"Nessun rimpianto. Rifarei tutto quello che ho fatto, nel bene e nel male, perché si impara anche dagli errori. In questi 10 anni ho imparato tantissimo dai fiorentini, da ama Firenze anche se fiorentino non è. In questi 10 anni ho cercato di servire Firenze, non di servirmi di Firenze, e l'ho fatto con un'idea molto chiara: ma rinunciare a fare le cose, anche a costo di sbagliare. Portare in fondo il proprio lavoro senza restare fermi per la paura di fallire". Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella a margine di 'Grazie Firenze', evento per salutare la città dopo 10 anni da primo cittadino.
"Abbiamo avuto tante prove - ha aggiunto -. Penso al Covid, all'emergenza ambientale ma anche tanti drammi, l'ultimo il gravissimo incidente in via Mariti dove hanno perso la vita cinque operai. Sono tutte cose che mi hanno rafforzato, mi hanno reso più sicuro di me ma anche più consapevole".
"Per questo sono contento, orgoglioso ed emozionato di fare questo viaggio di dieci anni - ha detto ancora - in cui Firenze è cambiata molto, si è trasformata in tanti quartieri, penso alle tramvie tanto per citare uno dei cambiamenti più forti. Ci sono tante cose che avrei voluto fare, poi mi sono detto che non è che un sindaco può finire tutto quello che c'è da fare. Ci saranno altri sindaci dopo di me che faranno anche meglio di me. Se non ci fosse stato il Covid avremmo potuto fare molto di più".
Dunque, "niente rimpianti, tutto quello che c'è da finire lo finirà chi viene dopo di me. Se chiudo gli occhi e penso a Firenze mi viene in mente San Miniato al Monte perché mi viene in mente il sindaco La Pira e penso alla vocazione unica di Firenze di città del dialogo e della pace".
Per Nardella, "in questi due ultimi mesi di mandato ci sono ancora delle cose da fare, innanzitutto i lavori allo stadio Franchi, terminare al linea della tramvia Libertà-San Marco-Fortezza, e poi portare in fondo il piano operativo, anche se questo spetta al Consiglio comunale perché la parte nostra come giunta l'abbiamo fatta".
"Abbiamo avuto tante prove - ha aggiunto -. Penso al Covid, all'emergenza ambientale ma anche tanti drammi, l'ultimo il gravissimo incidente in via Mariti dove hanno perso la vita cinque operai. Sono tutte cose che mi hanno rafforzato, mi hanno reso più sicuro di me ma anche più consapevole".
"Per questo sono contento, orgoglioso ed emozionato di fare questo viaggio di dieci anni - ha detto ancora - in cui Firenze è cambiata molto, si è trasformata in tanti quartieri, penso alle tramvie tanto per citare uno dei cambiamenti più forti. Ci sono tante cose che avrei voluto fare, poi mi sono detto che non è che un sindaco può finire tutto quello che c'è da fare. Ci saranno altri sindaci dopo di me che faranno anche meglio di me. Se non ci fosse stato il Covid avremmo potuto fare molto di più".
Dunque, "niente rimpianti, tutto quello che c'è da finire lo finirà chi viene dopo di me. Se chiudo gli occhi e penso a Firenze mi viene in mente San Miniato al Monte perché mi viene in mente il sindaco La Pira e penso alla vocazione unica di Firenze di città del dialogo e della pace".
Per Nardella, "in questi due ultimi mesi di mandato ci sono ancora delle cose da fare, innanzitutto i lavori allo stadio Franchi, terminare al linea della tramvia Libertà-San Marco-Fortezza, e poi portare in fondo il piano operativo, anche se questo spetta al Consiglio comunale perché la parte nostra come giunta l'abbiamo fatta".
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