A cento anni dalla sua scomparsa, un evento dedicato a Giacomo Puccini organizzato dalla Libreria Gioberti al cinema Sala Esse. Un pomeriggio di letteratura, musica, teatro, emozioni olfattive con tanti momenti diversi coordinati dal giornalista Alberto Andreotti. A cominciare dall’ultimo libro di Maurizio Sessa, “Puccini 100 anni. Viaggio sentimentale da Lucca al mondo” (Edizioni Medicea). Da questo volume ricco di documenti, lettere e circa 150 immagini inedite che ripercorre l’intera vicenda biografica e musicale di Puccini sono stati letti alcuni brani dalla giornalista e scrittrice Caterina Ceccuti.
Ospite d’onore il direttore d’orchestra e primo violino del Maggio Musicale Fiorentino Ladislau Petru Horvath che ha eseguito dei brani di Puccini. Beatrice Granucci dell’Associazione I Profumi di Boboli ha presentato il Profumo “66”, come gli anni di vita di Puccini. Sono poi intervenuti Angelo Rizzone, direttore della Libreria Gioberti, don Stefano Aspettati, direttore dell’Opera Salesiana di Firenze e Scandicci, e Antonio Palma, presidente dell’Associazione Foyer Amici della Lirica. Al termine anche una rappresentazione della Compagnia Teatrale “I Baccelloni” diretta da Pietro Bongiovì.
“Puccini aveva già conosciuto il dolore per la morte del fratello in Sudamerica”, racconta Sessa, appassionato pucciniano, “ma il suo più grande dolore lo vive per Doria Manfredi, la ragazzina di 16 anni che era entrata come governante al servizio di Puccini nel 1903 quando era rimasto ferito in un incidente automobilistico rompendosi una gamba. Lei era diventata di famiglia, ma questo è un capitolo della sua vita ancora da decifrare. La moglie di Puccini, Donna Elvira, inizia a sospettare che tra la ragazza e il compositore ci sia una storia, anche se questo non è mai stato appurato. Elvira inizia allora a ingiuriarla in privato e anche in pubblico, va addirittura dal parroco di Torre del Lago per chiedergli di allontanare la ragazza dal paese”.
Come va a finire? “La ragazza non regge l’urto psicologico e si avvelena”.
E Puccini che cosa fa? “Scappa. La abbandona, lasciandola tra le grinfie della moglie e la ragazza, dopo cinque giorni di atroci sofferenze, muore. Io sono un biografo abbastanza impietoso, bisogna dire le cose come stanno. Da questo dramma Puccini non guarirà mai e inizierà probabilmente anche il suo distacco dalla moglie, poi si riconcilieranno, ci sarà un processo, ma da quel momento Giacomo ed Elvira vivranno da separati in casa”.
Ospite d’onore il direttore d’orchestra e primo violino del Maggio Musicale Fiorentino Ladislau Petru Horvath che ha eseguito dei brani di Puccini. Beatrice Granucci dell’Associazione I Profumi di Boboli ha presentato il Profumo “66”, come gli anni di vita di Puccini. Sono poi intervenuti Angelo Rizzone, direttore della Libreria Gioberti, don Stefano Aspettati, direttore dell’Opera Salesiana di Firenze e Scandicci, e Antonio Palma, presidente dell’Associazione Foyer Amici della Lirica. Al termine anche una rappresentazione della Compagnia Teatrale “I Baccelloni” diretta da Pietro Bongiovì.
“Puccini aveva già conosciuto il dolore per la morte del fratello in Sudamerica”, racconta Sessa, appassionato pucciniano, “ma il suo più grande dolore lo vive per Doria Manfredi, la ragazzina di 16 anni che era entrata come governante al servizio di Puccini nel 1903 quando era rimasto ferito in un incidente automobilistico rompendosi una gamba. Lei era diventata di famiglia, ma questo è un capitolo della sua vita ancora da decifrare. La moglie di Puccini, Donna Elvira, inizia a sospettare che tra la ragazza e il compositore ci sia una storia, anche se questo non è mai stato appurato. Elvira inizia allora a ingiuriarla in privato e anche in pubblico, va addirittura dal parroco di Torre del Lago per chiedergli di allontanare la ragazza dal paese”.
Come va a finire? “La ragazza non regge l’urto psicologico e si avvelena”.
E Puccini che cosa fa? “Scappa. La abbandona, lasciandola tra le grinfie della moglie e la ragazza, dopo cinque giorni di atroci sofferenze, muore. Io sono un biografo abbastanza impietoso, bisogna dire le cose come stanno. Da questo dramma Puccini non guarirà mai e inizierà probabilmente anche il suo distacco dalla moglie, poi si riconcilieranno, ci sarà un processo, ma da quel momento Giacomo ed Elvira vivranno da separati in casa”.
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