Tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025 i costi sono saliti vertiginosamente, mettendo a rischio la produzione

Le aziende toscane sono (di nuovo) alle prese con l’aumento del prezzo del gas, dopo il balzo del 2022 con l’invasione russa dell’Ucraina e lo stop alle forniture in arrivo in Europa.

A puntare i fari sulla difficile situazione che le imprese toscane stanno vivendo è questa mattina La Repubblica Firenze, che riporta come tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025 il prezzo del gas sia salito del 20% rispetto al prezzo medio dell’anno scorso, un aumento che ha costretto le aziende a fare i conti con costi importanti e tutti i rischi che l’instabilità economica porta con sé, dalla contrazione della produzione all’aumento dei costi per i consumatori, fino alle conseguenze sui lavoratori.

A spiegare al quotidiano la difficile situazione che l’incertezza energetica porta con sé è il coordinatore della commissione ambiente ed energia di Confindustria Toscana Tiziano Pieretti, che senza troppi mezzi termini parla di “rischio per la ripresa industriale e dei posti di lavoro” tanto che “le industrie più energivore parlano di fermare la produzione”.

A pesare sul costo del gas, spiega Pieretti, non è solo il contesto bellico internazionale ma anche l’attività speculativa e l’assenza di politiche a lungo raggio.

Il prezzo dell’energia elettrica, riporta il quotidiano, nelle ultime settimane è stato di 143 euro a Megawattora, contro una media di 52 euro nel 2019. Il gas costa mediamente 50 euro, contro 30-40 euro dell’inizio dell’anno scorso.

Il tutto si traduce in quasi un miliardo di euro in più da pagare, riporta Repubblica.
La soluzione? “L’intervento del Governo, non con i soliti ristori ma con politiche di lungo periodo. E anche la Regione può fare la sua parte” spiega al quotidiano Giacomo Cioni, presidente di Cna Firenze Metropolitana.
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