Aggiornamento ore 18:45
Il decesso del neonato Tyler morto sulla nave da crociera sarebbe da attribuire a morte naturale secondo i primi esiti dell'autopsia. E anche per questo motivo la mamma, 28enne filippina, è stata scarcerata. Lo ha disposto il giudice Compagnucci di Grosseto in base alla relazione preliminare del medico legale, Mario Gabbrielli. Stamani il gip aveva convalidato il fermo riqualificando il reato da omicidio volontario a abbandono di minore. Il medico legale ha 90 giorni per consegnare la relazione completa ma dalle prime risultanze emerge che il piccolo è morto per cause naturali.
Aggiornamento ore 17:40
Il piccolo Tyler, appena due giorni di vita, non è stato ucciso ma è morto sulla nave da crociera nonostante che la madre, inserviente a bordo, avesse cercato di farlo sopravvivere dopo il parto non previsto con la tempistica che c'è stata. E', in buona sostanza, la ricostruzione su cui si basa la decisione del gip di Grosseto, Sergio Compagnucci, di derubricare a reato di abbandono di minore l'accusa più grave di omicidio volontario a a carico della madre, Chan Jheansel Pia Salahid, 28 anni, filippina. E' lei che ha dato alla luce un bambino sulla nave da crociera Silver Whisper il 17 maggio al largo dell'Argentario, dove l'unità era alla fonda nel canale del Giglio, e poi arrestata per la morte del piccolo, trovato cadavere in cabina la domenica successiva. Il giudice ha convalidato il fermo per la donna disponendo che resti in carcere, a Sollicciano (Firenze), dove però non le deve più pesare l'accusa gravissima di omicidio volontario formulata dal sostituto Giovanni De Marco della procura grossetana.
Non è stato, invece, convalidato il fermo delle sue due colleghe e compagne di cabina, entrambe scarcerate e rimesse in libertà.
L'ordinanza del giudice Compagnucci è arrivata nel giorno in cui sulla salma del piccolo Tyler è stata eseguita l'autopsia all'ospedale Misericordia di Grosseto. Il medico legale, professor Mario Gabrielli, incaricato dell'esame, ha 90 giorni di tempo per consegnare la relazione alla procura. Secondo quanto emerge, sul neonato non ci sono segni di violenza. Tra le ipotesi, sta emergendo che il neonato potrebbe essere deceduto per un'infezione dovuta al parto, avvenuto in condizioni critiche nella nave da crociera.
L'interrogatorio, durato oltre tre ore, con l'aiuto di un'interprete di lingua inglese, è stato drammatico ma ha chiarito molti degli aspetti della vicenda. "Non volevo far morire di fame il mio bambino. L'ho accudito, lavato e dato da mangiare", ha detto piangendo e confermando di non aver detto a nessuno di essere in stato interessante perché "altrimenti sarei stata licenziata. Non credevo di essere così avanti con la gravidanza", e quando si è imbarcata pensava "magari di poter partorire a Nizza", tappa finale della crociera. Oggi la nave è a Marsiglia.
Al giudice ha detto che sarebbe stata sua intenzione, una volta tornata nelle Filippine, affidare il bimbo al padre naturale, con cui ha avuto una relazione che è già finita, perché lei da sola "non avrebbe potuto crescere quel bambino perché già impegnata a mantenere la sua famiglia originaria di sei persone".
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Abbandono di minore, non più omicidio. Il gip di Grosseto ha derubricato l'accusa contestata a Chan Jheansel Pia Salahid, 28enne filippina, la mamma che ha dato alla luce un bambino sulla nave da crociera Silver Whisper il 17 maggio e poi arrestata per la morte del piccolo.
Il gip ha convalidato il suo fermo disponendo che la giovane resti in carcere. Non convalidato invece il fermo delle sue due colleghe e compagne di cabina, che sono tornate in libertà. Oggi l'autopsia per chiarire le cause del decesso.
La 28enne ha sempre negato di aver voluto provocarne la morte del suo neonato, che aveva chiamato Tyler.
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