Così la rettrice parlando della bassa conoscenza dei servizi antiviolenza e antidiscriminazione organizzati dall'Università di Firenze

Solo il 17% di studentesse e studenti dell'Università di Firenze è a conoscenza delle attività promosse dall'Ateneo per contrastare discriminazioni e violenze: è quanto rileva un'indagine sul benessere in ateneo presentata oggi dall'Università, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Per la rettrice Alessandra Petrucci emerge la necessità di "promuovere maggiormente presso le nostre studentesse e i nostri studenti le azioni messe in campo dall'Ateneo nei confronti di discriminazioni e molestie".
    
L'Università di Firenze ha approvato nel 2023 un regolamento a tale proposito, e nel marzo scorso è stata nominata la consigliera di fiducia dell'Ateneo, col compito di assistere chi ritiene di essere vittima di molestie garantendone l'anonimato, verificare la fondatezza delle segnalazioni e decidere di intraprendere procedure formali o informali. Unifi ha offerto quest'anno la possibilità di seguire in modalità online il corso di formazione 'Violenza di genere ed emergenza sociale'.

Attivo presso l'Ateneo e recentemente potenziato è anche il Centro di servizi di consulenza psicologica, psicoterapia e psicologia clinica (Cecops). Tra gli altri risultati dell'indagine, con oltre 800 rispondenti a un questionario, il 77% degli studenti si sente sicuro all'interno degli ambienti universitari.

Una minima percentuale ha riferito di vessazioni di carattere psicologico e legato al genere, spesso in abbinamento con altre fattispecie di discriminazione (età, etnia, status socio-economico, politica): "Tuttavia molti degli episodi non sono stati segnalati - si legge in una nota di sintesi - soprattutto per timore di ritorsioni, per scarsa fiducia nelle autorità o per scarsa conoscenza dei meccanismi di segnalazione".
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