L'associazione si rivolge a istituzioni e sindacati affinché si attivino per equilibrare la durata dei congedi previsti per i genitori

Il congedo di paternità obbligatorio, in Italia, dura solo 10 giorni: il dato è tra i più bassi in Europa ed è la sintesi evidente di una società che ripone tutto il peso del carico di cura sulle madri mentre i padri sono la parte economica forte nel bilancio familiare. E’ il fenomeno della cosiddetta child penality, un disequilibrio che colpisce le mamme lavoratrici nel breve periodo ma che protrae i suoi effetti per tutto l’arco della vita andando ad incidere direttamente anche sulle pensioni (reddito medio da pensione per gli uomini superiore del 35% di quello delle donne – dati INPS su scala nazionale). Il contrasto al divario retributivo di genere e l’accesso alla carriera delle donne devono essere sostenuti e garantiti anche da politiche di welfare che alleggeriscano la pressione della gestione familiare sulle madri. Per questo motivo, come Acli Toscana lanciamo una proposta aperta a sindacati e istituzioni per aumentare il periodo di paternità previsto dalla legge italiana”. 

A dirlo è Elena Lo Giacco, responsabile pari opportunità di Acli Toscana, commentando la recente analisi Inps sulle donne lavoratrici e il rapporto del centro studi Tortuga sulle aziende che hanno autonomamente introdotto congedi di paternità più lunghi di quelli previsti dalla legge, presentato giovedì scorso alla Camera dei Deputati.  

La durata così breve del congedo di paternità - dice Giacomo Martelli, presidente di Acli Toscana - fa parte di un contesto in cui lo sbilanciamento delle cure familiari grava sulle donne, che troppo spesso sono costrette a scegliere tra lavoro e maternità. Aumentare il periodo del congedo di paternità favorisce la parità di genere e il benessere delle madri e dei padri, che possono così stare entrambi vicini alla famiglia. Da oltre due anni giace in Parlamento la proposta di legge per estendere il congedo di paternità obbligatorio a tre mesi, vogliamo dare un nuovo impulso all’iniziativa”. 

La Toscana, terra di diritti, si faccia promotrice del cambiamento - dicono Lo Giacco e Martelli - e metta il tema in cima alla lista delle priorità della politica. Ci rivolgiamo a sindacati e istituzioni toscane per portare a Roma questa battaglia”.

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