In Toscana il costo dell’acqua è il più alto d’Italia. Secondo uno studio effettuato da Federconsumatori e Fondazione Isscon (Istituto studi sul consumo) e riportato questa mattina da La Nazione, tra il 2016 e il 2024 il costo medio per 150 metri cubi consumati all’anno ha subito un incremento del 31% (valore lontano dal dato più alto, che appartiene alla Basilicata con addirittura +72%), raggiungendo l’anno scorso i 564,04€, il dato più alto tra i venti capoluoghi di regione.
Il costo finale dell’acqua, spiega il quotidiano, tiene conto delle spese per l’acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione, quota fissa, componenti di perequazione e Iva al 10%. Addirittura, aggiunge, in alcune zone della Toscana, come nel grossetano-senese o nel Basso Valdarno, il prezzo è superiore a quello di Firenze.
Secondo la presidente di Federconsumatori Toscana Laura Grandi la soluzione al costo elevato dell’acqua in Toscana “non può essere la multiutility, che dovrebbe abbassare i costi facendo economia di scala” ma “l’acqua resa al 100% pubblica, perché dove l’acqua è pubblica i costi sono minori”.
Per il presidente di Publiacqua e Cispel Toscana Nicola Perini “è oggettivo che le tariffe in Toscana siano elevate, ma questo dipende da diversi fattori, come il fatto che la Regione è stata tra le prime ad applicare la legge Galli. Ma contano molto anche la qualità del servizio, la depurazione e la conformazione del territorio”.
Trovare una soluzione al costo dell’acqua “non sarà facile, non ci sono molte prospettive per la diminuzione del costo del servizio. Ma si può chiedere maggiore impegno alle aziende di gestione dell’acqua, come un potenziamento del riuso e una migliore gestione delle acque meteoriche” spiega Perini.
Per alleggerire il costo dell’acqua e renderlo più equo potrebbe “essere fatta un’analisi” sul rapporto “ricchezza e tariffa”, di modo da agganciare il prezzo alla ricchezza dell’utente, spiega ancora Perini. Una proposta che va incontro alle richieste avanzate anche da Federconsumatori, che in tutto il pese ha chiesto “una tariffa che sia commisurata al reddito dei cittadini” e un migliore sistema contro gli sprechi e le perdite.
Il costo finale dell’acqua, spiega il quotidiano, tiene conto delle spese per l’acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione, quota fissa, componenti di perequazione e Iva al 10%. Addirittura, aggiunge, in alcune zone della Toscana, come nel grossetano-senese o nel Basso Valdarno, il prezzo è superiore a quello di Firenze.
Secondo la presidente di Federconsumatori Toscana Laura Grandi la soluzione al costo elevato dell’acqua in Toscana “non può essere la multiutility, che dovrebbe abbassare i costi facendo economia di scala” ma “l’acqua resa al 100% pubblica, perché dove l’acqua è pubblica i costi sono minori”.
Per il presidente di Publiacqua e Cispel Toscana Nicola Perini “è oggettivo che le tariffe in Toscana siano elevate, ma questo dipende da diversi fattori, come il fatto che la Regione è stata tra le prime ad applicare la legge Galli. Ma contano molto anche la qualità del servizio, la depurazione e la conformazione del territorio”.
Trovare una soluzione al costo dell’acqua “non sarà facile, non ci sono molte prospettive per la diminuzione del costo del servizio. Ma si può chiedere maggiore impegno alle aziende di gestione dell’acqua, come un potenziamento del riuso e una migliore gestione delle acque meteoriche” spiega Perini.
Per alleggerire il costo dell’acqua e renderlo più equo potrebbe “essere fatta un’analisi” sul rapporto “ricchezza e tariffa”, di modo da agganciare il prezzo alla ricchezza dell’utente, spiega ancora Perini. Una proposta che va incontro alle richieste avanzate anche da Federconsumatori, che in tutto il pese ha chiesto “una tariffa che sia commisurata al reddito dei cittadini” e un migliore sistema contro gli sprechi e le perdite.
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