La Fiorentina di Raffaele Palladino si trova ad affrontare un inizio di stagione caratterizzato da diverse sfide, tra cui la necessità di stabilire gerarchie chiare in mezzo al campo e risolvere i problemi difensivi che stanno penalizzando il rendimento della squadra. A questo si aggiunge la graduale integrazione di nuovi acquisti come Gudmundsson e l'impatto già tangibile di Robin Gosens, che si sta rivelando un rinforzo cruciale. Questi elementi stanno contribuendo a definire il percorso della squadra viola, tra incognite tattiche e certezze da consolidare.
L’abbondanza di centrocampisti a disposizione di Palladino rappresenta un'opportunità, ma allo stesso tempo anche una sfida. Fino al trasferimento di Sofyan Amrabat in Turchia, il marocchino era un punto fermo del centrocampo, giocando quasi sempre al fianco di Mandragora o Richardson. Con il mercato estivo che ha portato a Firenze ulteriori rinforzi come Cataldi, Bove e Adli, il numero di soluzioni per Palladino è cresciuto notevolmente. Tuttavia, questa pluralità di scelte non ha ancora prodotto una chiara gerarchia tra i titolari.
Nell'ultima partita contro l'Atalanta, Palladino ha sperimentato con un centrocampo a tre, dimostrando che diverse soluzioni possono essere adottate nel modulo 3-4-2-1. Le combinazioni possibili sono numerose: sulla carta, si potrebbero comporre almeno dieci coppie di centrocampisti, mentre le opzioni per un terzetto sono ancora più ampie. Tuttavia, la squadra viola deve ancora trovare un equilibrio tattico che possa dare stabilità al gioco e, soprattutto, evitare le pericolose amnesie difensive che hanno contraddistinto alcune delle ultime prestazioni.
L’idea di base di Palladino sembra essere quella di considerare Adli e Cataldi come i "cervelli" della squadra, due giocatori dalle caratteristiche complementari. Adli, con la sua visione di gioco e capacità di gestire il possesso palla, sarà fondamentale nelle partite dove la Fiorentina potrà dominare la scena con il possesso prolungato. Al contrario, Cataldi, noto per la sua corsa e l'abilità nel recupero palla, sarà decisivo nei match più intensi, dove sarà necessario rincorrere gli avversari e garantire copertura difensiva. Intorno a loro, Mandragora, Bove e Richardson sono destinati a ruotare, offrendo soluzioni diverse a seconda delle necessità tattiche del momento.
L’abbondanza di centrocampisti a disposizione di Palladino rappresenta un'opportunità, ma allo stesso tempo anche una sfida. Fino al trasferimento di Sofyan Amrabat in Turchia, il marocchino era un punto fermo del centrocampo, giocando quasi sempre al fianco di Mandragora o Richardson. Con il mercato estivo che ha portato a Firenze ulteriori rinforzi come Cataldi, Bove e Adli, il numero di soluzioni per Palladino è cresciuto notevolmente. Tuttavia, questa pluralità di scelte non ha ancora prodotto una chiara gerarchia tra i titolari.
Nell'ultima partita contro l'Atalanta, Palladino ha sperimentato con un centrocampo a tre, dimostrando che diverse soluzioni possono essere adottate nel modulo 3-4-2-1. Le combinazioni possibili sono numerose: sulla carta, si potrebbero comporre almeno dieci coppie di centrocampisti, mentre le opzioni per un terzetto sono ancora più ampie. Tuttavia, la squadra viola deve ancora trovare un equilibrio tattico che possa dare stabilità al gioco e, soprattutto, evitare le pericolose amnesie difensive che hanno contraddistinto alcune delle ultime prestazioni.
L’idea di base di Palladino sembra essere quella di considerare Adli e Cataldi come i "cervelli" della squadra, due giocatori dalle caratteristiche complementari. Adli, con la sua visione di gioco e capacità di gestire il possesso palla, sarà fondamentale nelle partite dove la Fiorentina potrà dominare la scena con il possesso prolungato. Al contrario, Cataldi, noto per la sua corsa e l'abilità nel recupero palla, sarà decisivo nei match più intensi, dove sarà necessario rincorrere gli avversari e garantire copertura difensiva. Intorno a loro, Mandragora, Bove e Richardson sono destinati a ruotare, offrendo soluzioni diverse a seconda delle necessità tattiche del momento.
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