Confermata la difesa a 3. Kean scommessa vinta, Parisi è un caso

La Fiorentina di Raffaele Palladino si trova in un momento delicato della stagione, con la pausa di campionato che arriva forse nel momento più opportuno per permettere al tecnico di affrontare e risolvere una serie di problemi che hanno caratterizzato questo inizio di stagione. Nonostante le aspettative, infatti, la squadra non è riuscita a convincere appieno, lasciando i tifosi con molte domande sul futuro.

Dopo le prime tre giornate di campionato, la Fiorentina si trova tra le delusioni insieme al Bologna, con soli tre punti raccolti e una serie di prestazioni poco brillanti. Cinque pareggi su cinque partite ufficiali, inclusa la Conference League, evidenziano una squadra ancora lontana dal trovare la propria identità. Il passaggio alla difesa a tre, fortemente voluto da Palladino, ha mostrato più ombre che luci, lasciando emergere una mancanza di solidità difensiva che non è passata inosservata. La squadra sembra soffrire eccessivamente la manovra avversaria, mostrando segni di reazione solo timidamente e troppo tardi durante le partite, quando queste ormai rischiano di risultare ormai già compromesse.

Uno dei principali problemi emersi è la scarsa qualità del gioco, soprattutto a centrocampo, dove manca quella luce e creatività necessaria per costruire azioni pericolose e sostenere l'attacco. L'assenza di un vero leader in campo si fa sentire, e sebbene gli acquisti di Cataldi e Bove abbiano aggiunto quantità e fisicità al reparto, non si è ancora trovata la giusta alchimia per far funzionare il sistema di gioco. A ciò si aggiunge il momento poco brillante di alcuni singoli, come Colpani, ancora irriconoscibile rispetto alle aspettative.

L'attacco, che sulla carta doveva essere il punto di forza della Fiorentina, ha finora deluso le aspettative. Con un gioco che fatica a svilupparsi, la squadra rischia di appoggiarsi eccessivamente sulle spalle di Kean, il nuovo attaccante arrivato dalla Juventus con il compito di sostituire, con anni di ritardo, Vlahovic. Nonostante un inizio positivo con 3 gol in 5 partite, c'è la sensazione che l'attacco manchi ancora di varietà e imprevedibilità, elementi necessari per affrontare le tre competizioni in cui la Fiorentina è impegnata.

Un'altra delle note dolenti di questo inizio di stagione è stata la necessità per Palladino di schierare ben 25 giocatori nelle prime partite, nel tentativo di valutare al meglio la rosa a sua disposizione. Questa scelta, se da un lato era inevitabile, dall'altro ha contribuito a creare un certo caos tattico, rallentando il processo di costruzione di un'identità di squadra. La difesa, in particolare, è apparsa in grande difficoltà, con Pongracic che non riesce a trovare il ritmo giusto e la solidità necessaria per guidare il reparto.

Per quanto riguarda i singoli, se da una parte Kean può essere considerato una scommessa vinta, dall'altra emerge il caso di Fabiano Parisi. Il terzino, nonostante un'estate passata a cercare di convincere Palladino delle sue qualità, non è riuscito a ritagliarsi un ruolo da protagonista, venendo anzi superato nelle gerarchie dal desiderio del tecnico di avere un nuovo esterno di riferimento, come Robin Gosens. Per Parisi, la prospettiva di un'altra stagione da comprimario non è accettabile, e si preannuncia un gennaio di riflessioni sul suo futuro.

In conclusione, la pausa di campionato rappresenta un'opportunità per Palladino e la sua Fiorentina di riorganizzarsi e lavorare sui tanti aspetti che non hanno funzionato finora. I tifosi aspettano una squadra diversa alla ripresa, più solida e con un gioco più convincente, perché le ambizioni di inizio stagione non possono essere abbandonate così presto. Palladino dovrà trovare la giusta formula per far emergere il potenziale di una rosa costruita per competere su tre fronti, ma che finora non ha ancora mostrato il suo vero valore.

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