"La Toscana vede un miglioramento nella battaglia contro i batteri resistenti agli antibiotici e nel consumo di questi farmaci. Con i batteri ci dovremo convivere per sempre perché sanno adattarsi alla situazione e perché il rischio zero non esiste: tuttavia, con prevenzione e il controllo del contagio, la situazione migliora". A dirlo è Fabrizio Gemmi, capo del gruppo che si occupa degli ospedali all'interno dell'Agenzia regionale per la sanità in Toscana.
I dati sul 2023 mostrano passi avanti. "Le percentuali di diversi tipi di infezioni antibiotico-resistenti stanno diminuendo - aggiunge Gemmi -. Questo è dovuto a un miglior e un minor uso di antibiotici e una serie di precauzioni, come l'identificazione e l'isolamento di persone che sono portatori di batteri antibiotico-resistenti. Poi l'igiene delle mani, l'uso dei dispositivi di protezione fa il resto". Gemmi spiega che la Toscana è virtuosa proprio perché "ha una media di consumo di antibiotici inferiore alla media europea e a quella italiana. Molto spesso gli antibiotici sono usati in maniera inappropriata: quando non servono. In questo la Toscana è avanti". Un ruolo importante è giocato anche dal clima perché "i batteri si riproducono meglio quando le temperature sono più alte. Si scambiano in geni che determinano l'antibiotico-resistenza".
Gemmi ricorda che nel 2016 "uscì uno studio dove si quantificava a 10 milioni le morti nel mondo nel 2050, correlate a infezioni non trattabili. I numeri forse ora saranno maggiori ma ciò che non cambia è l'area geografica maggiormente colpita: India, America Meridionale, Africa. Dove fa caldo e dove c'è sovraffollamento". Sugli ospedali in difficoltà Gemmi risponde "che lo studio non afferma che le infezioni sono diminuite. Stiamo solo dicendo che vengono messi in campo tutti gli sforzi per mettere le persone in isolamento e ridurre il numero di infezioni. Gli ospedali sono in condizioni difficili, è vero: c'è un problema anche di organico, lo staff è numericamente ridotto e questo è un problema. Ma negli ospedali vengono messe in atto le procedure per il contenimento dei batteri resistenti agli antibiotici e questo già riduce le infezioni. Non arriveremo allo zero perché, come detto, i batteri sono sulla terra da tre miliardi di anni, con una grande capacità di riadattarsi alle situazioni".
I dati sul 2023 mostrano passi avanti. "Le percentuali di diversi tipi di infezioni antibiotico-resistenti stanno diminuendo - aggiunge Gemmi -. Questo è dovuto a un miglior e un minor uso di antibiotici e una serie di precauzioni, come l'identificazione e l'isolamento di persone che sono portatori di batteri antibiotico-resistenti. Poi l'igiene delle mani, l'uso dei dispositivi di protezione fa il resto". Gemmi spiega che la Toscana è virtuosa proprio perché "ha una media di consumo di antibiotici inferiore alla media europea e a quella italiana. Molto spesso gli antibiotici sono usati in maniera inappropriata: quando non servono. In questo la Toscana è avanti". Un ruolo importante è giocato anche dal clima perché "i batteri si riproducono meglio quando le temperature sono più alte. Si scambiano in geni che determinano l'antibiotico-resistenza".
Gemmi ricorda che nel 2016 "uscì uno studio dove si quantificava a 10 milioni le morti nel mondo nel 2050, correlate a infezioni non trattabili. I numeri forse ora saranno maggiori ma ciò che non cambia è l'area geografica maggiormente colpita: India, America Meridionale, Africa. Dove fa caldo e dove c'è sovraffollamento". Sugli ospedali in difficoltà Gemmi risponde "che lo studio non afferma che le infezioni sono diminuite. Stiamo solo dicendo che vengono messi in campo tutti gli sforzi per mettere le persone in isolamento e ridurre il numero di infezioni. Gli ospedali sono in condizioni difficili, è vero: c'è un problema anche di organico, lo staff è numericamente ridotto e questo è un problema. Ma negli ospedali vengono messe in atto le procedure per il contenimento dei batteri resistenti agli antibiotici e questo già riduce le infezioni. Non arriveremo allo zero perché, come detto, i batteri sono sulla terra da tre miliardi di anni, con una grande capacità di riadattarsi alle situazioni".
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