"La guerra commerciale dichiarata da Trump all'Europa è un incubo per il Made in Tuscany a tavola che oltre oceano genera un terzo dell'interno valore di esportazioni nel mondo: poco più di uno dei quasi 4 miliardi di euro raggiunti nel 2024, record assoluto", e tutte le province toscane saranno penalizzate. A dirlo è Coldiretti Toscana che ha elaborato, partendo dai dati dell'Istat, una classifica delle province per valore e quota di esportazioni negli Stati Uniti.
"Una eventuale imposta sulle merci agricole importate colpirebbe a random tutte le province - sottolinea in una nota l'associazione -, e nello specifico alcuni prodotti di eccellenza come vino e olio che da soli valgono il 90%, invertendo un trend molto positivo per i nostri prodotti in America: + 128% in dieci anni".
Secondo Coldiretti Toscana, Grosseto è tra le province toscane quella che rischia di più con i dazi, 236 milioni di euro, pari al 70% del valore di tutte le esportazioni del 2024. Il rapporto tra totale esportazioni e quota di export destinata agli Stati Uniti fa salire sul podio Lucca con il 37% (167 milioni) e Massa Carrara con il 36% (2,1 milioni), superando Siena, il cui rapporto di incidenza è intorno al 34% (282 milioni di euro). Poco sotto troviamo un'altra economia agricola marginale sul fronte internazionale come Prato (10 milioni) con una quota di export del 30%. Con un'incidenza del 27%, Firenze, pur registrando il valore assoluto più alto tra tutte le province toscane (285 milioni di euro), scivola oltre metà classifica. Seguono poi Pisa (32 milioni) con il 19%, Livorno (40 milioni) con il 15%, Arezzo (22 milioni) con 8%. Chiude la classifica Pistoia (8,7 milioni) con 1,5%.
Per Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana, "Trump non rischia di colpire solo le imprese straniere ma i suoi stessi cittadini favorendo il mercato parallelo dell'italian souding, ovvero l'uso di nomi, immagini e riferimenti che evocano l'Italia su prodotti esteri che in realtà non sono Made in Italy. Detto questo l'impatto dei dazi avrà conseguenze per il nostro Made in Tuscany considerando che le esportazioni verso quel mercato valgono 1 miliardo di euro".
"Una eventuale imposta sulle merci agricole importate colpirebbe a random tutte le province - sottolinea in una nota l'associazione -, e nello specifico alcuni prodotti di eccellenza come vino e olio che da soli valgono il 90%, invertendo un trend molto positivo per i nostri prodotti in America: + 128% in dieci anni".
Secondo Coldiretti Toscana, Grosseto è tra le province toscane quella che rischia di più con i dazi, 236 milioni di euro, pari al 70% del valore di tutte le esportazioni del 2024. Il rapporto tra totale esportazioni e quota di export destinata agli Stati Uniti fa salire sul podio Lucca con il 37% (167 milioni) e Massa Carrara con il 36% (2,1 milioni), superando Siena, il cui rapporto di incidenza è intorno al 34% (282 milioni di euro). Poco sotto troviamo un'altra economia agricola marginale sul fronte internazionale come Prato (10 milioni) con una quota di export del 30%. Con un'incidenza del 27%, Firenze, pur registrando il valore assoluto più alto tra tutte le province toscane (285 milioni di euro), scivola oltre metà classifica. Seguono poi Pisa (32 milioni) con il 19%, Livorno (40 milioni) con il 15%, Arezzo (22 milioni) con 8%. Chiude la classifica Pistoia (8,7 milioni) con 1,5%.
Per Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana, "Trump non rischia di colpire solo le imprese straniere ma i suoi stessi cittadini favorendo il mercato parallelo dell'italian souding, ovvero l'uso di nomi, immagini e riferimenti che evocano l'Italia su prodotti esteri che in realtà non sono Made in Italy. Detto questo l'impatto dei dazi avrà conseguenze per il nostro Made in Tuscany considerando che le esportazioni verso quel mercato valgono 1 miliardo di euro".
Condividi
La funzionalità è stata disattivata perché si avvale di cookies (Maggiori informazioni)
Attiva i cookies
Attiva i cookies