Non sono passati poi così tanti anni da quando tutto San Siro intonava quel coro diventato un inno, mentre dalla panchina un allenatore rispondeva con gesti spontanei che conquistavano i tifosi. Erano i giorni della rincorsa al diciannovesimo scudetto, quello strappato all'Inter che sembrava destinata a dominare dopo l'addio di Antonio Conte. Quella squadra nerazzurra aveva perso punti preziosi in Emilia, permettendo ai rossoneri di completare un sorpasso meritatissimo. In quella stagione Stefano Pioli aveva guadagnato stima non solo per i risultati sul campo, ma soprattutto per le qualità umane che mostrava ogni giorno, tanto da meritarsi accostamenti illustri con figure leggendarie della storia milanista.
Oggi quel tecnico ritorna nello stesso stadio dove ha vissuto quattro stagioni di crescita costante, culminate con un tricolore, due piazzamenti al vertice e una corsa Champions fino alle semifinali. Il suo ritorno non scatenerà nostalgie particolari, considerando l'avvio convincente della gestione attuale sotto la guida di Massimiliano Allegri, ma rappresenterà comunque l'occasione per un tributo sincero a ciò che è stato. D'altronde, di quella squadra campione d’Italia sono rimasti davvero in pochissimi.
Il tempo sembra aver accelerato il suo corso, eppure è proprio in questo teatro che riparte il percorso di Stefano Pioli, adesso alla guida di una Fiorentina finita nel mirino delle critiche per una posizione in classifica decisamente al di sotto delle aspettative. Dall'altra parte c'è un Milan che si presenta all'appuntamento con diversi elementi indisponibili, tra cui l'americano Pulisic. Nemmeno la Fiorentina sorride, causa la situazione di incertezza che riguarda la caviglia di Moise Kean. Vedremo cosa deciderà Pioli assieme allo staff medico.
Non ci saranno alibi per nessuno dei due tecnici, specialmente per Allegri che già nell'ultima sfida contro i bianconeri aveva lasciato il campo con l'amaro in bocca per i punti sfumati nonostante le numerose chance create. Siamo a metà autunno e chi rallenta adesso rischia già di compromettere la stagione. D’altro canto, che Pioli pensasse al confronto con il suo passato milanese fin dal suo ritorno a Firenze è dimostrato da un episodio significativo. Durante la presentazione estiva della squadra viola aveva pubblicamente contestato Allegri per aver omesso la Fiorentina nell'elenco delle candidate alla qualificazione europea. Il tecnico viola vrebbe certamente preferito presentarsi nella metropoli lombarda con una situazione di classifica ben diversa e con ambizioni più dichiarate. Questo sarà forse uno stimolo ulteriore per tentare il rilancio proprio sull'orlo della crisi, proprio come gli riuscì più volte durante la sua esperienza rossonera.
A descrivere l'importanza della partita ci sono anche i numeri del confronto storico tra i due allenatori: Ci sono voluti ben dodici anni di confronti prima che Pioli riuscisse ad avere la meglio per la prima volta in carriera su Allegri: prima infatti dell’8 ottobre 2022 (giorno del primo successo del tecnico di Parma su quello di Livorno), l’attuale mister viola non era mai riuscito a ottenere i tre punti negli incroci con Max, che tra il 16 ottobre 2010 e il 23 gennaio 2022 aveva collezionato uno score su Pioli di 14 vittorie (di cui 10 di fila) e 5 pari su 19 precedenti. Poi, tre anni fa, la svolta: con due successi di fila di Stefano su Allegri (entrambe le volte era sulla panchina del Milan) a cui sono seguiti un altro ko e un pareggio. Il totale? Su 23 incroci, Pioli ha vinto 2 sole volte, con 6 pareggi e 15 ko.
Ma come si dice in questi casi, non c'è due senza tre. Almeno si spera
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