“Un giorno credi di esser giusto e di essere un grande uomo, in un altro ti svegli e devi cominciare da zero”, cantava Edoardo Bennato. Il riassunto della settimana di Raffaele Palladino ci sta dentro alla grande a questa strofa.
Cronologicamente, tutto torna. Dall’allungamento del contratto per mano di Commisso fino al 2027, preceduto dagli elogi per un lavoro che lo aveva visto sconfitto col Betis all’andata e all’Olimpico contro la Roma, sì, ma con due prestazioni solide, importanti e che lasciavano tanta fiducia, salvo poi cadere rovinosamente giovedì contro gli spagnoli. Meritatamente, tra l’altro, con scelte tattiche, cambi a gara in corso e lettura della partita assai rivedibile. Con, ovviamente, l’esigenza di dover rialzarsi e cominciare quasi da zero l’indomani.
In 72 ore Palladino è passato dall’atto di fiducia di Commisso e della Fiorentina alla messa in stato d’accusa da parte della piazza. Non sarà stata solamente sua la responsabilità dell’uscita in semifinale dalla Conference League, così come il fatto che la classifica della squadra gigliata sia, ad oggi, decisamente inferiore alle aspettative. A 270’ dal termine della stagione, tuttavia, quella che è stata definita dallo stesso patron viola “la rosa più forte della sua gestione”, sarebbe fuori da ogni competizione Uefa per la prossima stagione. E insomma, o Palladino fa nove punti nelle ultime tre partite di campionato, oppure…
Ecco, il domani rischia adesso di addensarsi di nuvoloni. Palladino deve rialzarsi, reagire, cominciando da zero. Cosa che, se le risposte con Venezia, Bologna e Udinese non dovessero essere quelle attese, potrebbe provocare un’altra rivoluzione estiva. L’Europa League è ancora lì, distante ma non troppo, come un’eventuale nuova partecipazione almeno alla Conference League. Se la Fiorentina farà nove punti c’è qualche possibilità di chiudere la stagione centrando almeno in parte l’obiettivo di ‘far meglio della stagione precedente’. Altrimenti, in caso di esito negativo, l’annata si avvicinerebbe ai crismi del flop.
A maggior ragione se si considerano i valori assoluti che Palladino ha avuto a disposizione quest’anno, da De Gea a Kean passando per Dodo e Gosens. In caso di epilogo senza Europa, tutto potrebbe essere rimesso in discussione. Non il futuro del tecnico, sia chiaro. A meno che la Fiorentina non prenda 5 gol a Venezia, altrettanti col Bologna e con l’Udinese, Palladino resterà sulla panchina gigliata. Altrimenti sì che la mossa del rinnovo da parte della dirigenza si rivelerebbe un altro clamoroso errore gestionale. Ma senza coppe, molti ‘big’ potrebbero anche fare la valigia e andare altrove. Dodo, Kean su tutti, ma anche Comuzzo, forse De Gea, così come non resterebbero Gudmundsson, forse Fagioli, Adli e via discorrendo. Insomma, sarebbe un guaio grosso. Ancora tre partite, ancora ‘tutto o niente’.
Per il tecnico della Fiorentina il risveglio post Betis è stato duro, ma ha l’obbligo di cominciare da zero e tenere la barra viola dritta. Già da lunedì a Venezia.
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