Occorre fare un salto temporale di quasi otto decenni per rintracciare una Fiorentina così malridotta in classifica a questo punto della stagione. Era il 1946-47 quando la formazione guidata da Guido Ara occupava la diciassettesima posizione con una sola affermazione all'attivo. Adesso, in un contesto calcistico completamente differente, il club viola si ritrova nuovamente nelle posizioni della classifica da brivido, con prestazioni che cominciano a generare apprensione e rievocano la catastrofica annata 1992-93, terminata con l'amara retrocessione.
Dall'arrivo della proprietà Commisso, questo rappresenta l'inizio peggiore in assoluto. Nonostante investimenti sul mercato pari a novanta milioni di euro, la compagine gigliata ha conquistato meno punti rispetto a qualunque altra partenza nelle sei stagioni precedenti sotto la gestione americana. Neppure con Italiano o con lo stesso Palladino nelle precedenti esperienze si erano registrati avvii così negativi: dopo sei partite, il bottino era sempre stato almeno doppio rispetto a quello attuale. Con due trasferte di fila a San Siro (prima contro il Milan e successivamente contro l'Inter) e nel mezzo l'impegno interno contro il Bologna, il quadro appare decisamente preoccupante.
È soltanto la quarta occasione nella storia del club fiorentino in cui la squadra raggiunge la settima giornata senza essere riuscita a conquistare nemmeno una vittoria (i precedenti risalgono al 1928-29, 1935-36 e 1977-78). A rendere ancora più fosco il panorama ci sono tre sconfitte consecutive tra le mura amiche contro Napoli, Como e Roma, circostanza che non si verificava dal lontano 1927, all'epoca del Velodromo Libertas.
Si tratta di cifre che testimoniano una crisi inaspettata e profonda, specialmente considerando le ambizioni manifestate durante l'estate. Per il momento, il tempo e la fiducia dirigenziale restano a disposizione di Pioli, tuttavia il calendario ostico e l'assenza di risultati positivi caricano il futuro prossimo di interrogativi e incertezze.
Nonostante questa statistica scoraggiante, la dirigenza della Fiorentina non nutre dubbi: Stefano Pioli rappresenta la scelta corretta e il progetto del club proseguirà con il tecnico come punto di riferimento. Serve una svolta immediata, ma i 3 milioni annui per un triennio costituiscono la dimostrazione della fiducia che la proprietà ha accordato all'ex allenatore del Milan.
L’attuale posizione in classifica genera inquietudine, così come i numerosi sistemi di gioco sperimentati dall’allenatore alla ricerca di una soluzione tattica di rendimento. Pioli ha il difficile compito di individuare una formazione titolare stabile, un nucleo compatto dal quale ricominciare, ristabilendo le gerarchie. Questo è anche un messaggio diretto ai calciatori, che devono prendersi le proprie responsabilità in questo avvio deludente.
Oltre agli aspetti tattici, Pioli richiederà ai suoi giocatori un salto di qualità dal punto di vista mentale. Contro la Roma si è vista una reazione d'orgoglio, ma i punti non sono arrivati. La tifoseria viola, nonostante il periodo buio, ha scelto di rimanere accanto alla squadra, evitando proteste troppo pesanti dopo la sconfitta con i giallorossi.
Sicuramente non mancano le contestazioni rivolte alla dirigenza ed in particolare al direttore sportivo Daniele Pradè, ma servono anche compattezza ed unità d’intenti per superare questa fase complicata.
Dall'arrivo della proprietà Commisso, questo rappresenta l'inizio peggiore in assoluto. Nonostante investimenti sul mercato pari a novanta milioni di euro, la compagine gigliata ha conquistato meno punti rispetto a qualunque altra partenza nelle sei stagioni precedenti sotto la gestione americana. Neppure con Italiano o con lo stesso Palladino nelle precedenti esperienze si erano registrati avvii così negativi: dopo sei partite, il bottino era sempre stato almeno doppio rispetto a quello attuale. Con due trasferte di fila a San Siro (prima contro il Milan e successivamente contro l'Inter) e nel mezzo l'impegno interno contro il Bologna, il quadro appare decisamente preoccupante.
È soltanto la quarta occasione nella storia del club fiorentino in cui la squadra raggiunge la settima giornata senza essere riuscita a conquistare nemmeno una vittoria (i precedenti risalgono al 1928-29, 1935-36 e 1977-78). A rendere ancora più fosco il panorama ci sono tre sconfitte consecutive tra le mura amiche contro Napoli, Como e Roma, circostanza che non si verificava dal lontano 1927, all'epoca del Velodromo Libertas.
Si tratta di cifre che testimoniano una crisi inaspettata e profonda, specialmente considerando le ambizioni manifestate durante l'estate. Per il momento, il tempo e la fiducia dirigenziale restano a disposizione di Pioli, tuttavia il calendario ostico e l'assenza di risultati positivi caricano il futuro prossimo di interrogativi e incertezze.
Nonostante questa statistica scoraggiante, la dirigenza della Fiorentina non nutre dubbi: Stefano Pioli rappresenta la scelta corretta e il progetto del club proseguirà con il tecnico come punto di riferimento. Serve una svolta immediata, ma i 3 milioni annui per un triennio costituiscono la dimostrazione della fiducia che la proprietà ha accordato all'ex allenatore del Milan.
L’attuale posizione in classifica genera inquietudine, così come i numerosi sistemi di gioco sperimentati dall’allenatore alla ricerca di una soluzione tattica di rendimento. Pioli ha il difficile compito di individuare una formazione titolare stabile, un nucleo compatto dal quale ricominciare, ristabilendo le gerarchie. Questo è anche un messaggio diretto ai calciatori, che devono prendersi le proprie responsabilità in questo avvio deludente.
Oltre agli aspetti tattici, Pioli richiederà ai suoi giocatori un salto di qualità dal punto di vista mentale. Contro la Roma si è vista una reazione d'orgoglio, ma i punti non sono arrivati. La tifoseria viola, nonostante il periodo buio, ha scelto di rimanere accanto alla squadra, evitando proteste troppo pesanti dopo la sconfitta con i giallorossi.
Sicuramente non mancano le contestazioni rivolte alla dirigenza ed in particolare al direttore sportivo Daniele Pradè, ma servono anche compattezza ed unità d’intenti per superare questa fase complicata.
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