L'accusa è quella di corruzione

Si è avvalso della facoltà di non rispondere al gip, nel corso dell'interrogatorio di garanzia, il tenente colonnello Sergio Turini, comandante della compagnia di Prato, arrestato il 30 maggio anche con le accuse di corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio e accesso abusivo al sistema informatico. Il militare, difeso dall'avvocato Giovanni Renna, ha chiesto e ottenuto di partecipare in presenza all'interrogatorio, poi ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Turini, secondo l'accusa si sarebbe messo a disposizione di imprenditori amici, italiani e cinesi, accedendo abusivamente al sistema banca dati delle forze dell'ordine per fornire informazioni sui dipendenti. In cambio, il militare avrebbe ottenuto diverse utilità come il pagamento di un viaggio negli Usa per il figlio del valore di oltre 5mila euro, tre care bottiglie di vino Ornellaia del valore di oltre 1800 euro. Sempre stamani, ad inizio dell'udienza, il procuratore aggiunto Luca Tescaroli e i pm Lorenzo Gestri, Lorenzo Boscagli e Massimo Petrocchi hanno depositato nuovi atti di indagine, tra cui il verbale della testimonianza resa dal sottosegretario al ministero degli Esteri Giorgio Silli il 31 maggio, e copia della lettera che l'esponente politico ha trasmesso al Comando generale dell'Arma, su sollecitazione secondo l'accusa, dell'imprenditore Riccardo Matteini Bresci perché Turini non venisse trasferito a Potenza e rimanesse al comando della compagnia di Prato Matteini Bresci e Roberto Moretti, titolare di un'agenzia investigativa, sono ai domiciliari e dovrebbe essere fissato anche per loro l'interrogatorio di garanzia. 
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