“Amerigo Vespucci ha vissuto due vite, mi piaceva raccontare questa verità biografica e ho provato umilmente a farlo”. Andrea Claudio Galluzzo presenta “Tra oceano e stelle” (Mauro Pagliai editore), con Marco Crisci, in Piazza Santa Maria Novella nell’ambito della terza edizione de “Le Piazze dei Libri”, evento organizzato da Confartigianato Imprese Firenze con cinque serate in otto piazze sparse tra tutti i quartieri cittadini e il coinvolgimento di tredici librerie tra indipendenti e catene. Non è un libro di storia.
La vita di Amerigo Vespucci viene narrata in prima persona da Galluzzo: “è una finta autobiografia, faccio finta di essere Vespucci che racconta al nipote Giovanni la propria vita”. L’idea del libro venne a Galluzzo nel 2012, in occasione del cinquecentenario della morte di Vespucci avvenuta a Siviglia. In quel periodo Galluzzo coordinava un’opera con i “Fiorentini nel mondo” per un tributo al Vespucci mercante. Aveva letto una ventina di biografie e, all’ultima, iniziò a scrivere a mano le memorie di Vespucci in prima persona.
Il racconto inizia dalla casa di campagna, in via di Peretola numero 6, dove la famiglia aveva un podere e Amerigo teneva i conti allo zio. Sdraiato sul tetto di casa, Amerigo copia le costellazioni su un foglio; siamo agli inizi della navigazione astronomica, ma lui i calcoli li fece giusti, a differenza di Cristoforo Colombo. Poi gli studi presso il monastero di San Marco, l’attività commerciale e quella di banchiere per la famiglia Medici. Quindi i primi viaggi nelle Indie Occidentali, le grandi scoperte, fornendo per primo notizie di quel continente che prenderà il suo nome: “questo fiorentino va messo accanto ai grandi uomini del suo tempo”, afferma Galluzzo, “non tanto perché ha dato il nome all’America, ma perché aveva quella qualità altissima che pochi fiorentini hanno avuto”.
Vespucci è una figura umana molto interessante: “ha avuto il coraggio, da iperbenestante qual era, di dire basta, lasciare i posti già visti per andare nel Nuovo Mondo, che nella seconda metà del Quattrocento era quello che percorreva le coste occidentali dell’Africa e cominciava ad avventurarsi in aperto oceano. Siviglia era la Dubai di oggi”, dice Galluzzo, che da alcuni anni ha lasciato la sua Firenze per vivere negli Emirati Arabi e spostarsi di continuo tra Cina e America.
Una vita per certi versi simile a quella di Vespucci del quale, in modo forse naturale, Galluzzo ha scritto un diario immaginario. “Vespucci decide di cambiare vita: quanti nella sua epoca lo hanno fatto, hanno avuto il coraggio di farlo? Pochissimi”.
La vita di Amerigo Vespucci viene narrata in prima persona da Galluzzo: “è una finta autobiografia, faccio finta di essere Vespucci che racconta al nipote Giovanni la propria vita”. L’idea del libro venne a Galluzzo nel 2012, in occasione del cinquecentenario della morte di Vespucci avvenuta a Siviglia. In quel periodo Galluzzo coordinava un’opera con i “Fiorentini nel mondo” per un tributo al Vespucci mercante. Aveva letto una ventina di biografie e, all’ultima, iniziò a scrivere a mano le memorie di Vespucci in prima persona.
Il racconto inizia dalla casa di campagna, in via di Peretola numero 6, dove la famiglia aveva un podere e Amerigo teneva i conti allo zio. Sdraiato sul tetto di casa, Amerigo copia le costellazioni su un foglio; siamo agli inizi della navigazione astronomica, ma lui i calcoli li fece giusti, a differenza di Cristoforo Colombo. Poi gli studi presso il monastero di San Marco, l’attività commerciale e quella di banchiere per la famiglia Medici. Quindi i primi viaggi nelle Indie Occidentali, le grandi scoperte, fornendo per primo notizie di quel continente che prenderà il suo nome: “questo fiorentino va messo accanto ai grandi uomini del suo tempo”, afferma Galluzzo, “non tanto perché ha dato il nome all’America, ma perché aveva quella qualità altissima che pochi fiorentini hanno avuto”.
Vespucci è una figura umana molto interessante: “ha avuto il coraggio, da iperbenestante qual era, di dire basta, lasciare i posti già visti per andare nel Nuovo Mondo, che nella seconda metà del Quattrocento era quello che percorreva le coste occidentali dell’Africa e cominciava ad avventurarsi in aperto oceano. Siviglia era la Dubai di oggi”, dice Galluzzo, che da alcuni anni ha lasciato la sua Firenze per vivere negli Emirati Arabi e spostarsi di continuo tra Cina e America.
Una vita per certi versi simile a quella di Vespucci del quale, in modo forse naturale, Galluzzo ha scritto un diario immaginario. “Vespucci decide di cambiare vita: quanti nella sua epoca lo hanno fatto, hanno avuto il coraggio di farlo? Pochissimi”.
Condividi
La funzionalità è stata disattivata perché si avvale di cookies (Maggiori informazioni)
Attiva i cookies
Attiva i cookies