Condannati dal tribunale di Pistoia sette imputati di spaccio di stupefacenti con pene da 4 mesi a 3 anni e 4 mesi e 10.000 euro di multa. È l'epilogo dell'indagine 'Thunderstorm' che stangò la rete dei pusher di Quarrata, capaci di estendere la loro influenza anche nelle province di Prato e di Firenze, agendo fino a Campi Bisenzio. Il processo ha ricostruito che i pusher erano in prevalenza italiani i quali non erano coordinati in un'unica organizzazione, ma ciascuno gestiva sue zone di competenza e aveva clientela fissa.
Tra loro c'erano rapporti di collaborazione: quando qualcuno, ad esempio, non disponeva della sostanza richiesta, indirizzava l'acquirente verso un 'collega'. I fornitori di questa rete di spacciatori al dettaglio furono individuati in alcuni cittadini di nazionalità marocchina.Singolari i termini usati al telefono per indicare la quantità e la qualità delle sostanze richieste senza l'impiego di termini espliciti ma di parole in codice. Di volta in volta si parlava di "galline", "ragazze", "marmitte".
L'indagine prese il via nel dicembre 2019 dall'arresto in flagranza di uno spacciatore nei pressi di piazza Aldo Moro a Quarrata (Pistoia). Il contenuto del telefono cellulare della persona arrestata, insieme a diverse segnalazioni di abitanti, contribuirono ad indirizzare le indagini coordinate dalla procura di Pistoia. Così i carabinieri della stazione di Quarrata, grazie anche a pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, scoprirono l'esistenza di una vasta attività di spaccio, che si estendeva anche alle province limitrofe.
Il processo conclude con successo per procura di Pistoia e carabinieri l'indagine. In precedenza altri nove indagati -presi nella stessa inchiesta antidroga - hanno patteggiato nel dicembre 2021 condanne da 6 mesi a 4 anni e 8 mesi di reclusione.
Tra loro c'erano rapporti di collaborazione: quando qualcuno, ad esempio, non disponeva della sostanza richiesta, indirizzava l'acquirente verso un 'collega'. I fornitori di questa rete di spacciatori al dettaglio furono individuati in alcuni cittadini di nazionalità marocchina.Singolari i termini usati al telefono per indicare la quantità e la qualità delle sostanze richieste senza l'impiego di termini espliciti ma di parole in codice. Di volta in volta si parlava di "galline", "ragazze", "marmitte".
L'indagine prese il via nel dicembre 2019 dall'arresto in flagranza di uno spacciatore nei pressi di piazza Aldo Moro a Quarrata (Pistoia). Il contenuto del telefono cellulare della persona arrestata, insieme a diverse segnalazioni di abitanti, contribuirono ad indirizzare le indagini coordinate dalla procura di Pistoia. Così i carabinieri della stazione di Quarrata, grazie anche a pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, scoprirono l'esistenza di una vasta attività di spaccio, che si estendeva anche alle province limitrofe.
Il processo conclude con successo per procura di Pistoia e carabinieri l'indagine. In precedenza altri nove indagati -presi nella stessa inchiesta antidroga - hanno patteggiato nel dicembre 2021 condanne da 6 mesi a 4 anni e 8 mesi di reclusione.
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