La questione relativa all’ampliamento dell’aeroporto fiorentino di Peretola continua ad agitare il dibattito pubblico, coinvolgendo cittadinanza, politica e anche l’Università di Firenze.
Come riporta questa mattina La Repubblica Firenze, anche l’UniFi si sarebbe unita al coro di voci critiche sul progetto di ampliamento dell’aeroporto, sostenendo che se con la dimensione attuale non ci sono rischi per gli studenti del Polo Scientifico di Sesto Fiorentino, una volta ultimato l’ampliamento la popolazione studentesca e le sedi sarebbero “immediatamente esposti al rischio”.
Spiega inoltre l’università che con l’ampliamento dello scalo verrebbe danneggiata l’ oasi di Val di Rose, parte di una zona speciale di conservazione (Zcs) e che nell’attuale progetto non ci sia un’adeguata compensazione per la sua distruzione.
In attesa che i tecnici del Ministero diano una risposta a Toscana Aeroporti e completino il procedimento unificato di Via-Vas, anche l’Università di Firenze si schiera a fianco del coro di voci critiche sul progetto di espansione ed ammodernamento dello scalo.
Al progetto sono convintamente contrari le amministrazioni comunali di Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio, e tra i più scettici c’è anche l’attuale sindaca di Prato Ilaria Bugetti, che da tempo sottolinea l’impatto acustico che la nuova pista avrà sul territorio pratese. A tenere banco è anche la questione della Toscochimica, azienda che si trova nel territorio pratese e che con l’espansione della posta verrebbe a trovarsi molto vicina alla pista.
Una preoccupazione, riporta il quotidiano, quantomai attuale, dato che l’azienda, in sulla base dei criteri della direttiva Seveso, rientra pienamente nel rischio di incidenti rilevanti.
La risposta dei tecnici dovrebbe arrivare al massimo entro febbraio, qualora venissero richieste delle proroghe vista l’imponenza della documentazione inviata a Roma.
Come riporta questa mattina La Repubblica Firenze, anche l’UniFi si sarebbe unita al coro di voci critiche sul progetto di ampliamento dell’aeroporto, sostenendo che se con la dimensione attuale non ci sono rischi per gli studenti del Polo Scientifico di Sesto Fiorentino, una volta ultimato l’ampliamento la popolazione studentesca e le sedi sarebbero “immediatamente esposti al rischio”.
Spiega inoltre l’università che con l’ampliamento dello scalo verrebbe danneggiata l’ oasi di Val di Rose, parte di una zona speciale di conservazione (Zcs) e che nell’attuale progetto non ci sia un’adeguata compensazione per la sua distruzione.
In attesa che i tecnici del Ministero diano una risposta a Toscana Aeroporti e completino il procedimento unificato di Via-Vas, anche l’Università di Firenze si schiera a fianco del coro di voci critiche sul progetto di espansione ed ammodernamento dello scalo.
Al progetto sono convintamente contrari le amministrazioni comunali di Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio, e tra i più scettici c’è anche l’attuale sindaca di Prato Ilaria Bugetti, che da tempo sottolinea l’impatto acustico che la nuova pista avrà sul territorio pratese. A tenere banco è anche la questione della Toscochimica, azienda che si trova nel territorio pratese e che con l’espansione della posta verrebbe a trovarsi molto vicina alla pista.
Una preoccupazione, riporta il quotidiano, quantomai attuale, dato che l’azienda, in sulla base dei criteri della direttiva Seveso, rientra pienamente nel rischio di incidenti rilevanti.
La risposta dei tecnici dovrebbe arrivare al massimo entro febbraio, qualora venissero richieste delle proroghe vista l’imponenza della documentazione inviata a Roma.
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