Via in 18 nel capoluogo toscano, 39 in tutto a livello nazionale

Protesta a Firenze per i lavoratori di Burberry, che hanno dato vita a un presidio davanti al negozio nella elegante via Tornabuoni per contestare i 18 licenziamenti sul territorio (39 in Italia) avviati da Burberry Italy. Le motivazioni sono legate ad un calo delle vendite del 12% nell'anno fiscale precedente, con la ristrutturazione studiata presso la sede inglese del gruppo e comunicata formalmente a maggio 2025: la ristrutturazione segue quella del 2022 che in Italia ha visto già l'uscita di 44 dipendenti.
    
L'azienda, secondo Yuri Vigiani (Filcams-Cgil
Firenze) "sta vivendo una crisi congiunturale rispetto al settore", ma "va bene, ha 'marginato' bene anche nell'ultimo semestre, tant'è che è rientrata tra le prime 100 a livello europeo in Borsa e quindi si vuole rimodulare questa azienda solamente da un punto di vista finanziario, ma non da un punto di vista lavorativo".
     
Peraltro, evidenzia Vigiani, "quello che non torna è come questa azienda non abbia ancora presentato un piano industriale per capire quale sia il rilancio. Ha apportato solamente un taglio lineare dei costi sul personale per rientrare da un punto di vista finanziario".

    
Burberry, ha aggiunto il sindacalista, "non è disponibile a ragionare su eventuali ammortizzatori sociali che ci potrebbero consentire di prendere tempo e discutere di un vero e proprio piano industriale, perché la loro scusante è che la testa di questa azienda è a Londra e a Londra non ragionano come ragioniamo in Italia, non hanno ammortizzatori sociali e per questo non li vogliono attivare".
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