Presentazioni fiorentine a cura di Paolo Mugnai

Fine estate, Siena, il Prato di Sant’Agostino. Inizia così il nuovo romanzo di Luigi Bicchi, “Partire è un po’ morire” (Betti Editrice) presentato alla Libreria Gioberti.

Bicchi abbandona momentaneamente il protagonista abituale dei suoi libri, il maresciallo Casati, per dare il via a una serie di storie con personaggio principale una giornalista, Costanza Brori.
“Il personaggio di Costanza è già apparso nei libri del maresciallo Casati in quanto sua amica d’infanzia”, spiega Bicchi. “Costanza è liberamente ispirata a Katiuscia Vaselli, direttore di Siena News, ma le sole cose reali sono la sua volontà di farsi chiamare direttore, non direttrice, e le due gattine, tutto il resto è inventato”. 

Perché cambiare protagonista?

“Volevo raccontare più cose rispetto all’inchiesta pura e semplice di un giallo. Ci sono così nello stesso periodo più storie: l’eccidio di una pattuglia di carabinieri, l’arrivo a Siena di un’influencer, la presenza nella stessa trattoria di un assessore regionale, un direttore di banca e un imprenditore, che tra l’altro vanno a vedere uno spettacolo di Alessandro Calonaci. Costanza Brori racconta queste vicende”.

Perché questo titolo?
“Partire è un po’ morire perché Costanza è una giornalista d’inchiesta che lavora a Milano, però la nostalgia senese è un po’ canaglia, siamo peggio dei brasiliani, così lei ritorna a Siena come free lance e, quando le viene proposto di assumere la direzione di un giornale che era fallito, accetta”.

Si parla anche di contrade e palio?
“Solo come fatto di calendario, perché del palio può scriverne solo chi lo fa, chi lo vive e chi ne cura la storia”.

Quindi questa è solo la prima inchiesta di Costanza Brori?
“Sì, ho già pronta la seconda storia, uscirà il prossimo anno”. 


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