L’incidente di Calenzano ha acceso i riflettori sull’altro lato della vicenda, quello talvolta dimenticato della pericolosità del trasporto dei carburanti.
Un carico facilmente infiammabile, che in caso di incidente può scatenare l’inferno.
Lo sanno bene gli autisti che tutti i giorni riforniscono le stazioni di servizio o, come nel caso di Calenzano, i depositi per lo stoccaggio.
È una vita durissima, fatta di orari rigidi e dalla costante paura che possa accadere qualcosa, la consapevolezza di non poter arrivare in ritardo alla consegna e, soprattutto, di non poter cedere al sonno, che dopo ore e ore alla guida può impadronirsi di una persona.
Lo ha raccontato questa mattina a La Nazione Giacomo Guarnieri, un ex trasportatore che ha conosciuto le vittime dell’esplosione a Calenzano, anche se non si è mai recato nel sito in provincia di Firenze in quanto impiegato su altre tratte.
L’uomo ha raccontato di una vita difficile, quella del trasportatore, nella quale si deve per forza convivere con l’ansia che tutto deve andare bene, perché al minimo errore può succedere la tragedia. Una vita che non lascia molto spazio per gli affetti e il tempo libero, per la famiglia, gli amici o anche solo sé stessi, che è totalizzante e nel quale la paura rimane sempre presente.
Prima o poi ci si abitua e si impara a convivere con quel timore, si impara ad ascoltare il proprio corpo e a capire quando è arrivato al limite, si capisce quando è il momento di staccare: ma non sempre è possibile, perché ci sono scadenze e orari da rispettare, e allora talvolta serve di sacrificare il risposo per arrivare in fondo ed effettuare la consegna.
Una vita dura e difficile, racconta Guarnieri, nella quale poi si finisce pure con il sostenere le spese per le varie patenti che i trasportatori devono avere: una vita che, alla fine, lui ha deciso di cambiare, per poter vivere senza quel timore costante che sempre accompagna chi percorre le strade di tutta Italia, sperando di arrivare in tempo per la consegna.
Un carico facilmente infiammabile, che in caso di incidente può scatenare l’inferno.
Lo sanno bene gli autisti che tutti i giorni riforniscono le stazioni di servizio o, come nel caso di Calenzano, i depositi per lo stoccaggio.
È una vita durissima, fatta di orari rigidi e dalla costante paura che possa accadere qualcosa, la consapevolezza di non poter arrivare in ritardo alla consegna e, soprattutto, di non poter cedere al sonno, che dopo ore e ore alla guida può impadronirsi di una persona.
Lo ha raccontato questa mattina a La Nazione Giacomo Guarnieri, un ex trasportatore che ha conosciuto le vittime dell’esplosione a Calenzano, anche se non si è mai recato nel sito in provincia di Firenze in quanto impiegato su altre tratte.
L’uomo ha raccontato di una vita difficile, quella del trasportatore, nella quale si deve per forza convivere con l’ansia che tutto deve andare bene, perché al minimo errore può succedere la tragedia. Una vita che non lascia molto spazio per gli affetti e il tempo libero, per la famiglia, gli amici o anche solo sé stessi, che è totalizzante e nel quale la paura rimane sempre presente.
Prima o poi ci si abitua e si impara a convivere con quel timore, si impara ad ascoltare il proprio corpo e a capire quando è arrivato al limite, si capisce quando è il momento di staccare: ma non sempre è possibile, perché ci sono scadenze e orari da rispettare, e allora talvolta serve di sacrificare il risposo per arrivare in fondo ed effettuare la consegna.
Una vita dura e difficile, racconta Guarnieri, nella quale poi si finisce pure con il sostenere le spese per le varie patenti che i trasportatori devono avere: una vita che, alla fine, lui ha deciso di cambiare, per poter vivere senza quel timore costante che sempre accompagna chi percorre le strade di tutta Italia, sperando di arrivare in tempo per la consegna.
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