Servono risposte efficaci e durature davanti alle sfide nazionali ed europee che l'agricoltura toscana si trova a fronteggiare: è il messaggio che arriva dall'assemblea regionale della Cia Toscana, che si è svolta oggi a Campi Bisenzio.
L'agricoltura toscana in 10 anni ha perso 20mila aziende agricole (-28,3%), con una perdita del 15,1% di superficie agricola utilizzata. Ciò si traduce in cali di produzioni agroalimentari importanti: ad esempiio, dal 2018 al 2024 la produzione di latte ovino è calata del 28%.
"In Europa dobbiamo lavorare per mantenere il budget - ha sottolineato il presidente di Cia Toscana, Valentino Berni - e targettizzare meglio gli agricoltori, cercando di far arrivare le agevolazioni contributi e opportunità della filiera. A livello regionale il problema del bene acqua, della gestione della fauna e quello di creare un tavolo di filiera per ogni settore che possa aggregare dalla grande distribuzione al trasformatore fino all'agricoltore che è l'anello debole.
A livello nazionale problemi seri per l'opportunità di lavorare per creare sinergia tra le aziende, l'economia e i territori: il lavoro agricolo viene discriminato con controlli sempre più severi, repressivi e non preventivi nell'ottica di uno sviluppo importante e, chiediamo oggi, di porre attenzione a questa situazione".
Accanto a questo, secondo Berni, "serve una gestione più attenta per quanto riguarda la gestione della fauna, predatori, ungulati, che in questo momento stanno scorrazzando anche in Toscana con la peste suina. Inoltre gli agricoltori devono avere un giusto reddito, più equilibrio e trasparenza lungo la filiera. Come ripetiamo da anni, è necessaria meno burocrazia e più strumenti flessibili per risolvere la carenza di manodopera. Senza dimenticare di rivitalizzare le aree interne, fondamentali per tutta la Toscana".
L'agricoltura toscana in 10 anni ha perso 20mila aziende agricole (-28,3%), con una perdita del 15,1% di superficie agricola utilizzata. Ciò si traduce in cali di produzioni agroalimentari importanti: ad esempiio, dal 2018 al 2024 la produzione di latte ovino è calata del 28%.
"In Europa dobbiamo lavorare per mantenere il budget - ha sottolineato il presidente di Cia Toscana, Valentino Berni - e targettizzare meglio gli agricoltori, cercando di far arrivare le agevolazioni contributi e opportunità della filiera. A livello regionale il problema del bene acqua, della gestione della fauna e quello di creare un tavolo di filiera per ogni settore che possa aggregare dalla grande distribuzione al trasformatore fino all'agricoltore che è l'anello debole.
A livello nazionale problemi seri per l'opportunità di lavorare per creare sinergia tra le aziende, l'economia e i territori: il lavoro agricolo viene discriminato con controlli sempre più severi, repressivi e non preventivi nell'ottica di uno sviluppo importante e, chiediamo oggi, di porre attenzione a questa situazione".
Accanto a questo, secondo Berni, "serve una gestione più attenta per quanto riguarda la gestione della fauna, predatori, ungulati, che in questo momento stanno scorrazzando anche in Toscana con la peste suina. Inoltre gli agricoltori devono avere un giusto reddito, più equilibrio e trasparenza lungo la filiera. Come ripetiamo da anni, è necessaria meno burocrazia e più strumenti flessibili per risolvere la carenza di manodopera. Senza dimenticare di rivitalizzare le aree interne, fondamentali per tutta la Toscana".
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