Dal gioco corale ai numeri record i viola sorprendono in Serie A con gol decisivi e un rendimento oltre le aspettative

La Fiorentina dimostra che il gol è un affare di squadra. Con undici marcatori diversi in campionato, i viola hanno trasformato la versatilità offensiva in una risorsa fondamentale per restare agganciati al ritmo Champions. Se Moise Kean è il trascinatore con 8 reti in 11 presenze, altri dieci giocatori hanno già lasciato il segno almeno una volta in Serie A.  

Il secondo miglior realizzatore è Albert Gudmundsson, autore di 3 gol in appena 202 minuti giocati, con una media straordinaria di una rete ogni 67 minuti. L'islandese è stato decisivo con i suoi gol contro Lazio e Milan, ma la continuità è stata frenata dagli infortuni, che gli hanno fatto saltare otto delle prime dodici partite.  

Alle sue spalle, con due gol ciascuno, ci sono Andrea Colpani, Danilo Cataldi, Robin Gosens e Lucas Beltrán. La differenza tra loro è nel minutaggio: Colpani e Gosens sono pilastri della rosa con quasi 900 minuti giocati, mentre Cataldi e Beltrán hanno avuto meno spazio, rispettivamente 510 e 471 minuti. Anche i giovani Adli e Bove si sono aggiunti alla lista dei marcatori, con il primo che ha avuto meno opportunità rispetto al secondo.  

Persino la difesa ha dato il suo contributo con le reti di Biraghi, Parisi e Quarta, mentre sul fronte internazionale Ikoné e Sottil hanno segnato rispettivamente 3 e 1 gol, ma aspettano ancora la gioia in campionato. Tra gli assenti dall’elenco c’è Kouamé, che non è ancora riuscito a sbloccarsi e punta a invertire la rotta.  

Oltre ai gol, c’è un altro dato che rende questa Fiorentina straordinaria: i sei punti in più ottenuti rispetto alle previsioni del modello matematico elaborato dal CIES. Questo sistema analizza le occasioni create e concesse in base ai tiri effettuati da una posizione privilegiata (“danger zone”) e i viola sono risultati i più efficienti della Serie A.  

Con una media di 5,25 tiri “facili” tentati a partita e 4,17 concessi, il saldo positivo di +1,08 non dovrebbe garantire un vantaggio così marcato. Eppure, la squadra di Palladino riesce a trasformare queste situazioni in oro, arrivando a un eccellente differenziale reti di +15 (25 gol fatti, 10 subiti), secondo solo all’Atalanta (+16).  

Un risultato che trova pochi paragoni nella storia del club: andando indietro fino al primo scudetto, la Fiorentina 1955-56 vantava un differenziale di +17 dopo 12 giornate. Anche la Fiorentina del 1958-59 di Lajos Czeizler e quella del 2015-16 di Paulo Sousa si avvicinano a questa impresa.  

Con un gioco corale e una solidità che ha radici profonde, la Fiorentina sta riscrivendo la sua storia e candidandosi come protagonista assoluta di questa Serie A. 

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