"Dai comunicati ufficiali si è appreso che Bove è in rianimazione e gli esami che finora ha eseguito sono risultati nella norma. Questo vuol dire che probabilmente non ha avuto un infarto miocardio, perché si sarebbe visto, è che non ha avuto un'emorragia cerebrale, che pure poteva essere un'altra causa. Ma bisogna vedere anche quale sarà il recupero neurologico perché, verosimilmente, c'è stato, seppur transitoriamente, un arresto cardiocircolatorio. Tanto è vero che il calciatore, da quanto risulta, è ricoverato in terapia intensiva ed è in sedazione farmacologica". Così il professor Simone Vanni, direttore del centro studi Simeu (Società Italiana Medicina di Emergenza Urgenza) e docente di Medicina Interna dell'Università di Firenze, interpellato dalla Dire in merito al malore accusato dal calciatore Edoardo Bove, ricoverato in terapia intensiva all'ospedale Careggi di Firenze dopo il malore accusato al 17' di Fiorentina-Inter.
"La sedazione può essere utile come terapia di neuroprotezione- spiega l'esperto- cioè come protezione del cervello da eventuali danni legati all'ipossia. Questo vale in generale, quando c'è un problema legato all'eventuale danno cerebrale legato al periodo di arresto di circolo. Ma il tempo tra l'evento e l'uscita dal campo o il trasporto all'ospedale, da quello che ho letto, è stato di quattro minuti. E quando il tempo è breve, di solito, c'è un recupero neurologico buono. Tanto è più lunga la fase di rianimazione, peggiore è la prognosi. Per fortuna sul campo sono accorsi immediatamente i professionisti sanitari presenti e mi è sembrato di vedere che venisse utilizzato anche un defibrillatore. Bove sembra essere stabile dal punto di vista cardiocircolatorio e respiratorio, ma devono valutare il recupero neurologico. Il tempo relativamente breve di soccorso e anche la giovane età del calciatore potrebbero associarsi ad un esito positivo. Speriamo tutti che vada per il meglio".
Il comunicato diramato dal club viola ha fatto sapere che i primi accertamenti cardiologici e neurologici effettuati sul calciatore hanno "escluso danni acuti a carico del sistema nervoso centrale e del sistema cardiorespiratorio".
Questo, secondo il professor Vanni, non esclude però che in campo Bove possa avere avuto un'aritmia cardiaca: "Non è detto che il problema elettrico del cuore si associ a delle anomalie morfologiche evidenti- spiega ancora alla Dire l'esperto- per esempio ad una ecografia del cuore o comunque agli esami che il calciatore ha eseguito". Episodi del genere frequentemente sono legati ad aritmie e "potrebbe trattarsi di questo- ipotizza il professore dell'Università di Firenze- considerato anche il modo in cui Bove si è accasciato al suolo. Non c'è stato un trauma e ricorda il caso di Eriksen (il giocatore della Danimarca colpito da un arresto cardiaco durante un match contro la Finlandia agli Europei 2021, ndr)".
Non sempre le morti improvvise, o comunque episodi di perdita di coscienza, sono legati al cuore, ma "ci possono essere anche altre cause. Potrebbe trattarsi anche di una crisi epilettica o di un fatto cerebrale. È anche vero che le clonie a volte possono verificarsi anche durante un arresto cardiaco- conclude Vanni- perché avviene una ipossia cerebrale e si possono vedere dei movimenti simili a quelli epilettici".
"La sedazione può essere utile come terapia di neuroprotezione- spiega l'esperto- cioè come protezione del cervello da eventuali danni legati all'ipossia. Questo vale in generale, quando c'è un problema legato all'eventuale danno cerebrale legato al periodo di arresto di circolo. Ma il tempo tra l'evento e l'uscita dal campo o il trasporto all'ospedale, da quello che ho letto, è stato di quattro minuti. E quando il tempo è breve, di solito, c'è un recupero neurologico buono. Tanto è più lunga la fase di rianimazione, peggiore è la prognosi. Per fortuna sul campo sono accorsi immediatamente i professionisti sanitari presenti e mi è sembrato di vedere che venisse utilizzato anche un defibrillatore. Bove sembra essere stabile dal punto di vista cardiocircolatorio e respiratorio, ma devono valutare il recupero neurologico. Il tempo relativamente breve di soccorso e anche la giovane età del calciatore potrebbero associarsi ad un esito positivo. Speriamo tutti che vada per il meglio".
Il comunicato diramato dal club viola ha fatto sapere che i primi accertamenti cardiologici e neurologici effettuati sul calciatore hanno "escluso danni acuti a carico del sistema nervoso centrale e del sistema cardiorespiratorio".
Questo, secondo il professor Vanni, non esclude però che in campo Bove possa avere avuto un'aritmia cardiaca: "Non è detto che il problema elettrico del cuore si associ a delle anomalie morfologiche evidenti- spiega ancora alla Dire l'esperto- per esempio ad una ecografia del cuore o comunque agli esami che il calciatore ha eseguito". Episodi del genere frequentemente sono legati ad aritmie e "potrebbe trattarsi di questo- ipotizza il professore dell'Università di Firenze- considerato anche il modo in cui Bove si è accasciato al suolo. Non c'è stato un trauma e ricorda il caso di Eriksen (il giocatore della Danimarca colpito da un arresto cardiaco durante un match contro la Finlandia agli Europei 2021, ndr)".
Non sempre le morti improvvise, o comunque episodi di perdita di coscienza, sono legati al cuore, ma "ci possono essere anche altre cause. Potrebbe trattarsi anche di una crisi epilettica o di un fatto cerebrale. È anche vero che le clonie a volte possono verificarsi anche durante un arresto cardiaco- conclude Vanni- perché avviene una ipossia cerebrale e si possono vedere dei movimenti simili a quelli epilettici".
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