Fine estate, Siena, il Prato di Sant’Agostino. Inizia così il nuovo romanzo di Luigi Bicchi, “Partire è un po’ morire” (Betti Editrice) presentato alla Libreria Gioberti.
Bicchi abbandona momentaneamente il protagonista abituale dei suoi libri, il maresciallo Casati, per dare il via a una serie di storie con personaggio principale una giornalista, Costanza Brori.
“Il personaggio di Costanza è già apparso nei libri del maresciallo Casati in quanto sua amica d’infanzia”, spiega Bicchi. “Costanza è liberamente ispirata a Katiuscia Vaselli, direttore di Siena News, ma le sole cose reali sono la sua volontà di farsi chiamare direttore, non direttrice, e le due gattine, tutto il resto è inventato”.
Perché cambiare protagonista?
“Volevo raccontare più cose rispetto all’inchiesta pura e semplice di un giallo. Ci sono così nello stesso periodo più storie: l’eccidio di una pattuglia di carabinieri, l’arrivo a Siena di un’influencer, la presenza nella stessa trattoria di un assessore regionale, un direttore di banca e un imprenditore, che tra l’altro vanno a vedere uno spettacolo di Alessandro Calonaci. Costanza Brori racconta queste vicende”.
Perché questo titolo?
“Partire è un po’ morire perché Costanza è una giornalista d’inchiesta che lavora a Milano, però la nostalgia senese è un po’ canaglia, siamo peggio dei brasiliani, così lei ritorna a Siena come free lance e, quando le viene proposto di assumere la direzione di un giornale che era fallito, accetta”.
Si parla anche di contrade e palio?
“Solo come fatto di calendario, perché del palio può scriverne solo chi lo fa, chi lo vive e chi ne cura la storia”.
Quindi questa è solo la prima inchiesta di Costanza Brori?
“Sì, ho già pronta la seconda storia, uscirà il prossimo anno”.
Bicchi abbandona momentaneamente il protagonista abituale dei suoi libri, il maresciallo Casati, per dare il via a una serie di storie con personaggio principale una giornalista, Costanza Brori.
“Il personaggio di Costanza è già apparso nei libri del maresciallo Casati in quanto sua amica d’infanzia”, spiega Bicchi. “Costanza è liberamente ispirata a Katiuscia Vaselli, direttore di Siena News, ma le sole cose reali sono la sua volontà di farsi chiamare direttore, non direttrice, e le due gattine, tutto il resto è inventato”.
Perché cambiare protagonista?
“Volevo raccontare più cose rispetto all’inchiesta pura e semplice di un giallo. Ci sono così nello stesso periodo più storie: l’eccidio di una pattuglia di carabinieri, l’arrivo a Siena di un’influencer, la presenza nella stessa trattoria di un assessore regionale, un direttore di banca e un imprenditore, che tra l’altro vanno a vedere uno spettacolo di Alessandro Calonaci. Costanza Brori racconta queste vicende”.
Perché questo titolo?
“Partire è un po’ morire perché Costanza è una giornalista d’inchiesta che lavora a Milano, però la nostalgia senese è un po’ canaglia, siamo peggio dei brasiliani, così lei ritorna a Siena come free lance e, quando le viene proposto di assumere la direzione di un giornale che era fallito, accetta”.
Si parla anche di contrade e palio?
“Solo come fatto di calendario, perché del palio può scriverne solo chi lo fa, chi lo vive e chi ne cura la storia”.
Quindi questa è solo la prima inchiesta di Costanza Brori?
“Sì, ho già pronta la seconda storia, uscirà il prossimo anno”.
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