo

Ecco i nomi in lizza per ricostruire la spina dorsale della squadra di Palladino

La Fiorentina cerca rinforzi a centrocampo oltre che in attacco e proprio in questo settore sembrano essersi concentrate le attenzioni dei dirigenti viola in questo momento. Uno degli obiettivi è Marco Brescianini per il quale si prospetta un duello di mercato con l'Atalanta. Il Frosinone lo valuta 12 milioni di euro (tra l'altro il 50% della rivendita spetta al Milan, motivo per cui il club ciociaro sta sparando particolarmente alto). Inoltre , ad oggi la trattativa tra Frosinone ed Atalanta appare ben avviata, ma anche i viola nei prossimi giorni dovranno incontrare il suo procuratore Beppe Riso (lo stesso di Raffaele Palladino) per discutere i margini di manovra e la fattibilità dell'operazione. Le difficoltà non mancano, ma la sfida è aperta.Il nome nuovo invece arriva dalla Germania. Il club viola avrebbe messo nel mirino Florian Neuhaus del Borussia Moenchengladbach. Classe 1997, ha collezionato 29 presenze nella stagione 2023-2024 segnando 4 gol e servendo altrettanti assist. Vanta pure 10 apparizioni nella nazionale tedesca. Destro naturale, la sua ecletticità gli permette di spostarsi tra la mediana e la trequarti con grande disinvoltura. Contratto in scadenza nel 2027, tre anni fa visse il momento più florido della sua carriera giocando le qualificazioni per Qatar 2022 con la nazionale tedesca ed il suo cartellino raggiunse un valore di mercato di oltre 30 milioni. Poi le sue prestazioni sono calate anche al netto di numerosi problemi fisici. Ad aprile ha subito un infortunio al tendine d’Achille che gli ha impedito di giocare tutto il finale di stagione.Sembra che il Borussia Moenchengladbach lo lascerebbe partire per circa 10 milioni. Su di lui a gennaio si erano informate anche Lazio e Napoli.Uno dei primi nomi era e rimane Aster Vranckx del Wolfsburg. Con il belga l’accordo economico non è mai stato un problema, con la Fiorentina potrebbe garantirgli un lauto ingaggio rispetto a quanto percepisce in Germania. Inoltre la volontà del calciatore è quella di lasciare la Bundesliga. Il rischio maggiore in questo momento è rappresentato dal Crystal Palace che può avanzare una proposta economicamente più ricca mentre la Fiorentina, al momento, temporeggia.Il nome in assoluto maggiormente intrigante è quello di Edoardo Bove, talento della Roma per il quale nelle ultime ore sono partiti i contatti con i giallorossi: Daniele Pradè lo stima molto e i suoi rapporti privilegiati con la capitale potrebbero fare la differenza. Tutto dipenderà dalla richiesta economica della Roma che, tuttavia, non ritiene il calciatore incedibile. La Fiorentina aveva pensato poi a Tanner Tessman, classe 2001 del Venezia, ma l’Inter ha superato il club viola ed è ormai ai dettagli per chiudere l’operazione.Infine c'è Thorstvedt, colui che probabilmente è in cima alla lista dei desideri della Fiorentina che lo considera una pedina perfetta da impiegare sia in una posizione più arretrata che sulla trequarti, secondo necessità. Il Sassuolo lo valuta circa 10 milioni di euro, ma si può chiudere per 8-9.

Lucca e Zaniolo sono perfetti per Palladino, ma costano troppo

In uscita Nzola conteso da Lecce e Cagliari

La Fiorentina si incontrerà con il procuratore di Lorenzo Lucca ma per l'attaccante dell'Udinese, al pari di Nicolò Zaniolo, le richieste sono considerate troppo alte dal club viola. Ancora un volta dunque è la questione economica lo scoglio maggiore da superare, ciò che frena il mercato viola. Per Lucca l’Udinese difficilmente ascolterà proposte di tanto inferiori ai 15 milioni. Il centravanti bianconero, infatti, viene considerato dal nuovo allenatore Raffaele Palladino come un elemento capace di aggiungere l’opzione dell’attaccante di riferimento alla Fiorentina, ma non basteranno i 12 milioni attualmente offerti dai viola per convincere Gino Pozzo alla cessione di un giocatore di 24 anni che potrebbe rappresentare il futuro della nazionale italiana.Per Zaniolo invece il Galatasaray vuole 20 milioni di euro fra prestito oneroso ed obbligo di riscatto, mentre la Fiorentina non vuole andare oltre i 16 massimo 17. L'Atalanta, dal canto suo, offre un prestito oneroso più alto senza obbligo di riscatto, forti della volontà del giocatore di vestirsi di nerazzurro.Sul fronte cessioni in attacco sorprende che ci siano diverse società che vorrebbero M’bala Nzola (soprattutto due): già nel mirino del Lecce a gennaio, in questa fase il giocatore angolano sta considerando una serie di proposte tra cui anche quella del Cagliari. 

Fiorentina su Zaniolo, ma il piano “B” è Colpani

A centrocampo spunta il nome di Pessina. Vranckx si allontana. Amrabat chiede la cessione

La nuova era della Fiorentina targata Raffaele Palladino comincerà da un centrocampo completamente da ricostruire. Dopo lo svincolo di Castrovilli e Bonaventura in rosa resta solo Mandragora (oltre a Bianco e gli altri giovani che saranno valutati). Ci sarebbe anche Sofyan Amrabat, ma il calciatore ha lasciato capire che non vuole essere neppure convocato per il ritiro della Fiorentina al Viola Park ed è dato nuovamente in uscita.Dolo l'arrivo di Kean in attacco adesso Pradè e Goretti dovranno accelerare per gli innesti in mediana. E chissà che alla fine un tentativo non venga fatto per Pessina, un mediano muscolare e dinamico con buone capacità di inserimento e realizzative. Caratteristiche queste anche di un elemento come Vranckx, ma su di lui pare essere piombato il Crystal Palace e la pista si complica. In orbita viola c’è ancora Tessmann (jolly utile) oltre ai ‘soliti’ Pobega e Brescianini. Giocatori, quest’ultimi, con caratteristiche più da incursori. Tutto dipenderà dall'equilibrio che Mister Palladino ricercherà per la sua squadra.Altro nome caldo da settimane, ma sul quale recentemente non si sono registrati aggiornamenti, è quello di Kristian Thorstvedt. Calciatore che i dirigenti viola avevano cercato già a gennaio. Nonostante le parole del ds del Sassuolo Carnevali, Thorstvedt – autore della miglior stagione in carriera dal punto di vista realizzativo, 6 gol appunto, da trequartista, ma con un passato da centrocampista centrale e mezzala – è in cima alla lista dei desideri della Fiorentina. Potrebbe arrivare per 7-8 milioni. Dalla Spagna intanto continuano a parlare di una trattativa per Antonio Blanco (Alaves) anche se l’affare non è così ben avviato.Passando al fronte offensivo, continua la sfida a suon di sorpassi e controsorpassi con l'Atalanta per provare ad arrivare a Nicolò Zaniolo, con la Fiorentina che si tiene aperte anche strade alternative. Una su tutte Andrea Colpani del Monza. Si lavora anche per provare ad assicurare a Raffaele Palladino un altro innesto in attacco dopo Moise Kean. Ed in questo senso rimane calda la pista che porta a Lorenzo Lucca. Per quanto riguarda le cifre c’è ancora distanza tra Udinese e Fiorentina in relazione al prezzo del cartellino. Nei prossimi giorni è previsto un incontro tra l’agente del calciatore e la dirigenza della Fiorentina. Nel frattempo la squadra mercato viola deve anche fare i conti con la concorrenza decisamente scomoda del Napoli di Antonio Conte, che lo segue come potenziale sostituto di Giovanni Simeone.

Apre il mercato degli svincolati, tutte le occasioni da cogliere per la Fiorentina

Spinazzola, Rabiot, Alexis Sanchez e Cuadrado sono solo alcuni dei calciatori a costo zero

Con l’arrivo del mese di luglio la Fiorentina perde molti calciatori a fine contratto (Bonaventura e Castrovilli su tutti). Ma non è l'unico club di Serie A ad aver svincolato dei calciatori. Vediamo dunque cosa propone questa particolare porzione del mercato e se qualcuno tra questi calciatori potrebbe fare al caso della Fiorentina. Cominciano da portieri e difensori. Tra i pali c’è il trentanovenne Guillermo Ochoa, che non vuole smettere di giocare. Il messicano punta, infatti, ad arrivare al Mondiale 2026 per diventare il primo calciatore nella storia a partecipare a sei edizioni della Coppa del Mondo. Nei 18 mesi con la Salernitana ha dimostrato di essere ancora reattivo e accetterebbe pure il ruolo di dodicesimo. Ovviamente prima di acquistarlo la Fiorentina dovrebbe decidere il futuro di Christensen (che dovrebbe partire) e Martinelli (destinato o trovare spazio in prima squadra altrimenti a fare esperienza in prestito almeno per due anni).In difesa, tra gli svincolati, c’è anche Juan Cuadrado: anche lui vorrebbe proseguire la carriera ed un ritorno a Firenze sarebbe romantico, ma al momento su quella corsia i viola hanno una coppia eccezionale, Dodò e Kayode, ed anche molti altri calciatori giovani da valutare. Un acquisto dunque in quella zona di campo sembrerebbe quantomeno superfluo. Discorso diverso sulla corsia mancina dove Leonardo Spinazzola, cercato recentemente anche dal Napoli di Antonio Conte, potrebbe rappresentare un’alternativa interessante a Parisi svecchiando la rosa salutando capitan Biraghi.  Al centro della difesa i nomi più interessanti sono quelli dell’ex milanista Simon Kjaer e di Ricardo Rodriguez. Il difensore svizzero, recente carnefice dell’Italia ad Euro 2024, potrebbe dare un valore aggiunto anche sui calci piazzati ed in nazionale gioca nella difesa a 3 da cui mister Palladino vorrebbe ripartire per costruire le fondamenta della sua Fiorentina.A centrocampo torna il nome di Roberto Pereyra, che non ha trovato un accordo per rinnovare il suo contratto con l’Udinese. Occhio anche a Stefano Sensi. Per quanto riguarda il regista destano un po’ di perplessità le sue condizioni fisiche. Il Como gli ha offerto un contratto annuale con opzione per il secondo, ma c’è distanza sulle cifre. Da capire se la Fiorentina stia effettivamente cercando un regista a centrocampo o se invece i viola siano alla ricerca di una coppia di mediani metodisti più dinamici e con doti fisiche importanti. Anche se interessasse sembra quasi impossibile arrivare invece ad Adrien Rabiot. Il francese finora non ha accettato la proposta di rinnovo della Juventus (biennale da 7,5 milioni a stagione con opzione per il terzo anno): il Milan ha sondato il terreno, così come vari club inglesi. Un ingaggio che non è alla portata della casse viola.Infine l’attacco, il reparto dove sembra esserci meno scelta ed in cui la Fiorentina ha maggiore necessità ed urgenza di investire. Dopo aver salvato l’Empoli coi suoi gol, Mbaye Niang ha deciso di non restare in Toscana, andando a caccia di una nuova avventura. Ad Empoli ha dato un discreto contributo, tuttavia oltre al campo di allenamento i luoghi in cui si è fatto vedere maggiormente sono un noto bar del centro ed il suo fidato carrozziere, dove almeno una volta a settimana depositava uno dei suoi bolidi ammaccati. Personaggio. Infine spera di restare in Italia (ci pensa l’Udinese) Alexis Sanchez, che può sfruttare la vetrina della Copa America col suo Cile per mettersi in mostra dopo aver detto no ad offerte provenienti da Brasile, Qatar e Arabia Saudita.

Fiorentina, che senso ha vendere Nico?

Non si fermano le voci di mercato sull’argentino che “resterà viola al 99%’’

‘’Nico Gonzalez resterà alla Fiorentina al 99%’’. Queste sono state le parole del ds Pradè nella conferenza stampa che, qualche settimana fa, ha chiuso la vecchia stagione della Fiorentina ed aperto la nuova. Dopo questa dichiarazione del dirigente viola nessuna voce dell’entourage del giocatore, men che meno il giocatore stesso, ha sollevato obiezioni o fatto alcun clamore. bene cosi’ dunque.Eppure le voci di mercato su Nico non si sono mai fermate. Nico Gonzalez è il pezzo pregiato di questa Fiorentina. Già lo scorso gennaio, Rocco Commisso ha rifiutato varie offerte dall'Inghilterra per il suo numero 10 fresco di rinnovo fino al 2028. Anche Raffaele Palladino ieri in conferenza ha speso parole al miele per l'attaccante. Adesso però, bisogna capire se la Fiorentina vorrà davvero trattenere Nico o incassare una cifra importante da usare sul mercato. La grande domanda ovviamente e’: per una Fiorentina che si dice ambiziosa che senso puo’ avere cedere Nico, il suo calciatore piu’ forte, in questa sessione di mercato? Il giocatore non ha mai espresso la volontà di andarsene, quindi per ciò che sappiamo ad oggi la scelta sarebbe quasi interamente della società. Certo, un’offerta irrinunciabile garantirebbe ai viola la possibilità di agire sul mercato con più liquidità, ma parte di quei soldi andrebbero comunque reinvestiti in un sostituto dell’argentino. Inoltre Palladino ha bisogno di altre esterni forti per il suo progetto tecnico, dato che Ikone’ e’ dato in partenza così come Kouame. 

Nasce la nuova Fiorentina di Palladino, si riparte dalla difesa a 3

Parisi e Sottil perfetti per il nuovo allenatore. Ikoné sempre più lontano da Firenze

La Fiorentina riparte con Raffaele Palladini come nuovo tecnico. Dopo settimane di incertezza sul futuro tecnico della squadra, di chiaro c’era solo il nome del nuovo allenatore e la chiara necessità di andare a prendere sul mercato un centravanti da venti gol a stagione, ieri durante la sua conferenza stampa di presentazione il nuovo mister ha chiarito le sue intenzioni: si riparte dalla difesa a 3. Saranno poi il mercato, gli allenamenti e la necessità di affrontare al meglio avversari diversi a chiarire se il modulo sarà il 3-4-3 o il 3-4-2-1.Questa scelta significa che, in attesa che Palladino possa valutare i giovani che tornano dal prestito durante il ritiro al Viola Park, la Fiorentina dovrà cercare sul mercato almeno un altro grande difensore da affiancare a Milenkovic, Martinez Quarta e Ranieri. Tutto da decifrare il futuro del giovane Comuzzo. Sempre a disposizione di Italiano nella passata stagione è stato utilizzato molto poco e saranno il nuovo allenatore e la dirigenza a decidere il suo futuro dopo il ritiro nel quale il giovane difensore si giocherà le sue carte per restare un altro anno in prima squadra. Altrimenti per lui è pronta un’avventura in prestito. Venendo agli esterni, nodo centrale in un modulo che prevede due esterni a lunga percorrenza (e potenzialmente anche due attaccanti esterni nel caso Palladino optasse per 4-3-3), sono arrivate parole al miele per Parisi e Sottil. Il primo secondo il nuovo allenatore della Fiorentina è semplicemente perfetto per la sua idea di gioco. Per Sottil invece pochi giri di parole: "è fortissimo, ha tutto’’. Palladino dixit. Ultimo punto da affrontare è il centrocampo. La Fiorentina di Italiano ha spesso giocato con il 4-2-3-1 ma quello dell’ex allenatore viola era un centrocampo a ‘’due e mezzo’’ dato che il centrale del tridente alle spalle della punta eseguiva spesso un movimento ‘’a pendolo’’ tra i due reparti. Sarà curioso capire come verrà allestito un centrocampo invece puramente a due, per il quale servono assolutamente calciatori con i piedi buoni ma anche grandi polmoni e straordinarie doti atletiche.

Fiorentina, tra Sørloth e Retegui chi scegli?

30 milioni sul centravanti per una scelta da non sbagliare

Il nodo centrale del mercato della Fiorentina, come ormai noto, è legato alla scelta del nuovo centravanti. Una scelta da non sbagliare, per dare al neo tecnico Raffaele Palladino un attaccante in grado di regalare certezze alla sua nuova squadra e, soprattutto, ai tifosi viola un nome col quale esaltarsi e sperare in un futuro contraddistinto dalla parola ''ambizione''. Parola pronunciata a più riprese dal direttore generale Ferrari e dal ds Pradè nel corso dell'ultima conferenza stampa. Ma sul concetto del ''nome che fa esaltare i tifosi'' ci sono delle riflessioni da fare.Tanto per cominciare è giusto che la società, soprattutto il comparto tecnico, seguano le proprie esigenze e quelle dettate dall'allenatore. Quindi, qualora il profilo individuato fosse un attaccante non dal nome altisonante ma in grado di fornire le garanzie tecniche ricercate, ben venga. Giusto però sottolineare che, dopo tre finali perse in due anni ed un clima non particolarmente sereno nella tifoseria (organizzata e non), anche il fattore legato all'entusiasmo non è da sottovalutare. La Fiorentina si muove attualmente in questo ''limbo''.Tuttavia le cifre di cui si parla attualmente per l'acquisto di un centravanti sono davvero importanti, almeno 30 milioni se si parla dei casi di, nello specifico, di Mateo Retegui ed Alexander Sørloth. E qui un'altra domanda, l'ennesima, sorge spontanea: due giocatori diversi, con rendimento diverso e campionati di militanza diversi (giusto l'età è simile) come possono avere lo stesso prezzo? e chi tra i due può essere considerato una certezza o una scommessa? Domande alle quali è davvero difficile rispondere. Se ne occuperanno i dirigenti viola, ma è giusto provare ad analizzare la situazione con i dati a nostra disposizione.Mateo Retegui, impegnato in Germania con l'Italia per gli Europei ha siglato in questa stagione in Serie A 9 reti (2 in Coppa Italia) e fornito 3 assist. Il Genoa chiede 30 milioni, ma i rossoblù non sembrano intenzionati a cedere il giocatore prima della fine di Euro 2024. Sperano in un exploit del ragazzo per far lievitare ulteriormente il prezzo del cartellino. Discorso diverso per Sørloth. L'attaccante norvegese alto 1,95 cm ha giocato la sua prima vera grande stagione da bomber nella Liga con la maglia del Villareal. Vice capocannoniere del torneo dietro all'ucraino Artem Dovbyk, nell'ultimo anno tra Liga, Coppa del Re ed Europa League ha segnato 26 reti e sfornato 6 assist. Molti più gol di Retegui quindi, ma stesso valore di mercato (25-30 milioni).Sørloth si è confrontato in un campionato tosto come la Liga ed anche in Europa League. Ha segnato molti gol ed è cercato da altri importanti club europei. Dal canto suo Retegui al primo anno in Italia non ha certo sfigurato. La serie A non è un campionato semplice col quale confrontarsi con un attaccante ed anche in Nazionale Retegui non ha deluso. Due reti siglate in stagione anche con gli Azzurri e pass per Euro 24 staccato con timbro annesso del ct Spalletti. Chi è la vera scommessa tra i due? Su chi puntare la maggior parte delle risorse economiche a disposizione per il mercato della Fiorentina? Chi scegliere per non sbagliare? Al direttore sportivo Pradè e a Goretti (ed in ultimo a Commisso) l'ardua sentenza. 

La Fiorentina di Palladino si costruisce dall'alto: tutti i nomi per centrocampo ed attacco

Si complicano le piste italiane di Retegui, Pinamonti e Lucca

Il mercato della Fiorentina è pieno di voci e trattative che, al momento, sembrano concentrarsi soprattutto sui reparti di centrocampo ed attacco. Se in mezzo al campo restano un punto interrogativo i contratti di Bonaventura e Castrovilli, in salita la trattativa per il rinnovo di Duncan che potrebbe partire ed il brasiliano Arthur e Maxime Lopez che hanno già salutato, in attacco almeno ci sono Nzola e Beltran. Ma la Fiorentina cerca un attaccante forte, forse anche due, come ormai noto.Il progetto-mercato del nuovo corso viola targato Palladino abbraccia dunque il centrocampo in primis. Alle già note opzioni Brescianini (il Frosinone non si muove da 12 milioni di richiesta, troppi per la Fiorentina) e Bondo del Monza si è aggiunto Carlos Benavidez. Ventisei anni, uruguaiano dell’Alaves, nella stagione appena conclusa si è fatto notare con 32 partite e 4 gol. Un vecchio obiettivo delle passate stagioni tornato di attualità per il centrocampo viola.Passando all’attacco, partiamo dalle piste "italiane". La Fiorentina sta riscontrando non pochi problemi su tutto il fronte (Retegui, Lucca, Pinamonti ecc.) ed che allora si continua guardare anche all’estero ed a prendere in considerazione anche un ritorno in viola di Andrea Belotti (l'attaccante potrebbe rimanere dopo il prestito semestrale, ma si saprà solo tra qualche giorno, dopo un incontro chiarificatore). Restano per questo vive le piste per Jean-Philippe Mateta, vecchio pallino di Pradè quando il francese giocava nel Mainz e Vangelis Pavlidis. Per quanto riguarda il greco, la concorrenza appare foltissima ed agguerrita. Oltre all'interesse concreto del Benfica di Rui Costa ci sarebbe anche il Bologna di Italiano e Sartori. Il ds del Bologna ha ottimi rapporti con i dirigenti dell'AZ e questo potrebbe favorire la trattativa. Inoltre, la Fiorentina non sembra considerare Pavlidis un obiettivo principale, con il giocatore che potrebbe preferire Bologna visto la possibilità di giocare la Champions League.

Tutti i nomi nuovi del mercato: spunta un attaccante del Marocco

Intanto la Fiorentina fa sul serio con Zaniolo. Torna Jovetic?

Continuano a circolare nomi sul mercato della Fiorentina e le ultime notizie parlano di un ritorno di fiamma per Nicolò Zaniolo, che resta uno dei nomi più caldi del calciomercato italiano in assoluto. La sua avventura all'Aston Villa è terminata, e tornerà al Galatasaray. Su di lui ci sarebbero Atalanta e Fiorentina. Pare che attualmente i viola godano di una posizione di vantaggio sull'ex Roma, con i bergamaschi pronti a replicare ‘’l’operazione Scamacca’’ sperando nello stesso esito. Per quanto riguarda la formula al momento si parla di fatto un'offerta di prestito ai turchi.  A proposito di vecchie fiamme, una suggestione potrebbe essere il ritorno in Serie A per Stevan Jovetic. L'ipotesi non è da escludere. L'ex viola, infatti, potrebbe essere il colpo a sorpresa del Como di Cesc Fabregas. Ma attenzione anche alla Fiorentina. Il montenegrino ha fatto capire che tornerebbe di corsa a Firenze per chiudere in viola la sua carriera. L’idea è più del giocatore che non della società viola che pare orientata su tutt’altri obiettivi. Vero è però che il profilo di Jovetic garantisce esperienza, abilità tecniche, costo del cartellino nullo, ingaggio tutto sommato non così esoso. Occhi aperti dunque perché nel calciomercato non si sa mai.Infine il capitolo centravanti che si arricchisce di una nuova pista, oltre ‘’ai soliti’’ Pavlidis, Retegui, Pinamonti, Lucca e Kean (quest’ultimo con il contratto in scadenza nel 2025 e senza nessun accordo attualmente per il rinnovo). Parliamo di Youssef En-Nesyri. L’attaccante del Siviglia (20 gol in 41 partite tra Liga, Champions League, Coppa del Re e Supercoppa Uefa) è a fine ciclo con il club andaluso e pare che la cessione sia già stata concordata tra le parti: l’operazione può essere messa in piedi con una quindicina di milioni. Sarebbe davvero curioso se il nuovo corso della Fiorentina di Palladino iniziasse da un centravanti marocchino dopo la delusione patita ad Atene per mano di  El Kaabi in finale di Conference League.

Fiorentina a metà tra Retegui e Lucca

Tutti i numeri dei due obiettivi di mercato dei viola

La Fiorentina cerca un centravanti sul mercato, al momento, i due nomi che sembrano emergere dal calderone del mercato sono quelli di Retegui e Lucca. L'obiettivo non è solo prendere un attaccante, possibilmente due, ma alzare anche il livello della rosa in nome di quella parola (ambizione) a più riprese citata nell'ultima conferenza stampa tenuta al Viola Park dal dg Ferrari e dal ds Pradè. In questo momento, tralasciando quella che sembra più essere una suggestione come Mauro Icardi, da una parte c'è il vice centravanti della nazionale, dall'altra il corazziere dell'Udinese. Per Retegui il Genoa spara altissimo sulla valutazione: richiesta base di 30 milioni (trattabili) con i viola fermi a 20 milioni più eventuali bonus. Ma la strategia del Genoa sembra chiara: sparare alto adesso per vedere se qualche ''folle amatore'' ci casca e aspettare poi gli europei, sperando all'exploit di Retegui, per puntare con ancora più decisione alla cifra richiesta (se non ad una superiore). Situazione molto diversa invece per Lucca. L'attaccante dei friulani, che in toscana ha già vestito la maglia del Pisa, ha un costo del cartellino decisamente più contenuto (circa la metà).Chi scegliere tra i due? In questo caso una soluzione potrebbe essere affidarsi ai numeri. Partiamo da ciò che per un centravanti conta di più in assoluto: i gol. Nove reti (sette in A, due in Coppa Italia) in 31 presenze totali col Genoa per Retegui, nove (otto in A, una in Coppa Italia) anche per Lucca, che però ha giocato otto partite in più in bianconero. Per l'ex Boca è giusto aggiungere al computo anche due reti segnate in stagione con la maglia della Nazionale. Altro aspetto da analizzare è quello legato a quanto i due attaccanti abbiano calciato in porta in Serie A quest'anno. Retegui ha una media di tiri a partita pari a 1,8 (0,8 nello specchio), Lucca di 1,4 (0,7 nello specchio). Diverso anche il dato sui gol attesi con il genoano che ha 'overperformato' segnando 7 reti a fronte 5,84 xG e con Lucca che, invece, ha una media quasi aritmetica con otto gol e 7,84 xG.C'è, tuttavia, una statistica che spicca sulle altre, nel confronto tra i due, in maniera clamorosa: è quella relativa alle grandi occasioni da rete fallite. E in questo Retegui si fa decisamente preferire su Lucca con 4 palle gol fallite contro le ben 11 (un paio delle quali clamorosamente mancate anche contro la Fiorentina nella gara di Udine). Questo potrebbe essere un dato da non sottovalutare, in quanto l'italo argentino, statistiche alla mano, sembra essere un attaccante molto piu' preciso rispetto all'ex Ajax, che nella sua avventura ad Udine è riuscito a maturare anche sotto il profilo dell'aiuto alla manovra. Nota a favore di Lucca invece il confronto sui duelli aerei: forte della propria stazza, ha una percentuale di duelli aerei vinti del 44% contro il 37% di Retegui. Chissà se questi numeri saranno al vaglio anche di Palladino e dei dirigenti viola per la scelta del nuovo centravanti. Scelta che, questa volta, non puo' davvero essere sbagliata.

Sfida Sartori - Pradè sul mercato: nel mirino due nomi per il futuro

Centravanti, la Fiorentina ha scelto Retegui. Petkovic assieme a lui?

I destini di Vincenzo Italiano e della Fiorentina sembrano essere destinati ad incrociarsi ancora. Parliamo di calciomercato ovviamente, dato che Italiano è il nuovo allenatore del Bologna (sarà presentato giovedì alle 11) e la Fiorentina ha scelto Raffaele Palladino come nuova guida tecnica per la prima squadra. E, a quanto pare, i due allenatori potrebbero avere gli stessi gusti sul mercato. Pare infatti che Sartori e Pradè abbiano puntato gli stessi obbiettivi: Marco Brescianini e Kristian Thorstvedt in particolare. Per quanto riguarda il primo, il club viola sembra essere molto più avanti rispetto al Bologna e per questo Sartori starebbe virando su altri nomi. nel secondo caso invece la situazione è diametralmente opposta.A proposito di Bologna, vi ricordate di Bruno Petkovic? Ex attaccante appunto di Bologna, Catania e Trapani. Una meteora della Serie A che non ha lasciato il segno, ma  in patria con la Dinamo Zagabria sta facendo molto bene. Il 29enne ha messo insieme nell'ultima stagione 43 presenze condite da ben 18 reti e 9 assist che gli sono valsi la convocazione con la nazionale della Croazia (avversaria dell'Italia nella fase a gironi) per Euro 24. Infatti, secondo le voci croate, la Fiorentina sarebbe pronta a pagare la clausola per arrivare all'attaccante. L'attaccante ha una clausola di 2 milioni fino al 15 giugno. Dopodiché, fino al 15 luglio, la clausola passa a 2,5 milioni di euro. Vedremo se la Fiorentina approfitterà di questa situazione. Restando sempre sul discorso attaccanti, pare che la Fiorentina stia spingendo sempre di più per Mateo Retegui, attaccante italo argentino classe '99 del Genoa e convocato da Spalletti per vestire la maglia azzurra ad Euro 24. Il club viola ha messo nel mirino il giocatore da tempo e l'opposizione del club rossoblù non sembra spaventare la squadra mercato guidata da Daniele Pradè. Parliamo di opposizione perché il Genoa continua a chiedere 30 milioni per cedere l'attaccante (cifra trattabile, bontà loro). La Fiorentina pare che al momento sia ferma a 20 milioni più eventuali bonus. Una distanza tutto meno che incolmabile considerando che il calciomercato è appena iniziato. Ma in tutto questo, Retegui cosa ha in testa? Pare che la volontà del giocatore sia abbastanza chiara: lui ha già scelto Firenze. L'offerta che i viola hanno messo sul tavolo per lui è un contratto di 5 anni a 2,5 milioni più bonus. Molta, tanta roba. Adesso manca solo da trovare l'accordo definitivo con il Genoa ma Retegui e la Fiorentina si sono già scelti per costruire il loro futuro insieme.

Fiorentina, tutto sul centravanti. Ecco i nomi sul taccuino di Pradè

Attesi rinforzi anche sulla trequarti. Attenzioni ai rinnovi di Bonaventura e Castrovilli

Quello del centravanti, della sua scelta, sarà il centro del mercato della Fiorentina. L’arrivo di Raffaele Palladino rappresenta l’inizio di un nuovo capitolo dell'era Fiorentina ed il direttore sportivo Daniele Pradè ha messo in chiaro quale sia la priorità della dirigenza sul calciomercato: la ricerca e l’acquisto di un attaccante da 20 gol a stagione. Ma stavolta nessuna scommessa, nessun acquisto in prospettiva. L'intenzione sembra sia quella di puntare ad un calciatore che rappresenti una garanzia assoluta in termini di gol.Dalla cessione di Vlahovic in poi i viola non hanno trovato un centravanti che potesse raccoglierne l’eredità. Si sono susseguiti Belotti, Cabral, Jovic, Beltran e Piatek ,ma nessuno di loro ha trovato la via del gol con regolarità. Adesso è giunta l'ora di invertire nettamente questo trend e di scegliere, senza ulteriori passi falsi, una macchina da gol per la Fiorentina di Palladino. Chiaro è che con delle ambizioni così importanti, si è parlato infatti di calciatori che potrebbero restare fuori dalle scelte dei ''top club'', ci sarà bisogno di tempo e pazienza.Pradè ha fatto intendere come la dirigenza dovrà essere abile a pescare anche da altri campionati. Non conta il blasone, o il cognome, non conta la sua popolarità. Stavolta conterà solo il curriculum in termini di gol. Palladino può giocare con un tridente alle spalle del centravanti oppure con due giocatori che siano leggermente dietro al suo punto di riferimento offensivo. Certamente la Fiorentina ha molti calciatori utili allo scopo in rosa, Gonzalez e Beltran su tutti. Anche l’obiettivo di mercato Colpani, in caso di rinnovo anche Bonaventura, chissà se addirittura potremo aggiungere alla lista anche Gaetano Castrovilli.Ma tornando alla questione del centravanti, negli ultimi giorni si susseguono le voci che vorrebbero addirittura Mauro Icardi in viola. Suggestione e poco altro, dato l’ingaggio dell’argentino che resta, al momento, inavvicinabile per la Fiorentina. Più accessibile il profilo di Mateo Retegui, di proprietà del Genoa e attualmente impegnato con la Nazionale azzurra agli Europei. Nove gol tra campionato e Coppa Italia nell’ultima stagione. Ma il Genoa spara alto per una sua eventuale cessione: non meno di 30 milioni la prima richiesta dei rossoblù. Altro nome che potrebbe tornare di moda è quello di Lucca, che in Toscana ha già vestito la maglia del Pisa, mentre restano sullo sfondo i nomi Pinamonti ed Arnautovic (che vorrebbe restare all’Inter).

Tutti i giovani di Palladino: una marea di baby viola per il ritiro al Viola Park

Mercato: Brescianini primo obiettivo per il centrocampo

Sono in tutto diciannove i giocatori, prodotti del settore giovanile della Fiorentina, che nel corso di questa estate faranno ritorno al Viola Park al termine dei rispettivi prestiti tra serie B e serie C per mettersi a disposizione di Palladino durante la fase di preparazione. Ma se già oggi sembra scontato che solo una manciata di loro avrà il privilegio di restare a Firenze, è già possibile individuare alcuni profili che, alla luce della propria esperienza tra i grandi e delle rispettive caratteristiche, potrebbero fare al caso del nuovo allenatore. Sognando di ripercorrere le orme di Kayode lo scorso anno con Vincenzo ItalianoDue i calciatori certi, a meno di clamorose sorprese, di restare in prima squadra a partire da settembre: Bianco e Lucchesi. Il mediano, protagonista a Reggio Emilia nella scorsa stagione, sarà uno dei volti che comporranno il nuovo centrocampo, mentre il centrale (il migliore dei tanti giovani approdati alla Ternana) sarà uno dei ricambi in difesa, sia che Palladino adotti lo schieramento a tre che quello a quattro. Anche se potrebbe entrare in ballottaggio con Comuzzo per un posto nella rosa.Da valutare altri ragazzi reduci da annate brillanti: è il caso, ad esempio, dei tanti giovani viola che erano in prestito alla Ternana in serie B (ternana poi retrocessa in C dopo aver perso il playout contro il Bari). Dalle Mura, Favasuli, Amatucci e Distefano (quest’ultimo autore di 7 gol alla prima avventura tra i professionisti) ma anche di Niccolò Pierozzi, tornato a buoni livelli dopo i tanti infortuni, a Salerno. Scontata invece la partenza verso altri lidi, ancora in prestito, degli altri giovani: Krastev, Munteanu, Ferrarini, Edoardo Pierozzi, Gentile, Fiorini, Agostinelli, Toci, Guidobaldi, Dutu, Egharevba e Prati.Linfa giovane per Palladino che potrebbe arrivare non solo dai prodotti del vivaio viola, ma anche dal mercato. La Fiorentina infatti sta trattando Marco Brescianini, classe 2000 autore di 4 gol e 2 assist in 36 partite di campionato giocate questa stagione con la maglia del Frosinone. Il centrocampista  è un obiettivo concreto.La prima offerta viola sarebbe di otto milioni mentre il Frosinone ne chiede 12. Curiosità: il Milan è decisamente interessato alla trattativa perché detiene il 50% sulla cifra che incasserà il club ciociaro. Quindi, in caso di acquisto di Brescianini da parte della società viola, basandosi sulla forbice sopra citata, i rossoneri potrebbero incassare dai 4 ai 6 milioni di euro. 

Fiorentina: tutti gli scenari del mercato. Dal centravanti ai rinnovi

Dal Monza potrebbero arrivare Carboni, Bondo e Birindelli

Si decide in queste ore il destino di tanti calciatori che hanno fatto parte finora della rosa della Fiorentina. C’è aria di rivoluzione in casa viola e dopo l’ufficialità di Raffaele Palladino come nuovo allenatore, adesso è tempo di pianificare il futuro della Fiorentina. Daniele Pradè e Raffaele Palladino si stanno sentendo continuamente per parlare di mercato e di tutti i nomi per rinforzare la Fiorentina. Valentin Carboni, trequartista classe 2005 che Palladino ha già allenato al Monza, sarà tra i nomi che saranno sul tavolo. Piace anche Andrea Colpani, un centrocampista con caratteristiche offensive e soprattutto uno che porta gol, e che gode della stima assoluta di Palladino. Occhio alla concorrenza però: la Lazio si è mossa con grande anticipo per il classe  ‘99 ma l’addio burrascoso di Tudor delle ultime ore potrebbe aver scombinato le carte in tavola. Del Monza interessa anche Bonda, ma attenzione ad una nuova pista: la Fiorentina avrebbe infatti messo nel mirino Samuele Birindelli, esterno destro che nell'ultima stagione ha totalizzato 35 presenze su 38 giornate di campionato, condite da 2 assist. Per il momento si tratta solo di un'idea che però potrebbe diventare molto più concreta nelle prossime settimane.La priorità, comunque, resta l’attaccante. La sensazione è che serviranno tempo e pazienza e che questa operazione, centrale nel mercato viola, potrebbe concludersi anche negli ultimi giorni di mercato. Tra i primi nomi emersi dal confronto tra i dirigenti e l’allenatore ci sono quelli di Pinamonti, Krstovic e Arnautovic. L’idea è di far tornare al centro del reparto offensivo un interprete di assoluta qualità. D’altronde Pradè è stato chiaro: i giocatori più importanti prima aspettano le chiamate dei top club e soltanto dopo iniziano a vagliare le altre proposte. Se, con un eventuale cambio di modulo, potrebbero trovare spazio e nuova linfa sia Parisi che Barak, questi sono i giorni in cui Palladino dovrà fare alcune valutazioni assieme alla dirigenza su altri calciatori: Bonaventura è in scadenza, così come Castrovilli. Per Duncan, stessa situazione contrattuale e il rinnovo appare una strada in salita. E poi Kouamé: appena esercitata l’opzione per il prolungamento fino al 2025, l’ivoriano potrebbe seguire Italiano nella sua nuova avventura a Bologna. Nel frattempo Arthur, terminato il prestito dalla Juventus, ha salutato i suoi ex compagni ed ha lasciato il Viola Park.

Palladino nuovo allenatore della Fiorentina: ecco come giocherà

La società si getta sul mercato alla ricerca di un centravanti

Finalmente ci siamo. Oggi arriverà la firma, e quindi l’annuncio, di Raffaele Palladino come nuovo allenatore della Fiorentina. Mentre scriviamo l’ormai ex tecnico del Monza si trova al Viola Park per mettere nero su bianco il suo futuro.  Il quartier generale viola sarà la sua nuova casa per due anni, almeno, e da qui partirà la sua nuova avventura professionale.Ma come giocherà la sua nuova Fiorentina? Aspettando di sapere chi saranno i calciatori a sua disposizione dopo l'attesa rivoluzione che porterà questo calciomercato, qualcosa del nuovo tecnico viola lo sappiamo già. Raffaele Palladino ha dimostrato di essere un allenatore poliedrico a Monza, tatticamente parlando. Il primo anno, subentrato in corsa, ha adottato il 3-4-2-1: fu il sistema vincente, grazie alla spinta propulsiva di Carlos Augusto e Ciurria. Quest'anno, a metà della stagione, ha cambiato passando al 4-2-3-1, dopo aver perso il brasiliano, e con Ciurria in netto calo di forma. lo stesso modulo attuato negli ultimi tempi, in origine era il 4-3-3, da Vincenzo Italiano.A prescindere dalla scelta del modulo, serviranno rinforzi in tutti i reparti, e soprattutto in attacco anche se Palladino a Monza non ha mai avuto un vero e proprio centravanti altamente performante. Il nodo del mercato in casa Fiorentina resta sempre quello. Ci risulta, fortunatamente, che Palladino consideri il centravanti un ruolo fondamentale. Per questo la società dovrà tornare sul mercato con decisione e competenza. Belotti molto probabilmente tornerà a Roma, dopo 6 mesi non esaltanti, e dirà addio al viola. Anche Nzola sarà messo sul mercato. Infine c'è Beltran, al quale andrà trovata una posizione in cui valorizzare il suo talento.

La Fiorentina ha scelto Palladino e Quarta ha rinnovato

I primi segnali di rilancio della società dopo le contestazioni dei giorni scorsi

Dopo la sconfitta nella finale di Europa Conference League e la dura contestazione, accompagnata dal comunicato della curva Fiesole, che ha colpito la squadra ieri a Bergamo la Fiorentina reagisce coi fatti pianificando il proprio futuro tecnico con il rinnovo di Martinez Quarta e provando a chiudere la trattativa con Raffaele Palladino come nuovo allenatore dopo il commovente addio di Vincenzo Italiano. Il tecnico campano, che era stato sondato recentemente dalla Lazio, ha le idee chiare e dopo l'incontro di venerdì con la società viola (confermato dallo stesso ds Pradè) ha consentito nel weekend di risolvere i dettagli del suo futuro prossimo. Uno dei principali problemi da superare era legato alla rappresentanza di Beppe Riso, un agente che non è in buoni rapporti col club gigliato. Da chiarire anche le posizioni di alcuni possibili membri dello staff, due nomi in particolare: il vice allenatore dovrebbe rimanere Stefano Citterio, altro nome che rivestirebbe una certa importanza nella Fiorentina di Palladino, anche e soprattutto data la fresca esperienza sul terreno di gioco. Dal punto di vista economico la Fiorentina ha convinto il nuovo tecnico offrendo un contratto biennale (fino al 2026) a 1,7 milioni a stagione. La cifra è leggermente inferiore a quella percepita da Italiano, il cui ultimo stipendio ammontava a 1,9 più bonus. Per Palladino questo rappresenta un cospicuo aumento rispetto al salario che percepiva al Monza (circa 1 milione all'anno). Sempre a proposito della questione staff, un altro nome da tenere in considerazione è quello di Federico Peluso. Classe 1984, ex difensore, tra le altre, di Atalanta, Juventus e Sassuolo, con all'attivo 274 gettoni in Serie A, Peluso è entrato nello staff di Palladino al Monza nell'ottobre del 2022 nella non meglio specificata veste di collaboratore tecnico, dopo aver deciso il ritiro un mese prima. E' stato lui, quando l'allenatore era squalificato, a guidare i brianzoli da bordo campo, facendo in un certo senso le veci delle veci data l'indisponibilità anche di Citterio.E il mercato? circolano già i primi nomi che Palladino avrebbe fatto ai dirigenti viola, trai quali un loro vecchio ''pallino'': Valentin Carboni, attaccante esterno o trequartista argentino del 2005, ha mosso i primi passi in Serie A con il Monza di Palladino nella stagione appena conclusa: adesso è di ritorno all'Inter, che però non sembra intenzionata a trattenerlo per farne una pedina dell'attacco campione d'Italia in carica. Il club viola ha fatto un tentativo anche a gennaio, ma il prezzo era proibitivo: 30 milioni di euro. La stessa cifra che continua ad essere in bella mostra sull'etichetta del giovane calciatore. Chiaramente, se l’Inter vorrà disfarsene, dovrà aprire ad un prestito o quantomeno abbassare le pretese ed ecco che il primo rinforzo viola per la nuova stagione potrebbe essere già stato identificato. 

Fiorentina, anatomia di una sconfitta che fa male. Troppo male.

Si chiude il ciclo di Italiano con tre finali perse in due anni. E in campionato mai oltre il settimo posto

Ci sono molti modi di perdere, ma alla frustrazione dei tifosi viola per la terza finale persa in due anni (la seconda consecutiva in Conference League) si aggiunge la prestazione (non) offerta dalla squadra nella giornata di ieri. Chi era sugli spalti ad Atene, chi si è ritrovato allo stadio Franchi e chi al Viola Park o davanti ai maxischermi sparsi per tutta la città o più semplicemente sul divano di casa, si aspettava una prestazione decisamente differente da parte della squadra di Vincenzo Italiano.Quello che ha fatto più male al tifoso è stato vedere una squadra mentalmente, e forse anche fisicamente, scarica. A tratti non sembrava nemmeno che la Fiorentina stesse giocando una finale. E poi i soliti errori sotto porta dettati da tanta imprecisione, nel caso di Bonaventura, e da qualità tecniche non trascendentali nel caso di Kouamé. E poi, una finale che racconta che il migliore in campo è stato il tuo portiere…In discussione, totalmente futile dato che lascerà a breve la Fiorentina, adesso c’è la filosofia dell’allenatore. Chi lo sostiene dice che quei gol presi in contropiede ed in situazione di palla scoperta sono frutto di una mentalità che, a loro dire, nella maggior parte dei casi ha garantito il successo alla Fiorentina in svariate occasioni. I suoi detrattori sostengono invece che, a prescindere dalla mentalità instillata alla squadra, certe situazioni di gioco siano da gestire meglio e certi gol presi in maniera semplicemente inammissibile.Ma alla fine di questi tre anni di ‘’ciclo Italiano’’, che cosa resta? Restano due settimi posti ed un ottavo posto in campionato, due semifinali perse (Coppa Italia contro l’Atalanta e Supercoppa Italiana contro il Napoli) e tre finali perse (due di Europa Conference League contro West Ham United ed Olympiakos e una di Coppa Italia contro l’Inter. Un po' poco per celebrare questi anni come positivi, certamente non abbastanza per passare alla storia della Fiorentina.

Il futuro è scritto a prescindere da Atene: Palladino e Goretti saranno viola

Rivoluzione della rosa, ecco chi resta e chi parte reparto per reparto

Vincenzo Italiano è sempre più nel mirino del Bologna, che però aspetterà la finale di Atene per muoversi e dare l'assalto definitivo al tecnico che ha già fatto capire che la sua esperienza a Firenze termina qui. Per sostituirlo invece salgono le quotazioni di Raffaele Palladino, anche lui ha dato l'addio al Monza, mentre l'opzione Aquilani resta in secondo piano anche perché il Sassuolo sarebbe fortemente interessato all'ex tecnico della Primavera della Fiorentina. Sul fronte relativo a nuovi ingressi di figure dirigenziali nel comparto sportivo il nome caldissimo è quello di Roberto Goretti, che sostituirà Nicolas Burdisso nel ruolo di direttore tecnico. Contratto di un anno per lui. Un arrivo necessario, visto che in estate saranno numerosi i cambiamenti che la rosa dovrà subire.Una rivoluzione tecnica che attende i viola dopo la finale di Atene. L'attacco soprattutto ha steccato e non basterà un buon finale di stagione a Nzola per la conferma in viola, così come per Belotti sul quale nelle ultime settimane si sono accumulati dubbi. Anche per Ikonè sembra essere la fine dell'avventura in viola, per lui si valuteranno eventuali offerte che potrebbero arrivare dalla Francia o comunque dall'estero.. Gli unici che potrebbero rimanere sono Sottil e Kouamè. Su Nico Gonzalez ci sono diversi club di Premier League. A centrocampo invece Duncan partirà, così come Amrabat in caso di ritorno che non sembra essere nelle idee tecniche del nuovo allenatore. Discorso diverso per Bonaventura e Castrovilli, con i quali si sta parlando di rinnovo, anche se non è semplice in nessuno dei due casi. Il brasiliano Arthur non sarà riscattato dalla Juventus. In difesa Martinez Quarta sembra destinato a partire, ci sono diverse squadre spagnole su di lui oltre al Napoli.Il lavoro dunque non manca, ma la priorità resta quella di chiudere la questione allenatore. Addirittura giovedì o venerdì ci potrebbe essere l'incontro tra la Fiorentina e Raffaele Palladino per discutere di un eventuale arrivo del tecnico campano sulla panchina viola. La scelta fatta dalla società gigliata di puntare tutto sull'attuale allenatore del Monza, in scadenza di contratto con i biancorossi ed in cerca di una nuova avventura prestigiosa, sarebbe ormai definitiva. Il profilo di Alberto Aquilani, resta, invece, sullo sfondo come alternativa. Rocco Commisso ha fretta di iniziare il nuovo sodalizio tecnico per poi programmare la prossima stagione.

Sale la febbre per la finale di Atene: esodo dei tifosi viola e appuntamenti in città

Milano Finanza incorona la società del presidente Commisso

Sale la febbre in vista della finale di Europa Conference League che vedrà la Fiorentina di mister Vincenzo Italiano protagonista ad Atene contro l'Olympiacos il 29 maggio prossimo.Sono circa 9.500 infatti i fiorentini sono pronti a mettersi in marcia verso la Grecia da lunedì. Chi ha scelto viaggi lunghi (voli con scali plurimi pur di risparmiare al massimo), compresi quelli in traghetto. La maggior parte dei tifosi che sono riusciti ad acquistare un biglietto per Atene partirà martedì o al massimo nelle prime ore di mercoledì.Ma è in città che saranno in tantissimi, appesi alla tv o ai maxischermi, che saranno allestiti allo stadio Franchi ed al Viola Park. Queste iniziative promosse dalla Fiorentina e dal Comune di Firenze sono state accolte con grandissimo entusiasmo, il che certifica la voglia del popolo viola (come ama chiamarlo il Presidente Commisso) di vivere questo momento storico tutti assieme.Partiamo dal Franchi dove si ritroveranno oltre 28.000 cuori viola per condividere la propria passione e spingere con il loro amore, da Firenze fino ad Atene, la squadra verso il trofeo continentale sfuggito per un soffio lo scorso anno a Praga. Esaurito invece in un paio di giorni il Viola Park, dove saranno circa 2mila i sostenitori gigliati pronti a seguire l'ultimo atto della Europa Conference League contro l'Olympiakos.Ma a prescindere da come finirà mercoledì sera, i tifosi viola hanno già qualcosa per cui festeggiare: Milano Finanza ha pubblicato i dati dei bilanci di tutte le squadre del nostro campionato e ad aggiudicarsi lo scudetto dei conti è la Fiorentina. La società di Rocco Commisso ha generato 148 milioni di ricavi e solo 78 milioni di debiti. Seguono Empoli e Milan, Atalanta e poi il Napoli. In fondo alla classifica troviamo Juve, Inter e Roma.

Fiorentina, il futuro è adesso

Tra allenatore, direttore sportivo ed il mercato tutti gli scenari che passano da Atene

La finale di Conference League del prossimo 29 maggio in programma ad Atene rappresenta la massima priorità del momento, e anche se la società sta già cominciando a pensare alla prossima stagione ogni decisione sul domani resta in stand-by. Ovviamente tutte le prospettive cambierebbero in caso di vittoria in finale, dato che una cosa sarebbe preparare una squadra per affrontare campionato e Conference League e ben altra cosa sarebbe invece allestire un gruppo in grado di sostenere il doppio impegno Serie A - Europa League (competizione europea nella quale il livello tecnico si alza vertiginosamente rispetto alla Conference). Come sarà dunque il prossimo mercato estivo? A dir poco impegnativo per via delle tante partenze. Inoltre andrà deciso chi siederà in panchina al posto di Vincenzo Italiano e chi coadiuverà il lavoro del d.s. Pradè. Tutti argomenti in agenda. Ma è sulla questione dirigenziale che sembrano essersi concentrate le attenzioni della Fiorentina, dato che i contatti con i candidati proseguono ininterrotti. La priorità, fuori dal campo s'intende, è dunque trovare chi succederà al direttore tecnico Burdisso che ha già comunicato il termine della propria collaborazione. La scelta è caduta su Roberto Goretti. Nella corsa a un posto in società l’attuale d.s. della Reggiana ha infatti superato Eduardo Macia, oggi Chief Football Officer dello Spezia ma già alla Fiorentina dal 2011 al 2015. La Fiorentina ha pronto un contratto biennale per Goretti, che affiancherà Pradè un sostegno per guidare la ricostruzione della rosa.Più incerto resta il fronte della guida tecnica. Mentre per Italiano — il cui futuro lontano da Firenze, salvo clamorosi colpi di scena, sembra ormai scritto — sono in piedi varie piste, dal Napoli di De Laurentiis al Bologna e al Torino, i viola continuano a monitorare almeno due profili: Raffaele Palladino e Alberto Aquilani. Il primo, destinato a incontrarsi presto con Galliani a Monza, di recente ha ribadito l’intenzione di misurarsi con una piazza dalle maggiori ambizioni e in virtù dei risultati raccolti in Brianza. Rispetto ad Aquilani, Palladino può vantare maggiore esperienza in Serie A. Aquilani inoltre è reduce da un’annata in chiaroscuro con il Pisa in serie B. Questioni da sciogliere prima di dedicarsi al mercato nel quale la Fiorentina si troverà ad affrontare una ricostruzione totale della rosa: Nico Gonzalez sarà uno dei più ricercati. L’argentino è la punta di un iceberg che riguarda molti altri calciatori, come Martinez Quarta che piace al Napoli, mentre Arthur è destinato a rientrare alla Juventus. Altro nodo da sciogliere è quello del rinnovo di Bonaventura. Qualsiasi valutazione però passa in secondo piano rispetto all’appuntamento del 29 maggio ad Atene. Una finale europea che può regalare a Commisso il suo primo trofeo e destinata a indirizzare anche il futuro e le ambizioni del club.

Fiorentina contro il Cagliari per “blindare’’ l’ottavo posto

Attenzione al Torino. Tutti i possibili incroci per centrare l’Europa dal campionato (sperando che non serva)

Come è normale che sia l’attenzione dei tifosi viola è tutta rivolta alla finale di Europa Conference League ad Atene del 29 maggio. Tuttavia il campionato richiede ancora le forze necessarie per provare a centrare la Conference League, della quale la Fiorentina si dimostrerebbe vera appassionata partecipante qualora frequentasse la competizione per il terzo anno consecutivo, e lasciarsi così un piano ‘’B’’ per l’Europa del calcio.Archiviata la questione Napoli con il pareggio nell’ultima gara casalinga al Franchi (ai viola basta un punto in due partite grazie al vantaggio negli scontri diretti a favore contro gli azzurri), adesso la principale preoccupazione si chiama Torino. I granata hanno battuto ‘’a sorpresa’’  il Milan di Pioli e adesso resta loro lo scontro con l’Atalanta che, in caso di vittoria, li isserebbe a quota 56 in classifica. Anche in questo caso gli scontri diretti sono a favore della squadra di Vincenzo Italiano che per sistemare definitivamente  la situazione in campionato ha due strade: la prima, la più semplice, è quella di battere il Cagliari, già salvo e senza obiettivi nella gara di giovedì sera e chiudere subito la questione. L’alternativa, in caso di pareggio con i sardi, è sperare che il Torino non vinca. Ma, se la squadra di Juric dovesse battere anche l’Atalanta, a quel punto i viola sarebbero costretti a cercare almeno un altro punto da racimolare in classifica nel recupero del 2 giugno proprio contro la Dea di Gasperini.Ovviamente la speranza è che ad Atene sarà la Fiorentina, e non l’Olympiacos, ad alzare al cielo la coppa rendendo così tutti questi calcoli ed intrecci superflui. Resta, tuttavia, l’incognita di come Vincenzo Italiano vorrà gestire il turnover nella gara contro il Cagliari che, come abbiamo detto, potrebbe essere decisiva per ‘’blindare’’ l’ottavo posto in classifica ed un’altra partecipazione alla prossima Europa Conference League. La sensazione è che visto l’anticipo al giovedì concesso dalla Lega di Serie A, ed avendo quindi un giorno o due in più del previsto per preparare la finale, il tecnico viola potrebbe presentare una squadra senza troppe ‘’seconde linee’’ in campo. 

Ieri l'addio dei tifosi alla “loro” Fiesole

Ecco come sarà la nuova curva e tutti gli step previsti dei lavori di restyling

Quella di ieri sera contro il Napoli è stata una serata di saluti, ma quello più commovente e sentito i tifosi lo hanno dedicato allo ‘’loro’’ Curva Fiesole che, a causa degli interventi legati al restyling, chiuderà nella prossima stagione si ripresenterà nel 2026 con un look totalmente diverso. Ancora quindici giorni e la curva Fiesole non sarà più ciò che è stato finora ed il maxi cantiere che la coprirà, almeno fino a settembre del 2026, è un tema che preoccupa ed appassiona. Se tutto andrà bene, dopo due anni il velo cadrà per liberare 10mila posti che si collocheranno sotto la nuova copertura. Sono queste le tappe che aspettano la curva viola, dopo la sua ultima notte vissuta ieri nella gara casalinga contro il Napoli.Come detto, i lavori veri e propri cominceranno, da calendario, nella prima settimana di giugno, al termine cioè dell’intervento di risanamento delle strutture in cemento armato della curva Ferrovia. Si tratta ancora delle fasi preliminari al restyling che però, con il via libera delle ditte alla Fiesole, entreranno finalmente nel vivo. Il maxi progetto affidato nella realizzazione al raggruppamento temporaneo di imprese formato da Cobar e Sac , prevede che la prima fila della storica casa del tifo viola si trovi all’altezza di circa un metro rispetto al campo, con barriere innalzabili oltre i due metri per motivi di sicurezza.Come noto i lavori dovranno procedere a tappe forzate entro il 2026 per rispettare le scadenze, salvo future deroghe, legate ai fondi del Pnrr. L’obiettivo è per settembre 2026 di completare anche il restauro delle parti storiche del Franchi, il risanamento di tutte le strutture in cemento armato, della pensilina e della torre di Maratona. Nel frattempo lo stadio andrà avanti con un capienza ridotta di 22mila posti così come stabilito dalla nuova convenzione fra Palazzo Vecchio e la Fiorentina. La società pagherà 600mila anziché i 650mila pattuiti per far fronte ai ‘’minori introiti" previsti.

Eduardo Macia è ad un passo dal ritorno alla Fiorentina

Sostituirà il partente Burdisso. Adesso c'è Aquilani in pole per la panchina?

A volte ritornano, e quando lo fanno, non sempre finisce bene. Eppure stavolta potrebbe essere molto diverso. Stiamo parlando di un possibile ritorno alla Fiorentina in qualità di direttore tecnico di Eduardo Macia. Il dirigente spagnolo, che ha lavorato a Firenze dal 2011 al 2015 prima al fianco di Corvino e poi con Pradè, potrebbe tornare a fare coppia con l'attuale direttore sportivo viola. Macia, ideatore e costruttore assieme all'attuale direttore sportivo viola di una delle squadre più belle e divertenti viste a Firenze negli ultimi 20 anni, potrebbe infatti accasarsi presto al Viola Park. Bisognerà infatti colmare il vuoto a livello di organigramma che Nicolas Burdisso lascerà salutando a fine stagione. Sono stati molti i profili dirigenziali sondati da Pradè e Ferrari nelle ultime settimane e tra questi, oltre a quello del dirigente spagnolo, c'era anche quello di Roberto Goretti. Il direttore sportivo della Reggiana avrebbe detto ''no'' ai viola dopo aver esaminato con attenzione la proposta ricevuta. Ecco dunque il motivo per cui è arrivata questa decisiva accelerazione nella trattativa con Eduardo Macia che sarebbe ad un passo dal suo ritorno a Firenze.Umanamente persona rara nel calcio, dotato di grande sensibilità e di un'intelligenza calcistica, e non solo, fuori dal comune. Macia parla molte lingue ed ha contatti nel calcio a livello mondiale con piccoli e grandi club. Lavora in questo settore da decenni ed ha una sua personale rete di scouting, cosa che alla Fiorentina servirebbe eccome. Il suo curriculum poi, parla per lui: Liverpool, Olympiacos (ironia del destino), Betis Siviglia, Leicester, Bordeaux ed infine Spezia. L'esperienza internazionale non gli manca, ma la grande sfida per Eduardo Macia, e forse anche per Daniele Pradè, sarà tornare ad attestarsi sui livelli della loro prima comune esperienza nella Fiorentina, poiché nessuno dei due professionalmente ha (quasi) più toccato quei livelli. La prima sfida sarà quella della scelta dell'allenatore che i due dovranno fare e completare assieme. Ed ecco che, questo ritrovato binomio dirigenziale, potrebbe ulteriormente spingere il nome di Alberto Aquilani verso Firenze. L'ex giocatore oggi allenatore, cresciuto nella Fiorentina in questa seconda parte della sua carriera, è legatissimo ad entrambi e forse questo potrebbe far risalire improvvisamente ma vertiginosamente le sue quotazioni tanto da scavalcare il chiacchieratissimo, nelle ultime ore, Raffaele Palladino.

Con la vittoria in Conference il ciclo di Italiano sarà migliore di quelli di Prandelli e Montella

Vincere conta più dell’estetica e dei piazzamenti in classifica

‘’Unpopular opinion’’, ossia un’opinione impopolare. Qualcosa che si lancia sul web e sui social per alimentare una discussione che scaturisce di fronte a qualcosa che esce dal comune sentire e pensare. Ad esempio: ‘’la cioccolata non mi piace’’. Ed ecco la mia opinione impopolare: se Vincenzo Italiano dovesse trionfare con la sua squadra ad Atene alzando al cielo la Conference League il ciclo della sua Fiorentina diventerebbe migliore di quelli delle squadre guidate prima da Cesare Prandelli e da Vincenzo Montella poi. Il perché è semplice. Vincere conta più di tutto. Più dell’estetica, più della filosofia e più del piazzamento in classifica. Le squadre a disposizione di Prandelli e Montella erano nettamente più forti di quelle messe a disposizione di Italiano ed il campionato di Serie A era anche nettamente migliore dal punto di vista del tasso tecnico. Tuttavia, che si parli campo europeo o nazionale, nessuno dei due precedenti allenatori viola è mai riuscito a raggiungere un numero di semifinali e finali pari a quelle giocate dalle squadre di Italiano. E, se come tutti ci auguriamo, ad Atene il 29 maggio contro l’Olympiakos Biraghi e compagni alzeranno al cielo quella coppa sfuggita l’anno scorso a Praga contro il West Ham United, allora il sigillo a questo ragionamento sarà posto da un dato di fatto: vincendo la Europa Conference League questa Fiorentina metterà fine al periodo più lungo della sua storia (23 anni) senza un trofeo.

La Fiorentina cade a Verona, addio Europa dal campionato?

Tanti errori e qualche svista arbitrale condannano la squadra di Italiano. Infortunio per Bonaventura

Finisce 2-1 tra Verona e Fiorentina ed è un risultato che avvicina i gialloblù alla salvezza e rallenta la corsa all’ottavo posto dei viola (che hanno sempre il recupero di Bergamo con l’Atalanta da mettere nel conto). In attesa della gara tra Udinese e Napoli di stasera che potrebbe ulteriormente complicare la situazione in campionato per i viola. Una partita strana, fatta di tanti errori individuali ed anche di sviste arbitrali non da poco.Hanno contato i singoli episodi che il Verona ha saputo girare a proprio favore con il merito che gli va riconosciuto, come ad esempio la decisione del Var di non intervenire sul fallo di mano di Lazovic nell’azione del nuovo vantaggio Hellas e, infine, una ripresa disputata senza la lucidità necessaria per costruire azioni e occasioni da parte degli uomini di Italiano.Non sono mancati gli errori madornali dei singoli, in particolare quelli in fase difensiva imbastiti da Milenkovic (autore finora della peggior stagione da quando veste la maglia della Fiorentina) e dalla premiata ditta Ranieri - Christensen. Ciliegina sulla torta, si fa per dire, l'infortunio di Bonaventura. Jack è entrato nella ripresa ed ha accusato un fastidio muscolare che potrebbe mettere a repentaglio la sua presenza nella gara di semifinale di ritorno di Europa Conference League di mercoledì prossimo contro il Club Brugge. Gara quest'ultima che rappresenta a questo punto lo snodo fondamentale della stagione viola. Altrimenti senza una coppa da alzare al cielo e senza un piazzamento europeo in campionato (che tristezza la rincorsa all'ottavo posto...) la stagione rischia di essere bollata dai fatti come fallimentare. 

Fiorentina, finalmente gli attaccanti segnano

Belotti e Nzola (in extremis) regalano la vittoria ai viola contro il Brugge. Ma al ritorno sarà dura

Ennesima partita al cardiopalma della Fiorentina quella di ieri sera contro il Club Brugge, a riprova che con questa squadra non si può mai stare tranquilli. Nel bene e nel male. Viola subito in gol dopo 5’ con Sottil: gran movimento da sinistra e tiro a giro imparabile. Sembrano esserci tutte le premesse per una serata tranquilla ed esaltante per tutto lo stadio Franchi e per il presente Presidente Commisso, ma Nico purtroppo è impreciso nell'occasione che la Fiorentina ha subito dopo per raddoppiare. Ed ecco che dietro si apre la solita crepa centrale in cui s’infila Thiago, centravanti del Brugge. Tiro respinto e, sulla ripresa, mano di Biraghi in area. Rigore concesso dalla Var e pareggio del capitano Vanaken. La Fiorentina non si arrende e assedia gli avversari fino a che, al 37', Belotti trova la girata vincente e col sinistro fa 2-1. Nel secondo tempo follia di Onyedika: due falli in pochi minuti ed il Club Brugge resta in 10 uomini, con l'allenatore belga costretto a disegnare un 4-3-2 coraggioso a trazione Thiago. E qui accade l'inspiegabile. La Fiorentina esce dalla partita nonostante la superiorità numerica ed il Brugge pareggia. Solito contropiede folle preso per vie centrali. Ranieri non regge il confronto fisico in velocità con Thiago che fa 2-2 incrociando sul secondo palo.   Una partita folle che incarna la bellezza del calcio, a dimostrazione che questo sport sa raccontare storie incredibili. Come quella che sarebbe stata scritta da lì a pochi minuti. All'88esimo esce Belotti ed entra Nzola. L’uomo voluto da Italiano. Il Criticatissimo. L’attaccante che non segna mai. Dopo un periodo di problemi personali, di panchine e non-convocazioni, di situazioni lontane, di un Plzen non vissuto, M’Bala Nzola è riapparso, riemerso, come dal nulla. M’Bala Nzola è la risposta alla domanda di una Fiorentina che ancora una volta ha concesso molto e faticato tanto a trovare il gol in proporzione alla produzione offensiva. Gli servono solo tre minuti. Un palo e poi il gol che regala alla Fiorentina la definitiva vittoria per 3-2 nella semifinale di andata di Europa Conference League contro il Club Brugge. Dopo una serata infernale per chi era sugli spalti, vessato tanto dalla pioggia quanto dai difetti atavici della Fiorentina, arriva il momento di gioire senza freni. Nel post partita, analizzando la gara, Mister Vincenzo Italiano sembra diviso a metà: da una parte la gioia per la vittoria ed il risultato finale, dall'altra il rammarico per le reti subite, al solito, in maniera ingenua e tatticamente grottesca. Nei suoi occhi la consapevolezza che mercoledì prossimo in Belgio sarà durissima, nonostante la vittoria. Nei suoi occhi anche la speranza che quel solo gol di vantaggio nella gara casalinga di andata di una semifinale possa bastare a portare la sua squadra ad Atene per l'ultimo atto, a differenza di quanto accaduto qualche settimana fa con l'Atalanta in Coppa Italia.

La Fiorentina recupera i suoi quattro ''Big'' per la gara di domani contro l'Atalanta

Le condizioni di Bonaventura, Belotti, Beltran e Nico Gonzalez

La Fiorentina è reduce in campionato dalla vittoria contro la Salernitana arrivata senza che molti dei calciatori migliori a disposizione di mister Vincenzo Italiano fossero convocati. Nello specifico parliamo di Belotti, Beltran, Bonaventura e Nico Gonzalez. La loro assenza nel match contro i campani non era dovuta solo alla volontà di risparmiarli in vista della gara di domani a Bergamo, nella quale la Fiorentina si gioca l'accesso ad una delle due finale di coppa (in questo caso Coppa Italia) che potrebbero darle l'accesso ad un'Europa di più alto rango nel corso della prossima stagione sportiva. I quattro ''big'' della Fiorentina che non sono andati a Salerno sono tutti da valutare dal punto di vista fisico e, persino la rifinitura di questa mattina, non pare aver sciolto gli ultimi dubbi nella mente del tecnico viola. Eppure, al di là di una condizione fisica che non può essere forzata viste le tante gare importanti ancora da disputare in stagione (non ultimo il doppio confronto in semifinale di Europa Conference League contro il Club Brugge), Italiano e la Fiorentina puntano anche sulla volontà di questi calciatori di essere protagonisti e dare una mano alla squadra in un momento decisivo della stagione.La prima buona notizia è che tutti sono stati convocati per la gara contro l'Atalanta, a parte N'Zola che resta ancora out per ''motivi personali'' e benché il calciatore angolano si stia regolarmente allenando col resto dei compagni. Ma veniamo alle condizioni fisiche precarie degli altri. La situazione che desta maggiore preoccupazione, e non solo per il futuro prossimo, è quella di Bonaventura: Jack non è al top da qualche settimana e i suoi minuti in campo (tanto più da titolare) sono da centellinare e quindi da mettere in conto nelle occasioni più importanti. Salvo sorprese domani ci sarà ma quasi certamente non scenderà in campo dal primo minuto. Poi si fermerà per riposare nella gara di domenica col Sassuolo per tornare, qui sì da titolare, per la semifinale di Conference. Questa sembra essere la strategia per la sua gestione nell'immediato futuro. Poi si vedrà.Passiamo all'attacco e parliamo di Belotti: la fasciatura alla gamba, all'altezza del quadricipite, evidenziata nella sua ultima apparizione contro il Viktoria Plzen nei quarti di finale di ritorno di Conference League è la conferma che l’attaccante ha finora disputato troppe partite consumando moltissime energie. ''Il gallo'' è stremato a livello fisico e al momento non è in grado di sostenere i 90 minuti in gare così importanti e specie se così ravvicinate. Anche per lui l’esclusione dalla trasferta di domenica ha avuto valore precauzionale per evitargli ulteriore stress fisico, per giunta in una partita certamente meno importante di quella che lo attende domani. Quelle di Bonaventura e Belotti, insomma, sono le due situazioni più delicate e da valutare con maggiore attenzione.Infine Beltran e Nico Gonzalez: Beltran ha avuto problemi ad una caviglia, ma tra tutti sembra essere quello che sta meglio, benché le alternative per sostituirlo nel suo ruolo di centrale nel tridente alle spalle della punta ci siano: Barak in primis. Anche Nico Gonzalez non c’era a Salerno. Per lui si tratta di un affaticamento e non di guai fisici peggiori, ma vista la fragilità dei muscoli dell'argentino è meglio essere cauti. Con l’Atalanta, la sua esclusione sarebbe una sorpresa, quindi stringerà i denti e ci sarà. Ma probabilmente non avrà i 90 minuti nelle gambe.

Fiorentina, Dottor Jekyll o Mister Hyde?

Da un 2023 spaziale ad un 2024 con sole 4 vittorie in 19 gare. L'involuzione di una squadra bipolare

Le due facce della Fiorentina in questo 2024 le abbiamo viste alternarsi ben poco in realtà. I viola sono stati spesso infatti una squadra spenta, senza idee, incapace di esprimere gioco e segnare e, quindi, di vincere. Paradossalmente però, quando per pochi sprazzi la seconda personalità della squadra di Vincenzo Italiano è tornata a galla, si è vista una fiorentina trascinante e trascendentale: una marea viola capace di sommergere e spazzare via i propri avversari. Ma quattro sole volte in quattro mesi e mezzo davvero è troppo poco. La Fiorentina infatti è riuscita a vincere solamente 4 gare delle 19 disputate in tutte le competizioni: al Franchi sono andate ko Frosinone, Lazio e Atalanta in Coppa Italia, mentre a Budapest la Fiorentina ha sconfitto allo scadere il Maccabi Haifa. Il conto delle vittorie si esaurisce qui, con poi 8 pareggi e 7 sconfitte. Vorremmo una squadra che sia più spesso il dottor Jekyll, presente a se stessa e capace di fare cose meravigliose grazie al talento dei suoi migliori calciatori ed alle puntuali decisioni dell'allenatore. Ma ci ritroviamo più spesso una Fiorentina in versione Mister Hyde, maggiormente propensa a commettere atti (calcisticamente) impuri e deprecabili e tanto schizofrenica quanto imprevedibile. Come si spiega la doppia personalità di questa squadra? Se nel racconto di Stevenson è una potente droga ideata dal dottor Jekyll stesso a dare vita alla personalità malvagia e latente di mister Hyde, nel caso della Fiorentina invece è difficile dire quale sia il fattore che ha scatenato questa involuzione di una squadra che aveva vissuto un anno solare 2023 ricco di vittorie e con una media punti altissima.Come è possibile che la squadra vista in Coppa Italia contro l'Atalanta, in campionato contro Roma e Lazio (solo per citare le gare più recenti) sia la stessa che ha perso con la Juventus e pareggiato a reti inviolate con il Viktoria Plzen? Questo è ciò che tutti si chiedono. Oltre a domandarsi, legittimamente, quali ambizioni di vittoria in Coppa Italia o Conference League possa avere una squadra con un tale rendimento. La risposta potrà darla solo il campo, nel frattempo però forse è giusto ribaltare, al netto dei numeri di questo 2024, la domanda che ci siamo posti poco prima. Ossia: com'è possibile che la squadra vista contro Juventus e Viktoria Plzen sia la stessa che è stata in grado di giocare grandi partite contro Atalanta, Lazio e Roma?  Probabilmente dovremmo iniziare a considerare le grandi partite giocate dalla Fiorentina di recente non come qualcosa di normale, bensì come eventi straordinari incastonati in una realtà fatta di grande grigiore e mestizia (8 pareggi e 7 sconfitte appunto) e ribaltare dunque la prospettiva e abbassare le aspettative su una squadra che, ultimamente, si sta esprimendo a livelli davvero bassi.Alcune cause di questa situazione sono ben note, come lo scarso stato di forma di alcuni dei migliori giocatori a disposizione di mister Vincenzo Italiano e, non ultima, la continua e persistente (nonostante l'arrivo del ‘’gallo’’ Belotti a gennaio) incapacità di questa squadra di andare in rete con costanza ed abbondanza. In fondo non è chiaro se sul campo faccia più comodo essere dottor Jekyll o Mister Hyde. Entrambe le personalità hanno lati ''positivi'' che potrebbero avere risvolti interessanti se applicati sugli avversari, ma ciò che conta in questo finale di stagione (nel quale la Fiorentina ha ancora la possibilità di alzare ben due trofei, è giusto ricordarlo) è che questa squadra, questo gruppo, scelgano chi e cosa vogliono essere e, pregi e difetti, vadano fino in fondo per spezzare questa lunga astinenza di vittorie che alberga ormai da un più di un ventennio nel cuore di chi ama il colore viola.        

La rivincita della Fiorentina inizia oggi a Plzen

Italiano e i suoi sognano di vendicare l’amara finale di Praga dello scorso anno

La rivincita della Fiorentina inizia oggi a Plzen. Una rincorsa al sogno Conference League che, fa effetto pensarlo, inizierà a pochi chilometri da dove l’anno scorso perse quella strana finale col West Ham. Sì, strana perché la Fiorentina sembrava avere tutte le carte in regola per giocarsi la partita alla pari. Invece una distrazione collettiva sul rinvio del portiere negò ai viola almeno i tempi supplementari che sarebbero stati più che meritati. E invece no: uno dei quei passaggi a vuoto clamorosi della fase difensiva spezzò il sogno europeo di Biraghi e compagni. Un déjà vu, visto quante volte in passato la cosa era accaduta. Ed ahinoi continua ad accadere. Tuttavia se  al termine della sfortunata stagione con due finali perse  Vincenzo Italiano è rimasto per un altro anno sulla panchina della Fiorentina, anziché accasarsi al Napoli orfano di Spalletti e Campione d’Italia o chissà dove, lo deve anche a quella sconfitta di Praga. Pochi giorni dopo Vincenzo Italiano ebbe un colloquio col presidente Commisso e con la dirigenza. Un confronto franco, autentico, che chiuse in partenza ogni possibile ipotesi su un suo ipotetico addio. Al di là delle garanzie tecniche e della costruzione della nuova squadra alla base di quel confronto ci fu soprattutto la voglia di riscatto, la voglia di provarci ancora. Perché la Conference League era nella testa di tutti, soprattutto dell’allenatore, un trofeo alla portata della Fiorentina e l’esclusione dalle coppe europee della Juventus aveva aperto la strada per un’imperdibile seconda occasione. Stavolta però da non sbagliare.Vincenzo Italiano è  rimasto per chiudere il cerchio con la vittoria di un trofeo che a Firenze manca da 23 anni e che potrebbe, come immediata conseguenza, far alzare l’asticella alla Fiorentina con l’approdo alla prossima Europa League. Tra Coppa Italia e Conference, Italiano e i suoi si giocano la stagione. La finale europea chiuderebbe idealmente ( e non solo) il ciclo del tecnico, che vuole farlo alzando al cielo un trofeo.

Col Viktoria e per la Conference serve il miglior Nico

Mister Italiano punta tutto sul carattere e sul talento del suo numero 10

La Fiorentina deve ripartire dopo la sconfitta di Torino contro la Juventus e  mister Vincenzo Italiano ai suoi giocatori chiede di riprendere nel segno di quel secondo tempo che tanto gli è piaciuto e di buttarsi, anima e cuore, sulla Conference League. Questo perché alzare un trofeo sarebbe una soddisfazione per il gruppo, per la città, ma soprattutto per il presidente Rocco Commisso, che sta vivendo un momento difficile certamente legato anche al grande dolore per la prematura scomparsa del direttore generale Joe Barone. Il quale era molto legato anche al gruppo squadra.  Italiano adesso dovrà scegliere gli uomini migliori da mettere in campo. E non è soltanto una questione di talento, ma anche (e soprattutto) di condizione. Nico Gonzalez che è fuori forma, ma è il calciatore più forte a sua disposizione e quello in grado di fare la differenza., cosa che ha già ampiamente dimostrato anche nella Conference.  Grazie infatti alla doppietta nel ritorno dei playoff contro il Rapid Vienna, l’argentino ha trascinato la Fiorentina alla fase a gironi, ribaltando la sconfitta dell’andata, e con il Genk, su calcio di rigore, ha regalato tre punti decisivi per raggiungere gli ottavi. Senza Nico probabilmente la Fiorentina avrebbe avuto un cammino nettamente più complicato. Tuttavia è giusto interrogarsi sul suo utilizzo e sul suo attuale stato di forma da che, dopo l’infortunio a Budapest con il Ferencvaros del 14 dicembre, è irriconoscibile.Tutti ricordiamo però quando, nella passata stagione, in un periodo di simile difficoltà, alla vigilia della partita contro il Lech Poznan, Nico prese la parola in conferenza stampa e disse: ‘’Domani ci penso io’’. E tutti ricordiamo il gol e che partita giocò il numero 10 della Fiorentina. Al di là della presa di posizione e dell’esporsi pubblicamente, adesso Vincenzo Italiano ha bisogno della versione migliore di Nico Gonzalez. A Torino contro la Juventus lo ha fermato il palo, e prima ancora in Coppa Italia contro l’Atalanta uno straordinario Carnesecchi.  Adesso è il momento di mettere bene nel mirino la porta del Viktoria. Fondamentale sarà la rifinitura di oggi: se starà bene e se darà garanzie sarà in campo anche domani dall’inizio, per cercare di trascinare la Fiorentina verso un trofeo che in bacheca manca ormai da troppi anni. 

Domani c'è la Coppa Italia, la Fiorentina si gioca (in parte) la stagione

Le scelte di Italiano e gasperini in vista del match di domani

Mercoledì al Franchi la Fiorentina si gioca un pezzo della sua stagione nella semifinale di andata di Coppa Italia contro l'Atalanta di Gian Piero Gasperini. Due squadre che arrivano alla gara con differenti stati di forma. La Fiorentina non è ancora riuscita a cambiare il trend negativo di questo 2024, l'Atalanta invece procede a gonfie vele verso un piazzamento Champions. Ma come deciderà di affrontarla Mister Vincenzo Italiano? A chi deciderà di affidarsi dopo la disastrosa prova contro il Milan di alcuni tra i migliori giocatori in rosa (vedi Milenkivic e Biraghi)? In difesa la coppia di centrali dovrebbe essere formata da Luca Ranieri e proprio da Milenkovic, mentre sulle fasce Kayode prenderà il posto del brasiliano Dodò, apparso ancora visibilmente fuori forma) e capitan Biraghi. Jack Bonaventura dovrebbe tonare titolare nei due di centrocampo insieme ad Arthur che non era meglio contro il Milan. In attacco i tre dietro al ''gallo'' Belotti saranno con tutta probabilità Nico Gonzalez, Sottil ed ovviamente l'imprescindibile Beltran.I nerazzurri di Gasperini arriveranno a Firenze forti della vittoria per 0-3 di Napoli e con l'ultima sconfitta risalente al 3 marzo contro il Bologna. Gasperini non sarà della partita perché squalificato, con buona pace dei tifosi viola che come sempre gli avrebbero riservato un'accoglienza ''calorosa''. Vedrà la gara del Franchi dalla tribuna. Assente Charles De Ketelaere, così come Scalvini, mentre Zappacosta è recuperato. Dovrebbero rivedersi dal 1' in campo Lookman e Koopmeiners, partiti dalla panchina a Napoli. 

“Toni” è tornato ed è in grande forma. Titolare sabato col Milan?

Italiano pensa alla “convivenza” con Beltran. Kjaer non ce la fa. Franchi sold out.

Antonin Barak, che in nazionale si è esaltato segnando un gol contro la Norvegia e fornendo un assist contro l’Armenia, sembra finalmente aver raggiunto il top della condizione dopo un inizio di stagione complicatissimo dal punto di vista della salute. La sua stagione a Firenze non è stata esaltante finora, ma la sua intenzione è di cercare il riscatto in una squadra, la Fiorentina, che ha creduto in lui resistendo anche alle offerte arrivate a gennaio per l'ex verona, soprattutto da Napoli. “Sono felice di essere rimasto qui”, le sue parole dal ritiro con la Repubblica Ceca. Adesso il giocatore scalpita e Italiano dovrà decidere se concedergli spazio dal primo minuto, magari già sabato sera contro il Milan, o se preferirgli Beltran o addirittura ''dirottare'' l'argentino in un'altra zona del campo per farli coesistere. A proposito di Milan, i rossoneri avranno tantissimi asennze legate a squlifiche ed infortuni. Intanto Stefano Pioli sembra aver preso la decisione definitiva per quanto riguarda il difensore Kjaer, che era uscito malconcio dalla sfida fra la sua Danimarca e la Svezia. Pare che l'ex Atalanta non verrà convocato a scopo precauzionale. Al suo posto sarà convocato uno fra Bartesaghi e Simic. Quindi il Milan al centro della difesa, salvo sorprese, schiererà Gabbia e Tomori. Infine il fattore Franchi: per Fiorentina-Milan è stato raggiunto il tutto esaurito. Il club viola, sui social, ha voluto ringraziare così i propri tifosi: "La passione dei nostri tifosi ha fatto la differenza! Grazie di cuore a tutti coloro che hanno reso possibile questo straordinario sold out. Il Franchi sarà un tripudio di emozioni! Forza Viola!". Firenze si prepara dunque a vivere una serata di grandi emozioni in occasione della prima gara dopo la tragica e prematura scomparsa del direttore generale viola Joe Barone.

L'ultimo regalo di Joe Barone, contatti con Zaniolo?

L'ex Roma ed il suo entourage avrebbero già parlato con la Fiorentina

Il calciomercato non dorme mai. così ecco che, quasi al termine della sosta per le nazionali, spunta l'interesse della Fiorentina per l'attaccante ex Roma e della nazionale Niccolò Zaniolo (anche ex viola a dire il vero). L'attaccante esterno sarebbe l'ultima idea in casa Fiorentina per rinforzare un roster dove i gol latitano. La suggestione, secondo un quotidiano sportivo, sarebbe l'ultimo regalo di Joe Barone, che giorni fa, avrebbe incontrato Claudio Vigorelli, procuratore del giocatore oggi in prestito all'Aston Villa.  L’ex romanista la scorsa estate si è trasferito a Birmingham ma a fine stagione è destinato a tornare in Turchia: l’Aston Villa l’ha preso in prestito oneroso dal Galatasaray per 3,5 milioni, con un obbligo (da 27 milioni) che scatterebbe al raggiungimento dell’80% di minuti giocati in stagione da Zaniolo. Un traguardo già impossibile da tagliare: senza obbligo, l’Aston Villa potrebbe lasciarlo andare eludendo così il potenziale oneroso esborso. A quel punto la Fiorentina potrebbe trattare con il Galatasaray. Chissà se il presidente Rocco Commisso sarà davvero intenzionato a regalare a Firenze questo colpo. E lo stipendio? Chi arriva dalla Premier non guadagna certo poco. L’ingaggio (4 milioni netti) non sarebbe ostacolo semplice da superare. Tuttavia la Fiorentina, da par suo, potrebbe garantire a Zaniolo di tornare a giocare in Serie A ed essere così più ''vicino'' alla nazionale e soprattutto agli occhi del ct Luciano Spalletti, e di farlo anche con un ruolo da protagonista. Sperando che queste motivazioni possono convincere Zaniolo ad abbassare le sue pretese economiche in virtù di un riscatto sul campo che aiuterebbe anche la Fiorentina stessa. 

Milan ai raggi x, i punti deboli dei rossoneri

Difetti, assenze e squalifiche per tentare l'impresa sabato sera al Franchi

Sabato sera a Firenze arriva un Milan sempre più forte del secondo posto in classifica consolidato, complice la recente crisi di risultati dei bianconeri di allegri che, nonostante non abbiano impegni nelle coppe, non riescono a tenere lo stesso ritmo in campionato di qualche mese fa. Ma quali sono i punti deboli della squadra guidata da Stefano Pioli? beh, oltre a quelli accertati dai numeri stagionali che prenderemo a breve in considerazione, diverse falle il Milan le avrà sabato a causa di infortuni e squalifiche. peserà moltissimo l'assenza in questo senso di Theo Hernandez, fermato dal giudice sportivo. Fermi per infortunio e da valutare Kalulu e Kjaer. A centrocampo non sta bene neppure Bennacer. Mister Stefano Pioli sarà dunque costretto a ridisegnare tutto il reparto difensivo che, davanti a Maignan vedrà schierati Calabria e Florenzi sulle fasce e soprattutto una coppia centrale composta da Gabbia e Tomori, i quali hanno ultimamente dimostrato di non essere proprio rodatissimi a livelli di intesa e lettura delle situazioni di gioco. Inoltre, se prendiamo in considerazione le statistiche pregresse di cui sopra, tra le prime quattro squadre in classifica il Milan è la squadra che ha subito più reti: ben 33. Addirittura una in più della stessa Fiorentina (ferma, speriamo ancora per molto a 32). Dal punto di vista realizzativo invece il trend è esattamente inverso. E qui arrivano i problemi per la Fiorentina. Il Milan è il secondo miglior attacco del campionato assieme alla Roma con ben 55 reti siglate (prima a distanza siderale c'è l'Inter con 71). A Firenze infatti davanti ci saranno tutti: Pulisic, Loftus-Cheek, Leao e Giroud. Speriamo che almeno uno di loro non sia in serata, altrimenti sarà dura per la difesa viola reggere l'urto. Anche la Fiorentina, come il Milan, ha i suoi grattacapi tuttavia. Legati soprattutto al rientro dei nazionali dalla sosta. A disposizione di Vincenzo Italiano in molti lo saranno soltanto dalla giornata di venerdì per la rifinitura o al massimo nel pomeriggio di giovedì nella migliore delle ipotesi. Il primo a tornare sarà Bonaventura che, terminata la tournée con l'Italia, resterà anche oggi in America in occasione del funerale di Giuseppe Barone. Bonaventura sarà comunque indisponibile contro il Milan causa squalifica. Kayode, impegnato con l'under 21 azzurra, oggi affronterà la Turchia e il suo rientro in città è previsto per mercoledì. Così come per Barak che, in splendida forma con la sua Repubblica Ceca, oggi sfiderà l'Armenia. Milenkovic è impegnato con la Serbia. Rientro atteso tra domani e mercoledì. Mentre Nico, con la sua Argentina, giocherà mercoledì contro Costa Rica, per un'altra amichevole. Beltran, invece, impegnato con la squadra argentina per le Olimpiadi under 23. Il rientro dei due, è atteso solamente tra giovedì e venerdì. Probabilmente parteciperanno solo ad un solo allenamento prima di Fioretina-Milan. I rossoneri ritroveranno oggi Leao dopo gli impegni con il Portogallo, oggi in campo invece Olivier Giroud, Theo Hernández e Mike Maignan (Francia), Tijjani Reijnders (Olanda), Noah Okafor (Svizzera) e Jan-Carlo Simić (Serbia Under 19), oltre a Francesco Camarda (Italia Under 17).

Fiorentina avanti grazie a Barak

L'uomo delle Coppe porta Italiano e ai suoi ai quarti di Conference League

In attesa del sorteggio di oggi alle 14:00 quando la Fiorentina conoscerà la sua prossima avversaria nei quarti di finale della Conference League, Italiano sorride e ringrazia il suo amuleto Barak. Il calciatore Cieco che ha recuperato, pare, la forma migliore nel momento cruciale della stagione dopo un'estate difficile in cui ha rischiato addirittura di non ottenere l'idoneità sportiva a causa di una brutta infezione che lo ha colpito.Adesso però questi brutti ricordi sono alle spalle ed il suo attuale stato di forma è senza dubbio un'ottima notizia per il tecnico viola. Anche perché ''Toni'', così lo chiamano i compagni di squadra, non ha perso il vizio del gol ritrovando subito il feeling con la rete. Dopo la rete della scorsa settimana a Budapest che mise la firma sulla vittoria viola contro il Maccabi Haifa nella gara di andata, ieri Barak si è ripetuto con un colpo di testa su assist di Faraoni. La sua rete ha contribuito anche a scacciare qualche fantasma di troppo che rischaiva di materializzarsi sul campo del Franchi dopo un primo tempo davvero ''spento'', e siamo gentili, giocato dalla Fiorentina. Lo scorso anno un'altra rete in extremis di Barak contro il Basilea, sempre in Conference League, portò la Fiorentina in finale a Praga e la speranza è che anche quest'anno i viola saranno in grado di centrare la finale di Atene magari grazie proprio all'aiuto del centrocampista ex Verona che nonostante i molti problemi fisici affrontati in stagione resta, con 4 reti in sole 22 presenze, uno dei migliori realizzatori per media minuti giocati di tutta la squadra.

Bonaventura vs Pellegrini, la sfida nella sfida nella gara di domani sera al Franchi

I due centrocampisti lottano per un posto all'Europeo e cercano di convincere il ct Spalletti

Sfida nella sfida domani sera allo stadio Franchi. Oltre a quella tra Fiorentina e Roma che si affronteranno per un posto in Europa il capitano giallorosso Pellegrini e il viola Bonaventura si troveranno faccia a faccia per cercare di convincere il ct azzurro Spalletti per farsi convocare ad Euro 2024. Inutile dire che Pellegrini in questo momento sia nettamente favorito rispetto a Bonaventura. Non solo può giocare in più ruoli (esterno nel 4-3-3), ma il suo stato di forma è pressoché al top ed è il trascinatore della Roma di De Rossi in questo recente periodo. Un giocatore sinceramente irrinunciabile e che potrebbe permettere a Spalletti, visti i numerosi problemi fisici dei suoi esterni (Chiesa, Berardi e non solo) di non rinunciare al modulo base. Ma, qualora il tecnico di Certaldo decidesse di varare una variante tattica che preveda la presenza di un trequartista in un modulo più stretto, le porte della convocazione ad Euro 2024 potrebbero aprirsi anche per Bonaventura senza necessariamente escludere Pellegrini. Anzi, entrambi potrebbero giocare sia come ''10'' che come mezz'ali, ambedue in grado di garantire gol, assist ed inserimenti per un attacco che fatica ancora a trovare il suo punto di riferimento vista la crisi dei centravanti italiani. Dopotutto non molto tempo fa, dopo la sua ri-convocazione in nazionale, Luciano Spalletti definì Bonaventura ''il nostro Bellingham''. Jack non tardò a confermare questa previsione dando un contributo importante, con gol ed assist, alla qualificazione azzurra ai prossimi campionati europei. Cosa tutto meno che scontata visti i recenti chiari di luna.    

La poiana spadroneggia ancora a Grassina: l'animale è stato catturato

I carabinieri forestali hanno ripreso le attività di ricerca e messa in sicurezza dell’animale questa mattina

AGGIORNAMENTO 12:51 - Il nucleo dei carabinieri forestali impegnato nella cattura della poiana allevata in cattività e fuggita nel comune di Bagno a Ripoli, frazione di Grassina, ha recuperato e messo in sicurezza il rapace nella tarda mattinata di oggi. Proseguono le ricerche del proprietario che non ha denunciato ancora la scomparsa dell'animale.Dalle 8:30 di questa mattina sono rientrati in azione i carabinieri del gruppo della guardia forestale per cercare di catturare la poiana che sta creando qualche disagio a Grassina, frazione del comune di Bagno a Ripoli. Il rapace si è avvicinato nella giornata di ieri a due persone; alla prima ha rubato il cappello e alla seconda ha sfiorato il capo provocando un’escoriazione di lievissima entità. L’animale, spiegano i carabinieri, non rappresenta un pericolo per l’uomo in alcun modo essendo un animale allevato in cattività ed è possibile che queste azioni compiute dall’animale siano in realtà una risposta ad un gesto o ad un atteggiamento inconsciamente compiuto dalle due persone coinvolte nei fatti che la poiana ha evidentemente riconosciuto come familiari al suo addestramento. Nessun attacco intenzionale nei confronti delle persone quindi. Nel frattempo proseguono i tentativi dei carabinieri di risalire al proprietario dell’animale che ha una fascetta identificativa legata alla zampa, ma al momento non risulta alcuna denuncia di smarrimento dell’animale. L’obiettivo resta dunque quello di mettere in sicurezza le persone quanto prima ma soprattutto la poiana stessa, la quale appartiene ad una particolare specie tutelata e protetta (Poiana di Harris). Nei tentativi di recupero sono stati impiegati anche due falconieri in questi giorni con richiami di cibo e con altre due poiane, una maschio ed una femmina, ma per il momento la poiana fuggita non si sta facendo avvicinare per quanto i carabinieri siano ottimisti sulla buona riuscita dell’operazione che sperano di chiudere già nella giornata di oggi. 

Lazio ultima chiamata per l'Europa

La Fiorentina, oggi ottava in classifica, lunedì andrà in campo per salvare la prospettiva europea della stagione

Con la vittoria per 2-0 sul campo del Torino nel recupero della 21esima giornata di Serie A la Lazio di Maurizio Sarri ha scavalcato in classifica la Fiorentina piazzandosi al settimo posto con due lunghezze di vantaggio. Un boccone amaro da digerire se pensiamo al fatto che alla 18esima giornata, l'ultima che ha visto la Fiorentina vincente sul Torino e prima della crisi di risultati arrivata in campionato e di un mercato di gennaio che ha lasciato molti tifosi insoddisfatti, la classifica vedeva la Fiorentina al quarto posto con 33 punti e la Lazio nona a 27, ben sei punti di distacco a favore dei viola. Questo solo per quantificare in modo tangibile i punti persi dalla squadra di Vincenzo Italiano in 7 nerissime giornate di campionato nelle quali l'unica finestra di luce è stata la vittoria casalinga contro un Frosinone tutt'altro che irresistibile. Inoltre, giocando di lunedì sera, Fiorentina e Lazio si troveranno di fronte ad una classifica che potrebbe essersi già ulteriormente complicata per entrambe. Il Bologna scenderà in campo questa sera contro il Verona al Dall'Ara, l'Atalanta affronterà il Milan a San Siro in uno scontro diretto, la Roma riceverà il Torino all'Olimpico ed il Napoli di Calzona sarà di scena a Cagliari. Insomma, una sfida quella di lunedì sera che potrebbe valere molto per la classifica ma soprattutto per le ambizioni europee di una Fiorentina che deve ritrovare se stessa oltre che i risultati. 

Fiorentina, momento nero e arriva la Lazio

Stasera Sarri risparmia Zaccagni, Italiano spera nel recupero dei migliori

Diciamo che tutti nella vita attraversiamo momenti più o meno fortunati. Ci sono giorni in cui sembra andare tutto storto, altri in cui invece il mondo sembra sorriderti. È abbastanza evidente in quale dei due periodi si trovi la Fiorentina. Esclusa la piacevole parentesi con il Frosinone il momento dei viola è più nero che mai e, ovviamente, lunedì arriverà a Firenze la Lazio di Sarri, vera e propria bestia nera per la squadra di Italiano. Unica consolazione è che i biancocelesti potrebbero essere più affaticati dei gigliati in virtù dei recenti impegni di Champions e soprattutto della sfida di campionato di questa sera. La Lazio disputerà il match di recupero della 21^ giornata in casa del Torino senza un titolatissimo: Mattia Zaccagni, come riportato dalle convocazioni appena diramate dalla società biancoceleste. Veramente indisponibile o già strategia tattica per la partita di Firenze? Il giocatore, rientrato da poco da un infortunio all'alluce sinistro, pare sia stato mantenuto precauzionalmente ai box per essere schierabile almeno a partita in corso lunedì sera. Zaccagni, già sogno viola del mercato di gennaio, diventa ancor più un rebus da comprendere e da risolvere per la squadra gigliata. La Fiorentina invece, come detto, non vive certo un momento fortunato viste le condizioni fisiche non ottimali di molti dei suoi migliori uomini, Nico Gonzalez ed Arthur su tutti, ai quali si aggiunge anche Kouamè tornato vincitore dalla Coppa d’Africa con la nazionale della Costa d’Avorio ma che gli è costata un’infezione malarica. Vediamo se Italiano confermerà ancora il modulo con gli esterni o se cambierà strategia di fronte ad una Lazio che lo ha spesso messo in difficoltà negli ultimi incroci.

Italiano ed i calciatori più utilizzati: i dati di questa Fiorentina

Ecco la top 11 dei calciatori col maggiore minutaggio

Italiano ed i calciatori più utilizzati. nelle 36 gare ufficiali stagionali disputate finora (totale 3.615  minuti, recuperi compresi), grazie ai dati forniti da violanews.com, stiliamo la top 11 dei calciatori col maggiore minutaggio, schierando un 5-3-2 e prendendo in considerazione anche i 5 cambi a disposizione in una reale partita.iniziamo:al primo posto milenkovic, con 32 partite giocate e 2801 minuti, batte persino Terracciano che arriva secondo (paga l'alternanza con Christensen) con 2752 minuti all'attivo. Sul terzo gradino del podio si piazza capitan biraghi a quota 2472. E si passa ad un altro difensore, ironia della sorte Quarta arriva quarto. L'argentino arriva a quota 2289. poi tocca a due centrocampisti: Bonaventura, 2270 ed Arthur 2212. Viene da pensare che, senza i recenti problemi fisici, il centrocampista brasiliano sarebbe stato certamente in grado di insidiare al primo posto di questa particolare classifica lo stesso Milenkovic, ma proseguiamo. E lo facciamo inserendo in graduatoria un altro difensore: Ranieri che accumula 2193 minuti in stagione. Sempre in difesa, ma sulla corsia esterna, ecco che troviamo l'esordiente Kayode, ancora sopra il muro dei 2000 minuti: 2067 per l'esattezza. non male come primo anno tra i professionisti. nono duncan, 1972, poi i due attaccanti: Beltran con 1960 e Nzola con 1953. a riprova di quanto davanti mister Italiano le abbia provate tutte.Quindi, mettendo in campo questa particolare formazione, come detto, ne esce un 3-5-2 con Terracciano tra i pali; difesa con Quarta, Milenkovic e Ranieri; centrocampo con Kayode, Duncan, Bonaventura, Arthur e Biraghi; attacco con Beltran e Nzola.E i cambi? Proseguiamo a scendere in questa classifica per vedere, come detto, chi sono gli altri 5 calciatori più utilizzati per completare gli slot delle sostituzioni disponibili nei 90 minuti regolamentari. Il primo cambio è Mandragora con 1817 minuti, poi Nico Gonzalez con 1792. Altro calciatore, ancora più di Arthur, che se avesse sempre goduto di buona salute sarebbe stato sicuramente in top 5, ma anche top 3. Chiudiamo con un altalenante Ikoné con 1652, Parisi con 1577 e Kouamè con 1207 minuti giocati in stagione.

Fiorentina verso Lecce questa sera ancora in emergenza

Dal mercato nessun aiuto, o quasi, per Italiano

Dopo una finestra di mercato tutt'altro che spumeggiante la Fiorentina vi appresta a scendere in campo questa sera al Via del Mare contro il Lecce gestito dall'ex ds viola Pantaleo Corvino. Sia il Lecce che la Fiorentina non vivono un momento positivo in campionato: i viola sono reduci da un solo punto nelle ultime 3 gare di campionato, stessi punti messi assieme nelle ultime 5 gare dai salentini. Per entrambe dunque una gara da vincere. Ma come la affronterà Vincenzo Italiano? Con Ikoné squalificato a disposizione ci sono i soli Sottil e Nico Gonzalez come attaccanti esterni ed entrambi non sono al meglio: al massimo hanno 60 minuti nelle gambe. E allora che fare? Possibile un cambio di modulo, ma difficile che la difesa possa passare a 3 dato che i centrali in rosa sono soltanto quattro e in panchina come alternativa rimarrebbe il solo Comuzzo. unica soluzione sarebbe far fare a Faraoni il braccetto di destra. a Centrocampo, inoltre, mancherà anche Arthur. Possibile dunque un modulo che preveda la difesa a 4 e due attaccanti veri. Questo farebbe schizzare in alto le quotazioni di un Belotti appena arrivato in viola e subito titolare. Vedremo cosa deciderà mister Italiano questa sera pur di riportare alla vittoria la sua Fiorentina.

Il mercato della Fiorentina: avanti su Vargas, Brekalo e Mina partono?

L'Olympiakos vuole i due calciatori viola

La Fiorentina non molla il principale obiettivo del suo mercato, un esterno offensivo da aggiungere a quelli già a disposizione di mister Vincenzo Italiano. Al di là dei nomi esotici emersi nelle ultime ore e della trattativa naufragata con il Club América per Bryan Rodriguez il nome in cima alla lista per Pradè e Barone è sempre stato, e continua ad essere, quello dello svizzero Ruben Vargas. La situazione non è cambiata rispetto a qualche giorno fa, quando la trattativa sembrava essersi arenata. L'Augusta, club proprietario del cartellino, non molla e continua a chiedere 10 milioni di euro per lasciar partire il suo calciatore, ma la Fiorentina non arriva ad offrire più di 7 milioni. La differenza sembrerebbe minima e facilmente colmabile con l'inserimento di qualche bonus ma questo finora non è accaduto. I viola si fanno forti di un'intesa di massima già raggiunta col giocatore e del tempo che scorre inesorabile verso la chiusura della finestra di mercato. Il contratto di Vargas scade a giugno del 2025 e questo è potenzialmente l'ultimo mercato nel quale il club tedesco può sperare di monetizzare al massimo la sua cessione. le parti si aggiorneranno nei prossimi giorni. Sul fronte cessioni la situazione è più movimentata. Tramontata definitivamente la possibilità che Ikoné possa lasciare Firenze gli sforzi del club gigliato si sono concentrati nel tentare di accontentare Brekalo che ha chiesto di essere ceduto. Già ad un passo dal ritorno in patria alla Dinamo Zagabria il suo destino sembra essere legato alla Grecia. Lo vuole l'Olympiakos per rilanciare le sue ambizioni in campionato e propone alla Fiorentina un prestito con diritto di riscatto che sembra soddisfare quasi perfettamente le richieste economiche della Fiorentina. I due club discutono sul pagamento dell'ingaggio del calciatore da qui fino al termine della stagione. Olympiakos che avrebbe messo nel mirino anche il difensore colombiano Mina, ma se ne riparlerà da lunedì. I viola non sono convinti di cederlo praticamente gratis includendo nell'affare legato a Brekalo e c'è da capire se il giovane Comuzzo è pronto per scalare la gerarchia nel reparto difensivo della Fiorentina ed essere chiamato in causa più spesso.

Intelligenza artificiale e ‘’reddito universale’

E’ uno scenario plausibile?

Non molto tempo fa il multimiliardario e proprietario di Microsoft Bill Gates è tornato a ribadire una sua "profezia": con l’arrivo dell’intelligenza artificiale i lavori per gli esseri umani saranno sempre meno e per sostenere il turbocapitalismo ed il consumismo di massa, nonché prevenire e curare la disuguaglianza sociale, l’unica soluzione sarà un reddito universale che la maggior parte delle persone sul pianeta possano ricevere in maniera omogenea. Sia per quella che è attualmente l’implementazione della IA nelle sue innumerevoli applicazioni, sia per la titanica difficoltà di mettere in piedi un sistema come reddito universale, questa prospettiva appare, almeno per il momento, utopistica. Ma il mercato del lavoro in Italia che cosa racconta? Che ci sono sempre più aziende che non trovano il personale specializzato che ricercano, nonostante gli istituti tecnici si stiano sempre più indirizzando verso la formazione di personale altamente specializzato in determinate mansioni.  Questa per la "solita vecchia ragione" che ci sono lavori e mansioni che gli italiani, giovani o meno, non vogliono più svolgere. Ed allora è inevitabile che questi lavori prima o poi qualcuno se li verrà a prendere: che siano stranieri immigrati, "nuovi italiani" o aziende che aprano in Italia le proprie succursali esportando anche i propri lavoratori. Prima o poi nel nostro paese si costituirà una nuova forza lavoro, certamente prima che l’IA sostituisca l’essere umano o che venga varato il reddito universale.