Dall'applicazione degli articoli 3 e 34 fino alla creazione di luoghi di aggregazione, il mondo dell'università si appella ai candidati

Appello dei rettori delle università di Firenze, Siena e Pisa, oltre che della Scuola Superiore Sant'Anna, Scuola Imt Alti studi di Lucca e Università per stranieri di Siena e dal direttore della Normale di Pisa affinché "in maniera fattiva il diritto allo studio, che è uno dei diritti fondamentali ed inalienabili della persona, tutelato dagli articoli 3 e 34 della Costituzione italiana, e che garantisce a chi ha una posizione economica svantaggiata o soffre di una disabilità o ha bisogni educativi speciali, la possibilità di affrontare il percorso formativo universitario".

"Le risorse per accompagnare e sostenere studenti e studentesse non possono limitarsi al momento dell'iscrizione, mediante borse di studio o corrispettivi in denaro, in quanto devono estendersi anche agli altri aspetti della vita universitaria", aggiungono.

"L'attenzione deve comprendere anche tutte quelle infrastrutture, che consentono di vivere l'esperienza universitaria in maniera piena e soddisfacente, dalla disponibilità degli alloggi, all'organizzazione delle mense, alle agevolazioni nei mezzi di trasporto". Nella lettera viene sottolineata l'importanza di "creare luoghi in cui i giovani possono incontrarsi, parlare, dibattere e confrontarsi, anche al di là dello studio perché ciò consente una interazione diretta, offre la possibilità di sviluppare un networking più solido, garantisce una migliore integrazione nella vita sociale e accademica dell'Ateneo, che comprende momenti ed attività che escono dalle aule e dai percorsi formali".

    
Poi un passaggio sulla formazione in campo assistenziale: "La nostra Regione - scrivono - vanta un sistema sanitario di valore sostenuto dall'eccellenza dei suoi Atenei che formano medici e personale sanitario in grado di far fronte e soddisfare le esigenze del territorio. Riteniamo quindi che qualunque azione che vada ad incidere sull'assetto attuale pubblico della formazione in campo assistenziale debba essere preventivamente discussa e valutata con le Università pubbliche toscane".
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