Ieri sera, dalla gara di Atene, è emersa in maniera definitiva una triste conferma: il vero problema è la Fiorentina, più ancora della sconfitta subita. La qualificazione è ancora possibile, poiché il Panathinaikos, pur vincendo, ha confermato di essere una squadra mediocre. Tuttavia, anche ad Atene i viola hanno mostrato una preoccupante involuzione. L’andata degli ottavi di finale di Conference League ha lasciato una pessima sensazione sotto il profilo tattico, tecnico e caratteriale.
Il primo tempo, chiuso sul punteggio di 2-2, è stato deludente e segnato dagli errori di Terracciano e di altri giocatori, ma almeno la Fiorentina ha avuto la forza di reagire al doppio svantaggio iniziale. La ripresa, invece, è stata persino peggiore, davvero disastrosa: la squadra non è riuscita a prendere in mano la partita e, dopo aver incassato il terzo gol, non ha creato alcuna occasione, dimostrandosi incapace di alzare il ritmo e impensierire gli avversari. E meno male che nella ripresa le reti subite non sono state più di tre, perché altrimenti la qualificazione sarebbe stata seriamente compromessa. Rimane comunque in bilico e si deciderà nel match di ritorno, in programma giovedì prossimo.
I numeri del secondo tempo parlano chiaro: solo tre tiri verso lo specchio della porta, un’unica vera occasione da gol, un indice di Expected Goals pari a 0,19% e un possesso palla del 42%. Ma, dopo la prestazione di ieri, restano ancora molte domande senza risposta. Eccone alcune:
- Perché i viola hanno sbagliato approccio alla gara due volte, sia nel primo che nel secondo tempo?
- Perché, dopo una reazione d’orgoglio e aver ripreso in mano la partita, la squadra si è spenta invece di continuare sulla scia dell’entusiasmo?
- Perché Palladino e i giocatori (Beltrán ieri è stato l’ennesimo caso) continuano a parlare di un problema mentale? Alla Fiorentina serve un allenatore o uno psicologo?
- Perché Terracciano, dopo mesi di inattività, è stato schierato titolare con un endorsement pesantissimo da parte del tecnico (che parla anche a nome della società)?
- Perché, se l’idea era quella di schierare Terracciano titolare, non è stato reinserito gradualmente per testarne la condizione nelle gare di campionato contro Como, Verona e Lecce, che sulla carta erano più abbordabili per la Fiorentina?
- Perché, in occasione del primo gol del Panathinaikos, un calciatore greco è riuscito a passare indenne tra ben quattro giocatori viola?
- Perché Ranieri marca l’avversario a tre metri di distanza?
- Perché Pietro Comuzzo, dopo il mercato di gennaio, non è più lo stesso e perché la sua gestione, come quella di Pongracic, appare cervellotica e inspiegabile?
- Perché Zaniolo, squalificato domenica contro il Napoli, non è sceso in campo nella gara di ieri sera?
- Perché Gudmundsson, recuperato miracolosamente dopo una settimana per una frattura al coccige, è stato mandato in campo in condizioni atletiche visibilmente non idonee, per di più in un momento in cui la Fiorentina avrebbe avuto bisogno di una forte spinta atletica, tecnica ed emotiva?
- Perché Fagioli non gioca dall’inizio?
Probabilmente abbiamo dimenticato qualcosa, ma queste sono solo alcune delle domande che restano, non solo dopo la gara di ieri sera, ma dopo l’intera stagione della Fiorentina fino a questo momento.
Ah no, scusate. Ne manca ancora una: chi giocherà in porta giovedì prossimo?
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