Fattori chiave oggi
1. Tensione USA–Iran:
L’attacco americano a tre siti nucleari iraniani genera incertezza, con il rischio di chiusura dello Stretto di Hormuz – scenario che potrebbe spingere il prezzo del petrolio oltre i 100 $ .
2. Tassi Fed:
Bowman («manteniamo le opzioni aperte sul taglio dei tassi») rassicura i mercati e attenua le tensioni legate all’inflazione e alla guerra commerciale .
3. Materie prime e inflazione:
Commodities in trend volatile ma i fondamentali restano solidi, supportati da potenziali acquisti di Oro ($2.600/oz) e previsioni di rialzo del J.P. Morgan per i metalli .
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Previsioni sintetiche
• Breve termine:
Prudenza nei confronti dei beni energetici; la reazione moderata degli operatori suggerisce potenziali inversioni rapide ma attenzione all’evoluzione geopolitica. Fed e dati macro (PCE, tassi) rimangono il principale driver.
• Medio termine (3–6 mesi):
Stabilità condizionata al contenimento del conflitto. Gli strategisti puntano su un consolidamento o leggero rialzo: obiettivi per S&P attorno a 6.500 entro fine anno (Yardeni), 6.500–7.000 per altri analisti . Eventuali shock energetici o intensificazione conflitto rimangono i principali rischi.
• Rischi principali:
Escalation nel Golfo con impatti sul petrolio, ritardi nei tagli dei tassi da parte della Fed e nuova ondata di dazi USA. Sul fronte opposto, possibili allentamenti Fed, stabilizzazione geopolitica e rotazioni nei settori growth‑value potrebbero sostenere i mercati.
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Conclusione
Oggi i mercati hanno mostrato resilienza, grazie al tono moderato della Fed e a reazioni contenute sul petrolio. Tuttavia, la volatilità resta elevata, e i principali catalizzatori nei prossimi giorni saranno:
• Evoluzione del conflitto USA–Iran
• Decisioni e dati Fed
• Andamento del petrolio e materie prime
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