Ora all’appello manca solo Albert Gudmundsson. Moise Kean ha fatto centro da subito, superando le aspettative e le speranze, mentre tutti i nuovi acquisti, chi prima e chi dopo, hanno lasciato un segno. Per l’islandese, però, la doppietta contro la Lazio e l’acuto col Milan non sono stati sufficienti. Dopo un nuovo infortunio contro il Lecce, ha trascorso settimane lontano dal campo e, da allora, non è mai stato decisivo. Nel frattempo, Lucas Beltran ha preso il suo posto in squadra, dimostrandosi la spalla più adatta per Kean. L’argentino, pur essendo meno “bello” dal punto di vista calcistico rispetto all’islandese, offre una concretezza che è esattamente ciò di cui ha bisogno il gioco di Palladino.
Nel Genoa, Gudmundsson, come ammesso dal suo ex tecnico Gilardino, non aveva un ruolo definito. Era libero di spaziare per il campo a suo piacimento. La vera domanda ora è: Gudmundsson può davvero adattarsi al gioco di Palladino? Spesso, il tecnico viola ha utilizzato lanci in profondità per cercare Kean, saltando la zona di campo dove normalmente agirebbe il fantasista islandese.
Adesso, però, la rosa ha acquisito maggiore qualità, grazie agli arrivi di Fagioli, Folorunsho e Zaniolo. Ci sono quindi tutte le possibilità per un gioco che possa esaltare anche l’ex Genoa. Tuttavia, con l’aumento della concorrenza, sarà compito di Gudmundsson dimostrare di essere un giocatore adatto a rimanere nella Fiorentina.
I viola hanno investito 8 milioni per il suo prestito, una cifra significativa, e il riscatto non sarebbe obbligatorio se non si raggiungono certe condizioni. È fondamentale che Gudmundsson dimostri il suo valore, poiché la decisione sul suo futuro si avvicina. Sarà più pesante aver sprecato 8 milioni per il prestito o rischiare di perderne altri 20 per il riscatto?
La Fiorentina ha bisogno che Gudmundsson diventi un valore aggiunto per la squadra di Palladino, impegnata in una corsa verso un traguardo ambizioso. Per raggiungere questo obiettivo, è essenziale che i giocatori forti dimostrino il loro valore sul campo. L’ex Genoa ha avuto poche occasioni di brillare, a causa di infortuni e di una condizione atletica che non ha mai raggiunto i livelli necessari per esprimere il suo indiscusso talento. Questo spiega i suoi quattro gol in dodici partite di campionato, un numero inferiore rispetto ai nove gol realizzati con il Genoa a questo punto della scorsa stagione.
Inoltre la Fiorentina tornata ad allenarsi in vista della gara contro il Como, ha subito un problema che coinvolge Gudmundsson: trovare un sostituto per Moise Kean, che sarà squalificato domenica. Nella rosa della Fiorentina non esiste un altro centravanti di ruolo puro come il numero 20 viola, e il tecnico Raffaele Palladino dovrà individuare la migliore soluzione alternativa. L’ipotesi più accreditata è quella di impiegare Nicolò Zaniolo in quel ruolo, visto che ha già ricoperto la posizione in caso di necessità all’Atalanta. Tuttavia, essendo arrivato da pochi giorni a Firenze, dovrà ancora assimilare gli schemi e i movimenti.
Ci sono anche altre due opzioni. Una è affidarsi a Lucas Beltran, che è arrivato a Firenze come prima punta dal River Plate, anche se Palladino lo ha sempre visto come un giocatore da utilizzare sulla trequarti o come mezzala. L’emergenza, però, richiede soluzioni immediate. L’altra possibilità è Albert Gudmundsson, che ha dichiarato di poter ricoprire qualsiasi ruolo nel fronte offensivo. Potrebbero anche coesistere per cercare di rendere la manovra più imprevedibile. Se Gudmundsson dovesse essere escluso, sarà necessario considerare vari fattori, incluso il suo eventuale riscatto.
Nel Genoa, Gudmundsson, come ammesso dal suo ex tecnico Gilardino, non aveva un ruolo definito. Era libero di spaziare per il campo a suo piacimento. La vera domanda ora è: Gudmundsson può davvero adattarsi al gioco di Palladino? Spesso, il tecnico viola ha utilizzato lanci in profondità per cercare Kean, saltando la zona di campo dove normalmente agirebbe il fantasista islandese.
Adesso, però, la rosa ha acquisito maggiore qualità, grazie agli arrivi di Fagioli, Folorunsho e Zaniolo. Ci sono quindi tutte le possibilità per un gioco che possa esaltare anche l’ex Genoa. Tuttavia, con l’aumento della concorrenza, sarà compito di Gudmundsson dimostrare di essere un giocatore adatto a rimanere nella Fiorentina.
I viola hanno investito 8 milioni per il suo prestito, una cifra significativa, e il riscatto non sarebbe obbligatorio se non si raggiungono certe condizioni. È fondamentale che Gudmundsson dimostri il suo valore, poiché la decisione sul suo futuro si avvicina. Sarà più pesante aver sprecato 8 milioni per il prestito o rischiare di perderne altri 20 per il riscatto?
La Fiorentina ha bisogno che Gudmundsson diventi un valore aggiunto per la squadra di Palladino, impegnata in una corsa verso un traguardo ambizioso. Per raggiungere questo obiettivo, è essenziale che i giocatori forti dimostrino il loro valore sul campo. L’ex Genoa ha avuto poche occasioni di brillare, a causa di infortuni e di una condizione atletica che non ha mai raggiunto i livelli necessari per esprimere il suo indiscusso talento. Questo spiega i suoi quattro gol in dodici partite di campionato, un numero inferiore rispetto ai nove gol realizzati con il Genoa a questo punto della scorsa stagione.
Inoltre la Fiorentina tornata ad allenarsi in vista della gara contro il Como, ha subito un problema che coinvolge Gudmundsson: trovare un sostituto per Moise Kean, che sarà squalificato domenica. Nella rosa della Fiorentina non esiste un altro centravanti di ruolo puro come il numero 20 viola, e il tecnico Raffaele Palladino dovrà individuare la migliore soluzione alternativa. L’ipotesi più accreditata è quella di impiegare Nicolò Zaniolo in quel ruolo, visto che ha già ricoperto la posizione in caso di necessità all’Atalanta. Tuttavia, essendo arrivato da pochi giorni a Firenze, dovrà ancora assimilare gli schemi e i movimenti.
Ci sono anche altre due opzioni. Una è affidarsi a Lucas Beltran, che è arrivato a Firenze come prima punta dal River Plate, anche se Palladino lo ha sempre visto come un giocatore da utilizzare sulla trequarti o come mezzala. L’emergenza, però, richiede soluzioni immediate. L’altra possibilità è Albert Gudmundsson, che ha dichiarato di poter ricoprire qualsiasi ruolo nel fronte offensivo. Potrebbero anche coesistere per cercare di rendere la manovra più imprevedibile. Se Gudmundsson dovesse essere escluso, sarà necessario considerare vari fattori, incluso il suo eventuale riscatto.
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