Due notizie degli ultimi giorni ci raccontano una realtà almeno in parte diversa da quella che noi narriamo a noi stessi e agli altri

Il discorso vale per l'Italia e, nello specifico, anche per Firenze e per la Toscana. Lo dico chiaro: non so se sia una peculiarità tutta nostra o se accada lo stesso anche negli Paesi e nelle altre città (ho i miei dubbi) ma certo questa innata capacità-voglia di parlare male di noi stessi e di dare all'esterno un'immagine spesso peggiore di quanto meriti è un qualcosa che si fatica parecchio a comprendere. Anche perché, e anche in questo caso mi pare succeda sia in quanto fiorentini che in quanto italiani, indignarci se qualcuno, da fuori, osa muoverci la minima critica. E' un po' come la famiglia: mi posso lamentare, ma guai a chi me la tocca.


Questa riflessione mi è venuta in mente leggendo un paio di notizie arrivate tra ieri e oggi. La prima: Careggi, secondo quanto stabilisce il rapporto Agenas (Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali) è il miglior ospedale d'Italia con “qualità alta o molto alta in tutti e otto gli ambiti presenti nella struttura e per tutti gli indicatori calcolati”. Eppure, basta farsi due chiacchiere sulla tramvia o al bar, per rendersi conto di quale sia la percezione dei fiorentini. In estrema sintesi: è esattamente opposta e del resto chiunque sia dovuto passare da Careggi ha potuto toccare con mano le enormi difficoltà. Parliamo delle condizioni del Pronto Soccorso, ma non solo. Attese, tempi lunghissimi, assenza di personale. E potremmo andare avanti all'infinito. Eppure, e così torniamo al punto di partenza, si tratta dell'ospedale numero uno in Italia. Ciò significa che: 1) Dovremmo sempre guardare un po' più in là del nostro naso e renderci conto che, tutto sommato, stiamo meglio di tanti altri. 2) la sanità italiana sta davvero precipitando. Perché è vero come abbiamo detto che siamo spesso iper critici e magari poco obiettivi nel valutare la nostra realtà ma, appunto, è innegabile che anche a Careggi le difficoltà siano enormi e la situazione in costante peggioramento. Se stiamo parlando del miglior ospedale d'Italia insomma, pensiamo come son messi gli altri.


L'altra notizia è quella che riguarda la presenza di stranieri/immigrati in Toscana. Soprattutto, il fatto che pochissimi di quelli che arrivano poi lasciano la nostra Regione scegliendo, al contrario, di stabilizzarsi proprio nelle nostre città. Ciò significa, secondo chi ha redatto l'ultimo report, “che il livello di accoglienza e di integrazione in Toscana è buono, superiore a quello di tante altre realtà”. Una medaglia questa, che dovremmo attaccarci al petto ed esibire con orgoglio. Perché, piaccia o no, il mondo va da quella parte e non saranno centri di detenzione (leggasi lager del terzo millennio) in Albania ne tanto meno i porti chiusi a fermarlo. L'unica soluzione (complicatissima, sia chiaro) è esattamente quella: l'integrazione. E il fatto che in Toscana accada più e meglio che altrove è una splendida notizia.  

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