I pm vogliono ricostruire le direttive impartite. Inchiesta aperta anche a Firenze

Relazioni di servizio, registrazioni delle comunicazioni via radio, elenchi del personale impegnato nelle manifestazioni, immagini della polizia scientifica, frame delle telecamere comunali, referti delle persone ferite, catene di comando. 

Le inchieste della Procura di Pisa e di Firenze si muovono, più o meno, sugli stessi binari per cercare di ricostruire le eventuali responsabilità negli scontri di venerdì durante le manifestazioni.

Le indagini a Pisa
A Pisa la Digos ha depositato una seconda informativa, che si aggiunge al rapporto dei carabinieri che hanno acquisito tutti i video circolati sui social o ripresi dalle telecamere di videosorveglianza. 

Se c’è già una prima relazione in cui vengono individuati come presunti responsabili almeno 5 antagonisti che hanno avuto un ruolo durante il corteo, adesso ci si concentra sulle cariche della polizia. La Procura di Pisa vuole capire quali siano state le istruzioni impartite dai due funzionari (col ruolo di commissari capi) e da un dirigente della Questura, tutti presenti alla manifestazione non preavvisata: chi è che avrebbe autorizzato la carica che ha poi portato al ferimento di tredici studenti minorenni? 

Tre gli agenti feriti.

Agli atti è finito anche l’elenco di due squadre del Reparto mobile di Firenze: 16 agenti che — poco prima di piazza dei Cavalieri — hanno caricato i manifestanti. Nelle prossime ore la Digos dovrà stabilire chi di loro abbia fatto che cosa a ognuno dei tredici feriti. 

In totale — con i tre ufficiali di polizia — sono diciannove le posizioni che la Digos di Pisa sta ricostruendo. Agli atti anche il tentativo di sapere da parte della polizia quale percorso avrebbero fatto i manifestanti per poi sfilare nella città della Torre.

L'informativa di Piantedosi
«Sia a Firenze che a Pisa — ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi nella sua informativa al Consiglio dei ministri — i partecipanti hanno tentato di superare lo sbarramento delle forze di polizia a tutela di obiettivi sensibili». A Pisa, ha spiegato, «non era stato presentato alcun preavviso alla questura che ha cercato più volte di contattare gli organizzatori per ottenere informazioni anche sul percorso ma invano. I manifestanti non hanno voluto fornire indicazioni su dove fossero diretti e si sono sottratti ai reiterati tentativi di mediazione da parte della Digos, provando, nonostante gli ammonimenti e la richiesta espressa e ripetuta di non dirigersi in Piazza dei Cavalieri, di forzare il blocco delle Forze di polizia e venendo volutamente a contatto con i Reparti mobili».

Le cariche a Firenze
A Firenze invece «i manifestanti hanno preavvisato la questura solo 24 ore prima. Durante il corteo, dopo aver acceso numerosi fumogeni e imbrattato un esercizio commerciale, hanno cercato di raggiungere il Consolato Usa, già oggetto di attentato incendiario il 2 febbraio, non rispettando quanto comunicato in sede di preavviso in merito al luogo di conclusione della manifestazione. In tale tentativo, i manifestanti hanno provato più volte a sfondare il cordone di sicurezza posto a protezione dell’obiettivo sensibile».

A Firenze sono state cinque le persone ferite: una ragazza ha riportato 20 giorni di prognosi mentre altre quattro manifestanti hanno una prognosi da due a cinque giorni. 

La Digos avrebbe denunciato cinque manifestanti, tutti maggiorenni, per diversi reati (tra cui danneggiamento) e sta cercando di risalire a chi avrebbe dato la manganellata alla ragazza che ha riportato le ferite più gravi. 
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