Visitare i rinnovati locali delle Giubbe Rosse in piazza della Repubblica significa fare un salto nel passato, omaggiando il movimento Futurista che aveva scelto questo caffè come punto di riferimento agli inizi del Novecento. La cerimonia ufficiale di apertura, come si legge su La Nazione, si terrà il 15 giugno alla presenza del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, ma i fiorentini hanno già potuto avere un'anteprima di come il prestigioso locale, uno dei quattro più antichi della città, è stato trasformato. La Soprintendenza ha imposto rigidi vincoli per la riapertura del caffè, fondato nel 1897 e noto per le divise rosse dei camerieri: tutto, dagli arredi agli utensili, dagli specchi ai tavoli, fino a piatti e bicchieri, è stato scelto per ricreare l'atmosfera originale.
All'inizio, il locale era un circolo scacchistico frequentato da personaggi come Vladimir I. Lenin, poeti, artisti e intellettuali del calibro di Gordon Craig, André Gide e Medardo Rosso. Tuttavia, la sua epoca più celebre coincise con il Futurismo e la nascita di riviste storiche come “Lacerba” nel 1913, “La Voce” e “Il Leonardo”. Le Giubbe Rosse divennero il cenacolo letterario e artistico più influente di Firenze, con eventi leggendari come la rissa del 30 giugno 1911 tra i futuristi milanesi di Marinetti e gli artisti fiorentini legati a “La Voce”. La fama del caffè continuò fino alla Seconda Guerra Mondiale, ospitando figure chiave dell'Ermetismo come Eugenio Montale e giovani pittori fiorentini come Ottone Rosai e Primo Conti.
Nel 2019, le Giubbe Rosse sono state dichiarate "bene da tutelare" dal Ministero della Cultura, e il restauro guidato dall'architetto Domenico Gallucci ha rispettato le aspettative. Dopo cinque anni di chiusura, il caffè riapre grazie all'acquisto del gruppo Scudieri, che ha rilevato anche i 26 dipendenti rimasti senza lavoro. Nonostante un'indagine per autoriciclaggio che ha coinvolto uno dei soci del gruppo, il magnate kazako Igor Bidilo, ora rinviato a giudizio, la rinascita delle Giubbe Rosse è realtà.
La gestione del locale, ora affidata a FaroAlto, società operante nel settore del Food&Beverage, ha visto un investimento di oltre 2 milioni di euro per l'acquisto e il restauro, come ha spiegato Denis Milovidov, amministratore delegato del gruppo. Milovidov ha espresso grande soddisfazione per il progetto e ha annunciato l'intenzione di organizzare un ricco programma di eventi culturali per recuperare lo storico ruolo del caffè. Ha anche mostrato fiducia nella risoluzione della controversia legale riguardante la gestione della caffetteria di Boboli, prevedendo una soluzione entro 9-12 mesi.
Franco Marinoni, direttore di Confcommercio Toscana, ha dichiarato che «dopo 5 anni di oblio, questa riapertura sarà uno stimolo e un incentivo per tutti gli operatori. Si tratta di un imprenditore che, dopo Scudieri e la gestione della ristorazione di Palazzo Pitti, ha dimostrato di saper valorizzare le attività sulle quali investe».
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