Per la Fiorentina parte il decisivo tour de force finale

In una sosta in cui da casa Fiorentina hanno parlato praticamente tutti, da Palladino (più volte) a Folorunsho passando per De Gea, Adli, Moreno, Parisi, Cataldi, Mandragora, agenti, fratelli, scopritori e pure una ‘vecchia zia ricca’ (cit.), è giunto il momento di passare dalle parole ai fatti. Tranne qualche rara eccezione, il messaggio che è filtrato è stato più o meno sempre lo stesso: ‘vogliamo provare a vincere la Conference, andare in Europa, sperando nella Champions’. Ecco, l’occasione per fare piuttosto che dire arriva subito, tra poche ore, quando a Firenze arriverà l’Atalanta di Gian Piero Gasperini.

Domenica alle 15, al Franchi, la Fiorentina ha la grande opportunità di trasformare i pensieri in fatti. Fare tre punti coi bergamaschi potrebbe, nell’ordine: alimentare entusiasmo e fiducia, che sono tornati dopo i successi con Juve e Panathinaikos; permetterebbe ai viola di Palladino di arrivare all’altra sfida da Europa del prossimo turno, col Milan, ancora più lanciati; sarebbe un segnale di continuità; sarebbe un’altra big che cade al Franchi dopo Juventus, Lazio, Roma, Milan e Inter (dove per big si intende chi sta facendo un campionato da zona Europa, quindi anche il Bologna, ancora da affrontare in casa); permetterebbe di recuperare altri punti persi contro le piccole (per quanto da qui in avanti non si possa più sbagliare contro chi è in fondo alla classifica); permetterebbe a Palladino di battere per la prima volta in carriera il maestro Gasperini, contro cui ha perso 4 volte su 4 fin qui. Più, ovviamente, un’altra lunga serie di cose.

Annullare l’attacco dell’Atalanta, ad esempio, potrebbe ulteriormente confermare la bontà del nuovo assetto tattico, col 3-5-2 che dalla sfida col Lecce in poi ha dato i suoi frutti. Sia per rendimento collettivo che di singoli, su tutti Pablo Marì, Gosens e Dodo sulle corsie, buone prove degli interpreti del centrocampo a tre, rinascita di Gudmundsson a cui è stata concessa maggiore libertà di muoversi attorno a Kean.

Ecco, fiducia, dicevamo. Perché la Fiorentina avrebbe anche potuto vincerle tutte, da un giorno x a uno y, ma per quello che stava facendo vedere in campo fino al match in Grecia col Panathinaikos appariva veramente difficile pensarlo, o anche solo sperarlo. Ora, invece, qualcosa è cambiato. Qualche singolo è cresciuto, il nuovo assetto tattico sta dando buoni risposte, la condizione fisica pare migliorata ed ecco che la fiducia ha preso il posto della speranza. Concetti sinonimi, più o meno, ma dal significato intrinseco molto diverso.

Arriva l’Atalanta, domenica, poi ci sarà il Milan a seguire, quindi il calendario dà una mano alla causa viola con il trittico Parma, Cagliari ed Empoli. Tris da vincere, come il doppio incrocio col Celje che permetta di andare avanti in Europa. Tutto si giocherà da qui a pochi giorni. Coi successi su Juve e Panathinaikos la Fiorentina è ripartita, sì, ma il bello arriva adesso. Il rischio flop è ancora dietro l’angolo, così come i sogni di gloria, da intendersi come l’arrivo in Europa League, in Champions e/o la vittoria della Conference League. La Fiorentina ha il suo destino in mano. E il momento è adesso, dietro l’angolo. Già da domenica.

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