La squadra di Palladino eccelle in campionato, ma fatica a concretizzare nelle competizioni europee. Il turnover per il Pafos e lo scontro diretto con l’Inter saranno decisivi

La Fiorentina di Raffaele Palladino si presenta con due facce ben distinte, evidenti anche a un’analisi superficiale. In Serie A, i viola viaggiano a un ritmo travolgente, mostrando un cinismo che li rende tra i più letali in campionato. Tuttavia, in Europa, e in particolare nella fase a gironi della Conference League, la squadra perde parte della sua efficacia, faticando a trasformare le occasioni in gol con la stessa efficienza.

Nel campionato italiano, la Fiorentina ha messo in mostra un’efficienza realizzativa del 15,2%, seconda solo all’Atalanta, che guida questa classifica con il 16%. La capacità di concretizzare si traduce in gol spesso alla prima occasione utile, come visto nei match contro Como, Lecce e Torino. Questo cinismo ha portato la squadra a segnare 27 gol in 13 giornate, con una media di 2,1 reti a partita, posizionandola tra le migliori del torneo.

Il quadro cambia se si guarda alla Conference League. Durante la fase a gironi, la Fiorentina ha tentato ben 67 conclusioni, centrando lo specchio 30 volte e segnando solo 7 reti, per una percentuale realizzativa che scende al 10,4%. Il dato evidenzia una difficoltà nel tradurre le numerose occasioni in gol, una lacuna che pesa in un contesto europeo dove il margine d’errore è ridotto. La differenza di rendimento tra campionato e competizioni internazionali si riflette anche nella prestazione dei singoli, con Moise Kean in evidenza in Serie A grazie alla sua capacità di finalizzare ogni occasione, come accaduto contro Como e Torino.

Da ieri, la Fiorentina ha spostato l’attenzione sulla sfida di giovedì contro il Pafos. I ciprioti, pur senza un nome altisonante, rappresentano un avversario insidioso: primi nel loro campionato e con due successi europei alle spalle, arriveranno a Firenze con l’intento di giocarsi la partita dell’anno. Palladino sta valutando una rotazione importante della formazione per preservare le energie in vista dello scontro diretto di domenica sera contro l’Inter, un match che potrebbe avere un impatto cruciale sulla corsa scudetto.

La gestione della rosa sarà determinante. Giocatori come Kayode, Parisi, Pongracic, Quarta e Mandragora sperano in una chance per mettersi in mostra, ma le scelte dipenderanno dal bilancio tra necessità di turnover e mantenimento della competitività. L’incognita più grande riguarda Moise Kean: farlo riposare potrebbe essere utile per preservarlo per la sfida contro l’Inter, ma la sua assenza potrebbe rendere più difficile mantenere il cinismo necessario contro il Pafos.

La Fiorentina si trova dunque davanti a un doppio obiettivo: confermare la propria forza in campionato senza trascurare l’Europa. La capacità di trovare un equilibrio tra efficienza realizzativa e gestione delle risorse sarà cruciale per affrontare le sfide ravvicinate e confermarsi ai vertici sia in Italia che in Europa.

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