Il Goldoni in via de’ Serragli, il Supercinema in via dei Cimatori, il Ciak in via Faenza, l’Universale in via Pisana, l’Eolo in Borgo San Frediano, fino al Fulgor in via Maso da Finiguerra e, più recentemente, lo Spazio Uno in via del Sole. Sono solo alcuni dei cinema fiorentini che, negli ultimi decenni, hanno via via calato il sipario, lasciando dietro di sé un vuoto culturale e sociale.
Il fenomeno riguarda non solo il capoluogo toscano, ma molte altre grandi città italiane, da Roma a Milano, da Bologna a Torino, tutte alle prese con una lenta e inesorabile smobilitazione degli spazi dedicati alla visione collettiva del cinema e, di conseguenza, con la perdita di luoghi di aggregazione culturale, in particolare nel centro storico.
È da questa consapevolezza che prenderà le mosse “I terzi luoghi e la rigenerazione urbana degli spazi cinematografici: una visione per Firenze”, l’incontro promosso da CNA Cinema e Audiovisivo Firenze, in collaborazione con CNA Cinema e Audiovisivo Toscana, nell’ambito del 66° Festival dei Popoli. L’appuntamento si terrà a Firenze, giovedì 6 novembre alle Murate Art District (piazza delle Murate, ore 10:00, ingresso libero) e vedrà la partecipazione di Giovanni Bettarini, assessore alla Cultura del Comune di Firenze, Lorenzo Cei, direttore generale di CNA Firenze Metropolitana, Francesca Mazzocchi, presidente Lama, Irene Sanesi (BBS-Pro) e Michele Crocchiola (cinema Astra), moderati da Samuele Rossi, presidente di CNA Cinema e Audiovisivo Firenze.
“La perdita delle sale cinematografiche non è soltanto un fatto economico o logistico: è una questione culturale e sociale - spiega Samuele Rossi -. La chiusura di un cinema priva infatti la città di un punto di riferimento per la comunità, riduce le occasioni di dialogo e di partecipazione e contribuisce a una progressiva desertificazione culturale, che rischia di trasformare i centri storici in scenografie turistiche prive di vita autentica”.
“Il caso dei cinema fiorentini - prosegue Rossi - è quindi emblematico di un processo più ampio che interroga il futuro del cinema come esperienza collettiva e la capacità delle città di preservare spazi dedicati alla cultura e alla socialità”.
La riflessione riguarda non solo le sale cinematografiche, ma anche tutti i luoghi capaci di diventare motori di rigenerazione urbana in termini culturali e di riportare Firenze ad essere vissuta dai cittadini, stimolando così un ritorno a una vita sociale interna alla città, slegata dal turismo.
Per CNA Cinema e Audiovisivo, le cause della riduzione della sale sono molteplici e stratificate.
Da un lato, le trasformazioni urbanistiche e i processi di gentrificazione hanno modificato in profondità il volto dei centri cittadini: gli affitti in costante aumento, la pressione turistica e la riconversione degli spazi verso attività più redditizie (come esercizi commerciali o strutture ricettive) hanno reso sempre più difficile la gestione delle sale di medie e piccole dimensioni. In aggiunta, per molti cinema ospitati in edifici storici, l’impossibilità di sostenere i costi di adeguamento alle normative di sicurezza o alle nuove tecnologie della proiezione digitale. In altri, semplicemente, la speculazione immobiliare ha preso il sopravvento.
Dall’altro lato, il cambiamento delle abitudini culturali ha inciso in maniera decisiva: l’avvento delle piattaforme di streaming, la diffusione dei dispositivi personali e l’offerta crescente di contenuti on demand hanno trasformato il rapporto del pubblico con il cinema, spostandolo dal rito collettivo della sala alla fruizione individuale privata.
Infine, la trasformazione del modello economico e gestionale del settore. La nascita dei multisala nelle aree periferiche o nei centri commerciali ha concentrato l’offerta in spazi più grandi, funzionali e standardizzati, ma lontani dal tessuto vivo dei quartieri. Questi nuovi poli di intrattenimento hanno finito per svuotare i piccoli cinema di prossimità, che per decenni avevano rappresentato non solo luoghi di proiezione, ma autentici presìdi culturali, capaci di proporre programmazioni d’autore, rassegne tematiche e incontri con registi.
“Riflettere su queste chiusure - conclude Rossi - significa interrogarsi su come restituire al cinema, e più in generale, alla cultura, un ruolo centrale nel vivere urbano contemporaneo. Si tratta di un dibattito centrale in molte grandi città europee. In Francia, ad esempio, ha portato alla nascita dei cosiddetti ‘terzi luoghi’, spazi sociali e culturali che si collocano tra la casa e il lavoro, diventando motori di innovazione sociale e di rigenerazione locale, dove la comunità cittadina è al centro di ogni processo”.
L’incontro di CNA analizzerà anche questa esperienza, valutando se sia replicabile nel contesto fiorentino.
“A tal proposito, CNA Cinema e Audiovisivo metterà a disposizione le proprie competenze ed esperienze, così da stimolare un dialogo continuo e costruttivo - fa sapere Lorenzo Cei -. L’obiettivo è avviare un percorso di ascolto fatto di momenti di confronto tra le migliori risorse del territorio, capace di generare riflessioni condivise e proposte concrete. Un dialogo che accompagni il percorso di crescita e di trasformazione di Firenze, ponendo al centro la sua vita aggregativa, culturale e sociale. L’evento del 6 novembre rappresenta l’inizio di questo cammino”.
Cinema e audiovisivo a Firenze - Dati aggiornati al 2024
Il settore conta 182 imprese attive, pari al 40% del totale regionale: 127 operano nella produzione, 16 nella post produzione, 8 nella distribuzione e 31 sono le sale cinematografiche. Dà lavoro a 664 addetti, impiegati per il 79% nella produzione, per il 15% nelle sale, per il 4% nella distribuzione e per il 2% nella post produzione. Dal 2018 al 2024 l’occupazione è cresciuta del 14%, mentre le imprese sono calate del 2%.
Da un sondaggio condotto da CNA Cinema e audiovisivo Firenze emerge un settore vivace e fortemente proiettato oltre i confini nazionali: il 75% delle imprese lavora all’estero, soprattutto in Europa, Regno Unito e Stati Uniti, e l’80% partecipa regolarmente a festival internazionali. Le produzioni si concentrano in particolare su documentari (70%), video (50%) e lungometraggi di finzione (42%). Il 35% delle realtà si avvale di contributi pubblici o privati.
Samuele Rossi
È presidente di CNA Cinema e audiovisivo Firenze dal 14 maggio 2025. Regista, sceneggiatore e produttore, è attivo nel cinema di finzione e nel documentario. I suoi lavori sono caratterizzati da una forte attenzione alla memoria collettiva, all’impegno civile e alla sperimentazione dei linguaggi visivi. Tra i suoi film più noti: Glassboy (ECFA Award 2021, distribuito in oltre 40 Paesi), La memoria degli ultimi (Miglior Documentario Internazionale al Marfici 2014), Indro. L’uomo che scriveva sull’acqua (finalista Nastri d’Argento 2017), Margherita. La voce delle stelle (Evento Speciale al Festival dei Popoli 2022), Prima della fine. Gli ultimi giorni di Enrico Berlinguer (Cinquina Nastri d’Argento 2025 – Cinema del Reale, Candidato David di Donatello 2025). Fondatore e CEO della casa di produzione Echivisivi, Rossi si dedica da anni alla formazione cinematografica nelle scuole. È docente presso: Accademia Cinema Toscana (dal 2018), Bottega Finzioni (dal 2021) e Scuola Nazionale di Cinema Indipendente (dal 2024). Dal 2018 al 2023 ha fatto parte del Consiglio Direttivo del Festival Internazionale dei Popoli, e dal 2017 al 2021 del Consiglio Direttivo di CNA Cinema e Audiovisivo Toscana
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